ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 22 maggio 2015

Scomparirà o la faranno scomparire?

Famiglia, gay ecc. Un vademecum
E’ stato inviato a tutti i vescovi del mondo, tradotto in sette lingue; è un libretto pubblicato da una casa editrice che forse scomparirà dopo il prossimo Sinodo sulla famiglia, le “Edizioni Supplica Filiale”. E’ un vademecum, in cento domande e cento risposte, in parole chiare e semplici, facilmente comprensibili. Le domande riproducono le obiezioni e i dubbi più dubbi su molti dei temi suscitati intorno al Sinodo: sessualità, indissolubilità del vincolo matrimoniale, divorzio, omosessualità, eucarestia per i divorziati risposati, misericordia e giustizia.



“Risponde all’invito del Santo Padre di offrire riflessioni proficue sul tema della famiglia – ha detto nella presentazione il prof. Tommaso Scandroglio (Università europea di Roma) - . Molti degli argomenti citati sono stati oggetto sui media di tutto il mondo e anche in casa cattolica di interpretazioni fuorvianti, cioè non in accordo con il Magistero cattolico, creando confusione e turbamento fra i fedeli”. Proprio di questo tratta la petizione – firmata da circa 250mila persone in tutto il mondo - rivolta a papa Francesco affinché riaffermi il magistero. Nella prefazione il cardinale Medina Estevez ricorda che molti commenti intorno ai lavori sinodali hanno preso la “forma di errori con apparenza di verità, che falsano le opzioni per ciò che è il vero bene dell’essere umano”. Proprio per chiarire queste ambiguità nel Vademecum è inserito un capitolo delle “Parole talismani”; una parola si trasforma in “parola talismano” quando viene manipolata gradualmente per “assumere significati sempre più vicini alle posizioni ideologiche alle quali si vuole trasbordare i ‘pazienti’”. L’uso in campo ecclesiale può spingere “il fedele a sostituire un giudizio morale con uno sentimentale, o un giudizio sostanziale con uno formale, giungendo a considerare come buono, o almeno tollerabile, ciò che all’inizio era considerato cattivo”. Il manuale è stato redatto da tre vescovi ‘conservatori’: l’arcivescovo di Paraiba (Brasile) Aldo Di Cillo Pagotto, il vescovo di Santa Rosa (California) Robert Francis Vasa, il vescovo ausiliare di Astana (Kazakhstan) Athanasius Schneider. Tutti e tre sono conosciuti come interpreti rigorosi della dottrina cattolica in materia di vita e famiglia. Nelle risposte spesso appaiono citazioni di papi come Giovanni Paolo II - e dell’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia - o Benedetto XVI (anche di Leone XIII, Pio XI, Pio XII, Paolo VI, una di papa Francesco) o cardinali come Velasio De Paolis, Carlo Caffarra, Robert Sarah, Gerhard Müller, Walter Brandmüller.
MARCO TOSATTI



http://www.lastampa.it/2015/05/20/blogs/san-pietro-e-dintorni/famiglia-gay-ecc-un-vademecum-Wsl2ZSCj8chErOUP684u1N/pagina.html
Unioni civili, l’altolà della Cei al cattolico Renzi pesa sul governo
22 maggio 2015, Americo Mascarucci
Unioni civili, l’altolà della Cei al cattolico Renzi pesa sul governo
Non deve essere certo piaciuto al premier Matteo Renzi il testo della prolusione del presidente della Conferenza Episcopale italiana Angelo Bagnasco fra le cui righe appare evidente un certo malessere per quell’idea di cambiamento dell’Italia che tanto sta a cuore all’ex sindaco di Firenze. 

Inutile evidenziare come ancora una volta il principale terreno di scontro con i vescovi sia rappresentato dai temi etici soprattutto ora che è all’esame dell’aula del Senato il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. 

Per la Cei qualunque tentativo di equiparazione fra la famiglia fondata sul matrimonio e le varie e diverse forme di convivenza è da considerare dannoso perché altera, o peggio manipola, l’impostazione della società italiana, una società da sempre fondata sulla famiglia come nucleo portante. 

Dunque è da evitare il tentativo di introdurre leggi che possano snaturare la funzione privilegiata che la famiglia tradizionale ha sempre occupato nella società, per soddisfare ed inseguire desideri individualistici, ad iniziare dalla pretesa delle coppie gay di ottenere piena legittimità giuridica. 

Un richiamo che certamente non aiuterà la ricerca di quella condivisione che proprio Renzi sta cercando di favorire intorno al contestato disegno di legge. Il Nuovo centrodestra ha bocciato il testo praticamente in ogni sua parte, iniziando dall’equiparazione fra famiglie e convivenze, per passare poi alla questione delle adozioni per le coppie gay (adozioni al momento soltanto consentite per il figlio biologico di uno dei partner) e alla reversibilità della pensione per il convivente che sopravvive all’altro. 

Il partito di Alfano ha già fatto sapere che il testo, così come è stato approvato dalla Commissione Giustizia del Senatocon i voti del Partito Democratico e del Movimento 5stelle, è improponibile. Anche nel Pd esistono forti malumori soprattutto da parte delle componenti cattoliche più tradizionaliste, decise a modificare il ddl Cirinnà, introducendo correttivi sul concetto di equiparazione, con l’obiettivo di salvaguardare comunque una certa preferenza giuridica per la famiglia fondata sul matrimonio. 

Ma per il fronte laicista il testo approdato in Senato è già sufficientemente depurato e ulteriori modifiche volte a ridurre ulteriormente i diritti delle coppie di fatto e gay non sarebbe accettabile. L’altolà dei vescovi certamente non aiuta la ricerca di un compromesso specie con il Nuovo centrodestra e l’Udc più che mai decisi ad accreditarsi come interlocutori privilegiati delle gerarchie all’interno dell’esecutivo. 

Ma anche nel centrodestra l’appello della Cei non mancherà di provocare seri problemi di tenuta, come in Forza Italia dove le componenti cattoliche, in particolare gli ex An come Gasparri e Matteoli sono decisi a non cedere rispetto alla svolta liberal imposta dal cerchio magico dell’ex Cavaliere, leggi Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi. Quel cerchio magico contro cui si è schierato Raffaele Fitto uscito da Forza Italia nei giorni scorsi e che ha appena annunciato la nascita di un nuovo soggetto politico, i Conservatori Riformisti. 

Conservatori alla Cameron, ma proprio per questo in contraddizione con i richiami dei vescovi visto che il governo conservatore britannico ha permesso il riconoscimento dei matrimoni gay. Ma non è soltanto sui temi etici che si sono fondate le critiche dei vescovi. 

Anche per ciò che concerne le tanto auspicate riforme è giunto un invito a non correre troppo, a ponderare bene le scelte, a ricercare soluzioni il più possibile condivise nella consapevolezza che la fretta sia una cattiva consigliera. Più calma, più dialogo, meno forzature. Insomma una frenata al decisionismo renziano, a quella politica del tutto e subito, caratterizzata dal ricorso ai voti di fiducia e al muro contro muro. 

Insomma il cattolico Renzi, che si definisce figlio di don Milani e del cattolicesimo progressista fiorentino di Ernesto Balducci, Enzo Mazzi ecc. sembra proprio non riuscire a trovare quella sintonia con la Chiesa che è sembrato ricercare più volte appellandosi pure allo spirito pacificatore e misericordioso di papa Francesco. 

Il quale, purtroppo per lui, ha però sollecitato i vescovi a farsi sentire, a dare fastidio, ad andare controcorrente, a non mostrarsi ossequiosi e compiacenti con il potere. Forse un merito il premier sembra averlo ottenuto ed è quello di aver messo d’accordo la Cei nelle sue varie componenti. Perché alla fine, da destra come da sinistra, o sui temi etici o su quelli del lavoro, o sui temi dell’accoglienza agli immigrati o sulla scuola, tutti sembrano alquanto tiepidi rispetto alle scelte del Governo. 

Da Dublino a Roma. Manuale per il perfetto matrimonio omosex

irlanda
Il referendum per le nozze omosessuali nell’Irlanda una volta cattolica ha dato un colpo d’acceleratore anche in Italia alla marcia verso una legge sulla “civil partnership” tra persone dello stesso sesso.
Il fatto che il governo in carica in Italia sia zeppo di cattolici praticanti, a cominciare dal suo capo Matteo Renzi, non sembra frapporre ostacoli al procedere inesorabile dell’operazione. È cattolico conclamato anche il sindaco di Roma Ignazio Marino – ieri amico del cardinale Carlo Maria Martini e oggi in rapporti cordiali col suo confratello gesuita divenuto papa – che già si esercita benedicendo in Campidoglio le avanguardie delle coppie omosessuali in cerca di sigillo pubblico alla propria unione.
Né sembra minimamente impensierire i fautori, anche cattolici, della nuova legge l’opposizione delle gerarchie della Chiesa. Lo stesso papa Francesco ha tuonato più volte contro le nozze gay, ma è come se parli al vento. “Non pervenuto”, si direbbe, a vedere come la grande stampa oscura ogni volta queste sue parole.
L’unica precauzione dei fautori della legge è quella di non chiamare l’unione “matrimonio”, pur avendone i connotati. Il modello a cui si richiamano è quello tedesco dell’Eingetragene Lebensgemeinschaft, in vigore in Germania dal 2001.
Niente matrimonio, dunque, a parole, ma solo parità di diritti per le coppie omosessuali, descritte come ancora ingiustamente prive di tutte le facoltà riconosciute alle coppie sposate.
Il fatto è che di quasi tutte queste facoltà già godono in Italia non solo le coppie sposate, ma anche i conviventi.
Luciano Moia, su “Avvenire” di qualche giorno fa, ne ha fornito il preciso inventario.
ANAGRAFE – Il regolamento anagrafico in vigore dal 30 maggio 1989 stabilisce che “l’anagrafe è costituita di schede individuali, di famiglia e di convivenza”, senza bisogno in quest’ultimo caso di ulteriori registri.
ASSISTENZA SANITARIA – La legge n. 91 del 1 aprile 1999 prescrive che i medici devono fornire informazioni sulle cure tanto “al coniuge non separato” quanto “al convivente more uxorio”.
PERMESSI RETRIBUITI – La legge n. 8 del 2000 riconosce il permesso retribuito di tre giorni all’anno al lavoratore e alla lavoratrice anche in caso di documentata grave infermità del convivente.
CONSULTORI FAMILIARI – La legge n. 405 del 1975 assicura assistenza psicologica e sociale per i problemi della coppia e della famiglia anche ai componenti di una convivenza.
ASSISTENZA AI DETENUTI – Le norme sull’ordinamento penitenziario in applicazione della legge n. 354 del 1975 prevedono possibilità di colloqui e corrispondenza telefonica al “convivente detenuto” alle stesse condizioni stabilite per il coniuge.
FIGLI – Nessuna differenza sul piano legislativo tra genitori regolarmente sposati e conviventi. Addirittura la legge n. 6 del 2004, nell’elencare chi dev’essere preferito come amministratore di sostegno di una persona priva di autonomia, colloca “la persona stabilmente convivente” subito dopo il coniuge e prima del padre, della madre, dei figli, dei fratelli.
LOCAZIONI – La corte costituzionale, con la sentenza n. 404 del 1988, ha riconosciuto al convivente more uxorio il diritto di succedere nel contratto di locazione in caso di morte del partner, anche quando sono presenti eredi legittimi.
VITTIME DI MAFIA O TERRORISMO – La legge n. 302 del 1990 ha esteso anche ai conviventi more uxorio le provvidenze che lo Stato accorda alle vittime.
VITTIME DI ESTORSIONE E USURA – La legge n. 44 del 1999 comprende tra i beneficiari delle provvidenze anche i conviventi delle vittime.
ALTRE TUTELE – Oltre ai benefici fin qui elencati, vi sono garanzie per i conviventi anche per quanto riguarda l’assegnazione degli alloggi popolari, l’impresa a carattere familiare, il risarcimento dei danni patrimoniali, la protezione dei collaboratori e testimoni di giustizia.
Che cosa vorrebbero allora in più i fautori della nuova legge? I due benefici che finora spettano soltanto alle coppie sposate: la reversibilità della pensione dal coniuge defunto a quello in vita e la possibilità di adottare dei figli.
Il primo beneficio è già previsto dal disegno di legge in viaggio. Il secondo quasi. Sono questi i veri traguardi ai quali vogliono arrivare i fautori del matrimonio omosessuale. In una società dove di veri matrimoni se ne celebrano sempre di meno, sia in chiesa sia in municipio.

Settimo Cielodi Sandro Magister


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