ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 8 marzo 2015

Estremo baluardo

Una presentazione di Fatima Roma Mosca recente libro di don Ennio Innocenti

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DON ENNIO INNOCENTI “MOSCA, FATIMA, ROMA”
NELLA SEDE DEL SINDACATO LIBERO SCRITTORI ITALIANI
ROMA, AULA MAGNA DI PALAZZO SORA – 19 FEBBRAIO 2015
Intervento del dottor Pietro Giubilo
Mi perdonerete se apro questo mio intervento con una breve digressione rispetto agli specifici contenuti del libro in esame, ma essa potrà contribuire all’inquadramento politico e culturale del tema trattato, secondo il mio punto di vista.
Nel riflettere in questi giorni sulle stimolanti indicazioni di questa opera di don Ennio, giunta alla decima edizione, mi sono imbattuto in un articolo a firma di Luigi Ippolito, pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 8 febbraio dal titolo eloquente: “Morire per Kiev ?”, dove il punto interrogativo è solo un finto dubbio sulle reali intenzioni belliche che agiscono intorno alla vicenda ucraina.

Bigotto chi?


IlBigotto2
Apriamo questa rubrica, IlBigotto,con un’interessantissima notazione etimologica proprio sul termine ‘bigotto’. Da Wikizionario: “si diceva di persone assidue nel sacramento della confessione e rigorose nel rispetto dei precetti religiosi”. Il bigotto, deduco, è una persona seria. Uno che crede e, visto che crede, fa quello che quel credo prevede. Non è certo perfetto, sbaglia anche più degli altri, ma a differenza degli altri non ricama sui propri limiti il suo credo. Non crede a sé stesso, ma a qualcosa fuori da sé e cerca di uniformarsi a questo. Non ci sarebbe niente di assurdo, anzi sarebbe da stimare e lodare, anche solo per la coerenza.

VITA CHRISTIANA MILITIA EST.

 Coraggio, fede e umanità di Mario Palmaro


Vita christiana militia est. Coraggio, fede e umanità di Mario Palmaro
Un anno fa, il 9 marzo 2014, moriva Mario Palmaro. Firma storica del Timone e per anni membro del suo comitato di redazione,  aveva iniziato a collaborare con la rivista a partire dal n. 6 (marzo-aprile 2000). Il suo ultimo articolo, dedicato ad Eugenio Corti, è stato pubblicato il mese stesso della sua scomparsa.

L’esempio di Mario è vivo in chi l’ha conosciuto personalmente, in chi ha seguito le sue lezioni universitarie, in chi ha assistito alle sue conferenze e ha letto i suoi tanti libri. L’esempio di un vero miles Christi, che ha condotto la sua Buona Battaglia fino alla fine con la sprezzatura e lo humour di un gentiluomo brianzolo e la lucidità, la fermezza e la parresia di un apologeta di altri tempi.

L'inizio del peggio

I cinquant’anni della messa in italiano

Nel 1965 la Chiesa accettava i cambiamenti del mondo e introduceva il nuovo rito nella messa: cos’è rimasto di quelle speranze e in cosa sono state deluse



Una messa celebrata secondo il vecchio rito tridentino nel quale il sacerdote non volta mai le spalle al tabernacolo, ma sempre e solo ai fedeli

Cinquant’anni fa cambiava il mondo, e cambiava anche la Chiesa.

Chi non risica, non Rosica

Grazie alla prontezza del nostro traduttore, pubblico l’intervista di fra’ Alexis Bugnolo, 5 marzo 2015:From Rome [qui] a David Domet, il blogger di Vox Cantoris che si è opposto a Padre Rosica, responsabile della Sala Stampa vaticana per la lingua inglese, che lo aveva minacciato di azioni legali a causa di suoi commenti contro alcune delle affermazioni di Rosica relative al Sinodo sulla Famiglia secondo la linea-Kasper.
Per completezza d’informazione, questa la notizia e il commento che avevo a suo tempo ripreso da Rorate Caeli [qui]:

Nostradamus dixit?

Perché il Papa non parla ​del peccato originale

Papa Francesco pare credere all'idea di Rousseau che l'uomo nasca innocente e si corrompa vivendo in società
Un amico mi fa notare che papa Francesco non parla mai del peccato originale. Non credo non ne parli per una sorta di adesione a una modernità che non mette più il peccato della carne al centro della vita morale individuale e collettiva.








Non siamo neppure alla conferma della profezia di Nostradamus secondo la quale sarebbe salito al soglio pontificio un «uomo della Compagnia» (un gesuita) che avrebbe immesso veleno nella dottrina. Ma un conto è attribuire l'umana malvagità al peccato di superbia di Adamo e Eva - come sosteneva Sant'Agostino e aveva sostenuto la Chiesa fino a ieri - un altro attribuirla, come fa questo Papa, al rapporto fra ricchi e poveri, al mondo moderno - che dell'autonomia della politica rispetto alla religione è il superamento; un mondo modellato sul concetto di utilità, su quello di produzione di ricchezza e sulla ricerca della felicità.

All' Unica Donna

sabato 7 marzo 2015

Com'é bello sognare!?

Sogno o realtà?

Sarebbe bello che Benedetto XVI fosse ancora papa; ma di fatto si è dimesso e non governa più la Chiesa. Sarebbe bello che il suo successore, pur con una personalità e uno stile propri, proseguisse in continuità, come sarebbe naturale, la sua opera di ripristino della sana dottrina e di una corretta liturgia; ma di fatto sta demolendo a colpi di piccone quel poco che di buono rimaneva ancora nella coscienza e nelle abitudini dei fedeli. Sarebbe bello che la Curia romana fosse purgata dei sodomiti e dei massoni che la infestano; ma di fatto ne sono stati espulsi soltanto elementi fedeli alla Tradizione e poco inclini alla finzione. Sarebbe bello che il mondo fosse meno cattivo e bastasse aprire i confini (ma non le proprie case!) agli immigrati; ma di fatto i trafficanti di esseri umani prosperano con la benedizione dell’Occidente, il quale da anni arma le milizie islamiche che si finanziano anche in questo modo… Sarebbe bello non essere costretti a esprimersi sempre con un sarcasmo tagliente, ma è l’unico modo per non mettersi a urlare.

Estrema... unzione? Gatta ci cova..!?*


La verità sul caso Moro

Il 9 marzo alla Commissione parlamentare d'inchiesta audizione di mons. Antonio Mennini. Confessò Moro nel covo delle BR? Non sarà la prima volta che parla del suo ruolo

Riuscirà mons. Antonello Mennini, attuale nunzio apostolico in Gran Bretagna, a sollevare alcuni dei veli che pesano sul caso Moro?

Sabato delle ceneri?

Papa Francesco a Cl: “No spiritualità d’etichetta. Non siate impresari da Ong”


Il pontefice parla di fronte a 100mila persone riunite per i 60 anni del movimento di don Giussani: "Non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri"
“Quando siamo schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una ‘spiritualità di etichetta’: ‘Io sono CL’; e cadiamo nelle mille trappole che ci offre il compiacimento autoreferenziale, quel guardarci allo specchio che ci porta a disorientarci e a trasformarci in meri impresari di una ONG”. Papa Francesco ha spiazzato gli oltre 100mila membri di Comunione e liberazione presenti in piazza San Pietro per celebrare i 60 anni del movimento e i 10 anni dalla morte del fondatore, don Luigi Giussani.

Domanda giusta, risposta sbagliata (rimandato in Purgatorio!)

«Che cosa stiamo facendo? Questo è il momento delle riflessioni». Con queste parole il 7 marzo di cinquant’anni fa Paolo VI inaugurava la nuova forma della liturgia in tutte le parrocchie e le chiese del mondo. E per celebrare personalmente la prima Messa in italiano scelse non la basilica di San Pietro ma una parrocchia, quella di Ognissanti sulla via Appia, nell’estrema periferia di Roma, tanto lontana allora da essere denominata «la Patagonia romana». Entrava ufficialmente così la lingua parlata, la lingua familiare nel culto liturgico, per rendere omaggio alla maggiore universalità della Chiesa, per rendere comprensibile la Parola di Dio e la preghiera, per rendere possibile la partecipazione attiva dei fedeli in un risvegliato senso della comunità, per arrivare a tutti.

Depressi e repressi (latrina da campo in fondo a sin. )

La Chiesa di Bergoglio e i “repressi” del postconcilio

La lettera l’aveva scritta circa due anni fa. Ma non avendo ad oggi ricevuto alcuna risposta, ha pensato di renderla pubblica, per il tramite della nostra testata, con l’obiettivo di rilanciarne i contenuti presso l’opinione pubblica laica e cattolica, oggi in particolare sintonia con il clima di dialogo e pluralismo che sembra caratterizzare l’attuale fase ecclesiale. Lui è Ortensio Da Spinetoli, classe 1925, prete cappuccino dal 1949, uno dei “grandi vecchi” della teologia conciliare e progressista.

Perché mellonica quando è semplicemente massonica?


Alberto Melloni

Famiglie, divorzio e unioni gay: dal Vangelo secondo Melloni 
 
C’è la Chiesa cattolica e c’è la Chiesa mellonica. Quest’ultima è stata fondata da Alberto Melloni, storico nonché vaticanista II, nel senso che prima del Concilio Vaticano II c’erano state solo prove tecniche di trasmissione della fede. La Chiesa mellonica si fonda soprattutto sulla Chiesa delle origini che, nelle parole del Nostro, più che delle origini è spesso originale. Dopo quel periodo la Chiesa è andata in apnea per quasi duemila anni per poi prendere un bel respiro nel 1962.

Stupore? E' l'ospedale da campo, (con latrina)


Il cardinale Dolan per St Patrick Day

Terrorismo, anche il cardinale spara sui cattolici
Si può comprendere il desiderio di aiutare il mondo musulmano a prendere le distanze dai terroristi islamici, magari promuovendo anche una revisione dell’islam; ed è certo da apprezzare la volontà di non esasperare ulteriormente la tensione. Ma per quale motivo lo si deve fare raccontando menzogne sul Cristianesimo? O tirando in ballo i cattolici quando non c’entrano nulla?

Quando non si kommissariava

Padre Massimiliano Kolbe e la Massoneria – 1a Parte
Origini dello spirito sovversivo della Giudeo-Massoneria, 
Satanismo autentico e Rivoluzioni nell'analisi di 
San Massimiliano Kolbe
Prima Parte – Video in allegato
A cura di
Centro San Giorgio e Redazione "Qui Europa"
Padre Massimiliano Kolbe e la Massoneria – Prima Parte
 Padre Kolbe e il "Cavaliere dell'Immacolata"                                               
Roma, Brescia – A cura di Paolo Baroni, Centro Culturale San Giorgio – Massimiliano Maria Kolbe nacque nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entrato nell’ordine dei francescani e, mentre l’Europa si avviava a un secondo conflitto mondiale, svolse un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe diede vita al «Cavaliere dell’Immacolata» (vedi qui Nel tempo dedicato a Santa Rita, un’iniziativa speciale della Milizia dell’Immacolata e quiPadre Massimiliano Kolbe – La Milizia dell’Immacolata e la lotta contro Massoneria e Sionismo), periodico che raggiunge in una decina d’anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 venne deportato ad Auschwitz. Qui fu destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. In questo lager Padre Kolbe offrì la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì pronunciando l’«Ave Maria». Furono le sue ultime parole: era il 14 agosto 1941 (1).
(1) Estratto dall’opera Con l’Immacolata contro massoni e «nemici» della Chiesa di Dio, Casa Mariana, Frigento 1986, pagg. 62-102. Scritto reperibile alla pagina web

venerdì 6 marzo 2015

Chi lo dirà ai vaticanisti dè noàntri che..

Il già visto dei bellicisti

Dopo che gli Statunitensi incitarono i Ben Laden contro i Russi, si accorsero che i Ben Laden s’erano messi contro di loro. Le “Torri Gemelle” offrirono il casus belli, gli Statunitensi andarono in Afganistan e il consuntivo fu un’altra sconfitta da cui uscirono forti i talebani.
Poi gli Statunitensi offrirono, con false prove di “armi di distruzione di massa”, il casus belli con l’Irak e la conclusione fu la nascita dello Stato Islamico. C’è mancato poco che gli Statunitensi
si precipitassero sulla Siria con la storia dei gas, ma i Russi sottrassero questo pretesto.
Adesso l’Irak risorto combatte lo Stato Islamico, ma domanda: chi è che continua ad armare lo Stato Islamico? Il Papa lo sa e l’ha forse detto.
Intanto gira per internet una cosa già sentita: l’attentato alle Torri Gemelle era orchestrato da potentati che strumentalizzavano i Ben Laden.
La novità è che la voce che lo ammette è statunitense.
don Ennio Innocenti
http://www.fraternitasaurigarum.it/wordpress/?p=556Cia e sauditi, la premiata ditta dei tagliatori di teste

 Zacarias MoussauiNon fanatici, ma mercenari. Dirottati in mezzo mondo – Afghanistan, Balcani, Medio Oriente – per scatenare il terrore, fornendo l’alibi per la “guerra infinita” degli Usa. Al-Qaeda e Isis sono due maschere dello stesso network, organizzato dai sauditi sotto la regia di Washington. «Dalle viscere del carcere di massima sicurezza statunitense di Florence (Colorado), il componente di Al-Qaeda Zacarias Moussaui, condannato all’ergastolo, fa luce su quello che certamente è il segreto più sporco della “guerra al terrore”», scrive Pepe Escobar. «In più di 100 pagine di testimonianze rese nei giorni scorsi in una corte federale di New York, Moussaui fa “esplodere” delle autentiche bombe legate alla “Casa di Saud”».
Tra i più importanti finanziatori di Al-Qaeda prima dell’11 Settembre compaiono i principali esponenti del potere saudita, alleato di Washington. Le prime avvisaglie dello scandalo esplodono adesso, spiega Escobar, perché gli Usa ricattano l’Arabia Saudita: guai se Riyadh si sfilasse dall’alleanza, cessando di sostenere sottobanco il network del terrore, che oggi si chiama Califfato, o a scelta Isis, Isil o semplicemente Daesh. E guai se smettono di pompare petrolio, facendone crollare il prezzo per colpire Putin.
Nelle rivelazioni dell’ergastolano Moussaui, scrive Escobar in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”, troviamo nientemeno che l’ex capo dell’intelligence saudita, il principe Turki al-Faisal, già grande amico di Osama Bin Laden, insieme un personaggio come il principe Bandar Bin Sultan, detto “Bandar Bush”, già ambasciatore saudita negli Stati Uniti «e mancato sponsorizzatore di jihadisti in Siria». Turki e Bandar sono in compagnia «di un caro amico dei mercati occidentali (e di Rupert Murdoch)», cioè il principe Al-Waleed Bin Talal, e con lui «tutti i maggiori “chierici” wahhabiti dell’Arabia Saudita». In altre parole, «nessuno di loro è nuovo a chi segue fin dai tempi dell’Afghanistan degli anni ’80 le sporche vicende degli jihadisti finanziati dai wahhabiti sauditi». Le informazioni, aggiunge Escobar, assumono maggiore importanza se messe in relazione al prossimo libro di Michael Springmann, ex capo della sezione visti a Jeddah, in Arabia Saudita. In “Visto per al-Qaeda”, svelando «tutti gli sdoganamenti della Cia che hanno sconvolto il mondo»,  Springmann descrive in dettaglio le mosse dell’armata del terrore messa in piedi dagli Usa.
Michael SpringmannNegli anni ’80, la Cia reclutò e addestrò «agenti musulmani» per contrastare l’invasione sovietica in Afganistan. «Più tardi, la Cia avrebbe spostato questi agenti dall’Afganistan ai Balcani, poi in Iraq, in Libia e in Siria, facendoli viaggiare con visti statunitensi illegali». Questi guerriglieri addestrati dagli Usa «si sarebbero poi riuniti in un’ organizzazione che è sinonimo di terrorismo jihadista: Al-Qaeda». Lo scopo politico di queste rivelazioni, dal punto di vista di Washington, secondo Springmann «è di esercitare pressioni sulla Casa di Saud per continuare a pompare le loro eccedenze petrolifere: i recenti rimbalzi petroliferi stanno provocando l’isterismo a Washington, poiché potrebbero essere il segnale di un ripensamento dei sauditi sulla loro guerra dei prezzi del petrolio contro, prima fra tutti, la Russia». Dunque, verso la metà degli anni ’80, “Al-Qaeda” era solo un database in un computer collegato al dipartimento delle comunicazioni del segretariato della Conferenza Islamica, scrive Escobar. «A quel tempo, quando Osama Bin Laden non era che un agente “delegato” Usa che operava a Peshawar, l’intranet di Al-Qaeda era un ottimo sistema di comunicazione per lo scambio di messaggi in codice tra i guerriglieri».
“Al-Qaeda” non era un’organizzazione terrorista – ovvero un esercito islamico – e neanche proprietà privata di Osama Bin Laden. «In seguito, verso la metà degli anni 2000 in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi – il precursore giordano di Isis/Isil/Daesh – stava reclutando giovani militanti-fanatici-arrabbiati, senza un diretto input da parte di Bin Laden. La sua copertura era Aqi (Al-Qaeda in Iraq)». Quindi, continua Escobar, Al-Qaeda era e resta un marchio di successo. «Non è mai stata un’organizzazione; piuttosto era un elemento operativo essenziale di un’agenzia di intelligence. Da qui l’imperativo categorico: Al-Qaeda è essenzialmente una derivazione dell’intelligence saudita». La miglior prova è il ruolo oscuro, fin dall’inizio, del principe Turki, ex direttore generale per lungo tempo del Mukhabarat, l’intelligence della Casa di Saud («ma Turki non parla, e mai lo farà»).  L’intelligence turca, per parte sua, «non ha mai creduto al mito dell’“organizzazione” Al-Qaeda». Le rivelazioni di Moussaui, aggiunge Escobar, «diventano davvero esplosive quando si collegano tutti i punti tra l’ideologia politica della Casa di Saud, la piattaforma politica di Al-Qaeda e l’abbozzo ideologico del falso Califfato di Isis/Isil/Daesh. La matrice di tutti questi è il wahhabismo del 19° secolo – e la sua interpretazione/appropriazione medievale dell’Islam. Tutti usano metodi diversi, alcuni più rumorosi di altri, ma tutti hanno lo stesso fine: il proselitismo wahhabita».
La differenza fondamentale, secondo Escobar, è che Al-Qaeda e Isis/Isil/Daesh «sono dei rinnegati wahhabiti che intendono, alla fine, prendere il posto della Casa di Saud – fantoccio comandato dall’Occidente – instaurando in modo ancora più intollerante il potere salafita e/o del Califfato». Per cui, «quando questa “bomba” ancora segreta verrà fuori dal vaso di pandora arabico, crolleranno i presupposti che reggono quel dono che viene continuamente elargito dagli Usa, la “Guerra al Terrore” (guerra infinita)». Non è rassicurante nemmeno il nuovo capo della Casa di Saud, il principe Salman, che «negli anni ’90 era uno strenuo sostenitore del salafismo e del Jihad», inclusa la pratica Bin Laden. Più tardi, come governatore di Riyadh, «si distinse nell’avversione più totale verso gli sciiti, che poi si espandeva nell’odio verso l’Iran nel suo complesso – per non parlare poi del suo odio per qualsiasi cosa che lontanamente ricordasse la democrazia all’interno dell’Arabia Saudita». Assurdo aspettarsi che Salman sia un “riformatore”, «come è assurdo aspettarsi che l’amministrazione Obama interrompa una volta per tutte la sua storia d’amore con i suoi “bastardi preferiti” del Golfo Persico».
Ma ora, aggiunge Escobar, c’e’ un nuovo elemento chiave: «La Casa di Saud è disperata. Non è un segreto a Riyadh e in tutto il Golfo che il nuovo Re e i suoi consiglieri ammaestrati dall’Occidente stiano letteralmente perdendo la testa. Si ritrovano circondati dall’Iran – che, per giunta, è sul punto di concludere un accordo nucleare con il Grande Satana l’estate prossima». La situazione non è allegra: i sauditi «vedono il falso Califfato di Isis/Isil/Daesh che controlla gran parte del “Siraq” – e con gli occhi già puntati verso la Mecca e Medina. Vedono gli sciiti Houthi pro-Iran che controllano lo Yemen. Vedono gli sciiti della maggioranza in Bahrein repressi con grandi difficoltà dalle forze mercenarie. Vedono disordini sciiti diffusi nelle province orientali dell’Arabia Saudita, dove c’è il petrolio. Sono sparsi in tutto il Medio Oriente ancora in preda alla psicosi “Assad deve andarsene” (mentre lui non va da nessuna parte). Hanno bisogno di finanziare la “junta” militare al potere in Egitto con miliardi di dollari (l’Egitto è al verde). E oltre a tutto questo, si sono bevuti la storia America-contro-Russia, impegnandosi in una guerra dei prezzi del petrolio che sta consumando il loro budget».
Pepe EscobarNon ci sono prove che Salman sia deciso a compiere lo sforzo di cooperare con il governo di maggioranza sciita a Baghdad, né che tenterà di raggiungere un compromesso con Teheran: «Al contrario, regna la paranoia, poiché nel momento in cui l’Iran riaffermasse la sua supremazia nucleare, una volta concluso l’accordo atteso per l’estate prossima, i sauditi si ritroveranno emarginati ideologicamente e politicamente». Soprattutto, conclude Escobar, non ci sono prove che l’amministrazione Obama abbia la capacità di riconsiderare le relazioni coi sauditi. «Ciò che è certo è che il più sporco segreto della “guerra al terrore” resterà off-limits. Tutto il “terrore” che stiamo vivendo, sia quello reale sia quello costruito a tavolino, proviene da un’unica fonte: non è “l’Islam”, ma l’intollerante e demente wahhabismo», irresponsabilmente incoraggiato, organizzato e finanziato con la piena collaborazione della Cia. Stesso film: dalla strage di americani innocenti l’11 Settembre alla ricomparsa dei “tagliatori di teste” in Siria, in Iraq e ora in Libia.

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http://www.libreidee.org/2015/03/cia-e-sauditi-la-premiata-ditta-dei-tagliatori-di-teste/

Gli Usa vogliono distruggere l'ISIS ma si oppongono a tutte le forze che lo stanno combattendo sul campo. Noam Chomsky

Gli Usa vogliono distruggere l'ISIS ma si oppongono a tutte le forze che lo stanno combattendo sul campo. Noam Chomsky

Washington e i suoi alleati sono responsabili della nascita del gruppo



L'Iraq ha lanciato una nuova operazione militare per riconquistare la città di Tikrit con il sostegno di unità della Guardia della Rivoluzione iraniana. La città è controllata delle milizie dello Stato islamico dallo scorso giugno.L'offensiva si presenta mentre l'esercito iracheno si prepara per una grande operazione sostenuta dagli Stati Uniti per riprendere Mosul nelle prossime settimane.

L'ISIS "nasce dalla decisione americana di voler colpire una società molto vulnerabile, suscitando conflitti settari che non esistevano", sostiene Noam Chomsky, professore emerito del Massachusetts Institute of Technology, intervistato da DemocracyNow. "E 'difficile capire come l'Iraq possa anche solo essere tenuto insieme a questo punto. E' stato devastato dalle sanzioni americane, la guerra, le atrocità che sono seguite ad essa.


Alla domanda riguardo l'efficacia della strategia degli Stati Uniti, costretti dai loro legami con l'Arabia Saudita e dal rifiuto di impegnarsi con l'Iran e gruppi come Hezbollah, che sono efficaci nel combattere l'ISIS, Chomsky riprende la definizione data da Patrick Cockburn alla strategia americana, descrivendola come "la strategia di Alice nel paese delle Meraviglie". Gli Stati Uniti vogliono distruggere ISIS , ma si oppongono a tutte le forze che stanno combattendo l'ISIS . Così, lo stato principale che è contrario all'ISIS è l'Iran. Essi sostengono il governo iracheno, il governo sciita. Ma l'Iran è, si sa, nella lista dei nemici degli Stati Uniti. Probabilmente le principali forze di terra che combattono l'ISIS sono il PKK e i suoi alleati, che sono sulla lista dei terroristi degli Stati Uniti. Questo sia in Iraq e in Siria. L'Arabia Saudita, il nostro principale alleato insieme ad Israele, è stata per lungo tempo il finanziatore principale dell'ISIS e gruppi simili, non necessariamente il governo; ricchi sauditi non sono solo i finanziatori, ma anche la sorgente ideologica. L'Arabia Saudita è dominata da una versione estremista fondamentalista dell'Islam: la dottrina wahhabita. E l'ISIS è un ramo estremista della dottrina wahhabita. L'Arabia Saudita è uno stato missionario. Fonda scuole, moschee per diffondere la sua versione radicale dell'Islam. Ed è un alleato degli Usa. I nostri nemici sono quelli che combattono l'ISIS.

L'ISIS è una mostruosità, prosegue Chomsky. Non c'è molto dubbio. Ma non è venuto dal nulla. E' il risultato ottenuto dagli Stati Uniti, di aver colpito una società molto vulnerabile, suscitando conflitti settari che non esistevano. Sono diventati molto violenti. La violenza degli Stati Uniti ha fatto peggio. Siamo tutti a conoscenza dei crimini. Da questo è venuto un sacco di violenza, forze assassine. L'ISIS è una di queste. Ma le milizie sciite non sono poi così diverse. Quando diciamo "l'esercito iracheno sta attaccando", probabilmente chi combatte sono e milizie sciite con l'esercito iracheno sulle retrovie. Voglio dire, il modo in cui l'esercito iracheno è crollato è un fatto militare stupefacente. Si tratta di un esercito di, credo, 350.000 soldati, pesantemente armati dagli Stati Uniti e addestrati dagli Stati Uniti per 10 anni.  
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=10785



Attenzione a Putin

E’ uscita in Francia una nuova biografia di Putin. Nato nel 1952 egli fu subito segretamente battezzato, ma ebbe conoscenza di questo soprannaturale sigillo soltanto in coincidenza col crollo del regime sovietico. Precedentemente il giovane Wladimiro, affascinato dalla leggenda spionistica, aveva frequentato un corso di formazione nel quale c’era anche l’insegnamento del diritto: in questo contesto aveva notato il contrasto tra la supremazia della legge rivendicata dal docente e il cinico prevalere degli ordini “superiori” al di fuori della legge, tanto che preferì interrompere gli studi di diritto e farsi mandare in Germania (dove potette notare il cinismo affaristico del mondo cosiddetto libero, coperto dalla maschera del libero mercato).
Col crollo del regime egli riprese e completò gli studi di diritto col suo vecchio docente, il quale – diventato sindaco di Pietroburgo – restituì il nome di fondazione della città voluto in onore di san Pietro e volle accanto a sé come fiduciario ad omnia il discepolo Wladimiro.
Perdute le elezioni, Wladimiro passò all’amministrazione presidenziale sbaragliando tutti i competitori in carriera e diventando l’erede del potere russo (1999). In pochi mesi egli riformò la struttura governativa ristabilendo il primato della competenza al servizio del bene comune, poi schiantò la rivolta cecena e fece rinascere la sua capitale, infine subordinò il potere economico all’interesse nazionale
Il boiardo Berezovski tentò di tutto per opporsi a Putin, ma morì nel più completo discredito nel 2013. Il boiardo Khordorkovski, volendo sfuggire al fisco, fu espropriato, condannato al carcere e infine graziato per ragioni umanitarie (2013).
Poi venne il fantastico risanamento del debito russo. Ma a causa della connessione con l’Europa occidentale, la Russia ne ha importato la recessione e, colpita dalle sanzioni imposte dagli USA, ha reimpostato la sua politica militare e finanziaria internazionale.
In armonia con il Patriarcato Ortodosso, Wladimiro ha innalzato la bandiera dei valori cristiani e nazionali. Egli è stato decisivo nel preservare la Siria dal caos (voluto in Irak, Afganistan e Libia dalle potenze “democratiche”). In Serbia, in Georgia e in Ucraina Putin ha imposto il suo realistico punto di vista e ora denuncia le fonti finanziarie del terrorismo islamico. Putin ha dietro di sé più dell’80% dell’elettorato russo.
don Ennio Innocenti

Dio castiga?

 Una conferenza di P. Serafino Lanzetta

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Ringraziamo gli amici del sito Café Teologico, che ci danno la possibilità di ascoltare una conferenza di P. Serafino Lanzetta sul tema “Dio castiga?”.
La conferenza si è tenuta in Verona mercoledì 25 febbraio 2015. Il video è accessibileCLICCANDO QUI. L’argomento, sempre di grande importanza per una retta conoscenza della Dottrina, è trattato da P. Serafino Lanzetta con la profondità e la chiarezza che ben conosciamo. A tutti i nostri amici lettori consigliamo quindi vivamente un ascolto attento, che non potrà che portare giovamento in questo periodo di grande confusione.
PD
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C'è un Patriarca in Siria!

“Le milizie cristiane o finiremo come montoni sgozzati”, dice il patriarca

Il gesuita Ryscavage contro il "pacifismo a ogni costo"


Roma. Ai cristiani preda dell’estremismo islamico il settimanale francese Point dedica la sua ultima copertina, chiedendosi come la chiesa dovrebbe reagire davanti alla minaccia portata dal califfo Abu Bakr al Baghdadi e dai suoi sgherri tagliagole attivi dalla Tripolitania al deserto iracheno. “Chi salverà i copti e gli assiri dagli islamisti?”, è la domanda che campeggia vicino alla foto di una fedele copta nella cattedrale di San Marco, al Cairo.

Braci e padellone

Neocatecumenali, il Papa: grande dono per la Chiesa
Un “dono della Provvidenza” che “fa un grande bene nella Chiesa”. Con queste parole di stima Papa Francesco ha salutato i membri del Cammino Neocatecumenale, che hanno affollato l’Aula Paolo VI per la presentazione al Papa delle 200 famiglie del Movimento pronte a partire in missione in tutti i continenti. Mille e 100 famiglie sono già sparse nei cinque continenti, con i loro 4.600 figli. Altre 200, con 600 figli, si alzano in Aula Paolo VI per ricevere la benedizione di Papa Francesco e aggiungersi alla lista di quelli che li hanno preceduti. Papà, mamme, ragazzi, bambini che hanno deciso che la loro casa sarà altrove – altre le scuole, gli amici – ciascuna in una porzione di mondo dove Gesù e Vangelo sono parole di presa molto relativa. 

Padelle e braci

BERGOGLIO E’ PASSATO DALLA PADELLA BERTONE ALLA BRACE PELL - IL “MORALIZZATORE” DELLE FINANZE VATICANE HA SPESO MEZZO MILIONE DI EURO IN POCHI MESI TRA ARREDI E VOLI IN BUSINESS CLASS -

Se Bertone è stato crocifisso per essersi trasferito in un mega appartamento con terrazzo panoramico, il primo atto di George Pell è stato quello di assumere il suo economo personale, Danny Casey, con un appannaggio da 15 mila euro al mese. Esentasse, naturalmente. Il monsignore per il suo protégé vuole il meglio…

Alla ricerca del Papa perduto

 E' Papa oppure no?

Sto finalmente leggendo il libro di Socci Non è Francesco. Che dire? Socci è un grande giornalista e credo che abbia scritto un libro molto importante perché, come forse già sapete, fra le altre cose interessanti che ha detto, ha  anche mostrato che l’elezione di Papa Francesco forse è stata irregolare  e perciò nulla e invalida.

Quello che è successo in Conclave è stato rivelato nei dettagli dalla scrittrice argentina Piqué che sicuramente ha riportato confidenze di  Bergoglio, suo stretto amico sin da quando era cardinale in Argentina. D’altronde la sua versione non è stata mai smentita dal Vaticano e ha trovato conferme indirette per il fatto che lo stesso sito del Vaticano ha tessuto le lodi del suo libro quando è uscito…

Africa ultima spes?

Guerra liturgica, critiche al papa, islamismo, 

grandezza dell'Africa...

Intervista al cardinale Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino 

e la Disciplina dei Sacramenti


Guerra liturgica, critiche al papa, islam e islamismo, grandezza dell'Africa... In questa intervista concessa ad Aleteia, il nuovo prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Robert Sarah, risponde alle domande attuali.

Eminenza, nel suo libro “Dio o niente” si riferisce varie volte alla “guerra liturgica” che divide i cattolici da decenni, guerra assai sfortunata, dice lei, visto che sulla questione dovrebbero essere particolarmente uniti. Come uscire oggi da queste divisioni e riunire tutti i cattolici intorno al culto reso a Dio?

Per la setta dei micioni

LA CONDANNA AL PENTECOSTALISMO, AL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO, DEL MISTICO SERVO DI DIO SACERDOTE DON DOLINDO RUOTOLO


Le sette hanno un tristissimo retaggio d'iniquità, di soprusi, di delitti e di spaventose degradazioni; gli eretici, pur fingendo di predicare la virtù e la fede, devastano la coscienza e riducono le anime ad un cumulo di rovine. Basta vedere lo stato di corruzione nel quale sono cadute le nazioni protestanti per convincercene. Si può dire senza esagerazione perché è un fatto storico innegabile che tutta l'apostasia moderna da Dio è dovuta al protestantesimo, degenerato prima nel razionalismo e poi nell'ateismo.