ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 agosto 2015

Misericordia pelosa

Dalla correzione fraterna alle mondane vie legali
Intimazioni al sito Riscossa Cristiana


Pubblichiamo per intero quanto riportato dal sito Riscossa Cristiana a proposito di intimazioni a fare scomparire dal sito articoli e documenti che, a parere degli interessati, sarebbero lesivi della loro reputazione.
Questa nostra decisione è dettata dalla crescente preoccupazione dei cattolici per la indiscriminata diffusione dell’uso della moderna pratica secolare nella composizione delle controversie che possono sorgere tra cattolici su questioni riguardanti la religione.
È ormai invalso l’uso di sentirsi “offesi” personalmente, nonostante si tratti di fatti oggettivi che spesso sono già a conoscenza del vasto pubblico. È evidente che ormai troppi cattolici sono affetti dal morbo dell’individualità e dal culto dell’io e sono del tutto dimentichi delle opere di misericordia spirituali; e questo, come è logico per la mentalità moderna, nonostante non si perda occasione per riempirsi la bocca di “misericordia”. Ma una “misericordia” così è dello stesso calibro della “carità pelosa”, dove la preoccupazione prima non è l’amore per il prossimo, per amore di Dio, ma il compiacimento personale, per amore di se stessi.
In questo caso si tratta di fattori e persone legate ai Francescani dell’Immacolata, e ce ne dispiace, ma non ce ne meravigliamo, perché già in tempi non sospetti avemmo modo di sperimentare che proprio il responsabile delle pubbliche relazioni di quell’Istituto, dimostrando un totale sprezzo del buon senso e una ingiustificata misconoscenza della moderna tecnica “elettronico-mediatica”, pretendeva addirittura che si impedisse da parte nostra (sic!) che un nostro vecchio articolo – diffuso e notissimo da anni – figurasse nei primi posti dei “motori di ricerca” e ci invitava – con tanto di richiamo alla carità ed altrettante larvate minacce “peuso-giuridiche” mondane - a risolvere il problema, secondo lui, con la cancellazione dello stesso articolo.
Logicamente rispondemmo per le rime, facendo notare che si trattava di un articolo veritiero e documentato e che la richiesta ci poneva di fronte ad un bivio: o rimuovere l’articolo spiegandone i motivi in maniera documentata o non rimuovere l’articolo. La risposta fu – ironia della sorte o colmo del ridicolo – che una rimozione motivata sarebbe stata più deleteria dell’articolo stesso: rilievo questo rivelatore di una colossale coda di paglia; ma ciò nonostante si rinnovava – con fare mielato e perentorio – la richiesta di rimozione dell’articolo contenente dati di fatto documentati.
L’articolo non fu mai rimosso ed è ancora sul nostro sito: http://www.unavox.it/ArtDiversi/div026.htm. Il responsabile non si fece più vivo – non nel senso che fosse morto.


L’unica scusante che hanno questi moderni cattolici che si sentono di appartenere più al mondo che alla Chiesa di Cristo è il cattivo esempio della Gerarchía che continua a sfornare documenti in cui prevale la raccomandazione di denunciare i fratelli al potere secolare – modernamente ridotto al potere dei démoni sugli uomini – piuttosto che esercitare l’evangelica correzione fraterna. 
C’è da ridere, ma è così che vanno le cose da dopo il Vaticano II: non più correggere il fratello per condurlo per mano sulle vie del Signore, ma denunciarlo all’autorità laica e anticattolica per meritarsi il plauso del mondo, dimenticando che dalla Chiesa di Cristo sono esclusi coloro che cercano il plauso del mondo, coloro che il mondo comprende, coloro che cercano e trovano l’accordo col mondo, coloro che scambiano l’approvazione di Dio con l’approvazione degli uomini, e che tutti costoro sono esclusi indipendentemente dalla loro collocazione nel seno della Chiesa visibile, che appartengano alla Chiesa discente o alla Chiesa docente, che appartengano al laicato o al sacerdozio, che siano sagrestani o vescovi o cardinali o papi.

Con questa pubblicazione intendiamo esprimere pubblicamente la nostra solidarietà agli amici di Riscossa Cristiana, perché si sappia che coloro che resistono al moderno malandazzo avviatosi in seno alla compagine cattolica, e che sta conducendo le congregazioni religiose verso una deriva sempre più irreversibile, non sono isolati, ma possono contare sull’aiuto materiale e spirituale degli altri fedeli che perseverano nella difesa della Fede cattolica; siano essi gruppi o singole persone, com’è qui il caso del minacciato Direttore di Riscossa Cristiana, Paolo Deotto.




Francescani dell’Immacolata. Perché vogliono obbligarci a rimuovere articoli di cronaca? I fatti accaduti, non li può cancellare nessuno

8 agosto 2015

Uno studio legale ci chiede, anzi, ci “INTIMA” la rimozione di due articoli in cui si parlava di Giambattista Scozzaro, (in religione P. Giulio Maria Scozzaro), già allontanato dai FFI e ora, a quanto pare, riammesso. E poi ci chiede anche cose irrealizzabili. È arduo capire il perché.
di Paolo Deotto

Milano, 7 agosto 2015

Cari lettori, anzitutto devo scusarmi con voi, perché mi rendo conto di scrivere cose che non sono molto interessanti. Infatti vi parlerò di una vicenda riguardante un signore che, sia detto con tutto il rispetto, non è davvero un personaggio di grande notorietà, di cui tutti parlino e le cui vicende possano quindi suscitare la legittima curiosità del pubblico.
Però mi permetto di chiedere la vostra attenzione, perché quanto vi esporrò riguarda anche argomenti che interessano tutti: la libertà di espressione, la libertà di cronaca, e anche un certo clima che si è ormai instaurato nel mondo cattolico, in cui non si usa più parlare, discutere, ammonire ove necessario. No, si ricorre alla carta bollata. Forse tutto ciò si inquadra perfettamente nella secolarizzazione drammatica che sta vivendo la Chiesa; tuttavia a me, uomo all’antica (anche per ragioni anagrafiche) questo comportamento appare un po’ singolare.

I fattiTre giorni fa, martedì 4 agosto 2015, alle ore 11.58, è pervenuta, sulla casella di Riscossa Cristiana (info@riscossacristiana.it) una mail di “Posta certificata” inviata dall’avv. Giuseppe S. Saguto, con studio in Palermo, via Catania n. 8 bis, avente per oggetto: “POSTA CERTIFICATA: Padre Giulio Maria Scozzaro / Riscossa Romana – Diffida a rimuovere articoli riportati nel sito internet http://www.riscossacristiana.it” (è chiara la svista laddove è scritto Riscossa “Romana” anziché “Cristiana” – NdR). La mail è indirizzata al sottoscritto, direttore di Riscossa Cristiana, e a un autore, Giampaolo Scquizzato.

Vi invito a leggere questa mail, CLICCANDO QUI.

Come avete visto, l’avv. Saguto scrive in nome e per conto di Padre Giulio Maria Scozzaro (all’anagrafe Giambattista) e si riferisce a due articoli pubblicati su Riscossa Cristiana. Il primo, a firma di Giampaolo Scquizzato è intitolato “Ancora sui Francescani dell’Immacolata. Quando la calunnia gratuita corre in rete: il caso Scozzaro”. Il secondo articolo è intitolato “I FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA E LA DISINFORMAZIONE SUL WEB” e non è firmato; per questo secondo articolo rispondo quindi solo io, in qualità di direttore di Riscossa Cristiana.
L’avv. Saguto sostiene che il primo articolo contiene “notizie lesive della reputazione del nostro assistito” , “lede gravemente l’onore” e, addirittura “ha evidente contenuto diffamatorio”. Per il secondo articolo si lamenta che era presente anche nel sito Corrispondenza Romana, dal quale è già stato rimosso.
Dopo altre considerazioni, che avete già letto nella mail dell’avv. Saguto, si invita, pardon, si “INTIMA” di rimuovere detti articoli entro giorni 5 dal ricevimento della mail.
Poi si intimano altre cose, del tutto impossibili da realizzare, delle quali tra poco parleremo.

Cosa obiettiamo
Il primo articolo a firma Giampaolo Scquizzato, non ha assolutamente alcun contenuto diffamatorio, perché espone dei FATTI, ossia la dimissione dello Scozzaro dall’Istituto dei Francescani del’Immacolata, decisa a suo tempo (4 ottobre 2007) dall’allora superiore generale, Padre Manelli e la conferma di detto provvedimento (8 aprile 2008), con rescritto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata; lo stesso Dicastero in data 21 luglio 2008 respingeva il ricorso presentato dallo stesso Scozzaro.
Questi sono FATTI, che come tali non possono essere diffamatori. Si tratta di pura cronaca. Nello stesso articolo l’autore criticava un articolo scritto dallo Scozzaro, nel quale veniva attaccato con veemenza Padre Manelli, articolo che tutti possono ancora leggere, ad esempio cliccando su questo link.
L’autore esercitò quindi il DIRITTO DI CRITICA e il sottoscritto direttore non fece nulla di illecito decidendo la pubblicazione dell’articolo (a meno che il diritto di critica sa stato di recente abolito; non mi risulta).
Vogliamo forse definire la cronaca e la critica come “atti diffamatori”?
Però c’è una novità: con decreto firmato in data 11 febbraio 2015 dal defunto commissario apostolico dei Francescani dell’Immacolata, P. Fidenzio Volpi, viene annullato il provvedimento emesso da P. Manelli in data 4 ottobre 2007 e pertanto lo Scozzaro  viene riammesso nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata.
Ce ne rallegriamo con lui. Il decreto del defunto P. Volpi ci era del tutto ignoto; ora l’avv. Saguto ce ne invia copia, chiedendoci, pardon, INTIMANDOCI, di pubblicarla. Non c’è bisogno di intimazioni, se qualcuno avesse avuto la cortesia di inviarcelo prima, lo avremmo già pubblicato. Lo facciamo quindi ora. Ecco il decreto




Quanto al secondo articolo, anch’esso riporta FATTI. In particolare si parla della raccolta di firme a suo tempo lanciata “In sostegno dei Francescani dell’Immacolata e della Messa Tradizionale”. Fare una raccolta firme è diffamatorio? Nello stesso articolo si riportano le vicende di P. Scozzaro, che ora è stato riabilitato, come da decreto del defunto P. Volpi. Valgono quindi le stesse considerazioni di prima: I FATTI non sono diffamatori. Sono FATTI e basta, storia accaduta. Abbiamo fatto il nostro dovere pubblicando il decreto con cui P. Scozzaro è riammesso nell’’Istituto.
In tutto questo, vorrei davvero capire dove stia la diffamazione e la lesione dell’onore.

Perché abbiamo cancellato uno dei due articoli?
Da quanto esposto sopra, non ritengo mio dovere cancellare gli articoli; ho fatto il mio dovere pubblicando il decreto di riammissione.
Però il primo articolo, a firma Giampaolo Scquizzato, non è più presente sul sito di Riscossa Cristiana. 
Per un solo motivo: l’autore, il quale conserva la proprietà di ciò che scrive, gratuitamente, per Riscossa Cristiana, mi ha chiesto di cancellarlo. Ho quindi dovuto provvedere in tal senso. Per quanto mi riguarda, non lo avrei cancellato.
Per le considerazioni sopra esposte, che riguardano il diritto di cronaca, non intendo cancellare il secondo articolo, che si trova a questo link.
Al più, i lettori verranno rimandati a link non più esistenti su altri siti, laddove esistano nell’articolo riferimenti ipertestuali ad articoli cancellati.
Però l’avv. Saguto ci chiede, anzi, ci INTIMA, anche di fare cose impossibili. Perché?

Al secondo punto delle INTIMAZIONI, ci viene richiesto di attivarci perché gli articoli in oggetto siano rimossi da tutti i siti e blog che li abbiano ripresi e pubblicati. Ci viene richiesto quindi di fare una cosa IMPOSSIBILE. Come è noto Riscossa Cristiana è un sito ad accesso libero per chiunque e chiunque può riprendere articoli pubblicati; capita, e a volte viene messa la fonte, a volte no. Ma è del tutto impossibile sapere quali articoli siano ripresi da altri siti o blog. Un articolo può essere ripreso da mille siti, in ogni parte del mondo, o da nessuno. Non esiste un mezzo per fare tale ricerca, anche perché non tutti i siti vengono ripresi dai motori di ricerca. E in ogni caso, ognuno è libero di riprendere ciò che vuole da Riscossa Cristiana. Perché ci viene intimato di fare una cosa che nessuno è in grado di fare? Non posso pensare che da parte di un legale la cosa sia fatta maliziosamente, per intimidirci, perché saremmo addirittura al reato di minaccia (art. 612 c.p.). Si può solo pensare a una svista, derivante da scarsa conoscenza del lavoro su Internet.

Alcune legittime perplessità
Concludendo, ho chiarito perché il primo articolo è stato cancellato (per volontà dell’autore), mentre non ho intenzione di cancellare il secondo. Ho pubblicato il decreto con cui lo Scozzaro viene riammesso nell’Istituto dei FFI.
Vorrei esprimere però delle legittime perplessità, con la speranza che qualcuno mi aiuti a fare chiarezza. Mi sembra legittimo e anche doveroso verso i lettori:
–  Anzitutto, perché la lettera dell’avv. Saguto, datata 24 luglio, ci viene inviata via mail solo il 4 agosto (dopo 11 giorni), ossia quando molti sono in vacanza? Se io fossi stato in vacanza, come tanti, avrei letto una INTIMAZIONE che mi dava 5 giorni per adempiere, magari dopo 15 giorni… Si sarà trattato di una svista, di certo; altrimenti dovrei pensare che maliziosamente mi si volesse privare del diritto di replica e di difesa. Naturalmente non lo penso.
–  Considerando che il defunto P. Volpi aveva comunque commesso delle irregolarità nello svolgimento del suo compito, domando: aveva l’autorità per annullare un decreto dell’allora superiore generale, considerando che detto decreto era stato riconfermato dalle Autorità superiori (Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata)? Purtroppo P. Volpi non può più spiegare nulla. Ma di certo qualche voce autorevole potrà venire in aiuto per fare chiarezza.
–  Come valutare il comportamento di un religioso, che è anche sacerdote, il quale, sentendosi in qualche modo danneggiato, anziché ammonire il presunto colpevole (cioè il sottoscritto), ricorre subito ai mezzi mondani, minacciando azioni giudiziarie? Dov’è finita la correzione autorevole che un sacerdote dovrebbe fare al presunto colpevole (cioè il sottoscritto)? A questo proposto chiederò rispettosamente chiarimenti all’attuale Commissario apostolico dei Francescani dell’Immacolata e all’Ordinario della Diocesi in cui P. Scozzaro è attualmente incardinato.

E qui concludo, ringraziando quanti hanno avuto la pazienza di leggermi. Mi limito a far notare che in tanti anni mi sono visto arrivare critiche feroci, spesso insulti, e mai ho lontanamente pensato a sporgere querele. Questione probabilmente di temperamento: preferisco le cose risolte tra uomini, con comportamenti da uomini, che si parlano con franchezza. E, faccio sommessamente notare, io non ho le responsabilità di un sacerdote. Sono un uomo qualunque, che però testardamente continua a credere che esista la libertà di espressione, soprattutto quando si espongono dei FATTI.
Grazie a tutti e a tutti buone vacanze.

Francescani dell’Immacolata. Il “caso” Scozzaro. Abbiamo scritto al Commissario Apostolico. Il testo della nostra mail e la risposta del Commissario

10 agosto 2015

Con una mail, inviata al M. R. Prof. Don Sabino Ardito, Commissario Apostolico dei Francescani dell’Immacolata e, per conoscenza, alla S. Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, abbiamo chiesto alcuni chiarimenti in merito al “caso” Scozzaro, di cui abbiamo parlato nell’articolo “Francescani dell’Immacolata. Perché vogliono obbligarci a rimuovere articoli di cronaca? I fatti accaduti, non li può cancellare nessuno”.

Riportiamo il testo di questa mail e la conferma ricevuta dal M. R. Prof. Don Sabino Ardito, che ringraziamo per la tempestività . Terremo informati i nostri lettori sugli ulteriori sviluppi.
Paolo Deotto

Questo è il testo della nostra mail inviata oggi, lunedì 10 agosto, alle ore 17.06:

Molto Reverendo
Prof. Don Sabino Ardito
Commissario Apostolico dei Francescani dell’Immacolata
e, p. c.
S. Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata
= = = = = = = =
Milano, 10 agosto 2015
oggetto: Scozzaro Giambattista, aut Padre Giulio Maria Scozzaro

Molto Reverendo Don Sabino Ardito,
                                                                    mi rivolgo alla Sua cortese attenzione per segnalarle alcune recenti iniziative – e per avere sulle stesse le Sue autorevoli indicazioni – intraprese da Giambattista Scozzaro (in religione Padre Giulio Maria Scozzaro), che hanno suscitato non poco sconcerto sia al sottoscritto, sia ai lettori che seguono il sito che dirigo, Riscossa Cristiana, www.riscossacristiana.it.
Invio questa mail in copia anche alla S. Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata.

Premesso che il nostro sito si è occupato, con diversi articoli, della vicenda del commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, in data 4 agosto u.s., alle ore 11.58, ho ricevuto, sulla casella di posta elettronica di Riscossa Cristiana (info@riscossacristiana.it) , dall’avv. Giuseppe S. Saguto, via Catania n. 8 bis, Palermo, la lettera che allego (peraltro datata 24 luglio 2015). In tale lettera si intima, a me, in qualità di direttore del sito, e al sig. Giampaolo Scquizzato, autore di un articolo sui Francescani dell’Immacolata, la cancellazione di due articoli, ritenuti diffamatori e lesivi dell’identità personale e morale di Padre Giulio M. Scozzaro, in nome e per conto del quale il suddetto avvocato agisce.
Inoltre mi è stato richiesto di pubblicare copia di un decreto, datato 11 febbraio 2015, a firma del defunto P. Fidenzio Volpi, con il quale lo Scozzaro, già rimosso dall’ordine dei FFI nel 2007 con provvedimento dell’allora superiore generale, Padre Manelli (provvedimento a suo tempo approvato dalle superiori autorità, che respinsero anche il ricorso dello Scozzaro), viene all’ordine stesso riammesso. Le allego anche copia di tale decreto.

Alla mail dell’avv. Saguto ho risposto pubblicamente con un articolo pubblicato il 7 agosto u.s. su Riscossa Cristiana.
In tale articolo ho pubblicato copia del decreto datato 11 febbraio 2015 a firma del defunto P. Fidenzio Volpi e ho spiegato perché rimuovevo un articolo (solo e unicamente per richiesta dell’autore), mentre non ho rimosso l’altro articolo. Nella stessa risposta ho spiegato perché respingo l’ipotesi di diffamazione e di altri comportamenti, da parte nostra, pregiudizievoli per lo Scozzaro.
Ora mi permetto di rivolgermi a Lei perché l’iniziativa dello Scozzaro suscita alcuni legittimi interrogativi. Se infatti lo stesso è stato riammesso tra i Francescani dell’Immacolata, presumo che debba, prima di intraprendere iniziative legali a titolo privato, essere autorizzato dai suoi superiori. Se invece lo Scozzaro può agire liberamente a titolo personale, presumo (e La prego, se necessario, di correggermi), che il decreto dell’ 11 febbraio 2015 non sia mai divenuto esecutivo. Del resto sul sito dei Francescani dell’Immacolata, www.immacolata.com, non riesco a trovare alcun riferimento a questo decreto di riammissione.
Non mi soffermo qui sullo sconcerto comunque derivante da un’iniziativa di questo tipo, presa da un religioso sacerdote. Ho già manifestato il mio pensiero al proposito nell’articolo pubblicato su Riscossa Cristiana lo scorso 7 agosto.

La ringrazio per l’attenzione che mi ha fin qui dedicato e resto in attesa di un Suo cortese riscontro.
La prego di gradire i miei migliori saluti e l’assicurazione del mio ricordo nella preghiera.

Paolo Deotto – Direttore di Riscossa Cristiana


Questo è il testo della risposta ricevuta oggi, lunedì 10 agosto, alle ore 17.33:

Gent.mo Sig. Paolo Deotto,

prendo atto della sua mail, ma un eventuale riscontro Le verrà comunicato solo per lettera scritta e dopo che il caso sarà stato esaminato dal sottoscritto Commissario e dagli due Commissari Aggiunti nel Consiglio di settembre.

Distinti ossequi,

Don Sabino Ardito, SDB

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