Sinodo sulla famiglia, c’è chi mette in guarda dal rischio scisma
Monsignor Schneider, ausiliario di Astana, Kazakistan, ha esplicitamente affermato che le tesi di Kasper verranno rivelate come “una menzogna” e “una strategia contro la Parola di Cristo e degli Apostoli”. Ha poi ricordato che la Chiesa è solo di Cristo: “Parlando a Pietro, il Messia disse: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa – non la tua Chiesa”. Il vescovo ha poi denunciato le ambiguità del linguaggio ecclesiastico iniziate in epoca post-conciliare, incluso l’abuso dei concetti di “cura pastorale” e “misericordia”, e la degradazione dei temi morali da argomento teologico a mera questione “culturale” o di “stili di vita”. Ha infine ricordato che spetta anche ai laici vigilare ed impegnarsi in prima persona perché la Parola di Dio sia preservata e predicata nel modo corretto, perché già nei secoli passati ampie parti del clero si sono dimostrate infedeli.
Anche il cardinale Burke, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha parlato di scisma: se ci saranno “cardinali contro cardinali”, questa sarà una cosa dolorosa, ma inevitabile vista l’attuale situazione e la necessità primaria di difendere la Verità. Burke, tra i primi a manifestare la propria opposizione alle tesi di Kasper già dallo scorso anno, ha ribadito che si “opporrà” al Papa se questi dovesse approvarle. Ha poi espresso la propria perplessità per la scelta di discutere di pastorale per le persone con tendenze omosessuali in un Sinodo sulla famiglia – argomento totalmente scorrelato – invece di indire un sinodo apposito.
Ma le dichiarazioni più nette vengono dall’arcivescovo Lenga, emerito di Karaganda, Kazakistan: “Durante il Sinodo, il Papa dovrà mostrare da che parte sta”: se accetterà le tesi di chi vuol concedere l’accesso all’Eucarestia per i cattolici divorziati e risposati, “ci sarà un’eresia nella Chiesa”; altrimenti “ci potrebbe essere uno scisma della Chiesa tedesca, belga ed olandese”. L’alto prelato ha concluso che “O si sta con Cristo o con il Diavolo. Non ci sono terze opzioni. La gente comune a volte è più vicina a Cristo dei preti”. In riferimento alle dichiarazioni dell’episcopato tedesco “non siamo una filiale di Roma” e “andremo avanti per la nostra strada indipendentemente dall’esito finale del Sinodo”, Lenga ha affermato che se la Chiesa tedesca si ritiene così superiore “dev’essere sotto l’influenza di qualche spirito maligno, che andrebbe scacciato con un segno della Croce”.
I tre alti prelati hanno rilasciato queste dichiarazioni in un video della durata di circa quaranta minuti disponibile su YouTube, dal titolo “Crisi – Dove ci porterà il Sinodo?”, prodotto dal periodico “Polonia Christiana” e a cui hanno partecipato anche alcuni studiosi laici. Nel video è stato anche menzionato “l’appello filiale” firmato da numerosissimi cattolici, laici ed ordinati, che ha chiesto al Santo Padre di preservare la dottrina tradizionale della Chiesa.
Fabrizio Giudici
Michele M. Ippolito 13 settembre 2015
Il film "L'isola"
"La maggior parte dei peccati si annida all'interno di un regalo fatto da un arcivescovo" (dal film)
Non molti anni fa (nel 2006) è uscito
un film russo molto interessante: "L'isola", in russo "Ostrov". Forse
alcuni di voi lo hanno visto. Per chi non lo avesse fatto, troverà sotto
questo post l'intero film.
Vorrei rileggere alcuni punti salienti di questo film alla luce di quanto abbiamo detto fino ad ora.
Il protagonista del film, segnato
profondamente da un evento della sua gioventù, abbandona il mondo ed
entra, come laico religioso, in un monastero. Ben presto quest'uomo è al
centro di eventi inspiegabili.
Attraverso il dolore e l'umiltà giunge
ad avere doni che inquietano i confratelli monaci e, tra loro, il
consigliere dell'igumeno (abate).
Il protagonista incarna bene
l'imprevedibile aspetto carismatico che rompe certi schemi e
convenzioni. L'igumeno ha un istinto spirituale che gli suggerisce di
proteggere questo laico carismatico dai tentativi sempre più pressanti
del suo consigliere di castigarlo in nome di una regola. Egli
rappresenta quel tipo di chierico che cerca di mediare tra il carisma e
il puro e formale istituzionalismo rappresentato dal suo consigliere.
Più che sul protagonista, è
interessante fissare lo sguardo su questo consigliere perché rappresenta
perfettamente il clero attuale e diverso clero che prevale
nell'Ortodossia contemporanea.
Questo prete si presenta bello, fiero,
sempre molto curato, a differenza del protagonista. Ha fatto degli
studi raffinati ed alti di cui si gloria. Nonostante i suoi studi non
riesce a capire perché non può essere "carismatico" come il povero
protagonista (in questo ha qualcosa di buono, perché pare non aver messo
per sempre in soffitta l'orizzonte spirituale come molti, anche se lo
sottomette ad un forte egoismo). Giunge ad invidiarlo: "Anch'io vorrei
essere come te, aiutare la gente, ma il Signore non accoglie i miei
sacrifici". Il "prete bello" capisce di essere inferiore e ci soffre.
Normalmente preti di questa fatta, fanno di tutto per nascondere le
perle della Chiesa, i rimanenti uomini carismatici, per cercare di
emergere loro stessi con dei mezzi tutt'altro che carismatici, i mezzi
del clericalismo.
Per questo, in realtà, esiste una
sottile ma reale guerra o opposizione che il clericalismo ha sempre
fatto all'aspetto genuinamente carismatico della Chiesa.
Lo capiamo anche da un dialogo tra il protagonista carismatico del film e il "prete bello":
- È proprio vero che non mi vuoi bene, padre Iof, Filariet, lui sì che mi vuole bene, ma tu fai proprio tanta fatica!
- Perché dovrei volerti bene? ...
Non sono in gioco solo "sensibilità" o
orientamenti diversi. Alla fine è in gioco l'essenzialità della Chiesa,
la sua chiusura o la sua apertura con il mondo trascendente.
Una Chiesa che fa unico affidamento
alle sue forze mondane o clericali e che mortifica l'aspetto carismatico
fino a farlo scomparire o soffocandolo nell'istituzione, è oramai
finita anche se riempie di sue notizie le pagine dei giornali.
"La maggior parte dei peccati si annida all'interno di un regalo fatto da un arcivescovo" (dal film)
Non molti anni fa (nel 2006) è uscito un film russo molto interessante: "L'isola", in russo "Ostrov". Forse alcuni di voi lo hanno visto. Per chi non lo avesse fatto, troverà sotto questo post l'intero film.
Non molti anni fa (nel 2006) è uscito un film russo molto interessante: "L'isola", in russo "Ostrov". Forse alcuni di voi lo hanno visto. Per chi non lo avesse fatto, troverà sotto questo post l'intero film.
Vorrei rileggere alcuni punti salienti di questo film alla luce di quanto abbiamo detto fino ad ora.
Il protagonista del film, segnato
profondamente da un evento della sua gioventù, abbandona il mondo ed
entra, come laico religioso, in un monastero. Ben presto quest'uomo è al
centro di eventi inspiegabili.
Attraverso il dolore e l'umiltà giunge
ad avere doni che inquietano i confratelli monaci e, tra loro, il
consigliere dell'igumeno (abate).
Il protagonista incarna bene
l'imprevedibile aspetto carismatico che rompe certi schemi e
convenzioni. L'igumeno ha un istinto spirituale che gli suggerisce di
proteggere questo laico carismatico dai tentativi sempre più pressanti
del suo consigliere di castigarlo in nome di una regola. Egli
rappresenta quel tipo di chierico che cerca di mediare tra il carisma e
il puro e formale istituzionalismo rappresentato dal suo consigliere.
Più che sul protagonista, è
interessante fissare lo sguardo su questo consigliere perché rappresenta
perfettamente il clero attuale e diverso clero che prevale
nell'Ortodossia contemporanea.
Questo prete si presenta bello, fiero,
sempre molto curato, a differenza del protagonista. Ha fatto degli
studi raffinati ed alti di cui si gloria. Nonostante i suoi studi non
riesce a capire perché non può essere "carismatico" come il povero
protagonista (in questo ha qualcosa di buono, perché pare non aver messo
per sempre in soffitta l'orizzonte spirituale come molti, anche se lo
sottomette ad un forte egoismo). Giunge ad invidiarlo: "Anch'io vorrei
essere come te, aiutare la gente, ma il Signore non accoglie i miei
sacrifici". Il "prete bello" capisce di essere inferiore e ci soffre.
Normalmente preti di questa fatta, fanno di tutto per nascondere le
perle della Chiesa, i rimanenti uomini carismatici, per cercare di
emergere loro stessi con dei mezzi tutt'altro che carismatici, i mezzi
del clericalismo.
Per questo, in realtà, esiste una
sottile ma reale guerra o opposizione che il clericalismo ha sempre
fatto all'aspetto genuinamente carismatico della Chiesa.
Lo capiamo anche da un dialogo tra il protagonista carismatico del film e il "prete bello":
- È proprio vero che non mi vuoi bene, padre Iof, Filariet, lui sì che mi vuole bene, ma tu fai proprio tanta fatica!
- Perché dovrei volerti bene? ...
Lo capiamo anche da un dialogo tra il protagonista carismatico del film e il "prete bello":
- È proprio vero che non mi vuoi bene, padre Iof, Filariet, lui sì che mi vuole bene, ma tu fai proprio tanta fatica!
- Perché dovrei volerti bene? ...
Non sono in gioco solo "sensibilità" o orientamenti diversi. Alla fine è in gioco l'essenzialità della Chiesa, la sua chiusura o la sua apertura con il mondo trascendente.
Una Chiesa che fa unico affidamento alle sue forze mondane o clericali e che mortifica l'aspetto carismatico fino a farlo scomparire o soffocandolo nell'istituzione, è oramai finita anche se riempie di sue notizie le pagine dei giornali.
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