Postato 2 hours ago da Cesare Baronio
BERGOGLIO L’ARGENTINO
Secondo il pensiero del tifoso del San Lorenzo de Almagro i 2 grandi italiani contemporanei sarebbero Giorgio Napolitano ed Emma Bonino. C’è un terzo nome il sindaco di Lampedusa a confermare la preferenza per gli immigrati
di Roberto Pecchioli
Confesso che non sono ancora riuscito ad abituarmi alle dichiarazioni – ed ai silenzi – di Jorge Mario Bergoglio, il vescovo di Roma che abita in Santa Marta ed esercita in Vaticano. L’ultima esternazione, tuttavia, affidata alle amiche pagine massoniche del Corriere della Sera, mi ha davvero spezzato il cuore, e da ora considererò un’offesa essere chiamato cattolico.
Secondo il pensiero del tifoso del San Lorenzo de Almagro, i due grandi italiani contemporanei sarebbero Giorgio Napolitano ed Emma Bonino. C’è un terzo nome, quello del sindaco di Lampedusa, a confermare la preferenza per gli immigrati, ed a ribadire quel “Vergogna!” immotivato, pronunciato nel pieno della crisi degli sbarchi di clandestini. Quale vergogna dovesse essere addossata al popolo italiano, che spende miliardi per salvare e sfamare gente non invitata sul nostro territorio, si deve ancora comprendere.
Ma, suvvia, Napolitano ed Emma Bonino, davvero no. Del vecchio ex comunista, accortosi dei guasti del socialismo reale alla bella età di sessantacinque anni, parlamentare dal 1953 (!!!!), traditore del nostro popolo in quanto servitore dell’Unione Sovietica per decenni, e poi fedele esecutore degli ordini di americani e banchieri, sino al golpe bianco del 2011, con la nomina di Kerensky Mario Monti, egli loda il “patriottismo”.
Strana idea ha del patriottismo, l’amico di Scalfari, che preferisce sempre parlare con gli atei, meglio se comunisti, ex o in servizio permanente effettivo. Vada a spiegarlo agli ungheresi, cattolici, ed al cardinale Mindszenty, prigioniero per decenni dopo l’invasione del 1956, o ad un qualunque operaio comunista, che ha lavorato tutta la vita per una pensione di mille euro, mentre Re Giorgio banchetta da oltre sessant’anni a spese di tutti noi. Quanto alla Patria, bizzarra parola davvero in bocca ad un principe della Chiesa, che, comunque la si pensi sulla verità cattolica, dell’identità ed indipendenza nazionale italiana è sempre stata nemica .
Emma Bonino, poi: divorzio, aborto, eutanasia ( no, si dice fine vita), scientifica distruzione della famiglia naturale, ateismo ed anticattolicesimo al cubo. Però ha fatto del bene all’Africa: sarà vero, non lo sarà, di sicuro ha praticato personalmente un sacco di aborti con pompe di biciclette, e ci sono fotografie agghiaccianti a dimostrarlo.
Se c’è una persona che, insieme al suo degno compare Pannella, il cui aspetto diviene sempre più luciferino, ha fatto il male del popolo italiano, e anche del modo cattolico di vedere la vita, è Emma Bonino. Ma no, sbaglio su tutta la linea: El Papa ha deciso per tutti, è una grande dell’Italia di oggi.
Preferisco mia suocera Maria, che ha tirato su i figli da vedova nell’onestà e nei principi cristiani, ed è morta invalida dopo che lo Stato di Napolitano e di Emma Bonino le ha negato per anni l’assegno di accompagnamento. Non era comunista o radicale, e neppure cattolica “adulta”.
Italiani piccoli piccoli devono essere Gandolfini e quelli del Family Day, giacché l’uomo di Santa Marta ha taciuto – un silenzio che parla – dinanzi alla manifestazione del popolo cristiano che dovrebbe essere il suo a favore della famiglia e contro l’omosessualismo. Addirittura italiani pessimi sono certamente i francescani dell’Annunziata, smembrati dai diktat dei pretoriani di Jorge Mario.
Grand’uomo è senz’altro Eugenio Scalfari, il gigante che dà consigli a Dio, interlocutore privilegiato, forse esegeta ufficiale dell’uomo di Santa Marta. “Chi sono io per giudicare ? “, disse El Papa di ritorno dalla spiaggia di Copacabana, con riferimento agli omosessuali .
Solo il vicario di Cristo, il successore di Pio X e di Leone XIII. Nulla di importante, se non fosse che alcuni principi erano, fino ad un minuto prima, non negoziabili, e stanno scritti in un libretto chiamato Catechismo della Chiesa cattolica.
Già che c’è, ha praticamente smontato la dottrina del matrimonio, ex indissolubile, ed ora è più facile divorziare in Chiesa che davanti alla legge italiana.
Afferma che i preti devono puzzare di pecora, ma come pastore sembra preferire il gregge altrui, perché i cattolici gli danno fastidio. Il Giubileo va male, il popolo sta a casa, ed allora arruola Padre Pio, che richiama la folla, ma che non era poi così misericordioso con i peccatori: pretendeva il pentimento, e lavate di capo in confessione ne ha impartite tante.
Ma Bergoglio ama la misericordia, senza la quale nessuno certo si salverà, ma ci è stato sempre insegnato che prima viene il pentimento, il riconoscere di avere sbagliato. Per questo c’è una preghiera apposita, l’Atto di Dolore.
Quanto alla famiglia, nel Sinodo manovrato dal cardinale Kasper si è evitato forse il peggio, ma il linguaggio criptico ed involuto dei documenti lascia spazio a correzioni drammatiche. Eppure il figlio di Dio ( forse, magari era solo un profeta !) affermò : Le vostre parole siano sì sì, no no, il di più vien dal maligno. I suoi fidi, a partire dal prode mons. Galantino, si permettono di offendere chi prega ed i rosari delle “beghine”. Qualcuno ha osato affermare che sarebbe meglio non esagerare con il culto mariano per non offendere i protestanti, ed a fine ottobre il principale in persona andrà in Svezia a celebrare i 500 anni del luteranesimo, dinanzi ad un vescovo locale donna sposata con un’altra donna ( però è prete, anzi pastora, anche lei). Sul livello dell’enciclica “ecologica” , laudato sia il silenzio.
A Cuba onore a Fidel Castro e silenzio tombale sui prigionieri politici e gli assassinati dal regime, quasi tutti cattolici. Nuovo spazio alla teologia della liberazione, che pure contrastò da prete e da arcivescovo, e forse tra poco vedremo la beatificazione di teologi come Karl Rahner, quello che teorizzò l’esistenza del “cristiano anonimo” che si salva anche se non conosce Dio, Cristo e la rivelazione. Intanto, nessuna Messa , in San Pietro, per la folla del Family day: non disturbare il manovratore, l’otto per mille, il potere, il dialogo anche con Satanasso.
Già Paolo VI riconobbe che un pensiero non cattolico pervadeva la Chiesa , e che il fumo del Maligno era entrato nelle sacre stanze. Ora quel pensiero è al potere , cent’anni dopo Pio X e l’enciclica antimodernista Pascendi Dominici Gregis.
Forse sono io a non essere più cattolico, forse sono loro, l’esercito del vescovo di Roma. Ma Napolitano e Bonino, no, no e poi no !
Gesù, quel profeta che potrebbe anche essere risuscitato il terzo giorno, lo sapeva fin da allora, e nel Vangelo di San Luca ci ha avvertito: “Quando tornerà il figlio dell’uomo, troverà la fede sulla terra ? “
La troverà, la troverà, nonostante Bergoglio, i cattolici adulti, Galantino, il cardinale Kasper, Don Gallo ed il teologo polacco invertito.
Roberto Pecchioli
BERGOGLIO, L’ARGENTINO NAPOLITANO E MOLTO BONINO…..
di Roberto Pecchioli
In redazione l'11 Febbraio 2016
Confesso che non sono ancora riuscito ad abituarmi alle dichiarazioni – ed ai silenzi – di Jorge Mario Bergoglio, il vescovo di Roma che abita in Santa Marta ed esercita in Vaticano. L’ultima esternazione, tuttavia, affidata alle amiche pagine massoniche del Corriere della Sera, mi ha davvero spezzato il cuore, e da ora considererò un’offesa essere chiamato cattolico.
Secondo il pensiero del tifoso del San Lorenzo de Almagro, i due grandi italiani contemporanei sarebbero Giorgio Napolitano ed Emma Bonino. C’è un terzo nome, quello del sindaco di Lampedusa, a confermare la preferenza per gli immigrati, ed a ribadire quel “Vergogna!” immotivato, pronunciato nel pieno della crisi degli sbarchi di clandestini. Quale vergogna dovesse essere addossata al popolo italiano, che spende miliardi per salvare e sfamare gente non invitata sul nostro territorio, si deve ancora comprendere.
Ma, suvvia, Napolitano ed Emma Bonino, davvero no. Del vecchio ex comunista, accortosi dei guasti del socialismo reale alla bella età di sessantacinque anni, parlamentare dal 1953 (!!!!), traditore del nostro popolo in quanto servitore dell’Unione Sovietica per decenni, e poi fedele esecutore degli ordini di americani e banchieri, sino al golpe bianco del 2011, con la nomina di Kerensky Mario Monti, egli loda il “patriottismo”.
Strana idea ha del patriottismo, l’amico di Scalfari, che preferisce sempre parlare con gli atei, meglio se comunisti, ex o in servizio permanente effettivo. Vada a spiegarlo agli ungheresi, cattolici, ed al cardinale Mindszenty, prigioniero per decenni dopo l’invasione del 1956, o ad un qualunque operaio comunista, che ha lavorato tutta la vita per una pensione di mille euro, mentre Re Giorgio banchetta da oltre sessant’anni a spese di tutti noi. Quanto alla Patria, bizzarra parola davvero in bocca ad un principe della Chiesa, che, comunque la si pensi sulla verità cattolica, dell’identità ed indipendenza nazionale italiana è sempre stata nemica .
Emma Bonino, poi: divorzio, aborto, eutanasia ( no, si dice fine vita), scientifica distruzione della famiglia naturale, ateismo ed anticattolicesimo al cubo. Però ha fatto del bene all’Africa: sarà vero, non lo sarà, di sicuro ha praticato personalmente un sacco di aborti con pompe di biciclette, e ci sono fotografie agghiaccianti a dimostrarlo.
Se c’è una persona che, insieme al suo degno compare Pannella, il cui aspetto diviene sempre più luciferino, ha fatto il male del popolo italiano, e anche del modo cattolico di vedere la vita, è Emma Bonino. Ma no, sbaglio su tutta la linea: El Papa ha deciso per tutti, è una grande dell’Italia di oggi.
Preferisco mia suocera Maria, che ha tirato su i figli da vedova nell’onestà e nei principi cristiani, ed è morta invalida dopo che lo Stato di Napolitano e di Emma Bonino le ha negato per anni l’assegno di accompagnamento. Non era comunista o radicale, e neppure cattolica “adulta”.
Italiani piccoli piccoli devono essere Gandolfini e quelli del Family Day, giacché l’uomo di Santa Marta ha taciuto – un silenzio che parla – dinanzi alla manifestazione del popolo cristiano che dovrebbe essere il suo a favore della famiglia e contro l’omosessualismo. Addirittura italiani pessimi sono certamente i francescani dell’Annunziata, smembrati dai diktat dei pretoriani di Jorge Mario.
Grand’uomo è senz’altro Eugenio Scalfari, il gigante che dà consigli a Dio, interlocutore privilegiato, forse esegeta ufficiale dell’uomo di Santa Marta. “Chi sono io per giudicare ? “, disse El Papa di ritorno dalla spiaggia di Copacabana, con riferimento agli omosessuali .
Solo il vicario di Cristo, il successore di Pio X e di Leone XIII. Nulla di importante, se non fosse che alcuni principi erano, fino ad un minuto prima, non negoziabili, e stanno scritti in un libretto chiamato Catechismo della Chiesa cattolica.
Già che c’è, ha praticamente smontato la dottrina del matrimonio, ex indissolubile, ed ora è più facile divorziare in Chiesa che davanti alla legge italiana.
Afferma che i preti devono puzzare di pecora, ma come pastore sembra preferire il gregge altrui, perché i cattolici gli danno fastidio. Il Giubileo va male, il popolo sta a casa, ed allora arruola Padre Pio, che richiama la folla, ma che non era poi così misericordioso con i peccatori: pretendeva il pentimento, e lavate di capo in confessione ne ha impartite tante.
Ma Bergoglio ama la misericordia, senza la quale nessuno certo si salverà, ma ci è stato sempre insegnato che prima viene il pentimento, il riconoscere di avere sbagliato. Per questo c’è una preghiera apposita, l’Atto di Dolore.
Quanto alla famiglia, nel Sinodo manovrato dal cardinale Kasper si è evitato forse il peggio, ma il linguaggio criptico ed involuto dei documenti lascia spazio a correzioni drammatiche. Eppure il figlio di Dio ( forse, magari era solo un profeta !) affermò : Le vostre parole siano sì sì, no no, il di più vien dal maligno. I suoi fidi, a partire dal prode mons. Galantino, si permettono di offendere chi prega ed i rosari delle “beghine”. Qualcuno ha osato affermare che sarebbe meglio non esagerare con il culto mariano per non offendere i protestanti, ed a fine ottobre il principale in persona andrà in Svezia a celebrare i 500 anni del luteranesimo, dinanzi ad un vescovo locale donna sposata con un’altra donna ( però è prete, anzi pastora, anche lei). Sul livello dell’enciclica “ecologica” , laudato sia il silenzio.
A Cuba onore a Fidel Castro e silenzio tombale sui prigionieri politici e gli assassinati dal regime, quasi tutti cattolici. Nuovo spazio alla teologia della liberazione, che pure contrastò da prete e da arcivescovo, e forse tra poco vedremo la beatificazione di teologi come Karl Rahner, quello che teorizzò l’esistenza del “cristiano anonimo” che si salva anche se non conosce Dio, Cristo e la rivelazione. Intanto, nessuna Messa , in San Pietro, per la folla del Family day: non disturbare il manovratore, l’otto per mille, il potere, il dialogo anche con Satanasso.
Già Paolo VI riconobbe che un pensiero non cattolico pervadeva la Chiesa , e che il fumo del Maligno era entrato nelle sacre stanze. Ora quel pensiero è al potere , cent’anni dopo Pio X e l’enciclica antimodernista Pascendi Dominici Gregis.
Forse sono io a non essere più cattolico, forse sono loro, l’esercito del vescovo di Roma. Ma Napolitano e Bonino, no, no e poi no !
Gesù, quel profeta che potrebbe anche essere risuscitato il terzo giorno, lo sapeva fin da allora, e nel Vangelo di San Luca ci ha avvertito: “Quando tornerà il figlio dell’uomo, troverà la fede sulla terra ? “
La troverà, la troverà, nonostante Bergoglio, i cattolici adulti, Galantino, il cardinale Kasper, Don Gallo ed il teologo polacco invertito.
Roberto Pecchioli
BERGOGLIO, L’ARGENTINO NAPOLITANO E MOLTO BONINO…..
di Roberto Pecchioli
In redazione l'11 Febbraio 2016
PAPA FRANCESCO E’ ATEO?
Come può conservare la fede cristiano-cattolica un credente che sente il sommo Pontefice annoverare Napolitano e Bonino fra i grandi italiani contemporanei? C’è solo da restare attoniti e sgomenti di fronte a simili posizioni, dovendo tristemente considerare pienamente realizzatasi la profezia di Paolo VI che denunciava l’avvenuto ingresso del “fumo di satana nelle stanze del Vaticano”. Ora siamo ben oltre il fumo. Sulla Bonino non vale la pena spendere alcuna parola. Sapere però che il vicario di Cristo in terra consideri un massone della peggiore specie come Napolitano un autentico modello di virtù è davvero surreale. Un cristiano non può accettare affermazioni così gravi che negano alla radice l’essenza stessa del messaggio evangelico. Napolitano possiede notoriamente tutte le caratteristiche tipiche di un perfetto anticristo di provincia: cinismo, spregiudicatezza e propensione alla manipolazione e alla menzogna per ricavarne vantaggi personali in termini di denaro e di potere . Tutti possono sbagliare, per carità, non a caso alcuni fra i santi più importanti venerati dalla Chiesa cattolica commisero errori importanti prima di ricevere “l’illuminazione” (vedi San Paolo, già “Saulo”, per tutti). Ma Napolitano non solo non è mai cambiato rispetto al tempo in cui indossava la camicia nera o brindava al sangue ungherese, riuscendo perfino nell’impresa di peggiorare col trascorrere del tempo. Come faccia il Pontefice ad esprimere apprezzamento per un uomo direttamente o indirettamente responsabile di tutti i suicidi da “crisi” avvenuti nell’Italia dell’ultimo decennio per volontà sadica di un manipolo di avvoltoi protetti e sostenuti dall’ex presidente della repubblica Dio solo lo sa. E se all’inizio della “crisi” era ancora possibile riconoscere qualche scusante in capo ad alcuni politicanti forse raggirati in buona fede dai soliti burocrati da strapazzo, oggi nessuna attenuante può mitigare le responsabilità gravissime dei consapevoli autori di uno dei primi grandi “genocidi incruenti” mai compiuti nella storia dell’Uomo. Il Vangelo predica l’amore per gli ultimi e per i deboli, non per i farisei come Napolitano che, a ben vedere, sembra il perfetto destinatario di una delle più importante invettive riportate dall’Evangelista Luca: “Guai a Voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi Voi non li toccate neppure con un dito!” (Lc 11, 42-46). A questo Papa piace quindi “l’eroismo patriottico” di uno che, già di per sé ultrabenestante, speculava finanche sul costo dei biglietti aerei al tempo in cui ricopriva l’incarico di europarlamentare (clicca per guardare).Un caso di “eroismo” moderno, non c’è che dire. Poche persone incarnano al pari di Napolitano la negazione vivente, ostinata e violenta, di tutto ciò che il cristianesimo insegna. Ma le condotte poste in essere nel tempo da Napolitano risulterebbero infime anche prescindendo da una lettura “confessionale” dei fatti. Anche quelli che possiedono una moralità laica non possono non biasimare l’atteggiamento volgare e vanaglorioso di un anziano signore che nel corso della vita ha servito sempre e soltanto le ragioni del più forte. Nessuna religione, filosofia o dottrina ammanta di virtù sentimenti come la meschinità, la volgarità e il sadismo. Solo ribaltando il concetto stesso di bene e di male è possibile elevare ad esempio personaggi alla Giorgio Napolitano, guerrafondai incalliti che fino all’altro giorno hanno destabilizzato il Medio Oriente seminando lutti, miserie e determinando conseguentemente l’aumento impetuoso di tragiche migrazioni. Quelle stesse migrazioni che provocano le stragi del mare che non di rado inumidiscono il ciglio del Papa argentino. Lacrime di coccodrillo. Lo sa il Papa perché quelle povere donne e quei poveri bimbi finiscono inghiottiti fra le onde? Perché nel mondo esistono quelli come Napolitano che, pur di togliersi lo sfizio di trucidare Gheddafi, gettano nella disperazione più nera popoli interi. Solo affidando ad un politicante ossessionato dal consenso dei potenti le cure della Chiesa di Roma sarà possibile archiviarne per sempre la storia ultramillenaria. Non so se questo sia il fine recondito di Papa Francesco o se si tratti soltanto di un effetto collaterale e imprevisto di una strategia che persegue altri e non compresi obiettivi. In ogni caso, al punto in cui siamo, nessuno può escludere che nel prossimo futuro non assisteremo al processo di canonizzazione di Napolitano, ribattezzato per l’occasione San Giorgio, protettore dei migranti, della Merkel e della austerity. Amen.
Francesco Maria Toscano
10 febbraio 2016
Papa buono e papessa Bonino
Le inaspettate e stravaganti lodi di Papa Francesco alla Bonino, per “aver offerto il miglior servizio per conoscere l’Africa”venute proprio nel momento in cui è in corso una battaglia sulle libertà civili nel quale la Chiesa sta muovendo tutte le sue pedine, offrono finalmente un quadro più preciso della confusione italiana oltre che del muoversi a tentoni del Vaticano dentro posizioni di rinnovamento di facciata. Chiara la strumentalità di mettere su un piedistallo una persona non per ciò che ha fatto, per cui è nota agli italiani e invisa ai cattolici, ma per motivi del tutto diversi, discutibili, marginali e francamente legati a doppio filo con le politiche imperialistiche in Africa e al famigerato export di democrazia. Per motivi analoghi anche se non eguali meglio un pietoso silenzio sulla inconsulta laudatio nei confronti di Napolitano.
Questo però ci dà innanzitutto la possibilità di sgombrare il campo da un vecchio equivoco, generatosi proprio a causa del potere del Vaticano in questo Paese: il fatto che tutto un ambiente liberal sui diritti civili, ma estremamente conservatore, se non reazionario quanto al sociale, come quello radicale, sia stato confuso tout court con il progressismo a causa della resistenza della Chiesa e dei suoi referenti politici ad ogni tentativo di rinnovamento. E infatti non si contano i radicali in forza al berlusconismo e ora al partito della nazione il cui orizzonte è esclusivamente quello delle libertà individuali le quali, in assenza di una tensione verso l’eguaglianza sociale, anzi dentro una teorizzazione della disuguaglianza, diventano di fatto diritti accessibili solo a chi se lo può permettere. Ben vengano, per carità, non è questo il punto, ma in un contesto di riduzione di libertà effettiva e di reale rappresentanza democratica, rischiano di essere una sorta di asimmetrica compensazione.
L’altro equivoco messo in luce da questa singolare vicenda rivela la natura sostanzialmente mediatica del rinnovamento di cui sarebbe portatore Papa Francesco e che si concretizza spesso in prese di posizione più apparenti che reali, in allusioni piuttosto che in opere. Forse esprimono un dover essere che non riesce a divenire essere per mancanza dei necessari presupposti di rinnovamento dottrinale. Questo vale sia nella politica interna della Chiesa, sia nella predicazione di pace e lavoro che si arena regolarmente di fronte ai bastioni dell’economicismo liberista, sia ai presunti successi diplomatici di cui abbiamo un esempio proprio in questi giorni con il viaggio a Cuba e l’incontro con il patriarca ortodosso di Mosca. L’esempio della Turchia è illuminante: tutti ricordano la reazione offensiva e minacciosa di Erdogan nei confronti del Papa perché questi nella primavera scorsa aveva parlato del genocidio armeno che i Turchi non vogliono né conoscere, né riconoscere. Naturalmente si è cercato di ricucire lo strappo e il Vaticano ha ceduto su tutta la linea: una nota del 3 febbraio uscita dalla Santa Sede non parla più di «genocidio» bensì dei «tragici avvenimenti del 1915», un adattamento totale alla elusiva e ipocrita versione turca.
Questa sarebbe la “diplomazia della misericordia” come viene chiamata adesso, ma l’episodio va ben oltre i suoi confini: è in realtà uno sventolare bandiera bianca di fronte al potere globale che ha fatto della Turchia una roccaforte nella creazione di caos in medioriente e che quindi non andava moralmente isolata, tanto più dopo l’intervento russo contro l’Isis. Dunque un cedimento sia pure indiretto, di fronte all’orrendo carnaio mediorientale allestito dall’occidente, di fronte anche ai massacri di cristiani da parte dell’Isis, notoriamente sostenuta dai Turchi anche se sottobanco. Se il Papa chiede giustamente accoglienza e umanità per i profughi, non può però far finta di non vedere le cause che hanno provocato l’ondata migratoria e darla vinta ad Erdogan e a tutto il mondo marcio che egli esprime. Insomma non si può tirare il sasso e ritirare la mano se si vuole davvero cambiare. Non si può chiedere una Chiesa povera e caritatevole per poi servirsi della più bieca idolatria dando in pasto reliquie ai meccanismi economico – turistici di gerarchie chiesastiche insoddisfatte dallo scarso successo di cassa del giubileo.
Se questi sono i presupposti si può prevedere che anche l’incontro cubano con il patriarca moscovita, ha grandi probabilità di rimanere sospeso a mezz’aria, finendo per non essere un passo significativo nella demolizione dell’ ossessiva demonizzazione della Russia da parte degli Usa, dunque una contestazione delle politiche imperiali, né un passo verso una maggiore unità religiosa, ma solo tonnellate di bit in archivio.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2016/02/10/papa-buono-e-papessa-bonino/
Questo però ci dà innanzitutto la possibilità di sgombrare il campo da un vecchio equivoco, generatosi proprio a causa del potere del Vaticano in questo Paese: il fatto che tutto un ambiente liberal sui diritti civili, ma estremamente conservatore, se non reazionario quanto al sociale, come quello radicale, sia stato confuso tout court con il progressismo a causa della resistenza della Chiesa e dei suoi referenti politici ad ogni tentativo di rinnovamento. E infatti non si contano i radicali in forza al berlusconismo e ora al partito della nazione il cui orizzonte è esclusivamente quello delle libertà individuali le quali, in assenza di una tensione verso l’eguaglianza sociale, anzi dentro una teorizzazione della disuguaglianza, diventano di fatto diritti accessibili solo a chi se lo può permettere. Ben vengano, per carità, non è questo il punto, ma in un contesto di riduzione di libertà effettiva e di reale rappresentanza democratica, rischiano di essere una sorta di asimmetrica compensazione.
L’altro equivoco messo in luce da questa singolare vicenda rivela la natura sostanzialmente mediatica del rinnovamento di cui sarebbe portatore Papa Francesco e che si concretizza spesso in prese di posizione più apparenti che reali, in allusioni piuttosto che in opere. Forse esprimono un dover essere che non riesce a divenire essere per mancanza dei necessari presupposti di rinnovamento dottrinale. Questo vale sia nella politica interna della Chiesa, sia nella predicazione di pace e lavoro che si arena regolarmente di fronte ai bastioni dell’economicismo liberista, sia ai presunti successi diplomatici di cui abbiamo un esempio proprio in questi giorni con il viaggio a Cuba e l’incontro con il patriarca ortodosso di Mosca. L’esempio della Turchia è illuminante: tutti ricordano la reazione offensiva e minacciosa di Erdogan nei confronti del Papa perché questi nella primavera scorsa aveva parlato del genocidio armeno che i Turchi non vogliono né conoscere, né riconoscere. Naturalmente si è cercato di ricucire lo strappo e il Vaticano ha ceduto su tutta la linea: una nota del 3 febbraio uscita dalla Santa Sede non parla più di «genocidio» bensì dei «tragici avvenimenti del 1915», un adattamento totale alla elusiva e ipocrita versione turca.
Questa sarebbe la “diplomazia della misericordia” come viene chiamata adesso, ma l’episodio va ben oltre i suoi confini: è in realtà uno sventolare bandiera bianca di fronte al potere globale che ha fatto della Turchia una roccaforte nella creazione di caos in medioriente e che quindi non andava moralmente isolata, tanto più dopo l’intervento russo contro l’Isis. Dunque un cedimento sia pure indiretto, di fronte all’orrendo carnaio mediorientale allestito dall’occidente, di fronte anche ai massacri di cristiani da parte dell’Isis, notoriamente sostenuta dai Turchi anche se sottobanco. Se il Papa chiede giustamente accoglienza e umanità per i profughi, non può però far finta di non vedere le cause che hanno provocato l’ondata migratoria e darla vinta ad Erdogan e a tutto il mondo marcio che egli esprime. Insomma non si può tirare il sasso e ritirare la mano se si vuole davvero cambiare. Non si può chiedere una Chiesa povera e caritatevole per poi servirsi della più bieca idolatria dando in pasto reliquie ai meccanismi economico – turistici di gerarchie chiesastiche insoddisfatte dallo scarso successo di cassa del giubileo.
Se questi sono i presupposti si può prevedere che anche l’incontro cubano con il patriarca moscovita, ha grandi probabilità di rimanere sospeso a mezz’aria, finendo per non essere un passo significativo nella demolizione dell’ ossessiva demonizzazione della Russia da parte degli Usa, dunque una contestazione delle politiche imperiali, né un passo verso una maggiore unità religiosa, ma solo tonnellate di bit in archivio.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2016/02/10/papa-buono-e-papessa-bonino/
Santità, ecco cosa realmente fa, oggi, Emma Bonino
(di Mauro Faverzani) Hanno suscitato una ridda di reazioni – e non solo negli ambienti ritenuti “conservatori” – gli elogi riservati da papa Francesco a Giorgio Napolitano e ad Emma Bonino, dal Pontefice collocati addirittura «tra i grandi dell’Italia di oggi», secondo quanto precisato dalCorriere della Sera dell’8 febbraio, ovviamente ripreso da moltissimi altri media. Era prevedibile che questo passaggio non passasse inosservato.
Il passato di questi personaggi parla, anzi urla, come è stato fatto subito notare da molti osservatori. L’ex-Capo dello Stato, ingessato nel proprio ruolo istituzionale, ha dovuto mantenere un atteggiamento più defilato dalla politica attiva, pur con qualche acuto e con qualche stonatura di troppo (suo il veto al decreto, che avrebbe salvato Eluana Englaro, decreto che egli non volle firmare). Emma Bonino, no. Di lei c’è chi ha ricordato i 10.141 aborti praticati in gioventù, negli Anni Settanta, servendosi di una pompa per le biciclette, clandestinamente e fuorilegge: roba da macelleria. Ed è vero.
Ma va fatto notare come ancora oggi Emma Bonino non sia affatto cambiata; ancora oggi imperversa anzi sulla scena, per ribadire i vecchi cavalli di battaglia, quelli di sempre. Come lo spot pro-eutanasia diffuso lo scorso dicembre (meno di due mesi fa), sotto forma di saluto ad una “compagna” radicale, Dominique Velati, andata in Svizzera per sottoporsi al cosiddetto “suicidio assistito”, complici i Radicali, non a caso autodenunciatisi per averla aiutata a morire.
Certo, secondo quanto riportato dal Corriere, papa Francesco avrebbe anche spiegato e circoscritto le ragioni del suo elogio a Emma Bonino, ritenendo che abbia offerto «il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa». Ed a chi gli ha fatto notare come sia agli antipodi della Chiesa, avrebbe ribattuto: «Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno». Ed allora guardiamo a quello che fa Emma Bonino.
È di pochi giorni fa la sua presa di posizione pubblica a favore delle unioni civili («È l’ora di essere civili», ha sentenziato, auspicando che il ddl resti così com’è, adozioni gay comprese), e poi ancora a favore della maternità “surrogata” e della stepchild adoption, criticando il Family Day ed accusando anzi la Chiesa di interventismo, benché meno che nell’«era Ruini» (il che dovrebbe far riflettere). Suo è anche il grido libertario e liberticida ad un tempo di «Non permettiamo che l’“io non lo farei” diventi “allora tu non lo devi fare”».
Ed ha aggiunto: «Abbiamo un sacco di richieste per l’eutanasia in Svizzera da persone che vogliono solo poter morire serenamente», neanche si trattasse di un’agenzia viaggi con biglietto di sola andata. Quanto all’Africa è bene sia chiaro come, tra i suoi obiettivi, figurino anche quelli che nel 2013, durante il suo intervento alle celebrazioni della Giornata dell’Africa, definì «i diritti delle donne africane», riferendoli però (non a caso) al protocollo di Maputo, protocollo adottato dall’Unione Africana l’11 luglio 2003 e che prevede contraccezione e pianificazione familiare, leggasi aborto e dintorni.
Concetto ribadito poi per caldeggiare le ratifiche da parte di 15 parlamenti degli Stati membri della stessa Unione, insistendo su «maternità consapevole, pianificazione familiare con riferimento alle pratiche contraccettive» ed «aborto. Il quadro è persino più chiaro della legge italiana in materia – ha esultato – quando prevede come possibile causa dell’interruzione della gravidanza non solo la salute fisica, ma anche quella psicologica sia della madre che del feto», il che per lei è motivo di giubilo. È questa l’Africa che piace ad Emma Bonino.
Allora, non importa chi, chiunque, specie a certi livelli, quando parla con un’icona o di un’icona del divorzio, dell’aborto, della fecondazione assistita, dell’eutanasia, dell’eugenetica, del permissivismo, del pro-choice e di molte altre devastazioni etiche come Emma Bonino, non può non tener conto di chi sia e di cosa mediaticamente certe battute comportino, come già in passato il saluto in piemontese del giugno 2013 e la telefonata premurosa del maggio 2015, subito riferiti dalla stessa interessata (ed era ovvio che lo facesse). Perché in queste faccende una dichiarazione imprudente o non adeguatamente meditata crea danni incalcolabili, a cascata. Occorre ricordarselo. (Mauro Faverzani)
Beh direi che un finto cardinale in più o in meno non fa differenza! E poi il vestito gli sta davvero bene, insomma nella fasulla chiesupola vaticansecondista è più titolato di tutti, io personalmente APPROVO: FAMOLO CARDINALE e poi PAPA!!!
RispondiEliminaAh ah ah... bud spencer sembra Antonino Cannavacciuolo!!!