ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 3 gennaio 2016

Un voto solenne

La Chiesa russa sostituisce Roma come centro della cristianità?

Comunità cristiane in Medio Oriente
I cristiani in tutto il mondo si rivolgono alla Russia in cerca di protezione
In nessun momento della storia la persecuzione dei cristiani è stata così intensa e diffusa come lo è ora.
I cristiani in Medio Oriente hanno un disperato bisogno di un campione, che nel mondo di oggi non può che essere una grande potenza, ed è la Russia che si è assunta questa responsabilità.
Con la sua ideologia laica, l’Occidente non può più proteggere gli interessi cristiani nel mondo, come ha fatto per secoli. Anche se gli USA hanno una più alta percentuale di frequentatori di chiese rispetto ad altri paesi occidentali, sottovalutano l’importanza della religione nei paesi che hanno preso di mira per un cambio di regime. Chiudendo un occhio su decapitazioni, stupri di bambini e altre atrocità, hanno creato un inferno in terra per i cristiani in tutto il Medio Oriente. E con la primavera araba, le cose sono andate di male in peggio, mentre il successo dell’ISIS in Iraq ha ispirato gruppi simili. I Fratelli Musulmani in Egitto, Boko Haram in Nigeria e Al-Shabaab in Somalia stanno tutti commettendo atrocità contro i cristiani.
Ossessionati dalla loro Costituzione, gli Stati Uniti presumono di poter imporre la separazione tra Stato e Chiesa in un mondo in cui le tradizioni culturali e religiose sono profonde. Il loro fallimento nel rendersi conto che queste tradizioni contribuiscono a un rifiuto della democrazia di tipo occidentale, e allo stesso modo, nel notare la dimensione spirituale della politica estera di Vladimir Putin, tra cui la sua posizione verso i cristiani perseguitati, dà alla Russia un vantaggio decisivo.
Vladimir Putin sa che la separazione della modernità della politica dalla religione ispira molti in tutto il mondo a tornare alle loro radici religiose. Nel febbraio 2012, ha fatto un voto solenne alla Chiesa ortodossa russa di proteggere i cristiani perseguitati in tutto il mondo, un impegno che ha anche catturato l’attenzione dei potenti evangelici americani.
I cristiani siriani sono entusiasti e grati per la risposta decisa della Russia al massacro che hanno sopportato per più di quattro anni. Ma per capire il vero significato di questa iniziativa, dovete sapere che, a parte la Russia, la Georgia e l’Armenia, in quindici paesi europei e del Vicino Oriente ci sono comunità ortodosse per le quali Putin ha sempre più l’aspetto di un Costantino del XX secolo.
L’imperatore romano del IV secolo si convertì al cristianesimo, pose fine alle persecuzioni che i cristiani avevano sofferto sotto i suoi predecessori e concesse alla Chiesa privilegi che le permisero di diventare una potenza mondiale. Nonostante la presenza elettrizzante di papa Francesco, in futuro potremmo vedere la Chiesa d’Oriente sostituire Roma come centro della cristianità.
Questo avverrà senza l’aiuto dei media. Incapaci di immaginare lo sviluppo spirituale che ha avuto luogo in Russia a partire dalla fine del comunismo, questi ritraggono le affermazioni di fede di Putin come opportunismo geopolitico. Eppure, nella sua autobiografia “Prima Persona”, pubblicata nel 2000, il presidente russo ha dichiarato che la prima linea di ogni legge russa dovrebbe riferirsi ai valori morali. Lui vuole che la Russia sia tanto consapevole del suo patrimonio spirituale quanto lo è della sua posizione politica e geografica.
Il Presidente Putin è convinto che la spiritualità abbia un profondo effetto sul modo in cui si sviluppa una cultura, fornendo una bussola morale indispensabile che va più in profondità di un’opportunità politica passeggera e di una “libertà” laica.
Mentre un numero crescente di cristiani di ogni sfumatura si rivolge alla Russia, la sua influenza globale può solo crescere.
Articolo di Iben Thranholm pubblicato da Russia Insider il 28 Dicembre 2015
Tratto da The Saker
http://www.controinformazione.info/la-chiesa-russa-sostituisce-roma-come-centro-della-cristianita/

«Ecco perché la mia Russia, a un passo dal suicidio umano e demografico, ha deciso di dire sì alla vita»

«Ecco perché la mia Russia, a un passo dal suicidio umano e demografico, ha deciso di dire sì alla vita»

«Noi russi abbiamo vissuto sulla nostra pelle le conseguenze di un’ideologia che ci aveva fatto credere che saremmo stati felici senza Dio. Siamo arrivati a un centimetro dal suicidio umano e demografico. Adesso vogliamo tornare indietro». Alexey Komov è l’ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie, la più grande piattaforma internazionale per la difesa della famiglia naturale. In Italia per un convegno su Russia ed Europa organizzato a Rovereto dalla rivista Notizie Pro Vita, ha accettato di spiegare a Tempi le ragioni della svolta “life-friendly” di Mosca dopo il crollo del comunismo.
In effetti negli anni Novanta, dopo settant’anni di regime, la Russia aveva indici di sviluppo umano da agonia.
Fino alla vigilia della Rivoluzione bolscevica del 1917 il cristianesimo ortodosso era il fulcro della società russa. Nell’Ottocento l’ideologia marxista, partorita in Occidente, fece breccia nel cuore di alcuni intellettuali e borghesi russi. Secondo il materialismo comunista la scienza sarebbe riuscita a rendere l’uomo padrone di tutto. Non c’era più posto per la Chiesa che ricorda la dipendenza da Dio e dalle leggi naturali per la realizzazione dell’uomo e del bene comune. Perché la Russia ora guarda a queste idee con grande sospetto? Perché fummo i primi a conoscerle. Dopo la Rivoluzione d’ottobre fu legalizzato l’aborto, il divorzio, la famiglia come “affare” di Stato. Sull’orlo del precipizio ci siamo voluti fermare.
Però la svolta “confessionale” di Putin e l’idea di fare della Russia una sorta di baluardo della cristianità non gode di buona stampa in Occidente.
Senta, innanzitutto il governo sta approvando leggi che proteggono l’essere umano, cosa che si dovrebbe pretendere da ogni sovrano. Poi la valorizzazione del cristianesimo deriva dal fatto che Putin si è accorto che nel degrado assoluto l’unica cosa che ha resistito è stata la Chiesa ortodossa. La Russia ha provato il dolore di vivere senza Dio, per questo non crede più al comunismo e rigetta l’ateismo. Non a caso oggi il 77 per cento dei russi dichiara di credere in Dio e il 69 per cento è battezzato. Negli ultimi vent’anni sono state ricostruite trentamila chiese, seicento monasteri e altre duecento chiese sorgeranno presto a Mosca. Capisco che l’Occidente non capisca, visto quello che succede da voi. Però è così, il governo non sta imponendo nulla. E Putin sta solo prendendo atto del sentimento religioso riemergente nel popolo russo.
In Russia vige ancora un sistema autoritario che ha ben poco di compatibile con la nostra democrazia.
La “vostra” democrazia? In Occidente siete arrivati al punto di vedervi costretti per legge, e senza che nessuno abbia chiesto il vostro parere, a insegnare ai vostri figli che secondo questa “teoria del gender” non esistono “la mamma” e “il papà”, ma solo genitori A e B, che possono essere anche dello stesso sesso, e che si deve “scegliere” se essere “bambini” o “bambine”. Però senza discriminazioni, perché tutti devono essere uguali… Ecco, quando sento queste cose, quando sento che questa sarebbe “democrazia”, ripenso a me bambino. Ricordo che camminando per strada vedevo gli edifici progettati dalla nostra “grande democrazia socialista”, ed erano tutti brutti, tutti grigi, tutti uguali. Poi da qualche parte spuntava ancora qualche chiesa, bellissima, e subito sorgeva in me il desiderio di entrarci, di andare a rifugiarmi lì. Oggi le parti si sono invertite. Il popolo russo non cede all’ideologia Lgbt perché è molto meno ingenuo di quello europeo. La gente sa bene come gli intellettuali possono arrivare a imporre ideologie disumane.
È sufficiente legiferare secondo il diritto naturale per cambiare un paese?
Tuttora in Russia c’è una grande crisi demografica. Vent’anni fa siamo arrivati a quattro milioni di bambini abortiti ogni anno. Ora siamo scesi a circa due milioni. La politica da sola non basterà mai. Ma per fermare l’ingiustizia è necessario vietarla per legge. E comunque a ridurre i numeri dell’aborto sono stati anche ildivieto del governo di pubblicizzarlo, il fatto che le leggi prevedano il finanziamento dei Centri di aiuto alla vita, lo stanziamento di una somma pari a dieci mila euro per il secondo figlio e concessioni demaniali a chi ne ha più di tre. Per il resto è compito dei cristiani e degli uomini di buona volontà ricostruire il tessuto sociale.
Qual è la situazione della famiglia oggi in Russia?
La situazione sta migliorando, ma ancora la metà dei matrimoni finisce in divorzi. La cultura di massa che passa attraverso la televisione, i film americani, le riviste e i media digitali condizionano le nuove generazioni. Anche in Russia i media restano i principali educatori…
La Russia rischia sanzioni per le sue leggi “contro la propaganda e il proselitismo gay”. Non teme il suo isolamento a livello internazionale?
No, perché la maggioranza dei russi la pensa esattamente come Putin. Il quale non ha nulla da temere perché il nostro paese dispone di un importante deterrente nucleare ed è lo snodo fra l’Europa e l’Asia. La nostra forza è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che insieme a papa Francesco siamo riusciti a frenare la guerra in Siria e a bloccare il piano di Obama di bombardare Damasco. E mi lasci dire che noi russi abbiamo anche un senso messianico della nostra presenza nel mondo. Messianismo che può essere pericoloso, come quando volevamo esportare ovunque il comunismo, ma che ritorna utile ora che vogliamo ritrovare le nostre radici cristiane.
E degli arresti delle Pussy Riot o degli attivisti di Greenpeace che dice? Non sono sintomi di un “regime”?
Le persone pensano anche che noi russi non abbiamo l’acqua, che viviamo in povertà e che c’è corruzione ovunque. Invece in Russia la qualità dei servizi è ottima, la tassazione è al 40 per cento, la popolazione sta mediamente bene, costruiamo molto, importiamo e la materia prima è sfruttata con intelligenza. C’è libertà di impresa e anche di espressione. Mentre in Occidente in certi ambienti non potete neppure indossare una croce.
Fonte: Tempi

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