ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 30 giugno 2015

Custode del Depositum fidei, non padrone.

Come mai Gesù, il Cristo, ha messo a capo della chiesa Pietro, che egli stesso ha definito satana e dal quale è stato rinnegato tre volte?


Nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sulla pagina facebook di Antonio Socci un lettore ha posto la domanda che riportiamo nel titolo, aggiungendo: “Perché non ha messo qualcuno di più coerente, affidabile, o il suo preferito, Giovanni?“. Domanda che anche noi ci siamo talvolta posti senza saperci dare una spiegazione certa e definitiva. La  risposta che il giornalista, seppure celermente, gli ha fornito ci è parsa talmente esaustiva e dottrinalmente impeccabile che, con il suo consenso, la proponiamo anche ai nostri lettori.

“Tutti erano e siamo come Simon Pietro. Quel passo del Vangelo in cui Gesù lo chiama “Satana” è subito dopo l’investitura “Tu sei Pietro”. Significa che l’investitura non rende Pietro né impeccabile (perché poi lo rinnegherà) né lo garantisce dal trovarsi automaticamente dalla parte di Dio anziché dalla parte di Satana .
Quando Pietro ragiona come il mondo anziché come il Signore è dalla parte di Satana, ci dice il Vangelo. Sappiamo pure che Pietro nel governo della Chiesa sbagliò e fu criticato e corretto da Paolo e Pietro dette testimonianza di umiltà facendosi correggere da Paolo.
I papi infine non hanno la garanzia di salvarsi l’anima. Ci sono stati papi che sono andati all’inferno e ci sono stati nella storia papi indegni. Inoltre il diritto canonico contempla pure la fattispecie del “papa eretico”, segno che ciò è possibile e nella storia è accaduto.
Tutto questo fa capire che il Capo della Chiesa è Cristo e che Pietro è custode del Depositum fidei, non padrone. Non può fare quello che vuole. Pietro stesso è sottoposto alla Parola di Dio e deve restare nella continuità del Magistero di sempre della Chiesa. Non può andare contro la Parola di Dio o contro la dottrina della Chiesa. Deve servirle. Servus servorum Dei, servo dei servi di Dio, non padrone.”


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