ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 2 dicembre 2015

Più che Pilato, Caifa di sicuro!

PRESUNZIONE DI COLPEVOLEZZA


Perché ai fondatori dell’Ordine dei francescani dell’Immacolata è stato negato il diritto alla difesa? Sono forse dei “presunti colpevoli”? Che il Romano Pontefice non faccia come Ponzio Pilato!
Che il Santo Padre Francesco ci abbia abituati da tempo a delle stranezze, che simpaticamente, filialmente, definiamo bergoglionate, è un dato oggettivo che chiunque con sana onestà mentale può individuare, ma che proprio lui parli di “diritto alla difesa” e poi lascia il caso dei Frati dell’Immacolata – e del ramo femminile delle Suore – in balia dei lupi voraci, senza potersi difendere ci fa rimanere senza parole.

Stiamo parlando di quanto il Papa ha detto di ritorno dall’Africa sull’aereo, nella consueta intervista ai giornalisti, vedi qui.
Ha detto questo sul caso vatileaks:
“Su questo giudizio, io ho dato ai giudici le accuse concrete: perché quello che importa, per la difesa, è la formulazione delle accuse. Io non le ho lette, le accuse concrete, tecniche; io avrei voluto che questo finisse prima dell’8 dicembre, per l’Anno della Misericordia. Ma credo che non si potrà fare, perché io vorrei che tutti gli avvocati che difendono abbiano il tempo per difendere, che ci sia la libertà di difesa, tutta, no? È così.…”.
Restiamo da una parte grati e sollevati per il senso di giustizia e di misericordia che pervade papa Francesco, ma dall’altra parte non si può non restare basiti di fronte al fatto che questo “diritto alla difesa” è negato, ancora oggi, ai Fondatori dei Frati e delle Suore dell’Immacolata.
Lo abbiamo provato e sempre attraverso le parole dirette del Papa qui prima parte, e qui per la seconda parte. Per loro nessuna misericordia, nessun diritto.
O meglio, ciò che emerge è che il Papa non solo non si sia pronunciato ufficialmente, e che attualmente non ci sia di fatto una condanna precisa, ma nei fatti oggettivi l’atteggiamento usato verso i due Fondatori è quello di una condanna senza appello e senza neppure essere stati ascoltati.
È come se papa Francesco avesse, o abbia, abbandonato di proposito la soluzione nelle grinfie degli avvoltoi, dei corrotti, dei lupi. Ci possiamo leggere la storia di Daniele (cap. 6) quando viene gettato nella fossa dei leoni e sperare, come Daniele, di poter uscire da questa ingiustizia per testimoniare la verità quanto prima.
In quella famosa udienza a porte chiuse – vedi qui – il papa confessa di aver vietato la celebrazione del V.O. all’interno delle comunità dei FFI non per non far fare il rito antico ma per “salvare quelli che avevano DICHIARATO che celebravano antico perché obbligati”, quel che non si comprende è perché il papa non abbia ancora deciso di ascoltare i diretti interessati, accusati di aver “obbligati” questi poveri e indifesi fraticelli ad ogni sorta di ingiustizia!
Sempre in questo incontro, in un altra domanda il Santo Padre dice”… ma io credo che non sono tanto scemo … per avere bisogno di una grande spiegazione per capire una cosa, poi credo che con una bella spiegazione lo capirò…”
A prescindere di come si capisce poco, il Papa afferma: “tutti quelli che sono venuti a parlare di questo sono stati sentiti…”
E noi gli crediamo, e lo crediamo anche sincero, ma è lampante che coloro che non sono riusciti ad andare dal Papa NON sono stati ascoltati, non sono stati sentiti e di conseguenza il Papa ha dato ragione esclusivamente ad una corrente. E cosa e chi impediva, o impedisce al Papa di mandare a chiamare i Fondatori dell’Istituto per ascoltare anche la loro campana?
Questo “diritto alla difesa, libertà di difendersi” vale per tutti oppure è a senso unico?
Non ci pare azzardato vedere in tutto ciò che sta accadendo ai due Fondatori dell’Ordine serafico dei FFI un Bergoglio che come Pilato “si lava le mani”. Anche Pilato riconobbe l’innocenza del Cristo per ben tre volte, ma poi sappiamo come andò a finire. Ed è questa la sorte che tocca ai veri imitatori di Cristo, ma sappiamo anche che non terminò con la crocifissione.
Restiamo dunque in attesa di una risposta alla semplice domanda fondata sulle sue parole: Santo Padre, i FFI dell’Immacolata con Padre Stefano Manelli, e le Suore oggi, hanno diritto si o no alla “libertà di difesa”? O Lei se ne è lavato già le mani senza averli mai ascoltati?

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