ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 24 luglio 2015

Sacrosanta?

Lettera aperta a un uomo di Chiesa 

Premessa

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Dopo la pubblicazione, il 17 luglio, dell’articolo di Patrizia Fermani “Il nuovo corso del gender/genere secondo Valeria Fedeli”, domenica scorsa, nel Duomo di Vicenza, il celebrante, Don Pierangelo Ruaro (nella foto), ha tenuto un’omelia in cui ha tuonato contro chi ha “boicottato l’incontro sulla parità di genere”, così opportunamente organizzato dalla Diocesi vicentina. Peraltro il “boicottaggio” è consistito nel chiedere chiarimenti su atti legislativi che introducono, più o meno surrettiziamente, l’insegnamento del “gender” nelle scuole. Ma questo non interessava molto Don Ruaro, ben più preoccupato del “dialogo”. È interessante il fatto che lo stesso sacerdote si dichiara però incompetente in materia di teoria del gender: “Mi sono ripromesso di studiare l’argomento”. Potete leggere, cliccando sull’immagine qua sotto, l’intervista a Don Ruaro sul Giornale di Vicenza.
intervista
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Pubblichiamo pertanto questa lettera aperta di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani, in cui, tra l’altro, si forniscono i dovuti chiarimenti a chi, per sua stessa ammissione, ignora la questione…
PD

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Lettera aperta a un uomo di Chiesa
di Patrizia Fermani e Elisabetta Frezza
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Poiché siamo fra quelli che hanno partecipato alla conferenza della senatrice Fedeli indecorosamente organizzata nell’ambito della diocesi di Vicenza, e poiché abbiamo avuto l’onore delle Sue vibrate critiche addirittura nel corso della omelia domenicale in Duomo, non possiamo trascurare l’occasione per chiarire anche a Lei – che dice di non avere adeguate cognizioni in materia – quale fosse l’oggetto delle nostre preoccupazioni, e quindi fornirLe qualche elemento utile per colmare questa Sua lacuna.
È una critica, la Sua, che non riguarda il merito del nostro intervento – merito del quale appunto Ella confessa di non sapere granché – ma la sua forma “antidemocratica”. Tuttavia, Le facciamo osservare che, nonostante il modello dialogico sbandierato nel programma ufficiale, il pubblico è stato avvertito seduta stante che democraticamente non ci sarebbe stato contraddittorio, se non la formulazione di domande scritte selezionate dal moderatore. Ma di fronte alla enormità del tema trattato – di cui Lei dichiara di ignorare la portata – questa soppressione anticipata del contraddittorio è risultata di inaudita gravità e non rimaneva altra via, per denunciare l’abuso di buona fede che si stava consumando a danno di tutti con la complicità degli organizzatori, che quella di intervenire dalla platea. Per queste ragioni, sembra oltremodo imprudente da parte Sua – che ammette di non conoscere l’oggetto del contendere – rivestire addirittura con i panni solenni offerti dalla Chiesa la condanna di un presunto vizio di forma che pare non sia mai rientrato neppure nelle preoccupazioni di Nostro Signore quando si è trattato di difendere la verità.
Conviene pertanto definire sinteticamente, a Suo beneficio, quale sia lo status quaestionis.
Già dagli anni del dopoguerra, i movimenti omosessualisti fanno propria l’idea che, al di là del sesso biologico, ciascuno, in virtù della libertà assoluta con cui può dominare anche la natura, è in grado di scegliere il “genere” da esercitare concretamente. Questa idea – che senz’altro anche a lei risulterà oltraggiosa del buon senso oltrechè della legge creaturale di Dio, e quindi blasfema – passa al femminismo radicale, che intanto si propone di staccare la donna dalla maternità e dai ruoli famigliari per distruggere, insieme alla figura paterna, il tessuto connettivo della famiglia, instaurando la lotta tra i sessi come lotta di classe. I potentati sovranazionali, che intendono costruire il mondo nuovo di ominidi tutti uguali e sottomessi e non tollerano gli spazi di sovranità della famiglia e degli stati, incoraggiano questi movimenti e li forniscono di fiumi di denaro per campagne mediatiche prima sotto traccia e poi sempre più sfacciatamente scoperte. La libertà senza limiti assicurata a tutti di seguire i propri istinti è l’esca con cui attirare un gregge che già  comincia ad essere senza guida di pastori. ​
Omosessualismo e femminismo vengono incrementati senza trovare ostacoli significativi, finchè negli ultimi anni si decide che è venuto il momento di appropriarsi dei più piccoli in età scolare. L’OMS prepara gli Standards per l’educazione sessuale (erotizzazione precoce e avviamento  all’omosesualità) e le organizzazioni internazionali ricattano i governi per l’adozione di queste politiche “scolastiche”. Il tutto, al riparo di un repertorio di parole che, sotto l’apparenza edificante, copre ogni sopruso: un linguaggio elusivo e mendace che la politica prende a prestito anche dalla Chiesa, mentre la Chiesa assume il linguaggio e le categorie della politica e porta l’ossequio alle leggi umane sostituite alla legge naturale divina soppressa nelle omelie a favore dei valori costituzionali. Benedetto XVI alza lo scudo dei principi non negoziabili, che però saranno poi esiliati con lui in fondo ai giardini vaticani perché disturbano il legislatore ordinario.
A gennaio, e veniamo al dunque, la senatrice Fedeli firma un disegno di legge con cui si propone di “instillare” negli scolari di ogni ordine e grado la ideologia di genere (che nel linguaggio originario si chiama “gender”). Si copre il programma eversivo sotto l’intento patetico di difendere le donne esposte ad ogni sorta di sopruso fisico e sociale. Donne estromesse dalla vita pubblica (come le signore Fedeli e Boldrini), perseguitate (come la signora Bonino), discriminate (come Carfagna e Marzano), costrette nel chador (come Simona Ventura). La signora non teme il ridicolo perché, definendosi donna di potere, sa che in una società allo sbando si può ammannire qualunque tipo di propaganda, secondo i dettami totalitari del marxismo sopravvissuto al muro di Berlino.
Ma ai regimi totalitari c’è ancora chi sente il dovere morale di opporsi, specie quando essi minacciano di impossessarsi dei bambini e delle famiglie, sostituite ora con grottesche caricature.
Eppure un tale personaggio, ben collocato in una galleria di altri personaggi in auge nelle istituzioni anche ecclesiastiche, non solo non viene segnalato per la sua pericolosità, ma viene addirittura invitato a illustrare un programma, nel frattempo già diventato legge dello Stato, volto a macinare le menti degli indifesi a vantaggio di una ideologia perversa.
Nella Sua intervista al Giornale di Vicenza, Lei lamenta – non avendo avuto cognizione di quanto abbiamo sopra illustrato – il “boicottaggio” della iniziativa. Poichè la parola boicottaggio presuppone un giudizio di valore positivo sul suo oggetto, presumiamo che Ella ne abbia fatto uso a causa proprio della Sua involontaria disinformazione.
Lei concede inoltre che le posizioni possano essere diverse, purché non si prescinda mai dal confronto. Come, di fronte alla soluzione finale, il popolo ebraico avrebbe dovuto dialogare col führer: non “innalzare muri di ostilità”, “fare crociate”, assumere “contrapposizioni di principio” dimostrando così un “inaccettabile atteggiamento distruttivo”, ma “accogliere”.
Lei dice poi che di fronte ai problemi della gente, “Gesù ha provato compassione” perchè, come insegna il Vangelo di Marco di domenica scorsa, erano come pecore senza pastore. Ma qui Le dobbiamo chiedere un chiarimento. Forse siamo noi, che vorremmo difendere i nostri figli dai lupi, ad essere senza pastore? In effetti così pare… Oppure Ella pensa che siano i nuovi educatori ad avere bisogno della compassione di Gesù?
L’intervista si conclude con una Sua osservazione perentoria: “la parità di genere è sacrosanta”. Ora, poiché Lei ci conferma ancora una volta di non sapere nulla della questione, anche perché “non è la mia materia”, qualche dubbio sul significato che Lei attribuisce al genere può legittimamente presentarsi: intende il genere maschile, il femminile o il neutro? E la parificazione, in quale direzione si dovrebbe sviluppare?
Uomini di Chiesa che avevano ancora chiara la verità di Cristo e non i suoi succedanei socialistoidi non hanno mai temuto di mettere a repentaglio la propria vita contro un nemico che minacciava tutto il gregge. Von Galen non temette di sfidare il terzo Reich, come padre Popielusko pagò con la vita l’opposizione al regime sovietico. Oggi la difesa dei principi fondamentali che reggono ancora la società in armonia con la legge naturale divina sembra cosa non corretta politicamente perché non conveniente praticamente. Biffi – che forse Ella non mai avuto il tempo di leggere – diceva che i pastori, di ogni ordine e grado, si sono messi dietro alle pecore, e se le pecore finiranno, come stanno finendo, nell’abisso, peggio per loro. Ed è il caso di aggiungere che, mentre le pecore precipitano, si sente il suono irridente e meschino delle parole salmodiate ossessivamente a coprire il vuoto del loro significato. Il dialogo, l’accoglienza, il confronto, la misericordia, il perdono, tutto quello che serve per non assumere responsabilità, per evitare il combattimento spirituale e il coraggio di lottare per il bene, per dimenticare che senza la fortezza e la virilità, senza il senso del dovere e dell’onore, senza la fedeltà a ciò che è vero e buono per tutti, rimane solo la miseria di una catastrofica codardia. ​​​​​​​​​​​​​​

– di Patrizia Fermani e Elisabetta Frezza



Redazione

1 commento:

  1. un altro che ha scelto di servire ..........il mondo......poi sarà pianto e stridore di denti........

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