Papa Francesco, "colpo di sonno" durante la messa negli Stati Uniti?
Una foto che ha subito fatto il giro del web. Protagonista è Papa Francesco, che negli Stati Uniti, come recita il sottopancia che potete vedere nella fotografia, celebra "la sua prima messa". Al suo fianco altri due porporati. Ma, fatto curioso, sembrano tutti e tre dormire: colpo di sonno o scarso entusiasmo?
La croce non è un vessillo
Leadership, coesione e metodo. Il fraterno scappellotto di Francesco ai vescovi degli Stati Uniti delinea una conversione delle strategie d’azione pastorale della chiesa americana
Papa Francesco (foto LaPresse)
Washington, dal nostro inviato. Accolto dalle note del “Tu es Petrus” di Palestrina – fatto ormai abbastanza raro anche in san Pietro –, il Papa ha parlato per oltre mezz’ora, in italiano e non in spagnolo come precedentemente annunciato, ai vescovi degli Stati Uniti riuniti nella cattedrale di San Matteo. “La mia voce si pone in continuità con quanto i miei predecessori vi hanno donato”, premette, chiarendo fin da subito che non è lì per “tracciare un programma o delineare una strategia”: “Non sono venuto per giudicarvi o per impartirvi lezioni. Preferisco piuttosto ritornare ancora su quella fatica – antica e sempre nuova – di domandarsi circa le strade da percorrere, sui sentimenti da conservare mentre si opera, sullo spirito con cui agire”. Fa capire subito che conosce quella variegata e complessa realtà, cita passi dall’Antologia di Spoon River e afferma che “non mi è estranea la storia della fatica di impiantare la chiesa” in “un territorio spesso inospitale, dove le frontiere sono sempre provvisorie, le risposte ovvie non durano e la chiave d’ingresso richiede di saper coniugare lo sforzo epico dei pionieri esploratori con la prosaica saggezza e resistenza dei sedentari che presidiano lo spazio raggiunto”.
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di Matteo Matzuzzi | 24 Settembre 2015
(a cura Redazione "Il sismografo")
Un Papa che si racconta mentre
alcuni provano a interpretarlo
alcuni provano a interpretarlo
(Luis Badilla) Ieri, poco dopo il suo arrivo a Washington, Papa Francesco con due importanti e solide allocuzioni, nella Casa Bianca e davanti a oltre 300 vescovi, si è indirizzato sia all'intero popolo degli Stati Uniti d'America sia alla chiesa cattolica pellegrina in questa nazione. I due interventi sono ora sotto la lente d'ingrandimento di buona parte della stampa, in particolare USA.
Le prime analisi e i primi commenti sono molto positivi e da quanto abbiamo potuto leggere, per ora, incuriosiscono due questioni: il tono con cui il Papa si è rivolto al Paese e alla gerarchia cattolica: "semplice, lineare, chiaro, senza parlare mai dall'alto, senza condanne e sentenze..."
Poi, la stampa sottolinea la "trasparenza" dei discorsi poiché "contegono nei due casi tutte le problematiche attuali e pressanti". "Il Papa di Roma non ha mai fatto ricorso al linguaggio diplomatico ed ecclesiastico e ogni cosa, ogni problema, ogni sfida e urgenza, è stata chiamata con il suo nome".
I racconti giornalistici di queste ore, in particolare le cronache, insistono spesso sul fatto che Papa Francesco "sa farsi ascoltare, prima perché parla chiaro - senza codici ed eufemismi- e poi perché non ha tabù e dunque affronta anche le questioni più scomode nella vita della Chiesa di Roma".
Certo, come abbiamo già detto, negli USA attendevano "due Papi" e perciò in queste ore si leggono su Francesco altre cose, come per esempio: "E' venuto a inaugurare la convention dei Democratici" (sic) o è venuto a "propagandare la ostilità gesuita nei confronti del capitalismo" (sic).
Se questi articoli si leggono più di una volta, cercando anche di andare oltre le parole, non è difficile scoprire il motivo di quest'astio di alcuni opinion-maker, e non solo statunitensi: a loro, nel fondo, dà fastidio che Papa Francesco sia capace di farsi ascoltare e soprattutto che sia capace di farsi capire da tutti e non solo dai cattolici o cristiani, e senza mediazioni, senza guru dell'ermeneutica, senza oracoli mediatici.
La sua voce, il suo messaggio, oltrepassa ogni confine e siccome la struttura narrativa è chiara e semplice lo capiscono tutti. Non occorre decodificare quanto va dicendo, e chi crede di essere esperto in materia si sente spogliato del suo piccolo potere, e perciò dopo aver sciorinato i desueti "il Papa ha detto, ha osservato, ha sottolineato, ha aggiunto, ha precisato, ha concluso" ..., si esercitano in ogni tipo di critica inconsistente (nessuna dottrinaria): "è un Pontefice politicizzato", "non ama le virtù del capitalismo", "parla su materie tecnico-scientifiche fuori dalle sue competenze" ... e via discorrendo.
A questo punto va detto che Francesco sta cambiando anche il modo di “raccontare il papato” e il suo stile e modo di agire tolgono di mezzo gli “interpreti autorevoli”, in particolare quelli che da troppo tempo hanno preteso di essere gli unici in grado di spiegare al popolo ciò che dicevano i Papi.
Le prime analisi e i primi commenti sono molto positivi e da quanto abbiamo potuto leggere, per ora, incuriosiscono due questioni: il tono con cui il Papa si è rivolto al Paese e alla gerarchia cattolica: "semplice, lineare, chiaro, senza parlare mai dall'alto, senza condanne e sentenze..."
Poi, la stampa sottolinea la "trasparenza" dei discorsi poiché "contegono nei due casi tutte le problematiche attuali e pressanti". "Il Papa di Roma non ha mai fatto ricorso al linguaggio diplomatico ed ecclesiastico e ogni cosa, ogni problema, ogni sfida e urgenza, è stata chiamata con il suo nome".
I racconti giornalistici di queste ore, in particolare le cronache, insistono spesso sul fatto che Papa Francesco "sa farsi ascoltare, prima perché parla chiaro - senza codici ed eufemismi- e poi perché non ha tabù e dunque affronta anche le questioni più scomode nella vita della Chiesa di Roma".
Certo, come abbiamo già detto, negli USA attendevano "due Papi" e perciò in queste ore si leggono su Francesco altre cose, come per esempio: "E' venuto a inaugurare la convention dei Democratici" (sic) o è venuto a "propagandare la ostilità gesuita nei confronti del capitalismo" (sic).
Se questi articoli si leggono più di una volta, cercando anche di andare oltre le parole, non è difficile scoprire il motivo di quest'astio di alcuni opinion-maker, e non solo statunitensi: a loro, nel fondo, dà fastidio che Papa Francesco sia capace di farsi ascoltare e soprattutto che sia capace di farsi capire da tutti e non solo dai cattolici o cristiani, e senza mediazioni, senza guru dell'ermeneutica, senza oracoli mediatici.
La sua voce, il suo messaggio, oltrepassa ogni confine e siccome la struttura narrativa è chiara e semplice lo capiscono tutti. Non occorre decodificare quanto va dicendo, e chi crede di essere esperto in materia si sente spogliato del suo piccolo potere, e perciò dopo aver sciorinato i desueti "il Papa ha detto, ha osservato, ha sottolineato, ha aggiunto, ha precisato, ha concluso" ..., si esercitano in ogni tipo di critica inconsistente (nessuna dottrinaria): "è un Pontefice politicizzato", "non ama le virtù del capitalismo", "parla su materie tecnico-scientifiche fuori dalle sue competenze" ... e via discorrendo.
A questo punto va detto che Francesco sta cambiando anche il modo di “raccontare il papato” e il suo stile e modo di agire tolgono di mezzo gli “interpreti autorevoli”, in particolare quelli che da troppo tempo hanno preteso di essere gli unici in grado di spiegare al popolo ciò che dicevano i Papi.
Non essendovi più il Sacrificio, dopo la cena di Montini, come dopo qualsiasi altra cena profana...SI DORME!!! Buonanotte ai sognatori.....auguratevi che non arrivi il Padrone!!!!
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