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lunedì 11 gennaio 2016

Un dialogo con Erode?


il-cardinale-zen-ze-kiun-646827_tnIl cardinale Zen contro la diplomazia vaticana in Cina


Nel discorso che ha rivolto l'11 gennaio al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, con un'ampia sezione focalizzata sui migranti, papa Francesco non ha fatto parola della Cina.
Ma si sa che questo grande paese è in primissimo piano nelle attenzioni di Francesco, di cui si ricorda l'impetuosa risposta alla domanda di un giornalista: "Se andrei in Cina? Domani!".

A metà ottobre una delegazione vaticana si è recata a Pechino. Ed è trapelato che abbia discusso sulle modalità di nomina dei vescovi, i cui ultimi insediamenti sono avvenuti quasi tutti per volontà delle sole autorità comuniste, in spregio dell'autorità del papa.
E i delegati vaticani ne avrebbero discusso senza esigere preliminarmente, come condizione "sine qua non" del negoziato, la liberazione del vescovo Su Zhimin di Baoding, da tempo in carcere, e del vescovo Ma Daqin di Shanghai, a domicilio coatto da più di tre anni.
Dagli incontri sarebbe uscito un nulla di fatto. il che non ha impedito al segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, di dichiarare che "parlare è già positivo" e "fa parte di un processo che si spera si concluderà con un accordo".
Ancor più ottimistico è il quadro dei rapporti attuali tra Pechino e Roma tratteggiato da un libro uscito in questi giorni, scritto da un cinese di Shanghai convertito da adulto al cattolicesimo e research fellow nell'università Sophia dei Focolarini, a Loppiano, in Toscana:
Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Ed è la micidiale requisitoria contro la diplomazia vaticana pubblicata dal cardinale cinese Joseph Zen Zekiun, vescovo emerito di Hong Kong – già consigliere di Benedetto XVI per la Cina ma emarginato da papa Francesco –, il giorno stesso della presentazione solenne a Roma, in un'aula della Radio Vaticana, del libro ora citato.
A giudizio di Zen, riguardo alla nomina dei vescovi cinesi ma non solo, il percorso imboccato dalla diplomazia vaticana non può che condurre a uno sbocco fallimentare, pari a quello della Ostpolitik con i paesi comunisti.
Così infatti Zen conclude la sua requisitoria:
"Quello che non mi lascia tranquillo è vedere il nostro eminentissimo segretario di Stato ancora inebriato del miracolo dell’Ostpolitik. In un discorso dell’anno scorso, commemorativo del cardinale Agostino Casaroli, lodò il successo del suo predecessore di aver assicurato l’esistenza della gerarchia ecclesiastica nei paesi comunisti dell’Europa dell’Est. Egli diceva: 'Nello scegliere i candidati per l’episcopato, scegliamo dei pastori e non gente che si oppone al regime per principio, gente con attitudine di gladiatori, gente che ama mostrarsi sul palcoscenico politico'. Io mi domando: Chi aveva in mente il cardinale mentre faceva questa descrizione? Ho paura che stesse pensando a un cardinale Wyszynski, a un cardinale Mindszenty, a un cardinale Beran. Ma questi sono gli eroi che coraggiosamente difesero la fede del loro popolo! Mi fa paura questo modo di pensare, spero di averlo capito male.
"Il giorno che si firmerà quell’accordo con la Cina ci sarà pace e giubilo, ma non aspettate che io partecipi alle celebrazioni dell’inizio di questa nuova Chiesa. Io sparirò, inizierò una vita monastica per pregare e fare penitenza. Chiederò scusa a papa Benedetto per non essere riuscito a fare quello che egli sperava che io riuscissi a fare. Chiederò a papa Francesco di perdonare questo vecchio cardinale di periferia per averlo disturbato con tante lettere inopportune.
"I bambini innocenti sono stati uccisi, l’angelo ha detto a Giuseppe di portare il Bambino e Maria in salvo fuggendo. Ma oggi i nostri diplomatici forse consiglieranno a Giuseppe di andare a tentare un dialogo con Erode?".
Il testo integrale della requisitoria del cardinale Zen è in questa pagina di "Asia News":

Settimo Cielo di Sandro Magister 11 gen

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