ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 1 settembre 2015

Caratteri minuti e fra le righe..°

Lettori, in attesa che avvenga, accogliete il suggerimento:
Quando arriverà l’accordo, leggete i caratteri minuti!


Romani implacabili
Voci provenienti dalla Fraternità San Pio X sembrano confermare la supposizione avanzata da questi “Commenti” la scorsa settimana (vedi CE 423 del 22 agosto), secondo la quale Roma vuole un accordo con la FSSPX. Le voci parlano di un incontro segreto tenutosi all’inizio di questo mese, in cui i capi della FSSPX avrebbero discusso di finanze e di un “preambolo dottrinale”. Si è trattato dello stesso preambolo citato dal cardinale Müller il 3 agosto? Redatto da Roma perché la FSSPX lo firmi? Il Cardinale ha detto che esso sarebbe necessario per qualsiasi accordo, mentre Mons. Schneider non vede alcun problema dottrinale perché il Vaticano II è stato semplicemente “pastorale”.
Ma voci o no, ricordiamoci degli immutabili elementi di base.



I 16 documenti ufficiali del Concilio Vaticano II presentano insieme una nuova visione di Dio, della vita e dell’uomo, una nuova religione in sintonia con l’omocentrico mondo moderno, ma in conflitto con la teocentrica religione cattolica, che per 1900 anni non era essenzialmente cambiata. Entrambe queste religioni insegnano una loro visione di Dio, della vita e dell’uomo, entrambe sono dottrinali, ma le due dottrine confliggono. Tuttavia, con abili ambiguità – l’ambiguità è il segno distintivo dei 16 documenti - i Padri Conciliari si convinsero che non vi fosse alcun conflitto, e così, quando votarono a favore dei documenti, sorsero tre motivi per i quali i cattolici di tutto il mondo adottassero la nuova religione: il suo conflitto con la vera Fede era stato abilmente camuffato, fu imposta ai cattolici da quasi tutte le autorità della Chiesa, dai Papi in giù, era piuttosto facile da praticare rispetto alla religione pre-conciliare.

Ma Dio suscitò un vero pastore, Mons. Lefebvre, perché insistesse sul conflitto dottrinale, perché resistesse a fronte delle infedeli autorità della Chiesa, e perché continuasse la pratica della religione preconciliare per quelle anime che desideravano darsi la pena di farlo. E queste erano in numero sufficiente perché la Fraternità di Monsignore si diffondesse in tutto il mondo anche dopo la sua morte avvenuta nel 1991. Ma i suoi successori alla guida della sua Fraternità erano nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, in un mondo molto diverso da quello di Monsignore, nato prima della Prima Guerra Mondiale. Essi non guardavano al mondo e alla dottrina come li vedeva lui, così che non avevano la stessa motivazione per resistere alle autorità della Chiesa, anche se di per sé non volevano ancora il rilassamento conciliare della disciplina della Chiesa (rilassamento voluto da sempre più tradizionalisti). Dunque era solo una questione di tempo perché il magnetismo di Roma riprendesse ad esercitare la sua attrazione.

Per quanto riguarda i Romani, si ostinavano nella loro nuova religione conciliare, e così dal 2000 in poi accolsero apertamente e favorevolmente tutti gli approcci compiuti dalla FSSPX, perché la dottrina e la pratica dell’immutato cattolicesimo che essa manteneva, erano un rimprovero permanente per le loro massoniche novità e una costante minaccia per loro, come una inespugnata sacca di nemici alle spalle di un’invasione che altrimenti avrebbe vinto tutto. Pertanto, come i Romani vogliono assorbire la FSSPX nella loro neo-Chiesa, così gli attuali capi della FSSPX vogliono porsi di nuovo sotto l’autorità ufficiale della Chiesa di Roma. Si tratta di un matrimonio contratto nell’Inferno, e i gentili uomini di Chiesa come Mons. Schneider non vi vedono alcun problema perché non hanno visto, o non hanno voluto vedere, lo scontro di fondo sulla basilare dottrina.

E così, da questo punto di vista il cardinale Müller è nel giusto. Se due uomini hanno differenti visioni di Dio, della vita e dell’uomo, qualsiasi accordo tra di loro può essere solo relativamente superficiale. E allora, se la FSSPX non può essere indotta ad abbandonare il dogma, o meglio, non  ad abbandonare ma a minare ogni dogma cattolico con il massonico super-dogma che ogni dogma sarebbe poltiglia, allora la FSSPX deve agire dentro le mura di Roma come un cavallo di Troia alla rovescia. Ecco perché il Cardinale insisterà su un preambolo, scritto da Roma o dalla FSSPX poco importa, fino a quando l’insieme dei tradizionalisti, al pari dell’insieme dei cattolici dopo il Vaticano II, si lasceranno ingannare dalle ambiguità dottrinali: e saranno geniali.

Kyrie eleison.


Eleison Comments CDXXIV 
RELENTLESS ROMANS
Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  29 agosto 2015
Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla irriducibilità dei prelati romani nel loro disegno distruttivo.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



http://www.unavox.it/Documenti/Doc0869_Williamson_29.08.2015.html

°
Giubileo, storica svolta del Papa sull'aborto: tutti confessori (anche i lefebvriani)
01 settembre 2015, Americo Mascarucci
Giubileo, storica svolta del Papa sull'aborto: tutti confessori (anche i lefebvriani)
Chi l’avrebbe mai detto! Papa Francesco ha superato Benedetto XVI nell’abbraccio agli scismatici della Fraternità San Pio X fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre, grande contestatore del Concilio Vaticano II. Se il Papa emerito aveva cercato di accorciare le distanze dai lefebvriani liberalizzando l’antico rito tridentino in tutte le diocesi del mondo, Francesco oggi compie un gesto forse ancora più rivoluzionario, sicuramente eclatante. 

Come riferisce il vaticanista del quotidiano “La Stampa” Andrea Tornielli, in occasione del Giubileo della Misericordia, Francesco ha addirittura riconosciuto valide le assoluzioni impartite dai sacerdoti della Fraternità. Una svolta, contenuta nella lettera che il Papa ha inviato all'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione incaricato di preparare le iniziative giubilari. Una lettera che introduce tre importanti novità. La prima stabilisce che tutti i sacerdoti del mondo potranno assolvere durante l’anno giubilare il peccato di aborto, prerogativa questa concessa oggi dalla Chiesa esclusivamente ai vescovi o a sacerdoti da questi delegati chiamati “missionari della Misericordia”. Francesco nella lettera ha raccontato di aver incontrato nella sua vita tante donne sinceramente pentite del gesto compiuto e alla ricerca della misericordia divina. 

L’aborto resta un grave peccato, secondo il Papa, che però ribadisce come anche la donna che ha preso questa sofferta decisione per varie e diverse ragioni e si mostra pentita, vada compresa e perdonata. Da qui quindi la decisione di estendere il potere di assoluzione per i casi di aborto a tutti i sacerdoti del mondo che dovranno essere pronti ad affrontare quella che Francesco considera una “grande responsabilità”. 

Bergoglio poi ancora una volta si mostra vicino agli ultimi, in particolare ai carcerati, verso i quali ribadisce un’attenzione e una comunione particolare. A loro il Papa ha riconosciuto il privilegio di ricevere l’indulgenza giubilare anche dietro le sbarre, estendendo alle cappelle delle carceri la stessa “sacralità” riconosciuta alle basiliche romane e ai santuari dove si potrà ricevere l’indulgenza. 

Come detto però è la terza novità quella che sorprende di più, ossia il riconoscimento della validità delle confessioni impartite durante l’Anno Santo straordinario dai sacerdoti lefebvriani pur non essendo questi in comunione con il Papa e la Chiesa. «Nel frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli - scrive il Pontefice - per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati». I sacerdoti della Fraternità san Pio X non sono mai stati scomunicati, la scomunica ha riguardato soltanto Marcel Lefebvre per aver consacrato vescovi senza l’imprimatur papale e per gli stessi vescovi ordinati illegittimamente, scomunica però revocata da Benedetto XVI nel momento stesso in cui i vescovi hanno riconosciuto l’autorità pontificia.

Le distanze fra i lefebvriani e la Chiesa Cattolica oggi riguardano esclusivamente l’accettazione del Concilio Vaticano II, condizione questa che la Fraternità continua a rigettare. I sacerdoti lefebvriani non sono legittimati ad assolvere i fedeli nel confessionale, anche se l’assoluzione è comunque valida se il fedele è tratto in inganno e non è consapevole dell’irregolarità compiuta dal confessore.

Nell’anno giubilare tuttavia, anche i sacerdoti della Fraternità saranno sollevati dall’illegittimità e le loro assoluzioni saranno dunque valide per chi le riceverà, consapevolmente o meno. Un provvedimento limitato nel tempo ma che comunque sembrerebbe smentire l’immagine di un Bergoglio deciso a chiudere le porte in faccia ai tradizionalisti, fino a vanificare gli sforzi compiuti dal suo predecessore. Con questo gesto Francesco mostra invece una volontà di dialogo e di abbraccio che sembra andare oltre la benevolenza di Ratzinger. Chissà che proprio Francesco non sia il Papa della riconciliazione? Del resto non è stato proprio Bergoglio nei giorni scorsi a mettere in evidenza la sua stima e la profonda devozione nei confronti di San Pio X. Sarà stato un caso?

Il Papa: "Durante il Giubileo assoluzione per chi ha praticato l'aborto. Valido confessarsi dai lefebvriani"

di Matteo Matzuzzi | 01 Settembre 2015 ore 12:10

Papa Francesco
Il Papa scrive una lunga lettera a mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione e "organizzatore" del Giubileo straordinario della misericordia ormai imminente. Nel testo, Francesco si ripromette di "focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire". Innanzitutto, scrive il Pontefice, "desidero che l'indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso". Per ottenere l'indulgenza, prescrive Bergoglio, "i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni cattedrale o nelle chiese stabilite dal vescovo diocesano, e nelle quattro basiliche papali a Roma". Si potrà ottenere l'indulgenza anche nei santuari dove sarà aperta la Porta della misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come giubilari. Il pensiero del Papa va anche a quanti saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, dagli ammalati agli anziani, fino ai carcerati. Proprio riguardo questi ultimi, Francesco scrive che "nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l'indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre" sarà come passare attraverso la Porta Santa.

Un paragrafo corposo è riservato al "dramma dell'aborto", vissuto da alcuni "con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere". Il Pontefice pensa in primo luogo "a tutte le donne che hanno fatto ricorso all'aborto. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa". L'aborto, nota ancora il vescovo di Roma, "è profondamente ingiusto". Eppure, "solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza". Siccome "il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato", "ho deciso nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l'Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono".

Infine, il Papa si rivolge "a quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X". L'Anno Giubilare – scrive Francesco – "non esclude nessuno". Confidando "che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità, mosso dall'esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l'Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l'assoluzione dei loro peccati".
L'ALTRO MONDO
http://www.ilfoglio.it/laltro-mondo/2015/09/01/il-papa-durante-il-giubileo-assoluzione-per-chi-ha-praticato-laborto-valido-confessarsi-dai-lefebvriani___1-vr-132308-rubriche_c293.htm

1 commento:

  1. Concordo pienamente con il primo intervento (di Mons. Williamson) chiarissimo ed ammirevole. Da tempo vado ripetendo, su vari blog, le stesse cose. e cioè che la FSSPX non deve assolutamente lasciarsi incantare dalle sirene vaticane, pena il rischio di essere "normalizzata" alla maniera dei Francescani dell'Immacolata o, nel migliore dei casi, di essere rinchiusa in una riserva indiana o trasformata in una casa di riposo per cattolici nostalgici e nulla più. Purtroppo anche siti tradizionalisti impegnati mi censurano tali commenti, vedendo in essi quasi un attentato all'autorità costituita della Chiesa, cioè a Bergoglio ed alla gerarchia. Ma qui sta il "busillis": possiamo considerare questa gerarchia, ed il suo capo, valida autorità costituita? Se si vuole essere coerenti con la fedeltà alla Chiesa preconciliare (ai papi di nome Pio in particolare), alla usa santa Tradizione bimillenaria, al suo santo magistero, la risposta è una sola no, è impossibile. o si si oppure no no , cari tradizionalisti indecisi (non faccio i nomi dei blog per carità cristiana).

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