ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 4 gennaio 2016

E qui mi ha steso!

Il silenzio è d'oro! La gravità dei peccati di lingua



Un bel giorno mi arrivarono alle orecchie queste parole di San Pio da Pietrelcina, uno dei più grandi santi della storia della chiesa: "Mancare alla carità è come mettere il dito nella pupilla dell'occhio di Dio!" Cosa c'è - pensai - di più sensibile della pupilla? Non mi viene in mente nulla... E continuava il santo stigmatizzato: "Mancare alla carità è come mancare alla purezza con atti contro natura" e qui mi ha steso!
Il peccato impuro contro natura - tipico dei sodomiti ma che può essere commesso anche dagli eterosessuali - non solo è un peccato mortale contro il VI comandamento (Catechismo della Chiesa Cattolica) ma è anche un peccato "intrinsecamente perverso" (Reconciliatio et paenitentiae di Giovanni Paolo II) che grida vendetta al cospetto di Dio (Catechismo Maggiore detto di S. Pio X). Se mancare alla carità ha la stessa gravità, mi son detto con un rinnovato peso sullo stomaco (!!!), devo farci urgentemente l'esame di coscienza! Meditando, ho pensato che non è una cosa nuova, a pensarci bene, perché Nostro Signore in Matteo 5 dice: "Se tu dici a tuo fratello 'stupido' sarai sottoposto a processo, se gli dici 'pazzo' sarai sottoposto al fuoco della Geenna". Questo significa che tutte le persone che insultano in modo grave un'altra persona tanto da ferirla non possono fare la comunione e devono confessarsi. Ho pensato: si parla tanti dei divorziati risposati, poverini, come se fossero gli unici peccatori al mondo che non possono fare la comunione ne ricevere l'assoluzione, eppure se la gente sapesse questo che ho appena detto, quanto pochi dovrebbero alzarsi per andare a ricevere la Comunione? Ecco che allora non ci sarebbe più bisogno di ministri straordinari dell'Eucaristia! Questo comporta un altro giudizio: le parolacce sono davvero solo peccato veniale? Notare bene: si parte già pensando che sicuramente sono almeno peccato veniale, non che non sono peccato, come pensa superficialmente qualcuno. La risposta è chiara a questo punto, a mio modesto avviso: se sono particolarmente offensive o legate alla sfera sessuale sono peccato grave, perché non solo si presta la bocca al demonio, che è un esperto conoscitore del linguaggio volgare per chi lo conosce, ma sono particolarmente offensive nei confronti della dignità dell'uomo immagine e somiglianza di Dio (Gn 2, 26) e feriscono la sua sensibilità (Mt 5). Da una frase del santo del Gargano, lo Spirito Santo sa suscitare collegamenti veramente sorprendenti. Dico allora a me, e a chi legge, buon esame di coscienza e auguri per un anno nuovo vissuto Santamente, senza nessuna di queste cose, citando S.Giovanni Bosco: "Se potete parlare bene di qualcuno, fatelo, se non potete, tacete". Ave Maria!

di Cristiano M.G.
http://gloria.tv/media/kurNZ5p2ZQF

Il segreto di Padre Pio – di Antonio Socci – Video

Socci1Propongo la visione di questi tre video, consecutivi, in cui Giuliano Ferrara intervista Antonio Socci sul suo ultimo libro allora pubblicato, Il segreto di Padre Pio. Correva l’anno 2007, Socci era reduce del’avventura di Excalibur, programma fuori dagli schemi convenzionali e troppo originalmente cristiano per avere vita lunga, ma che gli aveva procurato sia la notorietà come giornalista sia la stima dei cattolici per quella sua intelligenza vivace, arguta e schietta sostenuta da una solida cultura umanistica e da una preparazione a tutto campo sulla storia della Chiesa, dottrina compresa.
Il libro, a mio avviso, è uno dei più pregevoli dal punto di vista religioso tra quelli scritti da Socci, perché di Padre Pio svela aspetti affatto noti riuscendo a trasmettere appieno la spiritualità di quel grandissimo Santo e, nel contempo, a far penetrare il lettore nell’intimo di un’anima misticamente unita a quel Salvatore al quale si era offerta per la salvezza del mondo.
Non è però solo per il contenuto altamente edificante del saggio che invito alla visione dell’intervista, ma perché, rispondendo alle domande di Giuliano  Ferrara e Ritanna Armeni, Antonio Socci  dava risposte precise, inoppugnabili e ancora attualissime sulla Chiesa, le sue gerarchie, i fedeli, i Santi e l’opera salvifica di Gesù, offrendo una lettura moderna e insieme antica del cristianesimo. Inoltre, nell’attuale confusione e disorientamento in cui oggi ci troviamo immersi, vale la pena di ascoltare un punto di vista assolutamente condivisibile e per parecchi aspetti chiarificatore dell’azione dello Spirito Santo nell’economia della salvezza.
E, infine, questo a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, della profonda fede e della coerenza cristiana che da sempre gli appartengono.



1 commento:

  1. La massima carità è volere e favorire la salvezza eterna delle anime; cerchiamo di non confondere la vera carità cattolica col sentimentalismo mieloso dei modernisti; qualcuno pensa davvero che nascondere la verità su peccato e peccatori pubblici sia di giovamento alla salvezza dei traviati? E il favoreggiamento dello scandalo (impedimento alla salvezza altrui col cattivo esempio) è forse irrilevante? Uno degli esercizi dei modernisti consiste nel confondere il pubblico col privato: ma io in quanto cristiano devo stigmatizzare pubblicamente uno scandalo (impedimento alla salvezza altrui) a prescindere dai miei eventuali peccati contro la carità, che riguardano la mia privata confessione e non sono pubblici. Per il modernista invece ciascuno deve occuparsi dei propri peccati e mielosamente accettare (e quindi favorire) i peccati degli altri, altrimenti "giudica" il fratello. Si sfrutta cioè il senso di colpa di ciascuno per non disturbare i pubblici peccatori, come se si potesse mantenere la morale cattolica nella sfera esclusivamente privata.

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