ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 2 luglio 2015

Paolino in blue

Medjugorje, la Madonna e la forza del mistero

Le parole di Bergoglio contro certi veggenti – pronunciate al ritorno dal recente viaggio nella Bosnia Erzegovina – hanno fatto scalpore surriscaldando tanti animi a partire dai più ansiogeni. Immediato è stato il collegamento con il fenomeno di Medjugorje. Un riferimento non casuale ma in un certo senso un’anticipazione chiara, e direi anche corretta, di ciò che pensa il Pontefice su coloro che corrono dietro alle visioni.
Per il Papa ci sono “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana” e hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti” che “hanno la garanzia dello Spirito” e cercano: “Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?… E vivono di questo. Questa non è identità cristiana”. L’insegnamento di Francesco non fa una piega. Coloro che si allarmano così tanto, o fanno finta di non capire oppure si rifiutano di ascoltare. Penso che la maggior parte della gente non abbia compreso il significato profondo e in un certo senso anche cautelante che le parole del Santo Padre hanno per la stessa realtà di Medjugorje.
Chi si scandalizza di una probabile posizione netta della Chiesa ufficiale, non conosce la storia del rapporto che la stessa ha sempre avuto con i fenomeni di veggenza e di apparizioni mariane. Sempre i Papi, con i vescovi locali, hanno esercitato la virtù della prudenza aspettando la conclusione dei fenomeni. Questa volta però ci troviamo dinanzi a un caso del tutto diverso nella storia della Chiesa e delle apparizioni in genere (anche oltre gli eventi specificamente cristiani).
La diffusa perplessità su un avvenimento che si protrae incessantemente per così tanto tempo è più che legittima. Dopo oltre 30 anni di sistematiche apparizioni, anche il Vicario di Cristo è chiamato, in quanto pastore del suo gregge, a indicare la via e il modo più giusti per come rapportarsi con Medjugorje. E poi ci sono i fedeli che in massa si spostano verso la collina delle apparizioni.
Tutto inizia nel giugno del 1981, con i 6 veggenti – Ivanka Ivanković, Mirjana Dragićević, Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Jakov Čolo e Marija Pavlović – che sostengono di vedere “una figura femminile luminosa sul sentiero che costeggia il Podbrdo”, con un bambino fra le braccia. Da quel giorno – secondo i veggenti – i messaggi della Madonna e le apparizioni, seppur con cadenze temporali e in luoghi diversi, non si fermano più e continuano fino a oggi. Il nome del paesino viene conosciuto in tutto il mondo diventando la meta di numerosi pellegrinaggi.
I particolari eventi che lì accadono trovano fin da subito l’ostilità delle autorità comuniste slave provando a impedire l’accesso alla zona delle apparizioni; si arriva ad arrestare il parroco, padre Jozo, per attentato alla sicurezza e all’unità dello Stato. Nel 1981, infatti, c’è ancora il Muro di Berlino e la Bosnia fa parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Secondo i veggenti la Madre di Dio lancia messaggi di conversione e pace al mondo invitando costantemente i fedeli a pregare, digiunare, leggere la Bibbia, confessarsi e ricevere l’Eucaristia. Inoltre comunica loro “dieci segreti” affidando a Mirijana Dragičević il compito di rivelarli tre giorni prima che avvengano attraverso un portavoce, il padre francescano Petar Ljubicic.
Questo è un primo punto controverso. I veggenti si sarebbero rifiutati di rivelare i “segreti”, anche in presenza di un ordine del Papa. Un atteggiamento che avrebbe provocato l’irrigidimento della Chiesa nei loro confronti.
Già dal 1981 la scienza cerca di spiegare il fenomeno istituendo apposite commissioni. Almeno tre quelle che si succedono fino al 1998, senza contare i singoli esperti che prestano la loro consulenza o esprimono un parere a proposito. Tutte le equipe convengono che i veggenti non sono affetti da patologie e che durante le “manifestazioni mariane” si trovano in uno stato di “estasi” con il cervello in condizioni di profondo rilassamento. Alcuni studiosi si schierano a favore della veridicità delle apparizioni, altri invece definiscono tutto un inganno e una “bufala”.
Nel 2007 il cardinale Tarcisio Bertone “lascia la porta aperta a future indagini”, ribadendo peraltro quanto affermato dai vescovi jugoslavi riuniti a Zara nel 1991: “Sulla base di quanto finora si è potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali”. I due vescovi della diocesi cui appartiene la cittadina bosniaca, che si succedono in questo periodo, esprimono entrambi un giudizio negativo sull’autenticità delle apparizioni.
Per contro altri prelati, sacerdoti e fedeli, nel corso degli anni si mostrano convinti sostenitori delle apparizioni evidenziando, inoltre, il vero e straordinario “miracolo” di Medjugorje: le tante conversioni che si verificano in quella terra da quando tutto è iniziato.
Il 17 marzo 2010 la Santa Sede istituisce, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, una speciale commissione internazionale di inchiesta e di studio presieduta dal cardinale Camillo Ruini e composta da una ventina di membri tra cardinali, vescovi, periti ed esperti. Le conclusioni, ancora riservate, sono state stilate nel febbraio 2014.
I commentatori più critici parlano di un business improprio che sarebbe nato all’ombra del culto; tour operator e alberghi, alcuni dei quali – è l’accusa mossa – addirittura sarebbero collegati a qualcuno dei veggenti. Sacro e profano dunque, preghiera e denaro. Troppa confusione, sulla quale Papa Francesco a breve dovrebbe fare luce.
Chi ama Medjugorje dovrà rispettare umilmente e con fiducia le indicazioni del Santo Padre, anche qualora fossero incomprensibili ai propri occhi. L’obbedienza – dai fedeli fino ai veggenti – aiuterà la verità ad emergere; senza lasciarsi travolgere dal divisore, il diavolo, e cioè dal più grande nemico della Vergine Maria.
Certamente il Papa non impedirà la preghiera e il culto mariano, da vivere però ovunque e non solo nei pellegrinaggi in Bosnia Erzegovina. La forza del mistero trascenderà sempre e comunque ogni logica e volontà umana. La collina del Podbrdo continuerà ad affascinare i cercatori di Dio.
Don Aldo Buonaiuto

L'ospedale di Medjugorje
«nasce» a Verona

Presidente è  Romano Tavella   e la sede è in corso Porta Nuova  Sarà realizzato il pronto soccorso con cardiologi e ortopedici
Il disegno dell'ospedale di Medjugorje che sarà realizzato dalla Fondazione Saint James Hospital con sede a Verona. Il progetto è dell'architetto veronese Vittorio Gugole

Le carte sono firmate e l'avventura può iniziare: ieri, al centro Paolo VI di Brescia, è nata la Fondazione Saint James Hospital con lo scopo di realizzare un ospedale di pronto soccorso a Medjugorje, in Bosnia Erzegovina, il paese famoso per le apparizioni della Madonna.
La Fondazione nasce dall'alleanza tra due associazioni benefiche, la bresciana Olimpiadi del cuore onlus fondata da Paolo Brosio e la veronese Stella Matutina, con il supporto di imprenditori veronesi e bresciani nonchè di professionisti, come l'avvocato Egidio Verzini di Verona che partecipa al progetto decidendo di sostenerlo.
Presidente è stato nominato Romano Tavella, veronese, per 17 anni segretario generale della Fondazione Zanotto, attuale presidente della Società gestione servizi del Gruppo Banco Popolare di Verona, nonchè presidente della fondazione Maria Callas Arena di Verona e Bottega Peter Maag, tutte con sede in corso Porta Nuova 32 dove avrà sede anche la neonata fondazione che dovrà raccogliere fondi e realizzare il primo presidio ospedaliero di pronto soccorso nella storia di Medjugorje.
L'architetto che ha firmato il progetto è un professionista veronese, Vittorio Gugole della Dante Alighieri Servizi di via Marmolada.Tutto è nato, ha spiegato Paolo Brosio, il giornalista che ha scritto diversi libri su Medjugorje, al santuario della Madonna del Frassino, a Peschiera, dove vive e opera fra' Giovanni Ferraro, consigliere spirituale di Brosio, che ieri ha partecipato all'incontro della nascente fondazione il cui atto costitutivo è stato firmato davanti al notaio Giovanna Mina.
Brosio incontra Vittorio Pagani, nipote di suor Pura Pagani, la religiosa delle Piccole suore della Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone, che per 30 anni insegnò a San Zeno in Mozzo di Mozzecane, morta in odore di santità il 2 luglio 2001, lasciando al nipote l'impegno di realizzare un progetto per un ospedale per i poveri a Medjugorje. Un'avventura partita in salita, poichè il sindaco di Citluk, nella cui giurisdizione cade il paesino dei veggenti, era piuttosto scettico sulla proposta, dopo due esperienze negative con imprenditori italiani, i quali, una volta ottenuta la concessione per il terreno e un primo finanziamento, si erano dati alla macchia.Questa volta, dopo un anno e mezzo di trattative, il Comune della Bosnia Erzegovina ha ottenuto che l'ospedale diventerà proprietà dell'Amministrazione locale. Al momento si parla di una concessione di circa diecimila metri quadrati per realizzare un pronto soccorso di chirurgia generale, un reparto di ortopedia chirurgica e uno di cardiologia con un'unità coronarica, reparti per la diagnostica e una piazzola per l'elicottero. La struttura sarà poi gestita da personale dell'ospedale di Molnar che metterà a disposizione medici e infermieri. Lo scopo principale, precisa Paolo Brosio, «è di fare un ospedale per le popolazioni povere della Bosnia Erzegovina, aperto a tutte le confessioni religiose». E a chi gli fa presente le polemiche e i dubbi suscitati circa le apparizioni a Medjugorje, Brosio risponde: «Dico solo che dal 1981 questo luogo ha visto passare 45 milioni di pellegrini. L'idea dell'ospedale nasce come iniziativa umanitaria aperta a tutti. Io credo fortemente in Medjugorje e sono certo che i malati del mondo verranno qui: questa è la profezia. E i tempi non sono lontani».
Elena Cardinali

Paolo Brosio a IntelligoNews presenta il suo libro 'I Misteri di Maria' e... di Medjugorje
02 luglio 2015, intelligo

Continuano gli appuntamenti estivi della “Fontana delle Idee”, cenacolo culturale promosso da IntelligoNews, web magazine-web tv. Dopo Angelo Polimeno, giornalista del Tg1 e la scrittrice Laura Lauzzana, è la volta di Paolo Brosio.

MARTEDI’ 7 LUGLIO, ORE 19:00, VIA POLI 3 - ROMA (secondo piano), PRESSO LA REDAZIONE ROOF GARDEN DI INTELLIGONEWS

IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PAOLO BROSIO (giornalista, scrittore) “I MISTERI DI MARIA” (Edizioni Piemme), LA TAVOLA ROTONDA “MEDJUGORJE SI’- MEDJUGORJE NO”.

PARTECIPANO OLTRE ALL’AUTORE,ALESSANDRO CECCHI PAONE (giornalista conduttore televisivo), COSTANZA MIRIANO   (giornalista Rai, scrittrice), CLAUDIO BRACHINO(Direttore VideoNews e conduttore televisivo). Porterà il saluto GIANFRANCO LIBRANDI (parlamentare di Scelta Civica). Coordina il dibattito il direttore di IntelligoNews FABIO TORRIERO. Il video della presentazione sarà interamente pubblicato sulla nostra web-tv.

L'INGRESSO E' LIBERO

LA SCHEDA de "I Misteri di Maria"

Il filo narrativo che attraversa questo libro è la “storia segreta” di Maria, così come la svelò al mondo suor Maria di Ágreda, figura straordinaria di mistica, vissuta nel 1600 vicino a Saragozza.
Suor Maria venne chiamata “Lady in blue” in Nordamerica, perché con oltre cinquecento fenomeni di bilocazione, riconosciuti persino dal Tribunale dell’Inquisizione, si manifestò anima e corpo nel “Nuovo Mondo” in Texas, Arizona e Messico per catechizzare le tribù.
La Chiesa continua a tacere e a sospendere il giudizio sulle apparizioni mariane in Bosnia-Erzegovina, ma i miracoli, i segni, le profezie non cessano di moltiplicarsi e sono il frutto di un preciso disegno che lega Saragozza a Medjugorje.
In questi tempi oscuri, la Madonna vuole portare a tutti il suo messaggio di consolazione e di speranza. Per realizzarlo continua a moltiplicare prodigi. I nuovi misteri di Medjugorje, di cui i veggenti sono messaggeri, porgono un invito alla conversione per tutta l’umanità.
Paolo Brosio scova storie e indaga avvenimenti inspiegabili con la sua straordinaria capacità di raccontare da cronista e da uomo di fede.

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