ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 9 marzo 2016

Hardy&Bergoglio forever!

Caro parroco, perché hai negato alla figlia di Giorgio Ariani di cantare al funerale del padre?

FUNERALI ARIANI






Giorgio Ariani era la voce di Oliver Hardy dopo Alberto Sordi, e di Ten; ha fatto film come "L'esercito più pazzo del mondo" ed è stato un grande del varietà con "L'altra domenica" di Arbore del 1976. È uno di quegli attori che magari il nome non lo sai ma poi vedi il volto e lo riconosci.
Ai suoi funerali la figlia voleva cantare "La prima cosa bella" di Nicola di Bari per dedicarla al papà ma il parroco non ha dato il permesso: quando lei, a fine funzione, non se l'è sentita di tacere il suo dolore e ha cantato, il parroco è sceso dall'altare ed è andato via. Pieraccioni viene intervistato e dice: "Si capisce il motivo dell'allontanamento dei ragazzi dalla chiesa, è il problema del perché i giovani non si riconoscono più in certi sacerdoti anche se non tutti sono così...".

Da notare che la canzone viene cantata sì in chiesa, ma a cerimonia religiosa conclusa: cantare una canzone, come recitare una poesia, o leggere una lettera o dare una testimonianza personale, è un modo per prolungare il funerale perché quello è il momento in cui la persona cara che è morta, è ancora con te. Dopo vengono quelli delle pompe funebri e mentre sei risucchiato dai baci e abbracci di parenti e amici, la salma di chi ami se ne andrà tirata su dalle mani di sconosciuti e chiusa, pressata tra i fiori, in una macchina che potrai solo seguire nel traffico e poi il cimitero, le pratiche per entrare, la sepoltura a metà perché poi continuano gli addetti del comune.
Insomma che male c'è a lasciare alle persone care di fermarsi un attimo di più a parlare, a declamare, a suonare o a cantare? La chiesa non dovrebbe essere l'ultimo luogo in cui poter stare ancora un attimo insieme con chi non vedremo? Che problema c'è a salutarci? Ogni famiglia davanti alla morte dei propri cari ha i propri legami da lasciar andar via, da sciogliere. Ogni figlia ha il suo segreto con il proprio papà: magari avevano cantato "La prima cosa bella" in un momento per loro importante, indimenticabile, che ne sappiamo? Se vuole cantare - oltretutto a Messa finita - che problema c'è?
Rimanere in piedi davanti alla salma di tuo padre può essere più facile se canti. Una canzonetta? Per te e per me forse sì, ma per lei era un ricordo. Aggiungo inoltre che la gente di spettacolo ha una spiccata sensibilità per le arti. Se fosse stato il funerale di Edoardo De Filippo avremmo vietato di leggere un suo brano? E poi, i salmi di Davide non erano cantati? Una figlia che canta "La prima cosa bella" per fare l'ultima cosa bella che può fare davanti al papà morto, che male fa? Perché uscire dalla chiesa? L'altare è un luogo anche per cantare e pregare e sant'Agostino diceva che cantare raddoppiava la preghiera. Non è una bella vincita, raddoppiare la posta? Se crediamo che la vita vinca la morte, le vittorie vanno cantate, si meritano un'ode. Da sempre e per sempre.
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Prete e scrittore

12 commenti:

  1. Beh d'altronde alla funzione per don Gallo hanno cantato canti partigiani ( senza contare il ciarpame attorno ), ai funerali di famosi centauri hanno portato le loro moto e fatto canti non proprio canonici, a quanti funerali le poesie e gli epitaffi di questo o quell'amico si sprecano , miagolii incessanti sull'amico, sul nonno e così via.Visto che vanno tutti in paradiso ( quindi l'anima del defunto non ha bisogno di inutili suffragi ), non è più bello schitarrare e cantare canti tipo Zan zan zan ,zan le belle rane,zan le belle rane......? Almeno è sentimentalmente più divertente. O no ? Roba da matti ! jane

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  2. Mi scordavo di dare i nomi dei compositori di Zan le belle rane, sono Iannacci e Boldi, due notissimi compositori di inni sacri; Hai visto mai che qualche don volesse farla cantare durante la toccante cerimonia dal complesso dei quattro più due con chitarre tamburelli tricchetracche e frabalà , oppure sempre di Iannacci ci sarebbe anche : El purtava i scarp del tennis oppure Vengo anch'io, ( forse vengo anch'io non sarebbe gradita! ), comunque fate voi.Sempre jane kattivik ,ma ragazzi non se ne può più!!!!!

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  3. Scusate non riesco a capire. Ma questo articolo sta dicendo davvero quello che dice? In chiesa facciamo le canzoncine? Se è possibile fare la prima cosa bella, possiamo fare anche "Alba chiara" di Vasco? Ma di cosa state parlando?
    Ma è cambiata la gestione del sito?

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  4. Piena solidarieta' al parroco. In chiesa si prega non si cantano canzonette.Se parenti e amici vogliono cantare,recitare, fare discorsi lo facciano all'esterno. Quanto alla frase di S.Agostino, non e' un articolo di fede e tanto meno infallibile, in realta' chi canta non prega e impedisce agli altri di pregare.

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  5. Prete e scrittore da paura!!!!!!

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  6. Per Ettb,arrivi tardi: Alba chiara è già stata fatta ad un funerale .

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  7. prete indubbiamente mooooolto moderno......renderà conto a Dio di ogni iota che ha osato cambiare delle scritture che ha rivisitato personalizzando l'interpretazione....se non si converte rischia lui la salvezza eterna e chi incautamente nè chiede preghiere.....chi pregherà poi......

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  8. dopo le invocazioni a Dio e la benedizione di Dio, in chiesa non c'è spazio per manifestazioni sentimentali.

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  9. Personalmente rilevo che il tenero estremo saluto al defunto, iniziato una ventina d'anni con la timida frasetta letta al microfono da un parente, si è trasformata negli anni in una sbracata.
    Spero di dirlo con rispetto ma ormai si arriva a leggere quattro-pagine-quattro di ricordi e tenerume vario (le quattro-pagine-quattro me le sono dovute sciroppare in ben due funerali recenti, lette da due figlie, con la pressione arteriosa dei presenti che iniziava a saltare in alto, in particolare - immagino - quella degli addetti funebri che hanno orari da rispettare e cimiteri con orari di chiusura).
    Resto convinta che questa usanza è primariamente una manifestazione narcisistica pubblica di chi legge; poi ci sarà anche il desiderio di salutare il defunto, ma quale miglior saluto di aver celebrato le esequie con nostro Signore, di aver incensato e benedetto il defunto e di aver invocato per lui l'intercessione di tutti i santi?
    Se proprio le persone non ce la fanno a contenersi e devono dare la stura all'emozione pletorica(ormai è tutto un esternare, un 'venir fuori di casa') si chieda il permesso al sacerdote o altrove di utilizzare una sala per un incontro coi parenti MA SOLO DOPO IL FUNERALE E FUORI DALLA CHIESA.
    Lì ci potrebbe essere lo spazio per esternare tutto l'esternabile consentito, quindi anche la cantatina profana, come auspicato da don Mauro Leonardi, 'prete e scrittore' (già che non ci son più i preti di una volta...), il mostrar foto del defunto, la distribuzione delle immaginette e magari anche il rinfresco funebre di commiato.
    Tutto, purchè si ponga un freno a usi FUORI LUOGO.
    Marisa

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  10. Mio padre e mia madre erano cultori d'opera, ma non ho mai pensato in chiesa di dedicare loro qualche bel pezzo forte...ho scelto il rito religioso perchè tutti e tre siamo cattolici e dunque in chiesa sono stati fatti canti sacri, espressamente significativi e correttamente indicati per il rito funebre. Tuto il resto di mondano va fatto FUORI dalla chiesa, anzi ben lontano da essa. Poi, se la famiglia vuol fare un comizio, un ballo, una conferenza...tutto altrove, ma non in chiesa. Ho l'impressione che si vada in chiesa anche per i funerali perchè "così fan tutti", come ancora molti si sposano senza avere vera fede. Sacro e profano non possono convivere in cerimonie così importanti della vita. O la gente capisce come stanno le cose o possono pure stare fuori: la chiesa non è un mercato, è il luogo in cui onoriamo Dio e chiediamo il suo aiuto per i vivi e per i morti.

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