ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 23 luglio 2015

Lo cercano, l'avranno!



L’Angelo sterminatore

L’Apocalisse presenta immagini tremende del castigo finale per l’ostinazione nel peccato. La nostra attenzione si sofferma però sul castigo delle cavallette, menzionato ancor prima nell’Esodo. Ci sono particolari da notare, che sembrano simboleggiare un peccato oggi dilagante. 
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna che uno dei peccati più gravi contro lo Spirito Santo (il quinto per l’esattezza) è l’ostinazione nel peccato. Nel libro la Teologia della perfezione cristiana l’autore Antonio Royo Marìn così etichetta coloro che si ostinano nella via del male: «Si danno al peccato per raffinata malizia e satanica ostinazione… Infrante le ultime barriere che li trattengono sull’orlo del precipizio, si abbandonano, per una specie di vendetta contro Dio e contro la propria coscienza, ad ogni sorta di delitti e di disordini. Attaccano fieramente la religione, combattono la Chiesa, odiano i buoni, fanno parte delle sette anticattoliche e, perseguitati dai rimorsi della 10ro coscienza, si immergono sempre più nel male.

È il caso di Giuliano l’Apostata, Lutero, Calvino, Voltaire e di tanti altri che hanno trascorso la vita rifiutando ostinatamente la luce e odiando Dio e tutto quanto è santo… Uno di questi disgraziati giunse a dire: “lo non credo nell’ esistenza dell’Inferno; però, se esiste ed io vi andrò, almeno avrò il piacere di non curvarmi mai davanti a Dio”» (lib. 1, cap. 1, Lotta contro il peccato, p. 357).
Queste parole fanno venire i brividi non solamente perché suonano come un’ aperta sfida al Signore, ma anche perché una cosa è essere peccatori per debolezza, miseria, ignoranza e una buona dose di stoltezza, altro è impugnare la Verità conosciuta e trasformarsi in una specie di “incarnazione” dei diavoli. Gli esempi storici non mancano (purtroppo) e questa faccenda di non volersi chinare davanti all’ Autorità di Dio, una volta che si sia chiaramente manifestata, è costata cara a parecchia gente.
Un esempio famoso ce lo fornisce il Faraone d’Egitto, quel “capoccione” che non voleva far partire il Popolo eletto sotto la guida di Mosè: «Mosè e Aronne entrarono dal faraone e gli dissero: “Dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Fino a quando rifiuterai di piegarti davanti a me? Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire. Se tu rifiuti di lasciar partire il mio popolo, ecco io manderò da domani le cavallette sul tuo territorio. Esse copriranno il paese, così da non potersi più vedere il suolo: divoreranno ciò che è rimasto, che vi è stato lasciato dalla grandine, e divoreranno ogni albero che germoglia nella vostra campagna. Riempiranno le tue case, le case di tutti i tuoi ministri e le case di tutti gli Egiziani, cosa che non videro i tuoi padri, né i padri dei tuoi padri, da quando furono su questo suolo fino ad oggi!”. Poi voltarono le spalle e uscirono dalla presenza del faraone. I ministri del faraone gli dissero: “Fino a quando costui resterà tra noi come una trappola? Lascia partire questa gente perché serva il Signore suo Dio! Non sai ancora che l’Egitto va in rovina?”» (Es 10,1ss).
Dunque il primo castigo conseguente all’ ostinazione nel peccato è l’invio della piaga delle cavallette… A dir la verità ci si sarebbe aspettato qualcosina in più… le cavallette… sì, d’accordo sono tremende, mangiano tutto, affamano il popolo, fanno ribrezzzo, ti si infilano tra i capelli ma insomma, ci sono cose molto peggiori: il fuoco e lo zolfo piovvero dal cielo per la rovina di Sodoma e di Gomorra, il Diluvio Universale e un affogamento generale pose fine alle iniquità dell’Umanità antidiluviana… Sembra proprio che Dio ci sia andato con la mano leggera, ma le cose non stanno così.
Le cavallette sono soprattutto un “simbolo”, un simbolo di qualcosa di ben più grave e sconvolgente… Le idee si fanno più chiare nel Libro dell’Apocalisse dove – guarda caso – fanno di nuovo irruzione sulla scena escatologica proprio tali curiosi ortotteri (“locuste” del genere Anacridium aegyptium). Le cose si fanno anche più serie perché in tal caso non è solo l’Egitto o il Faraone testardo che ci rimettono raccolto, grano, piante, frutta e quant’altro in uno sterminio “vegetale” . Qua lo sterminio è di tutta l’umanità che ha colmato la Coppa dell’ira di Dio con l’ostinazione nel male e la pervicace volontà di disubbidire ai Comandamenti.
E – a quanto pare – le cavallette che arriveranno saranno “commisurate” al fattaccio: «Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli aprì il pozzo dell’Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l’atmosfera. Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio I sulla fronte. Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpiane quando punge un uomo. In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà.
Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto. Avevano code come gli scorpwni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore» (Ap 9,1-12)
Ahimè, altro che cavallette! Al di là del simbolismo lasciamoci ammaliare dalla descrizione figurativa: si tratta di veri e propri mostri grossi come cavalli e con l’ aspetto raccapricciante di uomini-donne dai denti leonini e dal ventre corazzato che con le loro code da scorpione (immaginate scorpioni grandi due metri!) avvelenano gli esseri umani condannandoli ad una dolorosa agonia per la quale la morte rappresenta un sollievo.
Neanche la fervida fantasia di Rambaldi (il creatore di E.T. ed altri mostriciattoli del grande schermo) sarebbe arrivata ad immaginare esseri mostruosi di tal fatta. Questi non sono “animali”, sono peggio degli ammali, sono veri e propri diavoli, demoni, che assumono un aspetto terrificante e seminano terrore e spasimi atroci per tutta la terra senza pietà per coloro che «non avessero il sigillo di Dio sulla fronte» !
Nella Bibbia di Gerusalernrne il commento in calce a tale pericope è il seguente, ed è molto chiarificatore: «Un angelo apre il luogo dove sono detenuti gli angeli decaduti in attesa del castigo finale… Le cavallette tormentano gli uomini senza farli morire, si sono visti talvolta nella loro invasione tormenti spirituali causati dai demoni». Perciò altro che locuste, altro che orribili insetti, il tormento che viene comminato a chi si ostina nel peccato è la vera e propria possessione diabolica. È un fatto noto che in caso di infestazione malefica le sensazioni riferite dalle povere vittime parlano proprio di un’ orribile intrusione nel corpo di esseri immondi come insetti ripugnanti e nauseabondi.
Questi esseri intelligenti hanno pure un capo, un comandante, un orribile duce: «Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore» .
È curioso come noi uomini di fronte a realtà paventate di tale portata, ovvero anche se siamo posti dinanzi allo spettacolo chiaro ed inequivocabile delle conseguenze funeste ed inenarrabili (o soltanto dei rischi connessi!) della nostra condotta sprezzante dei Comandamenti divini, anziché reagire troncando col peccato e facendo ammenda delle nostre azioni, ci comportiamo in modo irrazionale, futile, bambinesco, quasi consegnandoci improvvidamente, “sua sponte” agli aguzzini della nostra anima.
La Madonna a Fatima ha parlato chiaro: «Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per meZ20 della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati».
Ecco dunque qual è “il sigillo di Dio sulla fronte” , il segno distintivo degli Eletti, la traccia spirituale che tiene lontani i demoni: la Consacrazione al Cuore lmmacolato di Maria! Nel marasma dell’apostasia universale Dio ha consegnato all’umanità un’unica ancora di salvezza, un’ultima sponda di approdo nel comune naufragio; non basta la vita di grazia, non bastano le sole nostre forze, ci vuole qualcosa di più per contrastare l’angelo sterminatore che ormai ci attanaglia da vicino. È necessario rifugiarsi sotto il Manto azzurro dell’Immacolata, la Consacrazione, il Santo Rosario, la vita dei Sacramenti condotta senza incertezze e cedimenti per sfuggire a questi mostri che in modo silente già assediano i nostri cuori.
Questo è l’allarme che va suonato in tutto il mondo, questo è l’Appello che non va ignorato ma va raccolto immediatamente, questa è la notizia che deve propagarsi tra le coscienze: non c’è un attimo da perdere perché già si sente di lontano la tromba della carica dell’esercito delle tenebre che è stato liberato dal fondo dell’Abisso a castigo dei nostri ostinati peccaminosi comportamenti. Che ci sia un’ostinazione nel peccato generalizzata è un dato di fatto. Che ci un’ostinazione nel peccato generalizzata è un dato di fatto. Che ci sia parimenti un’invasione di “cavallette-demoni” che fanno sterminio non di raccolti cerealicoli ma – ahimè – di anime è un altro fatto. È di qualche mese addietro l’allarme lanciato dall’Associazione degli Esorcisti sull’incremento esponenziale che si sta registrando in tema di possessioni, ossessioni, infestazioni e vessazioni malefiche in tutto il Continente europeo.
Curioso anche il particolare – ma sarebbe meglio dire preoccupante e agghiacciante – che le pseudo-cavallette «avevano capelli, come capelli di donne», se intravvede un sinistro presagio, un tragico vaticinio sul ruolo fondamentale giocato dalla donna in questi tempi di tumultuosa insurrezione contro i Comandamenti del Signore. È ben vero che farne una questione “sessista” o proporre una distinzione di colpa tra uomo e donna o chiedersi chi dei due è più responsabile dello sfacelo attuale non sarebbe corretto né tanto meno realistico. Stiamo entrambi sulla stessa barca. Purtroppo però questa barca sta andando a picco e qualcosa dobbiamo pur fare.
Non è un segreto e nessuno ne fa mistero che una delle confusioni più immonde, delle provocazioni più irritanti e anche un peccato di una novità e di una malizia inusitata (mai verificatasi in precedenza nella storia umana) è quella della teoria del “gender” ovvero del volersi arrogare personalmente il diritto di decidere a quale sesso “appartenere”. Cioè se si “vuole” essere maschio o femmina oppure una commistione delle due cose o nessuna delle due (!). Oggi si può “cambiare” genere sottoponendosi a dolorose operazioni chirurgiche che modificano in modo totale l’identità sessuale in spregio non soltanto della Volontà di Dio ma anche della Legge naturale.
Guarda caso le cavallette non si capisce se sono uomini, donne o leoni ma certamente recano impressi i lineamenti ripugnanti, ambigui, equivoci e ambivalenti dell’umanità del terzo millennio.
Diceva bene San Pio da Pietrelcina giudicando i segni dei tempi: «Confusione e predominio di ladri». Ma soprattutto ostinazione, empietà, volontà perversa di allontanarsi da Dio e da tutto ciò che è Sacro, Santo, Puro e Immacolato… Nella nostra incoscienza ci facciamo burla dei richiami del Cielo e riusciamo perfino ad essere irridenti e dissacranti nei confronti delle immagini evocate nell’Apocalisse. […]
Fonte: Antonio Farina; Il Settimanale di Padre Pio, Anno XIV, N.7
Stellamatutina

2 commenti:

  1. Osservando Ravasi girare in tondo nella danza in onore di “Pacha Mama”, mi è venuto in mente il film “Chi trova un amico trova un tesoro”, con Bud Spencer e Terence Hill, precisamente quando i due, arrivati sull’isola del pacifico dove si trova il soldato giapponese che continua a combattere, vengono dapprima catturati da una tribù di indigeni. Dopo averli ben bene legati, gli indigeni iniziano la loro danza tribale, girando intorno a loro dimenandosi freneticamente: quello che sembra il loro capo, farfuglia in continuazione “mama, mama…”, il che terrorizza i nostri, che temono di venire sacrificati alla ”Dea Madre”. In realtà, poi, si scopre che “mama, mama” altri non è che la regina della tribù e madre di colui che lei stessa definisce “un povero scemotto” (figlio suo e del giapponese solitario), scusandosi con i nuovi arrivati.
    Infine un altro accostamento mi suscita la vista di Ravasi danzante: tempo fa un sacerdote editorialista di una rivista missionaria affermava, in un editoriale di tale rivista, che per lui inginocchiarsi dinanzi al Sacro Cuore di Gesù o davanti alla dea kalì è la stessa cosa, produce gli stessi effetti (sic!). Leggendo l’articolo sono rimasto sbigottito e mi sono scandalizzato,. Ma ora capisco che forse aveva ragione quel sacerdote (Missionario Apostolico, come vengono anche chiamati i sacerdoti appartenenti a quella Congregazione, per espressa volontà del Fondatore), visto che anche il grande Ravasi (papabile nell’ultimo Conclave) offre una tangibile conferma a questo modo di pensare. Ed allora, amici, uniamoci anche noi al festoso corteo cantando, come quel “povero scemotto” “Mama, Mama…”! Laudetur Jesus cristus !

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  2. non credono al Santo finché non vedono il miracolo.......

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