Forse non tanti lettori ricordano chi sono i Francescani dell’Immacolata dal saio azzurro: questo ordine religioso nuovo (fondato negli anni ’70 da padre Stefano Manelli, ancora vivente) col proposito di vivere radicalmente la “regola” di San Francesco d’Assisi e una speciale offerta di sé all’Immacolata – secondo la specifica ascetica di padre Kolbe, morto martire ad Auschwitz offrendosi di sostituire un condannato a morte padre di famiglia. Questa strada severa ha richiamato un gran numero di vocazioni: 800 frati e suore, mentre gli altri ordini religiosi sono ormai vuoti e radi.
Ora, sono ormai oltre due anni che questo folto gruppo di anime, fra cui molti sacerdoti, e laici terziari, è oppresso e perseguitato.
Sottoposto a commissariamento, il fondatore allontanato e praticamente agli arresti, i frati sacerdoti (mani consacrate) molti sospesi a divinis, tutti col divieto persino di cercare di lasciare l’ordine per cercare di diventare normali preti diocesani; i pochi vescovi che hanno accettato di incardinarli sono stati a loro volta commissariati: è accaduto al vescovo di Albenga che ne aveva accolto tre (in questo deserto di vocazioni sacerdotali, di seminari vuoti o dove avvengono feste omosessuali) .Chi li perseguita? Il Papa.
Quello che ha preso il nome “Francesco”, e di cui tutti i media celebrano la “misericordia”, ha deciso di sopprimere l’ordine francescano più fedele a quello di Assisi, infliggendo un supplizio continuo a queste povere anime, angoscia alle loro famiglie (sono tutti giovani),
privandole della libertà che la Chiesa ha sempre riconosciuto ai figli di Dio, la libertà di obbedire alle chiamate dello Spirito.
Troppo severo, troppo tradizionalista (Messa in latino)? Non si sa, perché un’accusa precisa non è stata mai formulata nelle forme dovute in tal modo, essi non possono difendersi. A mezza bocca, nelle stanze del potere si è farfugliato di mancanza di “sensus Ecclesiae”, in pratica li si accuserebbe di non essere entusiasti del Concilio Vaticano II. Ogni critica all’idolo comporta i fulmini di una gerarchia che, per il resto, è di manica larghissima sui vizi propri.
Fatto sta che si sono lasciate correre calunnie sui supposti tesori finanziari di padre Manelli (un novantenne) e sul come palpasse le sue suorine (un novantenne!); la Magistratura, che mai manca di obbedire a certi ordini, ha mandato la Finanza a sequestrare milioni di euro che sarebbero stati l’occulto tesoro dei Francescani azzurri; poi restituiti ai proprietari, perché qui beni non sono mai stati di proprietà dei francescani dell’Immacolata, ma dei benefattori e familiari che spontaneamente danno per mantenere le centinaia di frati e suore.
La certezza che i Francescani nascondessero un mare di soldi ha indotto i persecutori, nel decreto di commissariamento, a stipendiare il Commissario persecutore e “l’onorario per il loro servizio” ai “collaboratori da lui eventualmente nominati”. Una imposizione che, come ebbe a scrivere il caro Mario Palmaro, “evoca l’uso dei regimi totalitari di addebitare ai familiari dei condannati il costo delle pallottole usate per l’esecuzione”.
Sia detto en passant, il secondo firmatario del decreto di persecuzione, il segretario della Commissione per gli Istituti di Vita Consacrata (il ministero competente), elevato a quella poltrona personalmente da El Papa di cui gode la piena fiducia – il “francescano” José Rodriguez Carballo – è poi stato travolto da uno scandalo finanziario con tanti di sequestri di milioni di euro da parte della magistratura svizzera, ai danni dell’ordine dei Frati Minori, pieni di quattrini, in una vicenda di “investimenti” speculativi da finanza allegra e gestione di un albergo di lusso a Roma. I succosi particolari qui:
Quanto al primo firmatario, il cardinale Joao Braz de Aviz, di Brasilia, è un seguace della teologia della liberazione ed è noto al suo paese per aver tenuto la relazione introduttiva al Primo Forum Spirituale Mondiale, insieme ai rappresentanti di società spiritiste, teosofiche e massoniche, dove si è lanciato il progetto di una religione planetaria unificata…El Papa ha voluto lui alla carica di Prefetto della detta Congregazione che controlla i religiosi, ossia di ministro del competente ministero. Almeno non è come monsignor Ricca, lo scandaloso omosessuale che conviveva in una Nunziatura apostolica con il suo amante, e che Bergoglio ha volto fare capo dello Ior. Ma solo per notare una certa costanza dei caratteri che Bergoglio, con fiuto infallibile, eleva alle massime cariche del suo pontificato.
Torniamo ai Francescani dell’Immacolata (d’ora in poi FdI) . Ad un certo punto, il commissario mandato a sopprimerli, padre Fidenzio Volpi, troppo zelante persecutore, defunge. D’improvviso. Che vi sia qui un “signum Dei” lo credono soprattutto in Vaticano, a punto che per qualche giorno la ferale notizia vien tenuta nascosta come se fosse imbarazzante, anzi sul sito dei Francescani dell’Immacolata (i prigionieri) si fa’ pubblicare un comunicato, a firma del defunto, dove padre Volpi in persona comunica: “Ho già lasciato l’Ospedale in cui ero ricoverato ed ho iniziato la mia convalescenza. Ho già riassunto il pieno esercizio delle funzioni di governo”. Invece padre Volpi è già morto di ictusda giorni…Sono i miracoli della Chiesa di Bergoglio? Qui i succosi dettagli, se siete curiosi:
Si sperava che dopo la scomparsa del Volpi si alleviasse la persecuzione. Sono stati invece nominati tre commissari nuovi, con l’incarico di aggravare implacabilmente l’oppressione dei poveri francescani azzurri, delle suore e dei terziari.
Lo si desume dall’incontro che uno dei commissari, Sabino Ardito, ha voluto avere coi Francescani dell’Immacolata – in pratica, coi superiori dei conventi e dei loro organismi – il 28 settembre. L’incontro doveva essere segreto. Da qualcuno che c’era, si son potuti ricavare per sommi capi gli ordini che l’Ardito ha impartito:
1 – E’ stato comunicato che non sarà concesso a nessuno di loro di lasciare l’ordine per operare, ad esempio, come sacerdoti secolari incardinati in qualche diocesi, Potranno andarsene solo per essere ridotti allo stato laicale (cosa che implica una decisione del papa diretta) e sposarsi.
Nota mia: Insomma è vietato loro sia agire nell’ordine fondato da padre Manelli, sia di uscirne: li hanno chiusi in una gabbia. A che scopo? “Per rieducarli”, ipotizza un amico. Come faceva Pol Pot? Qualcuno ritiene che una simile decisione sia contraria al diritto canonico. Non so giudicare. Mi sembra di giudicare una volontà persecutoria certa e crudele.
2 – Dovranno strapparsi la “medaglietta miracolosa” che portano cucita sul saio (una particolarità degli Azzurri). La motivazione data dal commissario: “Se no, qualcuno potrebbe pensare che è davvero miracolosa”.
“Medaglietta Miracolosa” la chiamò la Vergine, la quale apparve nel 1830 a suor (oggi santa) Caterina Labourè a Rue du Bac a Parigi. La Madonna le descrisse esattamente quali immagini e simboli dovessero apparire nel recto e nel verso, e promise molte grazie a chi la indossasse. L’ebreo Ratisbonne attribuì la sua (celebre) conversione a questa medaglietta. Madre Teresa e le sue suore ne hanno tenuto decine in tasca (sono povere cose di alluminio) e le danno a tutti, a chiunque. Ma in Vaticano pare scandalo che si abbia sul saio questa medaglietta. Potrebbe far credere che sia davvero miracolosa, che vergognosa superstizione…
3 – Dovranno spogliarsi del saio quando si coricano.
Evidentemente, i FdI avevano ripreso l’uso antichissimo di San Francesco di dormire vestito del saio ruvido, per penitenza e castità. Capisco che al nostro mondo sembri strano. Ma lo faceva anche Padre Pio-.
4 – Dovranno cancellare dai loro statuti il “Voto Mariano”.
“Voto Mariano” fu quello che padre Massimiliano Kolbe adottò per sé – di totale dedizione a Maria, fino alla morte, in aggiunta ai voti francescani (povertà, obbedienza, castità). E’ un atto d i abnegazione eroica straordinaria. E’ anche l’anima e il fondamento specifico dell’ordine fondato da padre Manelli.
5 – E’ stato infine loro intimato di non parlare più e non fare più riferimento a San Massimiliano Kolbe.
Un sopruso feroce ed assurdo. Spiegabile solo con un odium theologicum verso il martire polacco, il suo esempio, la chiamata soprannaturale all’eroismo, e un “odium ideologicum” con un padre Kolbe campione della polemica anti-massonica ed anti-giudaica.
Ora, come reagiscono i FdI? Disobbediscono, essendo essi secondo l’accusa nemici del Concilio? Si rivoltano come fece monsignor Lefevre? Rifiutano di assoggettarsi ad una così evidente e malvagia usurpazione? No, nient’affatto. I frati e le suore che restano fedeli a padre Manelli, il fondatore prigioniero, affermano di stare accettando questa persecuzione per offrirla per il bene della Chiesa e la fine della crisi che la devasta.
Insomma sono fedelissimi nell’obbedienza. Eroicamente fedeli. Agnelli fra le mani del macellaio…
A tal punto da suscitare un qualche vago sentimento di pietà, o forse di imbarazzo, nel prefetto stesso, il cardinal Braz de Aviz, primo firmatario del commissariamento. Siamo in grado di riferire – grazie a due diversi testimoni che indipendentemente l’uno dall’altro hanno riferito il fatto, avvenuto un giorno imprecisato fra maggio e giugno scorso, a cui erano presenti (ah, caro hotel Santa Marta!, benedetti i tuoi spifferi!) – che il cardinal prefetto abbia chiesto al Papa: allora, quali sanzioni vogliamo dare ai Francescani dell’Immacolata? Dopo due anni di commissariamento….La logica era quella del Kgb: una volta che ti aveva arrestato, mica poteva riconoscere che eri innocente; doveva darti almeno “un quartino”, 25 anni di GuLag. Però nel cardinalone promotore della religione unita mondiale, c’è forse un’eco della frase di Pilato: “Non trovo colpa in quest’Uomo…Dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò”.
Ma quale pena, ha risposto “Francesco della misericordia”; non penso a sanzioni, l’ordine va’ semplicemente soppresso. E questo anche, secondo i testimoni oculari, “con una certa forza e durezza”.
Insomma, la morte di un ordine fiorente. Che sarà eseguita, senza alcun dubbio, dagli yes men di cui El Papa si è circondato, e su cui il misericordioso (con Scalfari) fa regnare letteralmente “il terrore”.
Bergoglio confessò che il diavolo…
Ma ha mai spiegato, El Papa, cosa lo muove nel suo implacabile odio? In qualche modo l’ha fatto. Lo disse ad una udienza ad alcuni Francescani dell’Immacolata, che ha concesso in Vaticano il 10 giugno 20145, dalle 9.30 alle 11. Li ricevette allora, capisco, soprattutto per rivendicare a sé la persecuzione che subivano
. E’ inutile che accusiate padre Volpi, sono io che vi ho fatto questo; io, il vostro Papa..
Il discorso che fece è registrato, ed è stato persino riportato nelle ultime pagine del “Calendario 2015” che gli stessi francescani azzurri vendono per autofinanziarsi (chiedetelo se volete alla sede di via Boccea 590, 0166 Roma).
Ne riporto i passi salienti. Premetto che uno dei presenti ebbe il coraggio di esprimere dolore ché all’udienza non fosse stato invitato padre Manelli, il fondatore…ecco parte della risposta del “Francesco” ai francescani smarriti:
“A me è stata spiegata la (vostra) situazione tranquillamente, calmamente; ho pregato con benevolenza per voi e ho sentito che dovevo prendere quelle decisioni (del Commissariamento) dopo essermi consigliato (…) Il principio che mi ha guidato è stato quello dell’obbedienza perché è proprio il principio della cattolicità. Quando pensiamo alla Riforma protestante è cominciata con la rivolta, lo staccarsi dal vescovo, lo staccarsi da Roma e non è la cattolicità.
Sant’Ignazio ci dice che la regola “per sentire con la Chiesa” è che se io vedo una cosa nera che è nera e la Chiesa mi dice che è bianca devo dire che è bianca. (…) Uno dei Fondatori vostri non è finito tanto bene, quello che ha fatto la Riforma cappuccina, credo che se ne è andato a cercare altre arie, non so se è caduto nel Protestantesimo… E sì perché voleva qualcosa e le tentazioni sono così.
(Seguono una ventina di righe in cui spiega che ha vietato lui di celebrare la Messa in latino. Poi del fatto che il Seminario di Sassoferrato, dove c’erano ben 60 seminaristi,m chiuso e i seminaristi dispersi):
“Io conosco i motivi di questo trasferimento e mi sembrano giusti. Prima di prendere la decisione sono stato consultato dalla Congregazione e io ho detto sì, perché questo sia chiaro: sono io il responsabile…”
Altre 10 righe in cui ripete che bisogna credere al Concilio Vaticano II, cita l’ermeneutica della continuità di Ratzinger, dovete sempre rimanere uniti al Papa: “E senza il papa, a te chi ti garantisce la tua ortodossia, lontano dal papa?” …). Poi riprende:
“Ma quando c’è un’ermeneutica ideologica io ho paura, io ho paura. Io ricordo… è vero che tutti dobbiamo essere ortodossi, ma tante volte si usa (la parola “ortodossia”, ndr.) per giustificare procedimenti in ultimo non chiari. Io ricordo un Vescovo dell’America latina, bastonava tutti noi: “L’ortodossia, l’ortodossia!”; ma era un affarista, faceva negozi con i soldi… Così si accusano gli uni, gli altri di non essere ortodossi per coprire altri interessi. (…)
Ed ecco infine la frase agghiacciante:
Il vostro carisma è un carisma singolare : c’è lo Spirito di san Massimiliano Kolbe, un martire, e c’è lo spirito di san Francesco, l’amore alla povertà, a Gesù spogliato… Ma c’è un’altra cosa che a me fa capire perché il demonio è tanto arrabbiato con tutti voi: la Madonna. C’è qualcosa che il demonio non tollera… non tollera la Madonna, non tollera e non tollera di più quella parola del vostro nome: “Immacolata”, perché è è stata l’unica persona solamente umana nella quale lui ha sempre trovato la porta chiusa, dal primo momento; lui non (la) tollera. Ma pensate anche il momento che voi vivete adesso come una persecuzione diabolica, pensatela così...”
Ora, non so a voi che impressione faccia questo fraseggio – questo farfugliare sconnesso, perché farfuglia, si capisce che è a disagio. A me sembra, nella confusione mentale, una confessione. Prima dice: sono io, io personalmente, che rivendico la responsabilità delle punizioni che vi vengono inflitte. Poi dice questa frase inaudita: “C‘è un’altra cosa che a me fa capire perché il demonio è tanto arrabbiato con tutti voi: la Madonna. C’è qualcosa che il demonio non tollera… non tollera la Madonna, non tollera e non tollera di più quella parola del vostro nome: “Immacolata” (..) pensate anche il momento che voi vivete adesso come una persecuzione diabolica, pensatela così…”
Il papa dice: sono io l’autore della vostra persecuzione, e pensate pure che è una persecuzione diabolica…Cosa è questo, sdoppiamento di personalità?
Non so quanto c’entri il tumore detto benigno, il neurinoma, che lo specialista dei neurinomi Fukushima gli ha trovato nel cervello, e che la junta suramericana ha così furiosamente smentito (El caudillo està en perfecta salud!). O forse quel tumore è un “dono” che ha contratto quella serata di festacarismatica del 2006, allo stadio (ben opportunamente detto) Luna Park di Buenos Aires, dove il cardinale si sottopose in ginocchio alla benedizione dei protestanti fondamentalisti? Questi, che sono eretici per la Chiesa, gli imposero le mani: segno che volevano trasferirgli uno Spirito. Quale spirito?, chiediamo.
Foto preoccupanti mostrano che egli cadde in qualcosa come una trance. Uno stato alterato di coscienza.
E che pronunciò un discorso ebbro, come in quelle riunioni succede quando si viene invasati da uno spirito: “Che il Padre ci chiuda la bocca con l’abbraccio e ci unisca sempre più”, gridò in piena suggestione ipnotico-dionisiaca: “..Sì, sono peccatore, vedo la piaga con cui Cristo ci ha salvato”; “appropriamoci della piaga di Cristo”. Quanto al vento (dello Spirito Santo), ha osservato che è lui che “ci stringe nell’unità” e “ci unisce come chiese riconciliate nella diversità”.
Ecco come lo ha descritto quella sera il National Geographic Usa, che gli ha consacrato un servizio speciale:
“Le braccia tese, il volto improvvisamente animato, con un fremito di passione nella voce, Jorge Mario Bergoglio si rivolge a Dio: «Padre, siamo divisi. Uniscici! ». Chi lo conosce lo guarda sorpreso, perché l’arcivescovo è noto per la sua espressione imperturbabile (….) Bergoglio si inginocchia lentamente sul palco e chiede ai presenti di pregare per lui. E il pubblico, ancorché sorpreso, risponde all’invito, sotto la guida di un ministro evangelico. L’immagine dell’arcivescovo inginocchiato tra altri prelati di grado a lui inferiore, in atteggiamento di umile supplica e venerazione, finirà sulle prime pagine della stampa argentina”.
Da quel momento, come ha detto nella cattedrale cattolica di Istanbul: “Il fuoco dello Spirito Santo non riempie tanto la mente di idee, ma incendia il cuore”. Egli obbedisce a quell’incendio, a quel che lo “spirito” gli suggerisce: la sua “teologia” senza dottrina, e le sue nomine allarmanti – come monsignor Ricca lo scandaloso invertito, o Carballo il malversatore…o la topless girl Chaouqui .
Forse, più che il medico specialista del tumore, sarebbe di giovamento un esorcismo. Ci restituirebbe un Santo Padre guarito, chissà. Farebbe bene anche a lui.
http://www.maurizioblondet.it/involontaria-ammissione-di-el-papa-a-quelli-che-perseguita/
Nei documenti inviati alla procura si legge di consorelle marchiate con il fuoco, violenze e sottomissioni. Il fondatore dell'Istituto dei francescani di Frigento, padre Stefano Maria Manelli, ha respinto le accuse e ha presentato tre denunce per calunnia
Un ultimo appello alla ragione … Contro le calunnie vecchie e nuove
Ricevo la Nota che segue e volentieri pubblico. Con l'occasione rilevo che, proprio oggi, sulla vicenda dei FI, Maurizio Blondet ci è andato giù duro...
La strategia del demonio per sottomettere le anime al suo potere, più che passare per la ragione, passa attraverso le sensazioni, i sentimenti e le emozioni… il diavolo, diceva la beata Maria Maddalena Martinengo, è come un superbo pittore che pennellata sopra pennellata colora la nostra anima con colori sempre nuovi: queste pennellate non sono altro che le continue sensazioni ed emozioni che ci offre come tentazioni a commettere il male, evitando di far entrare in azione quel gran dono di Dio che è la ragione. La stessa strategia sembra quella degli strumenti di comunicazione: ogni giorno una miriade di notizie, scoperte e scoop sensazionalistici si abbattono sulla nostra anima, per ottunderla con il loro potere inebriante e soggiogarla con la forza della persuasione emotiva. Sembra proprio questo il caso sensazionalistico scoppiato in questi giorni, dopo due video-interviste pubblicate dal sito internet del Corriere, sulle Suore Francescane dell’Immacolata e sul loro fondatore, Padre Stefano Maria Manelli. L’iniquo gioco dei mass media e del giornalismo è evidente in questo orrendo “sbatti il mostro in prima pagina”, privo di qualsiasi verifica oggettiva dei fatti, che coinvolge peraltro un istituto religioso composto da circa 400 giovani religiose, che si sono viste improvvisamente trattate come fanatiche, plagiate e addirittura prostitute. Coloro che, come la giornalista Amalia de Simone, sembrano tanto rispettosi dei diritti civili, non credono sia opportuno tutelare il diritto alla riservatezza e alla dignità di queste giovani religiose e delle loro famiglie, anziché lasciarsi andare a scoop su fatti non verificati e sotto inchiesta?
Proviamo dunque, per non fare il gioco sensazionalistico del demonio, a esaminare i fatti alla luce della ragione e con la conoscenza dei principi della religione cattolica e della vita religiosa, che la de Simone sembra ignorare (così da commettere stupendi strafalcioni) anziché con i sistemi approssimativi del giornalismo d’inchiesta.
- Ci sarebbe da domandarsi come mai una ex-suora, uscita dall’istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata da parecchi anni, solo oggi decida di vuotare il sacco. Dice di farlo per amore per quelle consorelle che vede ancora “prigioniere” nei Lager-convento delle Suore dell’Immacolata. Non avrebbe allora potuto farlo subito, se questa è la vera ragione che la spingeva a farlo? Non avrebbe subito dovuto sporgere denuncia alle legittime autorità anziché aspettare così tanti anni. Non è che qualcuno abbia ben ben soffiato sul fuoco al momento giusto (forse con qualche mezzo ulteriore)? Non è che magari quegli stessi che hanno già distrutto dall’interno il ramo maschile dell’istituto ora si sfogano sulle suore, ree di non aver seguito il tracollo dei Frati e di voler rimanere fedeli al loro carisma?
- La questione del documento di sangue, spacciato come una promessa di sangue al fondatore, ha poi del ridicolo. Innanzitutto a chi abbia la minima conoscenza di vita religiosa appare chiaro come quella formula scritta sul retro dell’immagine religiosa sia la formula di professione di voti (cioè dei voti di obbedienza, povertà e castità) alla Chiesa, e non al fondatore: ciò non è un’esclusiva torbida e misteriosa delle Suore Francescane dell’Immacolata e nemmeno, come maliziosamente dice la de Simone, un rito mafioso, bensì ciò che praticano tutte le religiose in tutto il mondo! Né si tratta di una formula dettata da padre Manelli, bensì della formula prescritta dalle Costituzioni dell’istituto religioso, approvate dalla Chiesa. A conferma di ciò in basso compare la formula con cui chi è autorizzato a farlo, in questo caso padre Manelli, accetta i voti religiosi in nome della Chiesa: “E io in nome della Chiesa e dell’Istituto ricevo i tuoi voti e se osserverai tutte queste cose ti prometto, da parte di Dio, la vita eterna”. Mente e annebbia la verità quindi l’ex suora quando presenta questa come un voto di obbedienza alla persona del fondatore, anziché ammettere che sia semplicemente la formula di professione religiosa con cui si era consacrata a Dio.
- È peraltro stupido poi mascherare la voce e la faccia dell’ex-suora se poi si mostra chiaramente la sua firma col nome religioso, perché in tal modo chiunque l’abbia conosciuta da suora può sapere chi è!
- Il fatto che sia scritto con il sangue (se così è realmente) poi non dimostra nulla: il siglare col sangue una promessa può significare icasticamente l’impegno totale con cui la si vuole vivere e la volontà di perseverarvi sino alla fine, sino alla morte e persino a quello che ogni cristiano dovrebbe proporsi come traguardo, il martirio per Cristo. Se dunque tale segno esteriore vuole rappresentare questa realtà interiore non troviamo nulla di male in questo uso, certo per noi un po’ strano e “barocco”, ma che ricorda il voto di sangue all’Immacolata con cui molti uomini, e persino dei santi, promisero tra il ‘500 e l’ ‘800 di voler difendere l’Immacolato Concepimento di Maria, prima che questo venisse proclamato dogmaticamente. Non pare peraltro una pratica particolarmente sadica e dolorosa e, se l’ex-suora lo ha fatto volontariamente e liberamente (e il contrario sarebbe da dimostrare) non ci pare ci sia nulla di scandaloso: molto più doloroso e sadico altrimenti dovrebbe essere un’iniezione all’ospedale o un tatuaggio. Se poi l’ex-suora vuole raccontarci che da 22 anni porta sul dito il segno di una puntura di ago, sinceramente ci sarebbe dubitare della buona fede o della salute mentale di questa. Se infatti potessimo credere a questo sarebbe la nostra salute mentale a essere problematica!
- Chi entra in un ordine religioso vi deve entrare liberamente ma, una volta che ha deciso liberamente di entrarvi, deve vivere quella forma di vita che ha abbracciato. Tra gli aspetti che ogni vita religiosa comporta, e quella francescana in particolare, vi è quello della penitenza. Chi vuole vivere da religioso è tenuto più degli altri a seguire le parole di Cristo e le sue prime parole, così come registrate nel Vangelo, sono: “Convertitevi e fate penitenza” (Mc 1, 15). Dato che l’uomo è fatto di anima e di corpo, non basta mortificare la propria parte spirituale ma si devono praticare anche forme di penitenza corporale: la Chiesa, con il digiuno prescritto e obbligatorio, ci impone delle forme di penitenza corporale. Nella tradizione religiosa, e soprattutto in quella francescana (l’ordine dei penitenti), la penitenza corporale ha assunto anche aspetti forse poco digeribili per la moderna mentalità edonistica, come l’uso del cilizio, la flagellazione, ecc. Tali pratiche penitenziali non sono un orrido rimasuglio medievale, ma un perenne tesoro a cui quasi tutti i santi hanno attinto, persino quelli apparentemente più delicati e spirituali. Scrive il beato Tommaso da Celano su san Francesco: “soggiogava il suo corpo, assolutamente innocente, con flagelli e privazioni e gli moltiplicava le percosse senza motivo. Infatti il calore dello spirito aveva talmente affinato il corpo, che come l'anima aveva sete di Dio, così ne era sitibonda in molteplici modi anche la sua carne santissima” (2 Cel, 129; FF 713). San Massimiliano Maria Kolbe poi mise tra i punti fondamentali della riforma del francescanesimo quello di reintrodurre la pratica obbligatoria della disciplina, ovvero della flagellazione, per la santificazione personale e per la salvezza delle anime. Niente di spaventoso dunque, niente di straordinario, ma ciò che i religiosi hanno sempre fatto e ciò che lo stesso Concilio Vaticano II raccomanda: “Certo ciò che è normale in un convento, trascinato fuori dal silenzio dei chiostri per essere esposto al ludibrio delle telecamere di una giornalista d’inchiesta digiuna di cattolicesimo diventa “scandalo e stoltezza”, lo stesso scandalo e stoltezza di Gesù Crocifisso (1Cor 1, 23). Solo attraverso lo scandalo e la stoltezza della Croce però Gesù ha salvato tutti gli uomini, tutti gli uomini… persino la giornalista d’inchiesta e l’ex-suora.
- L’altra ex-suora, coadiuvata dalle maliziose domande della giornalista, tenta di presentare padre Stefano Maria Manelli e l’intero ordine dei Francescani dell’Immacolata come dei fanatici masochisti, intenti a trovare e sperimentare nuove sofferenze. In particolare l’ex-suora sembra voler sottolineare la follia di accostare tali pratiche masochiste all’amore per Dio e per Nostro Signore. In realtà è lo stesso Magistero pontificio a ricordarci che tutte le pratiche penitenziali “hanno come termine l’amore”, come dice la Paenitemini di Paolo VI, e vanno fatte quindi non come una sfida alla propria resistenza fisica o come una prova di resistenza stoica al dolore, bensì con amore e per amore, l’amore di Dio e l’amore delle anime. Come diceva santa Angela da Foligno la via direttissima è quella “di amare e soffrire per amore”. L’ex-suora invece dipinge a tinte fosche, con i toni di un romanzo gotico dell’800, quella che è la realtà luminosa della vita immolata e dedicata a Dio, offendendo la scelta di molte consorelle di continuare a vivere nell’istituto ed essere felici in esso, nonostante tutti i sacrifici umani che comporta tale scelta.
- Peraltro il nerbo della questione è questo: decidendo liberamente di vivere nell’istituto le suore accettano anche le pratiche penitenziali stabilite, sul cui significato vengono debitamente istruite. Penitenze ulteriori sono da loro liberamente decise. Quindi la questione è: l’ex-suora è stata costretta oppure ha fatto liberamente tali penitenze? Se le ha scelte liberamente – il contrario sarebbe strano e tutto da dimostrare – perché ora se ne lamenta? Purtroppo a volte sembra che dietro a queste parole si nasconda il risentimento determinato dal proprio personale fallimento: dopo aver liberamente vergato col sangue la propria consacrazione a Dio ed essersi liberamente marchiata il cristogramma sul petto, si è tornati indietro! Purtroppo…
- In ultima analisi – con le poche e laconiche parole che meritano tali insinuazioni – le accuse più pesanti riguardano i presunti casi di abusi sessuali, fino all’istigazione alla prostituzione. Riflettiamo un attimo: una ragazza vuole consacrare a Dio la propria verginità e sceglie un istituto religioso nel quale vivere la sua sponsalità con Cristo. Ora, anziché preservare la loro castità, le superiore e il fondatore mandano queste spose di Cristo a concedersi liberamente alla libidine di un benefattore, pronto a versare molti soldi. Attenzione bene… soldi di cui queste molte ragazze (come dice l’ex-suora) non vedranno nemmeno l’ombra, in quanto per sua stessa ammissione, l’ex-suora afferma che queste fanno una vitaccia e mangiano cibo scaduto. Ma vi sembra razionalmente possibile tutto ciò? Nemmeno una prostituta di professione accetterebbe tali condizioni, figuriamoci una ragazza, magari proveniente da famiglia abbiente, educata ai principi cattolici. Peraltro poi è credibile che di tutte queste suore dedite ad una moderna forma di ierodulia solo una, dopo 15 anni circa, si sia ribellata al sistema iniquo… E questi soldi che fine farebbero: padre Stefano ha sempre vissuto in convento, assimilandosi in tutto alla vita dei confratelli, e tutt’oggi vive, ospite, in una cella di forse 5 metri quadrati! Dunque è pensabile che per sostenere le missioni e l’apostolato che le fa faticare molto, le stesse suore andrebbero a prostituirsi dai benefattori?
In conclusione il servizio sembra fatto apposta per accreditare tali inique accuse e ad arte sembra essere anche la domanda fatta al difensore legale di padre Stefano (o il taglio ad arte della sua intervista), Enrico Tuccillo: anziché rispondere alle accuse più abiette, l’esperto legale napoletano parla dell’ispirazione religiosa di padre Stefano, che non c’entra nulla col resto del servizio, e di un aspetto marginale, rispetto al resto delle accuse, come quello dei beni dell’istituto.
Ma siamo proprio sicuri che la questione dei beni sia solo un aspetto marginale?
Guarda caso i servizi sono usciti alla vigilia e il giorno stesso in cui ci sarebbe dovuta essere una sentenza che avrebbe stabilito, secondo le richieste di qualcuno…, un nuovo sequestro di beni. Così, però non è stato… grazie a Dio. Tutto chiaro.
Avellino, “suore molestate e patti di sangue in convento”. Aperta indagine
Nei documenti inviati alla procura si legge di consorelle marchiate con il fuoco, violenze e sottomissioni. Il fondatore dell'Istituto dei francescani di Frigento, padre Stefano Maria Manelli, ha respinto le accuse e ha presentato tre denunce per calunnia
Presunti abusi, vessazioni e voti di obbedienza scritti con il sangue. Sono le inquietanti accuse mosse dalle suore del convento dei frati francescani dell’Immacolata di Frigento e contenute in un dossier inviato alla procura della Repubblica di Avellino che ha subito aperto un fascicolo sulla vicenda.
Lo scenario, descritto da una delle ex suore del convento al Corriere della Sera, è degno di un film dell’orrore: consorelle costrette a subire molestie, pasti in cui venivano serviti solo cibi scaduti, vocazioni forzate e confessioni usate come strumento di ricatto e persino frustate.
Al centro delle accuse – come riportato dal Corriere – il fondatore dell’Istituto religioso padre Stefano Maria Manelli. Mannelli, assistito dall’avvocato Enrico Tuccillo, ha definito le accuse contenute nei documenti, calunnie e ha già presentato tre denunce (per calunnia) alla Procura della Repubblica di Avellino.
Non ci resta che vomitare. Questa chiesa comandata da facce di bronzo e da falsi profeti . Che schifo !!!!! jane
RispondiEliminaMa anche da demoni autentici, come non si vergognano di esultare della loro opera distruttiva i neo FI, che sono riusciti a far kommossariare anche le suore, il cui sito è stato cancellato :
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