Dal Profeta Ezechiele
Ezek 15:1-5
1 E mi fu indirizzata la parola del Signore, dicendo:
2 Figlio dell'uomo, che si potrà fare del tralcio d'una vite (cresciuta) in mezzo a tutti i legni delle boscaglie che formano le piante delle selve?
3 Se ne caverà forse legname da farne qualche lavoro, ovvero se ne formerà un cavicchio per appendervi qualche arnese?
4 Ecco, esso è stato gettato ad alimentare il fuoco, il fuoco ne ha già consumate entrambe le estremità e la parte di mezzo è rimasta incenerita. Sarà forse ancora utile a qualche lavoro?
5 Anche quando era intero non era buono a nulla, quanto più dopo che il fuoco l'ha consumato e arso: non potrà farsene più cosa alcuna.
Ezek 15:6-8
6 Perciò così dice il Signore Dio; Come legno della vite insieme alle legna delle selve ho dato a divorare al fuoco, così tratterò gli abitanti di Gerusalemme.
7 E volterò la mia faccia contro di essi: essi usciran da un fuoco, e un altro fuoco li consumerà, e conoscerete ch'io sono il Signore, quando volterò la mia faccia contro di essi,
8 E ridurrò la loro terra inabitabile e desolata perché essi sono stati prevaricatori, dice il Signore Dio.
Ezek 16:1-5
1 E mi fu indirizzata la parola dal Signore, dicendo:
2 Figlio dell'uomo, fa conoscere a Gerusalemme le sue abominazioni,
3 E di': Ecco ciò che dice il Signore Dio a Gerusalemme: La tua stirpe e la tua origine è dalla terra di Cancan, tuo padre era Amorreo, e tua madre Cetea.
4 E allorché nascesti, nel giorno della tua nascita non ti fu reciso il cordone ombelicale, né fosti lavata nell'acqua salutare, né aspersa di sale, né ravvolta nelle fasce.
5 Occhio non rivolse lo sguardo su di te, onde farti, impietosito di te, alcuna di queste cose, ma fosti gettata, con disprezzo della tua vita, sulla nuda terra nel giorno che nascesti.
R. Abbiamo atteso la pace, e non è venuta; abbiamo cercato dei beni, ed eccoci sconvolti riconosciamo, o Signore, i nostri peccati:
* Non dimenticarci per sempre.
V. Abbiam peccato, abbiamo agito empiamente, abbiamo commesso iniquità, o Signore, contro tutti i tuoi precetti.
R. Non dimenticarci per sempre.
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“VATICANATA” IN MESSICO…
… che dimostra che il cardinal Biffi fu profeta.
Oramai non c’è da stupirsi più di nulla, eppure c’è sempre qualcosa che ci fa meravigliare e questa volta, tale meraviglia, ci viene dal Messico, terra piena di contraddizioni, cattolicissima per certi aspetti culturali e religiosi, ma anche il regno della massoneria sudamericana, governi massonici, governi anticlericali il cui titolo glorioso “Christieros”, o Christiada il film che rievoca il martirio glorioso di coloro che – abbandonati anche dal Vaticano del suo tempo – morivano gridando “Viva Cristo Re”, riecheggia oggi e per l’eternità.
La notizia di Radio Vaticana lascia smarriti – vedi qui– non tanto per l’iniziativa che è lodevole e in qualche modo sorprendente, ma per i contenuti. La notizia eccezionale è questa: «Adenauer daranno vita al forum intitolato “Povertà e cambiamento climatico. Presentazione dell’enciclica Laudato sì“, che sarà coordinato dalla senatrice Silvia Garza Galvan, presidente della Commissione speciale sul cambiamento climatico. L’evento si terrà nell’auditorium del Senato della Repubblica».
Radio Vaticana è eccitata! Trasmette la notizia perché è la prima volta che il senato messicano ospita un incontro cattolico, ospita interventi di un gruppo di vescovi. La notizia dovrebbe riempirci di gioia, e in parte – lo diciamo sinceramente – il primo impatto è positivo, è un evento storico, la porta del dialogo si è finalmente aperta ma… qual’è il contenuto dell’intervento dei Vescovi?
LA CONVERSIONE A CRISTO? No! macché! LA PREDICAZIONE DELLA BUONA NOVELLA? No! macché! Il contenuto è IL CAMBIAMENTO CLIMATICO….
Prendiamo il Vangelo, forse ci siamo persi qualche pagina… andiamo a leggere le Beatitudini, ma non esiste una beatitudine a chi va predicando sul “cambiamento climatico”; leggiamo le parabole del figliol prodigo, dell’adultera, del ricco epulone e Lazzaro, macché, non troviamo nulla che faccia riferimento alla predicazione sull’ambientalismo; leggiamo altre pagine il famoso brano di Matteo 25 e macché, neppure lì alcun riferimento ai cambiamenti climatici…. ci mettiamo a leggere anche San Paolo e le Lettere apostoliche macché, neppure qui troviamo qualcosa di simile….
Eh! ma la Laudato sì è una enciclica del Papa, è infallibile…
Sì, è un insegnamento che contiene semi di infallibilità laddove la dottrina sociale della Chiesa viene inserita nel contesto dei doveri dell’uomo a livello generale, siano essi credenti quanto non credenti ma, è bene dirlo, che se al concetto di “sociale” viene tolta LA DOTTRINA, allora ci troviamo davanti solamente alla questione sociale per la quale Gesù disse non a caso: “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Intendiamoci bene dunque, che per “vaticanata” non intendiamo l’iniziativa in se che è lodevole ed è davvero una grande opportunità per il Regno di Cristo, ma proprio per i suoi contenuti che non predicano il Regno di Cristo, non è una iniziativa che predica la conversione a Dio, a Cristo Signore.
La Chiesa si deve occupare delle Anime e non delle questioni ambientaliste oppure, e questo rientra nella logica ragionevole, educando le coscienze ad una vita cristiana e coerente (prima viene Dio), gioco forza il vero cristiano diventa anche difensore dell’ambiente in quanto CREAZIONE DI DIO, dono di Dio agli uomini.
«E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7).
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mt 16,15-18).
Assistiamo così ad un vero RIBALTAMENTO dei valori evangelici, un ribaltamento ai DOVERI dell’uomo: prima vengono le necessità degli uomini, poi quelle di Dio. Gesù ci ha insegnato diversamente: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33). Come a dire invece oggi: “Cercate prima il benessere ambientale, aggiustate prima la temperatura climatica del pianeta, e Dio verrà in aggiunta… Insomma, se prima non viene Dio e la conversione a Lui, non c’è la predicazione del Cristo, ma ambientalismo…
Come far comprendere quanto sta avvenendo?
Incredibile (che tradotto per noi poveri di spirito che crediamo ancora nella Divina Provvidenza), ci viene incontro un testo abbastanza passato da poter essere definito profetico dal momento che vide la sua prima uscita nel 1970.
È del cardinale Giacomo Biffi nel suo Il Quinto evangelo, un suo libro del 1967.
Una parodia archeologica sul ritrovamento di trenta frammenti che ribalterebbero l’insegnamento – oramai antiquato – della Chiesa bimillenaria. Il senso finale di questi frammenti ritrovati e l’elegante ironia del cardinale Biffi è indurci a riflettere sulla nostra fedeltà a Cristo Signore.
Spesso le verità cristiane sono contestate dagli stessi credenti. «Di fronte a queste contestazioni sono costretto a osservare: “Ma guarda che nei discorsi di Gesù c’è proprio il contrario di quello che tu dici”. E qualche volta aggiungo: “Forse non abbiamo tra le mani lo stesso vangelo”.
Vi offriamo alcuni di questi frammenti.
FRAMMENTO 5
– Venne Gesù in Galilea, annunciando il vangelo di Dio e dicendo: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio si è fatto vicino. Fate penitenza e credete nel vangelo. (Mc 1, 14-15)
– Gesù cominciò ad annunciare il vangelo e a dire: li tempo è compiuto, il regno è vicino. Fate far penitenza e credete nel vangelo. (Quinto evangelo)
(…) “Fate far penitenza”. Così la conversione è ancora predicabile. Perfino il rito del “mea culpa” – questo pittoresco residuo del monachesimo medievale – si può salvare. Basta batterlo sulla pancia del vicino. La mano tremerà e i colpi saranno più vigorosi e ben centrati. Si potrà alla luce di questo nuovo insegnamento proporre una variante alle pratiche ascetiche quotidiane. Invece del solito esame di coscienza – abitudine tipica del cristianesimo individualista – proponiamo l’ “esame di coscienza della Chiesa”. Con umiltà e con gioia ogni sera la riconosceremo peccatrice, faremo il proposito per il giorno dopo di cambiarla per quel che ci sarà consentito e così potremo abbandonarci sereni al sonno del giusto.
FRAMMENTO 21
– Che giova all’uomo conquistare il mondo intero, se poi perde la propria anima? (Mt 16, 26)
– Che giova all’uomo salvare la propria anima, se poi non riesce a conquistare il mondo? (Quinto Evangelo)
Si noterà come il testo di Matteo sia perfettamente antitetico al nostro. È probabile che un copista distratto abbia scambiato tra loro i termini “anima” e “mondo”, dandoci così nel primo evangelo un insegnamento addirittura opposto a quello veramente inteso dal Signore.
Si noterà anche come questo frammento riesca finalmente a concordare l’idea della “alienazione” (di origine marxista ma oggi assioma fondamentale di tutto il pensiero cristiano contemporaneo) con la predicazione di Cristo.
(…) Sulla stessa linea “alienato” è il prete che non riuscendo a interessare al Regno i suoi parrocchiani o anche solo a organizzare i suoi chierichetti, evade dalla sua missione specifica nelle “questioni di fondo” e nei “problemi generali”.
(…) Il quinto evangelo ci mette provvidenzialmente in guardia: non lasciamoci distrarre dalle solite banalità sulla salvezza dell’anima e sul Paradiso. Il vero cristiano – conclude ironicamente il cardinale Biffi – sa che la sua unica legittima preoccupazione è la conquista del mondo; non per volontà di dominio, si capisce, ma per assicurare a tutti giustizia, felicita, benessere e, se è possibile, una perfetta riposante oscurità circa il significato della vita.
Questo ci fa venire a mente, per concludere, un altro libro prezioso e profetico del cardinale Biffi, quello sull’Anticristo a commento del testo di Solovev –vedi qui – dove dice:
Il presagio del ”formicaio”
Nel Secondo discorso sopra Dostoevskij, e dunque fin dal 1882, Solovev parrebbe pronosticare l’insipienza e l’atrocità del collettivismo tirannico, che coll’utopia del ”socialismo reale” (mirante a imporsi con la costrizione e la violenza a tutte le nazioni della terra) avrebbe afflitto qualche decennio dopo la Russia e buona parte dell’umanità.
«Il mondo – egli afferma — non deve essere salvato col ricorso alla forza. Il compito da adempiere non sta semplicemente nel riunire tutte le parti dell’umanità e tutte le azioni umane in una sola causa comune. Ci si può figurare che gli uomini collaborino insieme a qualche grande compito, e che a esso riferiscano e sottomettano tutte le loro attività particolari; ma se questo compito è loro imposto, se esso rappresenta per loro qualcosa di fatale e di incombente, se essi sono tenuti insieme da un istinto cieco o da una costrizione esterna, allora, anche se tale unità abbracciasse tutta l’umanità, non sarà stata raggiunta l’umanità universale, si avrà solo un enorme formicaio”» … quel ”formicaio” che in effetti sarebbe stato poi parzialmente attuato dall’ideologia ottusa e impietosa di Lenin, di Stalin e dei loro sciagurati discepoli.
Il presagio degli ”Stati Uniti d’Europa”
Nell’ultima pubblicazione (sulla quale torneremo con maggior attenzione) – cioè I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, opera scritta pochi mesi prima di morire — è impressionante rilevare la chiarezza con cui Solovev pronostica che il secolo XX sarà «l’epoca delle grandi guerre, delle discordie intestine e delle rivoluzioni». Dopo di che — egli dice — tutto sarà pronto perché perda di significato «la vecchia struttura in nazioni separate e quasi ovunque scompaiano gli ultimi resti delle antiche istituzioni monarchiche» Si arriverà così alla «Unione degli Stati Uniti d’Europa.
Il presagio della crisi del cristianesimo
Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento.
Egli la raffigura nell’icona dell’Anticristo, personaggio affascinante che, nelle sue congetture, riuscirà a influenzare e a condizionare un po’ tutti. Su di lui saremo invitati seriamente a riflettere. Diciamo fin d’ora, anticipando, che non ci sarà difficile ravvisare in questa figura enigmatica l’emblema, quasi l’ipostatizzazione, della religiosità confusa e ambigua del tempo che oggi stiamo vivendo.
In particolare, viene delineato e criticato qui, come vedremo, il ”cristianesimo dei valori”, l’enfatizzazione delle ”aperture”, l’ossessione del ”dialogo” a qualunque prezzo, dove pare che resti poco posto alla Persona unica e inconfrontabile del Figlio di Dio crocifisso per noi, risorto, oggi vivo, e all’evento salvifico. È, come si vede, la situazione che Divo Barsotti ha denunciato con una frase tremenda e tremendamente vera, quando ha detto che ai nostri giorni nel mondo cattolico Gesù Cristo troppo spesso è solo una scusa per parlare d’altro.
Lo stesso cardinale Ratzinger ci aveva messi in guardia da questi pericoli:
«In questa prospettiva, il cristianesimo e tutte le altre religioni devono essere misurati sul contributo che sono capaci di offrire alla liberazione dell’uomo, alla loro “prassi di liberazione”. Giustizia, pace e tutela del creato diventano allora il nucleo vero della professione di fede. Il servizio a questi ideali appare allora come la ragion d’essere comune di tutte le religioni. In termini propriamente teologici ciò significa che al posto della cristologia e dell’ecclesiologia subentra l’idea del regno di Dio, che, ovviamente, muovendo da un simile punto di partenza, viene designato semplicemente come “il Regno”. Si vuole infatti lasciare aperta la questione di una concezione personale o impersonale dell’idea di Dio» (Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) “Vi ho chiamato amici”. La compagnia nel cammino della fede).
Divo Barsotti ha profetizzato, con una frase tremendamente vera, l'attuale stile pastorale dei preti vaticansecondisti ( ma anche dei vescovi, dei cardinali, degli bstesi pontefici) :ha detto infatti che ai nostri giorni nel mondo cattolico Gesù Cristo troppo spesso è solo una scusa per parlare d’altro. Sono completamente d'accordo, lo riscontro quotidianamente.
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