ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 9 settembre 2015

Refugium peccatorum

C'è chi lascia la chiesa a causa di Papa Francesco


Sono sempre più numerosi gli amici, anche persone all'apparenza religiosamente più salde di Magdi Allam, che disgustate da Papa Francesco mi comunicano di voler lasciare la Chiesa, verso le mete più svariate: l'ortodossia, l'anglicanesimo, il nulla (non che l'anglicanesimo differisca molto dal nulla...).
Quindi torna utile Thibon, filosofo-contadino francese, in Italia poco tradotto, che mi è un po' meno sconosciuto da quando Nicola Tomasso gli ha dedicato “Il realismo dell'incarnazione. Introduzione a Gustave Thibon” (Tabula Fati). Thibon nel bel mezzo del Novecento scrisse: “Nelle epoche classiche, le istituzioni morali, politiche o religiose superavano e sorreggevano gli uomini che le rappresentavano. La monarchia era più del re, il sacerdozio più del prete, il matrimonio più degli sposi. Tale fatto rendeva possibile a volte disprezzare un re o un papa senza che il principio della monarchia o della potestà pontificia venisse infirmato. Si pensi alle invettive d'una santa quale Caterina da Siena contro il clero del tempo, a un grande cattolico come Dante che apostrofa all'inferno il papa regnante! Oggi, come in tutti i periodi di decadenza, assistiamo al fenomeno inverso: le istituzioni non sono tollerate e amate che nell'individuo”. Oggi 2015 troppe persone amano oppure odiano la Chiesa sulla base dei propri sentimenti verso il Papa attuale e questo è un atteggiamento superdecadente. Che i tradizionalisti se ne rendano conto e facciano come me che sono superclassico: le uniche personalità religiose verso le quali nutro sentimenti si chiamano Maria e Gesù.
di Camillo Langone | 09 Settembre 2015 

Lo scatto di Francesco


IN ATTESA dell’inizio del sinodo ordinario sulla famiglia che prenderà il via tra un mese, papa Francesco cala l’asso che non ti aspetti e in qualche modo indirizza un dibattito interno alla Chiesa su un tema che negli ultimi tempi aveva diviso moltissimo gli episcopati di tutto il mondo, quello della pastorale familiare, sbrigativamente ridotta alla questione ‘comunione ai divorziati risposati’. Il papa ha agito all’interno delle sue prerogative, ma è evidente che i due motu proprio resi noti ieri condizioneranno non poco le decisioni che il sinodo sarà chiamato a prendere, e che comunque per essere valide dovranno essere accolte e ratificate dal papa una volta terminata l’assise, in tutto o in parte o al limite in maniera diversa da quanto emerso tra i padri sinodali.

LA RIFORMA del matrimonio che arriva dopo trecento anni da quella di Benedetto XIV, il bolognese Prospero Lambertini, è infatti troppo importante e densa di novità per passare come un atto di ‘normale’ aggiornamento normativo. Nelle nuove regole dettate da Francesco c’è la previsione di un procedimento canonico più spedito e accessibile, ma soprattutto è presente un preciso indirizzo dottrinale che, lasciando inalterata almeno per adesso la questione dell’indissolubilità formale del vincolo coniugale, apre le porte – e se mai sarà il sinodo a inoltrarsi su questo terreno – a un più facile riconoscimento della non validità del matrimonio. La novità di cui parla Bergoglio è nella constatazione che un sacramento contratto senza fede o senza fede sufficiente non è un sacramento, e per ciò non è mai esistito.
Senza volerla fare troppo facile, adesso basta che uno dei due coniugi spieghi di essersi sposato senza fede che la strada per la nullità è spianata. Cosa che finora non accadeva. Una rivoluzione vera, che va incontro a tanta richieste dei vescovi presenti al sinodo straordinario del 2014 e che cerca di riconciliare con la Chiesa molti cattolici al momento esclusi. Starà a questo punto al sinodo che si apre tra un mese percorrere l’ultimo miglio.
di P. F. De Robertis

COPPIE VECCHIE E NUOVE

Senza fede nozze nulle subito e gratis

Papa Francesco riforma il processo canonico. Accolte le richieste del sinodo della famiglia LEGGI ANCHE «Veloci ma rispettando l’indagine della verità» - L’ultima rivoluzione del superpontefice




matrimonio
Se non c’è fede il matrimonio davanti all’altare è nullo. Spazza via l’ipocrisia. Ed è pure il capolista dei punti fissati da Papa Francesco che ha riformato il processo canonico per la nullità dei matrimoni: dall’8 dicembre prossimo sarà veloce - una sola sentenza - gratis, e con i vescovi diocesani nei panni di giudice, almeno nei casi lampanti. Le cause manifeste che fanno accedere all’iter breve sono la mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’«ostinata permanenza» di una relazione extraconiugale, l’occultamento doloso della sterilità o di una malattia contagiosa, o di figli nati da una precdente relazione o di una carcerazione. Iter accelerato per la nullità (sin dall’inizio, che deve solo essere constata ) anche se ci si è sposati per un motivo «estraneo» alla vita coniugale, come una gravidanza imprevista della donna. E non sono valide dall’inizio pure le nozze in cui il consenso è stato estorto con la violenza fisica o in mancanza di uso della ragione purché comprovata da documenti medici. La legge entrerà in vigore «l’8 dicembre» sottolinea sottolinearlo monsignor Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana e presidente della Commissione speciale per la Riforma del processo matrimoniale canonico. Tre date mariane per questo Motu Proprio, è stato sottolineato in conferenza stampa: firmato il 15 agosto (festa dell’Assunta), presentato ieri, festa della Natività di Maria, in vigore dall'8 dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione. È un tassello fondamentale nella intera riforma della Chiesa avviata da papa Francesco. E sono state raccolte le istanze dialogando con il sinodo dei vescovi sulla famiglia che comincera' fra neppure un mese.
Grazia Maria Coletti

2 commenti:

  1. di fatto il papa sta dettando la "sua" agenda.......vedremo se è una decisione Benedetta da Dio!!!!

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  2. Io voglio restare cattolico. Se ne vada Bergoglio piuttosto.

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