Padre Livio scatenato. Dopo le ingiurie a chi lo contraria dà ordine ai suoi di menar le mani. Video
E’ solo di qualche giorno fa un ironico e pungente editoriale di Aldo Grasso sul Corriere della sera dal titolo emblematico Le preghiere diaboliche di «don Radio Maria» contro la senatrice Cirinnà. L’articolo aveva preso spunto dall’ennesima esternazione di Padre Livio contro il nemico di turno, ultimo dei quali, appunto, Monica Cirinnà, additata da lui come esempio di donna che inganna il popolo e identificata con le figure femminili più significatamente diaboliche descritte nel capitolo XVII dell’Apocalisse.
E non bastando di averla definita come un essere infernale, dopo uno sghignazzamento sarcastico le ha ricordato che arriverà anche il giorno del suo funerale. Cioè, senza citarlo espressamente, si è riferito al memento mori, il “ricordati che devi morire”, che nel XVII secolo diventò il motto dell’Ordine dei trappisti.
La senatrice però, con senso dell’umorismo e senza aver dato ad intendere di essersela presa più di tanto, dalla sua pagina twitter gli ha risposto con un “Mo’ me lo segno”, citando Massimo Troisi che, nel film “Non ci resta che piangere”, così rispondeva al Savonarola che lo incalzava con un insistente “ricordati che devi morire”.
Qualche giorno dopo, intervistato sulla questione da Huffington Post, Padre Livio si è ben guardato dal ritrattare il suo giudizio sulla senatrice, limtandosi ad affermare: “È fuori discussione il mio rispetto per la persona della Cirinnà, tanto più che è donna, e per la carica che ricopre. Apprezzo l’umorismo napoletano con cui mi ha risposto.”
Ma ormai la miccia era accesa, anche perché Aldo Grasso aveva messo in risalto come sia abitudine di “Don Radio Maria” il lanciare pesanti anatemi contro chiunque si dissoci dal suo pensiero.
Infatti, ottenebrato dal cieco fanatismo di chi è esaltato dalle proprie ragioni, arriva a dar dell’indemoniato a chiunque sia il “nemico” del momento, cercando anche di convincerne i suoi ascoltatori con becera violenza verbale e un’arroganza proterva.
Perciò, brandendo il suo microfono come un’arma letale, quando ritiene di essere nel giusto si adopera con ogni argomentazione per distruggere la reputazione e la credibilità del malcapitato di turno, non importa se debba raccattare anche infami maldicenze, perché fondamentale è non permettere alcun contraddittorio da parte di nessuno, imponendo il principio autoritario dell’ipse dixit in forma autoreferenziale.
E’ perciò che quelli della trasmissione le Iene hanno avuto l’idea di andare ad intervistarlo. Per un’intera giornata si è negato, ma loro, forti dell’annuncio dell’incontro pubblico del venerdì sera, si sono presentati con telecamere e microfoni ai cancelli della sede di Radio Maria a Erba, insistendo di voler incontrare il direttore e di poter partecipare alla diretta radiofonica che stava andando in onda in quei momenti.
Più volte respinti, hanno “osato” varcare la soglia, azione questa che ha scatenato una rissa, con accompagnamento di botte elargite senza riguardi dagli uomini che presidiavano l’entrata.
Da tutta questa squallida faccenda emerge chiaramente che Padre Livio predica bene e razzola male. Nomina sempre il Catechismo ma, evidentemente, ne ignora i contenuti, quindi glieli ricordiamo noi:
2477 Il rispetto della reputazione delle persone rende illecito ogni atteggiamento ed ogni parola che possano causare un ingiusto danno [Codice di Diritto Canonico, 220]. Si rende colpevole:
- di giudizio temerario colui che, anche solo tacitamente, ammette come vera, senza sufficiente fondamento, una colpa morale nel prossimo;
- di maldicenza colui che, senza un motivo oggettivamente valido, rivela i difetti e le mancanze altrui a persone che li ignorano; [ Sir 21,28 ]
- di calunnia colui che, con affermazioni contrarie alla verità, nuoce alla reputazione degli altri e dà occasione a erronei giudizi sul loro conto.
Sarebbe il caso che qualcuno suggerisse a Padre Livio di recitare un bel mea culpa, con seguito di confessione privata dei propri comportamenti e riparazione pubblica dei danni arrecati alle sue vittime.
Noi possiamo solo rassicurarlo sul fatto che il Dio della misericordia sicuramente perdonerà anche lui.
Paola de Lillo
Il servizio delle Iene si può vedere all’indirizzo qui in basso
http://www.iene.mediaset.it/puntate/2016/02/14/casciari-radio-maria-e-le-unioni-civili_9974.shtml
E non bastando di averla definita come un essere infernale, dopo uno sghignazzamento sarcastico le ha ricordato che arriverà anche il giorno del suo funerale. Cioè, senza citarlo espressamente, si è riferito al memento mori, il “ricordati che devi morire”, che nel XVII secolo diventò il motto dell’Ordine dei trappisti.
La senatrice però, con senso dell’umorismo e senza aver dato ad intendere di essersela presa più di tanto, dalla sua pagina twitter gli ha risposto con un “Mo’ me lo segno”, citando Massimo Troisi che, nel film “Non ci resta che piangere”, così rispondeva al Savonarola che lo incalzava con un insistente “ricordati che devi morire”.
Qualche giorno dopo, intervistato sulla questione da Huffington Post, Padre Livio si è ben guardato dal ritrattare il suo giudizio sulla senatrice, limtandosi ad affermare: “È fuori discussione il mio rispetto per la persona della Cirinnà, tanto più che è donna, e per la carica che ricopre. Apprezzo l’umorismo napoletano con cui mi ha risposto.”
Ma ormai la miccia era accesa, anche perché Aldo Grasso aveva messo in risalto come sia abitudine di “Don Radio Maria” il lanciare pesanti anatemi contro chiunque si dissoci dal suo pensiero.
Infatti, ottenebrato dal cieco fanatismo di chi è esaltato dalle proprie ragioni, arriva a dar dell’indemoniato a chiunque sia il “nemico” del momento, cercando anche di convincerne i suoi ascoltatori con becera violenza verbale e un’arroganza proterva.
Perciò, brandendo il suo microfono come un’arma letale, quando ritiene di essere nel giusto si adopera con ogni argomentazione per distruggere la reputazione e la credibilità del malcapitato di turno, non importa se debba raccattare anche infami maldicenze, perché fondamentale è non permettere alcun contraddittorio da parte di nessuno, imponendo il principio autoritario dell’ipse dixit in forma autoreferenziale.
E’ perciò che quelli della trasmissione le Iene hanno avuto l’idea di andare ad intervistarlo. Per un’intera giornata si è negato, ma loro, forti dell’annuncio dell’incontro pubblico del venerdì sera, si sono presentati con telecamere e microfoni ai cancelli della sede di Radio Maria a Erba, insistendo di voler incontrare il direttore e di poter partecipare alla diretta radiofonica che stava andando in onda in quei momenti.
Più volte respinti, hanno “osato” varcare la soglia, azione questa che ha scatenato una rissa, con accompagnamento di botte elargite senza riguardi dagli uomini che presidiavano l’entrata.
Da tutta questa squallida faccenda emerge chiaramente che Padre Livio predica bene e razzola male. Nomina sempre il Catechismo ma, evidentemente, ne ignora i contenuti, quindi glieli ricordiamo noi:
2477 Il rispetto della reputazione delle persone rende illecito ogni atteggiamento ed ogni parola che possano causare un ingiusto danno [Codice di Diritto Canonico, 220]. Si rende colpevole:
- di giudizio temerario colui che, anche solo tacitamente, ammette come vera, senza sufficiente fondamento, una colpa morale nel prossimo;
- di maldicenza colui che, senza un motivo oggettivamente valido, rivela i difetti e le mancanze altrui a persone che li ignorano; [ Sir 21,28 ]
- di calunnia colui che, con affermazioni contrarie alla verità, nuoce alla reputazione degli altri e dà occasione a erronei giudizi sul loro conto.
Sarebbe il caso che qualcuno suggerisse a Padre Livio di recitare un bel mea culpa, con seguito di confessione privata dei propri comportamenti e riparazione pubblica dei danni arrecati alle sue vittime.
Noi possiamo solo rassicurarlo sul fatto che il Dio della misericordia sicuramente perdonerà anche lui.
Paola de Lillo
Il servizio delle Iene si può vedere all’indirizzo qui in basso
http://www.iene.mediaset.it/puntate/2016/02/14/casciari-radio-maria-e-le-unioni-civili_9974.shtml
Disgraziata e perfida 'sta Paola de Lillo.
RispondiEliminaDirei piuttosto "chi la fa l'aspetti....".
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