“Papa Francesco” e gli eretici
In questo clima di “volemose bene” a tutti i costi, col Papa che si considera solo il “vescovo di Roma” o addirittura un semplice sacerdote; con la dottrina e il rituale messi in soffitta a favore di bagni di folla e cerimonie più o meno “spettacolari” ed “emozionanti”; con le “aperture” in favore di ciò che una Chiesa cattolica legata alla Tradizione dovrebbe tenere chiuso a tripla mandata… In questo bell’andazzo, s’è collocata anche la prima visita di un Pontefice (?) in un tempio valdese.
È un clima invero strano, da “fine dei tempi” (o da “saldi finali”, se permettete la battuta). Eppure…
Ma non è finita qui. Nella sua “tournée” torinese, il nuovo Papa argentino ha prestato omaggio alla figura di San Giovanni Bosco, di cui ricorre il bicentenario della nascita. Ebbene, infischiandocene della “scorrettezza” di ciò che è fortunatamente consegnato alla biografia del santo, sarà utile rimembrare alcune esperienze da lui vissute con i sopracitati valdesi.
Le riportiamo dal blog “Gesù confido in te”:
Controversia con i Valdesi
Finite le persecuzioni del governo, incominciarono quelle dei protestanti. Questi, per far desistere don Bosco dalla lotta instancabile che loro faceva, presero a sfidarlo con le discussioni. Vi si provarono dapprima tutti i capoccia di Torino e dei dintorni; poi, vedendo che sempre rimanevano sconfitti, fecero intervenire il famoso pastore Meille con due maggiorenti Valdesi.
Costoro si recarono all’Oratorio di Valdocco e, dopo i primi complimenti, intavolarono una disputa che durò dalle undici alle diciotto e che finì in modo comico.
Costoro si recarono all’Oratorio di Valdocco e, dopo i primi complimenti, intavolarono una disputa che durò dalle undici alle diciotto e che finì in modo comico.
La disputa si svolgeva sul purgatorio.
Don Bosco l’aveva provato con la ragione, con la storia, e con la Sacra Scrittura, servendosi del testo latino; ma uno dei contraddittori, che voleva fare il saputo, non volendosi arrendere, disse: – Il testo latino non basta: bisogna andare alla fonte: bisogna consultare il testo greco.
A queste parole, don Bosco si alza, va allo scaffale, ne toglie la Bibbia in greco, ed appressatosi al Ministro, soggiunse: – Ecco, signore, il testo greco; consulti pure e lo troverà in pieno accordo col testo latino. Quel tale, che conosceva il greco come l’asino i marenghi, non osando confessare la propria ignoranza, prende il libro, e si pone a sfogliarlo da capo a fondo, fingendo di cercare il passo in questione.
Ma che! Volle il caso che prendesse il libro a rovescio! Don Bosco, che se n’era accorto, lo lasciò sfogliare per un pezzo, trattenendo a stento il riso; poi pietosamente gli disse: – Scusi, sig. Ministro, forse non troverà più la citazione, perché tiene il libro a rovescio; lo volti così! – E glielo mise per il suo verso. Come rimanesse colui è facile immaginare. Rosso in faccia come un gambero cotto, gettò il libro sul tavolo ed alzatosi di botto troncò la discussione e se ne andò. Me ne rido!
Vedendo che con le dispute non la potevano vincere, i Valdesi ricorsero ad altri mezzi per farlo tacere. Una domenica dell’agosto 1853 si presentarono all’Oratorio due signori che domandarono di parlare col Santo. Condotti alla sua camera, uno di essi, ch’era pastore, dopo mille elogi al suo ingegno e al suo zelo, venne a dire: – Ma Reverendo, se lei, invece di attendere alle Letture Cattoliche e scrivere libri di religione, attendesse a cose di storia od altro, procurerebbe un bene assai maggiore al suo Istituto. Prenda intanto questa prima offerta: sono quattro biglietti da cento: e le assicuro che ne avrà altri.
Don Bosco rifiutò con sdegno la subdola proposta; ed essi, alzandosi in piedi, dissero con volto alterato e voce minacciosa: – Lei fa male a rifiutare, e ci offende. Se esce di casa, è poi sicuro di rientrare?
Don Bosco, dopo essersi assicurato che alla porta stava qualcuno dei suoi giovani in guardia, rispose: – Vedo che lor signori non conoscono bene chi sono; i preti cattolici sono pronti anche a morire per la gloria di Dio e per il bene delle anime. Cessino dalle loro minacce, perché io… me ne rido!
A queste parole, l’irritazione di quei signori non ebbe più ritegno, e fattisi d’appresso, stavano per mettergli le mani addosso.
Don Bosco impugnò prudentemente la sedia esclamando: – Se volessi adoperar la forza, mi sentirei di far loro provare quanto costi una violazione di domicilio! Ma no! la forza del sacerdote sta nella pazienza e nel perdono. Tuttavia, è tempo di finirla.
In quella, si spalanca la porta della camera e si presenta il nerboruto Giuseppe Buzzetti, uno dei più fidi di don Bosco, al quale il Santo dice pacatamente: – Accompagna questi signori fino al cancello! Quei due si guardarono in faccia, e, uno dietro l’altro, seguirono la guida.
A queste parole, don Bosco si alza, va allo scaffale, ne toglie la Bibbia in greco, ed appressatosi al Ministro, soggiunse: – Ecco, signore, il testo greco; consulti pure e lo troverà in pieno accordo col testo latino. Quel tale, che conosceva il greco come l’asino i marenghi, non osando confessare la propria ignoranza, prende il libro, e si pone a sfogliarlo da capo a fondo, fingendo di cercare il passo in questione.
Ma che! Volle il caso che prendesse il libro a rovescio! Don Bosco, che se n’era accorto, lo lasciò sfogliare per un pezzo, trattenendo a stento il riso; poi pietosamente gli disse: – Scusi, sig. Ministro, forse non troverà più la citazione, perché tiene il libro a rovescio; lo volti così! – E glielo mise per il suo verso. Come rimanesse colui è facile immaginare. Rosso in faccia come un gambero cotto, gettò il libro sul tavolo ed alzatosi di botto troncò la discussione e se ne andò. Me ne rido!
Vedendo che con le dispute non la potevano vincere, i Valdesi ricorsero ad altri mezzi per farlo tacere. Una domenica dell’agosto 1853 si presentarono all’Oratorio due signori che domandarono di parlare col Santo. Condotti alla sua camera, uno di essi, ch’era pastore, dopo mille elogi al suo ingegno e al suo zelo, venne a dire: – Ma Reverendo, se lei, invece di attendere alle Letture Cattoliche e scrivere libri di religione, attendesse a cose di storia od altro, procurerebbe un bene assai maggiore al suo Istituto. Prenda intanto questa prima offerta: sono quattro biglietti da cento: e le assicuro che ne avrà altri.
Don Bosco rifiutò con sdegno la subdola proposta; ed essi, alzandosi in piedi, dissero con volto alterato e voce minacciosa: – Lei fa male a rifiutare, e ci offende. Se esce di casa, è poi sicuro di rientrare?
Don Bosco, dopo essersi assicurato che alla porta stava qualcuno dei suoi giovani in guardia, rispose: – Vedo che lor signori non conoscono bene chi sono; i preti cattolici sono pronti anche a morire per la gloria di Dio e per il bene delle anime. Cessino dalle loro minacce, perché io… me ne rido!
A queste parole, l’irritazione di quei signori non ebbe più ritegno, e fattisi d’appresso, stavano per mettergli le mani addosso.
Don Bosco impugnò prudentemente la sedia esclamando: – Se volessi adoperar la forza, mi sentirei di far loro provare quanto costi una violazione di domicilio! Ma no! la forza del sacerdote sta nella pazienza e nel perdono. Tuttavia, è tempo di finirla.
In quella, si spalanca la porta della camera e si presenta il nerboruto Giuseppe Buzzetti, uno dei più fidi di don Bosco, al quale il Santo dice pacatamente: – Accompagna questi signori fino al cancello! Quei due si guardarono in faccia, e, uno dietro l’altro, seguirono la guida.
Questa la storia, anche se Jorge Bergoglio, mentre augura “buon pranzo” anziché impartire solenni e ieratiche benedizioni, dovrebbe conoscerla…
A parte gli scherzi, con questo “entusiasmo” per qualsiasi cosa faccia questo Papa si è evidentemente in presenza di un’ipnosi collettiva che è pari a quella che fa credere alle masse che discendiamo dalle scimmie, che la cellula vivente deriva dal casuale amalgamarsi di atomi che si scontrano, che i vaccini ti fanno stare bene, che i “terroristi islamici” armati di taglierino abbiano architettato gli attacchi dell’11 settembre ecc.ecc.
Riesce assolutamente incomprensibile come sia possibile che, non dico le giovani generazioni, ma quelli che hanno almeno cinquantacinque anni abbiano fatto tabula rasa di ciò che per forza dovrebbero ricordare, almeno in parte:
“Se qualcuno patrocina gli eretici: è un eretico egli stesso”.
Papa Innocenzo III
“Se qualcuno prega con gli eretici, è un eretico”.
Papa Sant. Agatone
“Se qualcuno non condanna gli eretici, sia anatema per lui”.
Papa Vigilio
“Se qualcuno prega con gli eretici: è un eretico”.
Papa Benedetto XV
“Il protestantesimo o religione riformata, come orgogliosamente la chiamarono i suoi fondatori, è la somma di tutte le eresie, che furono prima di esso, che sono state dopo, e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime”.
Papa San Pio X
Ma anche solo citare questi emeriti pontefici preconciliari oramai è diventato “sconveniente” ed “imbarazzante”, quando non è addirittura “scandaloso”.
Papa Innocenzo III
“Se qualcuno prega con gli eretici, è un eretico”.
Papa Sant. Agatone
“Se qualcuno non condanna gli eretici, sia anatema per lui”.
Papa Vigilio
“Se qualcuno prega con gli eretici: è un eretico”.
Papa Benedetto XV
“Il protestantesimo o religione riformata, come orgogliosamente la chiamarono i suoi fondatori, è la somma di tutte le eresie, che furono prima di esso, che sono state dopo, e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime”.
Papa San Pio X
Ma anche solo citare questi emeriti pontefici preconciliari oramai è diventato “sconveniente” ed “imbarazzante”, quando non è addirittura “scandaloso”.
Il mondo però, come la Chiesa che lo insegue, s’è capovolto, pertanto non dà alcun problema a nessuno l’incontro del Papa con una delegazione della più potente espressione della Massoneria israelitica, il B’nai B’rith. Anche qui grandi elogi, baci e abbracci, solenni dichiarazioni di stima e di rispetto. Come se si avesse a che fare con una innocua congrega di filantropi e benefattori, e non con chi, da sempre, sputa sulla Croce e maledice il Cristo diffamandone anche la Madre.
Che questo “vescovo di Roma”, con le sue “encicliche” ed i suoi “giubilei”, le sue “aperture” e le sue “riforme”, sia il precursore, in area cattolica, del grande e definitivo Ciarlatano sulla cui prossima ed imminente venuta tutti gli uomini legati alla Tradizione – e non certi astuti mestieranti – non fanno altro che mettere sull’avviso?
di Defensor Fidei
Chi è quella faccia da babbeo della foto accanto a quella del Papa (e che gli somiglia pure!)?
RispondiEliminaTommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com