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martedì 16 giugno 2015

Sindacalismo enciclico : verde o giallo ?

Global warming Pope

Se l’Enciclica verde è questa, avremmo volentieri aspettato a leggerla

Papa Francesco (foto LaPresse)
Violare un embargo assoluto su un documento papale non è il massimo dell’etica vaticanistica, per quel che ancora vale. Soprattutto se si sbatte online una versione che neanche è quella definitiva. Padre Lombardi s’indigna e il Vaticano promette sanzioni. Ma se il testo che sarà presentato giovedì è quel che s’è potuto leggere, con Francesco che parla di ciclo del carbonio, di biodiversità e di ghiacciai che si sciolgono – quasi fosse un documentario del National Geographic – avremmo anche aspettato, ed è meglio dedicarsi ad altro. Il vicepapa card. Maradiaga, sassofonista provetto e rivoluzionario giramondo, ha definito il testo “una delizia”.


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Il cancelliere dell’Accademia delle Scienze sociali, Sorondo, aveva giurato che avrebbe toccato solo questioni pastorali, visto che il Papa non è un Jeffrey Sachs o un Ban Ki-moon che tutto sanno su madre Terra e sullo spessore della banchisa antartica. Dando un’occhiata alla bozza trafugata, non pare che le cose stiano così. Peccato.
di Redazione | 16 Giugno 2015


Papa Francesco come Jesus Christ Superstar: il VIDEO VIRALE della nuova enciclica
16 giugno 2015, Marta Moriconi
 

“Laudato si, sulla cura della casa comune”, è la nuova enciclica di Papa Francesco sull'ambiente, che neanche è uscita, e già ha sollevato polemiche, le solite anticipazioni "rubate", e anche un video virale!

In attesa del 18 giugno prossimo quando Bergoglio renderà pubblico il documento sui cambiamenti climatici e la lotta alla crescente disuguaglianza, che sarà pubblicata in cinque lingue, ecco il riscaldamento della satira!

Prima ancora di concentrarci sullo sfruttamento della natura da parte dell'uomo, lasciamoci coinvolgere da questo trailer non ufficiale che gira sul web con tanto di sosia di Papa Francesco che lotta contro l'inquinamento cantando e danzando.
Il giallo dell’enciclica del Papa sull’ambiente

L’Espresso pubblica la presunta bozza del documento. L’anticipazione in Curia viene attribuita agli ambienti conservatori per attaccare Francesco e indebolirne il messaggio

Giallo sull’enciclica ecologica di Francesco. A tre giorni dalla presentazione ufficiale oggi pomeriggio L’Espresso ha pubblicato on line quello che il settimanale afferma essere il testo dell’atteso documento del Papa, del quale al momento si conosce con certezza solo il titolo «Laudato si’, sulla cura della casa comune». Si tratta di 191 pagine, suddivise in sei capitoli.  


L’uscita della bozza viene attribuita in Curia agli ambienti conservatori con una duplice finalità:  
1 - Indebolire il messaggio dell’enciclica che in alcuni punti critica duramente le politiche ambientali di paesi economicamente egemoni.  
2 - Attaccare la figura del Pontefice nel quadro delle resistenze alla sua opera di rinnovamento della Chiesa.  

Lo stesso sito dell’Espresso era stato particolarmente attivo nelle ultime settimane nel prendere di mira alcuni articoli di Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti supervisionata dalla Segreteria di Stato vaticano. Insomma un ulteriore attacco preventivo ad un’enciclica che vanta già un primato storico: è la prima ad essere stata attaccata prima ancora dell’uscita. Incluso il rilievo di aver avuto come consulenti un fautore delle politiche di controllo della natalità. Circostanza totalmente smentita dal testo dell’enciclica che sostiene l’esatto contrario. 



Immediata la reazione della Santa Sede. «È stato pubblicato - ha dichiarato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi - il testo italiano di una bozza dell’enciclica del Papa: non si tratta del testo finale e la regola dell’embargo rimane in vigore. Si invita a rispettare la correttezza giornalistica che richiede di attendere la pubblicazione ufficiale del testo finale». Smentita, inoltre, la distruzione di ingenti copie stampate con errori dell’enciclica. «Non è stato mandato al macero assolutamente nulla, come mi ha confermato don Giuseppe Costa, direttore della Lev, la Libreria Editrice Vaticana - riferisce padre Lombardi - La notizia può tranquillamente essere archiviata fra le “bufale”. Diverso il discorso sul lavorio per la messa a punto dei testi, nelle varie traduzioni, che certamente è durato a lungo, ma non su aspetti rilevanti del testo dell’enciclica». 

Padre Lombardi ha anche osservato che è stata aggiunta una persona al gruppo che giovedì prossimo nell’aula del sinodo, presenterà l’atteso documento papale. Si tratta della signora Carolyn Woo, presidente del Catholic Relief Services e già decano del Mendoza College of Business, della University of Notre Dame degli Stati Uniti. Il portavoce ha osservato che la Woo è presente per le sue compente circa economia e business. «Ci saranno così - ha sottolineato padre Lombardi - un teologo, uno scienziato e una economista, per illustrare i vari aspetti del testo». Gli altri tre relatori, come è noto, saranno: cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il metropolita di Pergamo John Zizioulas in rappresentanza del Patriarcato Ecumenico e della Chiesa Ortodossa e il professor John Schellnhuber, Fondatore e Direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research.  

Ieri Francesco aveva dato un’anticipazione del messaggio ambientalista che sarà contenuto nella sua enciclica sulla cura del creato annunciata. Prima di congedarsi dai fedeli alla fine dell’Angelus in piazza San Pietro, il Papa ha detto infatti: «Come è stato annunciato, giovedì prossimo sarà pubblicata una lettera enciclica sulla Cura del Creato: invito ad accompagnare questo avvenimento con una rinnovata attenzione alle situazioni di degrado ambientale ma anche di recupero dei propri territori». E «questa enciclica è rivolta a tutti: preghiamo perché tutti possano ricevere il suo messaggio e crescere nella responsabilità verso la casa comune che Dio ci ha dato a tutti». Francesco aveva chiesto al patriarca Bartolomeo I di presentare lui l’Enciclica «Laudato si’». Ma non è stato possibile e al suo posto a farlo sarà il metropolita di Pergamo, Giovanni Ziziolus che pubblicamente Bergoglio ha definito «il più grande teologo». Saranno, ha spiegato ai sacerdoti di tutto il mondo riunti in San Giovanni in Laterano, «un ortodosso, un cattolico e un non credente a presentare l’Enciclica sulla salvaguardia del Creato, nella quale - ha detto - dedico due paragrafi al patriarca Barotolomeo come grande difensore della Creazione».  

Qualcuno aveva persino ipotizzato che l’enciclica potesse essere promulgata con firme congiunte dei due capi delle chiese d’Occidente e d’Oriente, non è così ma il messaggio ambientalista del patriarca ortodosso trova dunque spazio nel testo.Ugualmente c’e grande apertura alle altre fedi, con le quali dobbiamo collaborare in difesa del Creato. «Credo che il dialogo con le religioni sia importante, anche su questo punto c’è un accordo. Ho parlato con alcuni esponenti delle altre religioni sul tema e almeno due teologi l’hanno fatto. Non sarà comunque una dichiarazione in comune, gli incontri con le religioni arriveranno dopo», ha precisato Bergoglio in gennaio, mentre era in volo da Colombo a Manila. 
 http://www.lastampa.it/2015/06/15/italia/cronache/il-giallo-dellenciclica-verde-di-papa-francesco-P14l7deuSDN4TCj9JvWXmN/pagina.html

Arriva l'enciclica verde e Repubblica si inventa un Papa teologo della liberazione

Vito Mancuso tenta di arruolare il Pontefice tra i teologi della Liberazione, ma si dimentica di come Bergoglio stroncò questa dottrina




Sulla cura della casa comune. Come è noto, il quotidiano di Ezio Mauro è riuscito a mettere mano su una prima traduzione dell'enciclica e così il teologo Mancuso ha potuto fare una prima analisi del testo, cercando di tirare l'acqua al proprio mulino.
Mancuso nota come siano tre i principali concetti "della complessiva interpretazione bergogliana del cristianesimo come servizio e difesa dell'uomo". Il primo: la lode. Il secondo: "la cura, la prassi voluta al bene e alla giustizia, tratto peculiare della teologia della liberazione sudamericana". E infine il terzo: la casa comune, "ovvero il bene comune e la dimensione comunitaria della vita umana, che è sempre vita di un singolo all'interno di un popolo".
Di questi tre punti, colpisce molto il secondo, ovvero quello relativo alla Teologia della liberazione, che, val la pena ricordarlo, è stata più volte "bastonata" da Giovanni Paolo II eBenedetto XVI. Cercare di arruolare Francesco tra i teologi della liberazione significa non conoscere la realtà, tra l'altro ben descritta da vaticanisti del calibro di Sandro Magister.
Poi, Mancuso conclude la sua enciclica scritta a pagina 29 di Repubblica: "Rimangono però tre domande. 1) È sostenibile affermare che 'la crescita demografica è veramente compatibile con uno sviluppo integrale e sociale, come scrive il Papa citando un documento ecclesiastico precedente?". Come dire: non è forse giunto il momento di ripensare la dottrina morale della Chiesa in tema di anticoncezionali? "2) Nel capitolo biblico-teologico il Papa scrive che il 'pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura...non le ha più attribuito un carattere divino'. Non sarebbe opportuno chiedersi se questo processo di demitizzazione e desacralizzazione, è all'origine di quello sfruttamento progressivo del pianeta denunciato dal papa?". A tal proposito, basterebbe leggere la biografia di san Francesco, scritta dal buon vecchio Chesterton, che dimostra come l'aver demitizzato la natura ci abbia permesso di apprezzarla di più. "3) Stupisce l'assenza totale di ogni riferimento alle grandi religioni orientali (induismo, buddhismo, jainismo, taoismo, shintoismo) da sempre molto attente alla questione ecologica e alla spiritualità della natura, molto prima del risveglio al riguardo del cristianesimo". Perché non citarle, si chiede Mancuso? Perché, molto semplicemente, il Papa parla a nome della Chiesa cattolica e non delle altre confessioni.
Corriere della Sera



L’enciclica di Bergoglio sull’ambiente «Conversione ecologica universale»

L’appello nella «Laudato si’», tra critiche ai poteri economici e denuncia dell’iniquità globale

Gian Guido Vecchi  

Una foto del Papa (Ansa)Una foto del Papa (Ansa)
«Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data». Papa Francesco parla della «crisi» attuale e chiede «a tutte le persone di buona volontà» una «conversione ecologica» e una «nuova solidarietà universale», nell’enciclica Laudato si’ «sulla cura della casa comune» che sarà pubblicata giovedì. Il testo era sotto «embargo», il sito dell’ Espressolo ha pubblicato lunedì pomeriggio: «una bozza» e «non il testo finale», ha detto padre Lombardi.

In Vaticano c’è grande irritazione, la «violazione delle regole di correttezza» è considerata una mossa deliberata «contro il Papa e contro l’enciclica», per indebolire la presentazione di un testo che critica lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo e la politica ambientale dei Paesi più potenti, parla della «regola d’oro» della «subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni», e aveva subìto un fuoco di sbarramento prima della pubblicazione soprattutto negli ambienti ultraconservatori statunitensi.

In 192 pagine e 246 paragrafi, il Papa parla di ecologia come studio dell’ oîkos , in greco la «casa» di tutti. Della responsabilità per il «bene comune» contro il rischio concreto di autoannientamento. L’incipit cita il Cantico delle Creature del santo di cui Bergoglio ha preso il nome: San Francesco è «patrono» e «testimone» di una «ecologia integrale», che ci fa riconoscere nella natura «lo splendido libro nel quale Dio ci parla» e dove ciascuna creatura ha un valore ed è un fine in sé. L’uomo è un essere «personale» ma non è il padrone della natura. E la natura non è materia bruta a nostra disposizione, gli esseri viventi non sono «meri oggetti» di sfruttamento e profitto ma «hanno un valore proprio di fronte a Dio». Del resto l’ecologia è sempre anche «ecologia umana», nel mondo tutto è collegato, la fragilità della Terra e dei poveri, gli squilibri ambientali e sociali, la speculazione finanziaria, le armi e le guerre. Il santo di Assisi parlava della terra come «madre» e «sorella» e guardava ai poveri. Così Francesco scrive che «un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale e deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri». Tra l’altro, scrive: «Incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi».

Bergoglio elenca i guasti della «crisi ecologica»: riscaldamento globale, cambiamento climatico, inquinamento, innalzamento dei mari, impoverimento della biodiversità, distribuzione iniqua del cibo, la carenza e il diritto di tutti all’acqua. Denuncia «l’inequità» planetaria: «il debito estero dei Paesi poveri si è trasformato in uno strumento di controllo» ma «non accade la stessa cosa» per lo sfruttamento delle risorse e quello che è «un vero debito ecologico soprattutto tra Nord e Sud del mondo». Punta il dito contro la «debolezza» della politica internazionale: «È indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche libertà e giustizia». Così denuncia la «globalizzazione del paradigma tecnocratico» che si riflette nel «consumismo ossessivo» e «tende ad esercitare un dominio anche su economia e politica».

Ci sono passaggi durissimi: «I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente». E ancora: «È prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre». Tutti devono avere il coraggio di impostare progetti a lungo termine anziché cercare il potere. Ne va della nostra sopravvivenza, dell’armonia del creato: «Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi».

Gian Guido Vecchi






La “Laudato si’” in anteprima mondiale. Autore: Francesco. Editore: L’Espresso


bozza
Eccola qui. È comparsa all’improvviso sul sito on line dell’Espresso nelle ore meridiane di lunedì 15 giugno, tre giorni esatti prima del suo annunciato pubblico battesimo.
L’autore di questo blog se l’è trovata anche lui davanti sullo schermo, tutta intera, sbucata chissà da dove, e allora l’ha accompagnata con qualche riga di presentazione, per introdurla in società come si conviene.
Certo, colpisce che il testo della “Laudato si’” sia stato tribolato e limato fino all’ultimo, al punto da mandare al macero pochi giorni fa le prime copie stampate “sub secreto” dalla Libreria Editrice Vaticana, perché qua e là ancora da correggere.
Ma questa è preistoria. Ora la prima enciclica a tutto tondo di papa Francesco è nelle mani degli uomini di buona volontà:
Buona lettura!
*
Due ore dopo, padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede ha rilasciato questa dichiarazione:
“È stato pubblicato il testo italiano di una bozza dell’enciclica del papa ‘Laudato si’’. Si fa presente che non si tratta del testo finale e che la regola dell’embargo rimane in vigore. Si invita a rispettare la correttezza giornalistica che richiede di attendere la pubblicazione ufficiale del testo finale”.
Una “bozza”. Almeno in questo padre Lombardi concorda con L’Espresso, a giudicare dal titolo di lancio del settimanale. Ferve l’attesa del testo definitivo.

1 commento:

  1. Speriamo non trovi voce in capitolo la relazione dei tre relatori, in particolare quella del tedesco Schellnhuber, un vero eugenista al cui cospetto Hitler farebbe un baffo. Fatevene un idea dall' articolo seguente (in inglese):

    http://www.naturalnews.com/050075_Vatican_climate_science_world_depopulation.html#

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