ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 17 ottobre 2015

L’ultimo alluvione di melassa

La lacrimevole storia del bimbo che spezza l’ostia per i genitori divorziati. Una breve nota 

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Il torrente di melassa lo conoscono ormai tutti: un bimbo, ricevendo la sua prima Comunione, prende l’ostia e la spezza per darla ai genitori, divorziati. L’episodio, raccontato da un vescovo al Sinodo, “ha commosso”. I buoni sentimenti si sprecano, la nuova piccola vedetta lombarda scuote gli animi sensibili dei presuli che, come è stato chiarito, non devono essere “ufficiali di immigrazione”, controllori di identità e titoli di legittimazione. Macché, Todos Caballeros nella neochiesa della misericordia.
Per fortuna i due genitori non avevano con sé anche i nuovi partner, che magari a loro volta potevano essere accompagnati dagli ex-partner, e così via; in tal caso il bambino si sarebbe trovato in grave imbarazzo.
Se volete comunque rileggere la commovente storia, potete andare sul sito dell’organo di informazione ufficiale della neochiesa, Repubblica, oppure guardare il video di Sky.
Alcuni amici e lettori ci hanno chiesto perché non abbiamo subito parlato di un evento così importante. È doverosa una risposta.

Non ne abbiamo parlato perché ormai lo scandalo continuo è così palese che è lecito chiedersi se la riunione che si sta tenendo a Roma sia un Sinodo, o che altro sia. Infatti si discute di argomenti che non dovrebbero nemmeno essere oggetto di discussione, se non per definirne con maggior precisione la condanna.
Non ne abbiamo parlato perché alla lacrimevole storia avrebbe dovuto far seguito immediato una comunicazione della Santa Sede (così tempestiva nel comunicarci le ultime iniziative per fornire un barbiere ai clochard, o le istruzioni per ospitare immigrati) con la quale si chiariva che:
  • Il bimbo ha commesso un sacrilegio, ma non può averne la responsabilità, perché evidentemente nessuno gli ha insegnato, in preparazione della Prima Comunione, che ciò che avrebbe ricevuto era il corpo di Nostro Signore e non una semplice ostia.
  • Sono immediatamente da verificare le responsabilità gravissime di chi non insegna più la corretta Dottrina ai bambini. Verificate le responsabilità, saranno presi i dovuti provvedimenti.
  • Resta comunque il fatto oggettivo del sacrilegio, in riparazione del quale si deve pregare.
Lo so, sto sognando. Ammesso e non concesso che la lacrimevole storia sia vera, la neochiesa non si cura più dei sacramenti, né c’è da stupirsi, visto che è tutta tesa a prometterci una felicità terrena, qui e subito, a prezzi stracciati.
Il sacramento del matrimonio è già stato oltraggiato dal motu proprio che entrerà in vigore l’8 dicembre. Il sacramento della confessione è ormai in disuso, né mancano i preti che ti spiegano che la confessione “è un momento di dialogo”. Il corpo di Nostro Signore è oltraggiato quotidianamente, sia con l’uso della comunione data sulla mano, sia con la distribuzione dell’ostia consacrata, concessa senza alcuno scrupolo sullo stato di grazia del comunicando (c’è bisogno di ricordare ancora i funerali di “Don” Gallo a Genova?). Non mancano diocesi in cui è invalso l’uso di dare ai bimbi la Prima Comunione e solo dopo fare la prima confessione, per non”turbarli” con discorsi sul peccato. C’è anche da chiedersi in quale conto sia tenuto ormai il sacramento dell’ordine, visto lo spazio che si dà, anche in alto loco, a predicatori privati come un Enzo Bianchi o un Kiko Arguello (per non citarne che due).
In questo caos, evidente anche al più semplice dei fedeli, che non abbia ancora perso il senno e che ricordi la Dottrina, cos’è rimasto di cattolico?
In questo caos, cos’ha portato di nuovo la storia deamicisiana del bimbo che spezza l’ostia e la porta ai genitori divorziati?
Quindi, se su quell’episodio dobbiamo dire qualcosa, ci sentiamo solo di dire questo: moltiplichiamo le nostre preghiere, perché la Chiesa ritrovi sé stessa, perché il Signore ci doni Pastori che siano spinti solo e unicamente dalla Fede. Sappiamo bene che le porte degli inferi non prevarranno, ma finché durerà questo caos, quante anime saranno sviate e si perderanno?
Se preghiamo con Fede, se moltiplichiamo i Rosari, potremo abbreviare questo tempo di disastro. Da Roma ne vedremo ancora, prepariamoci. Il nostro amore per la Chiesa, Una, Santa, Cattolica, Apostolica, non cambia. Può solo essere più intenso e la preghiera più fervorosa. La Chiesa non è in agonia, perché l’agonia prelude alla morte; la Chiesa è in terribile sofferenza.
L’ultimo alluvione di melassa è passato e come tutti gli alluvioni si è lasciato alle spalle un disastro. Nessuno è ancora intervenuto per spalare le macerie e rendere di nuovo abitabili i luoghi alluvionati. Dobbiamo fare la nostra parte con la preghiera e con la testimonianza quotidiana della Fede cattolica.

di Paolo Deotto

http://www.riscossacristiana.it/la-lacrimevole-storia-del-bimbo-che-spezza-lostia-per-i-genitori-divorziati-una-breve-nota-di-paolo-deotto/
Bimbo. Ostia. Stilum Curiae...
Dopo lo straziante racconto fatto ai Padri sinodali del bambino che divide la sua ostia della prima comunione con il papà che non può riceverla perché divorziato e risposato, i maligni avranno pensato: ecco a che cosa serviva il buon parroco invitato dal Papa al Sinodo!
Dopo lo straziante racconto fatto ai Padri sinodali del bambino che divide la sua ostia della prima comunione con il papà che non può riceverla perché divorziato e risposato, i maligni avranno pensato: ecco a che cosa serviva il buon parroco invitato dal Papa al Sinodo!  

Il Sinodo per definizione è un sinodo di Vescovi; ma papa Francesco vi ha invitato anche due parroci, ignoti al grande pubblico e a chi scrive, ma certamente conosciutissimi nella loro città.  

Il racconto del bimbo avrebbe riaperto, secondo molti, il dibattito su eucaristia e divorziati e risposati, che forse stava prendendo una piega sfavorevole agli aperturisti.  

Se la tendenza continua mostrarsi favorevole alla tradizione millenaria della Chiesa, possiamo aspettarci un racconto sulla Mamma morente che divide l’ostia con il figlio divorziato/risposato.  

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