Lutero, Cantalamessa, e la Resurrezione dal modernismo
L'ultima predica
del venerdì santo 2016, pronunciata nella basilica di S. Pietro dal P.
Raniero Cantalamessa, contiene affermazioni che feriscono profondamente il
cuore dei buoni cristiani.
Si tratta di un'interpretazione falsa della dottrina della
giustificazione di Lutero, ascrivendo allo stesso eresiarca un merito, quando
invece il suo pensiero in materia è un grandissimo errore contro la
Misericordia divina.
Riporto le gravi affermazioni del Predicatore della Casa
Pontificia:
"…la giustizia di Dio è l’atto mediante il quale Dio
rende giusti, a lui graditi, quelli che credono nel Figlio suo. Non è un farsi
giustizia, ma un fare giusti.
Lutero ha avuto il merito di riportare alla luce questa verità, dopo che per secoli, almeno nella predicazione cristiana, se ne era smarrito il senso. E’ di questo soprattutto che la cristianità è debitrice alla Riforma, di cui il prossimo anno ricorre il quinto centenario. “Quando scoprii questo, scrisse più tardi il riformatore, mi sentii rinascere e mi pareva che si spalancassero per me le porte del paradiso”. Ma non sono stati né Agostino né Lutero a spiegare così il concetto di “giustizia di Dio”; è la Scrittura che lo ha fatto prima di loro…"
Lutero ha avuto il merito di riportare alla luce questa verità, dopo che per secoli, almeno nella predicazione cristiana, se ne era smarrito il senso. E’ di questo soprattutto che la cristianità è debitrice alla Riforma, di cui il prossimo anno ricorre il quinto centenario. “Quando scoprii questo, scrisse più tardi il riformatore, mi sentii rinascere e mi pareva che si spalancassero per me le porte del paradiso”. Ma non sono stati né Agostino né Lutero a spiegare così il concetto di “giustizia di Dio”; è la Scrittura che lo ha fatto prima di loro…"
Perché queste affermazioni sono così gravi?
Quando insegno il catechismo ai bambini della I Comunione, e
devo loro spiegare cosa vuol dire che la Grazia ci fa santi, faccio loro questo
esempio:
"Una ricca signora aveva nella sua villa due
domestiche: una si chiamava Linda l'altra Polverosa. Quando Polverosa spazzava,
non avendo voglia di portare via la sporcizia, la nascondeva sotto il tappeto.
Invece Linda puliva a fondo e portava via subito nell'inceneritore lo sporco
raccolto. Chi delle due è la domestica migliore?"
I bambini rispondono in coro: "Linda!"
Al che pongo una seconda domanda:
"Secondo voi, quando Gesù ci lava con il suo Sangue nel
Battesimo e nella Confessione, distrugge i nostri peccati per davvero, oppure
li mette sotto un tappeto, facendo finta di non vederli?"
E i bambini in coro: "Li distrugge!"
Adesso traduco il tutto per i lettori "grandi". Polverosa rappresenta
la dottrina della giustificazione di Lutero, l'imputazione estrinseca della
giustizia: secondo questa teoria (1), il buon Dio non distruggerebbe i peccati
dell'uomo, ma gli imputerebbe - estrinsecamente e arbitrariamente - la sua
giustizia; è così il predestinato (colui a cui è capitato in mano il più
fortunato dei gratta e vinci, nella lotteria del servo
arbitrio) si ritrova ad essere simul iustus et peccator, nello
stesso tempo giusto e peccatore.
La giustificazione dell'uomo si riduce così ad essere un
velo pietoso su un cadavere putrefatto.
Come può permettersi di asserire, il noto frate
cappuccino, che "Lutero ha avuto il merito di riportare alla luce questa
verità"?
Ad errore particolarmente grave, lo Spirito Santo ha
suggerito a suo tempo un formidabile antidoto: il decreto sulla giustificazione
(la Linda dell'aneddoto), promulgato dal Concilio di Trento,
in data 13 gennaio 1547:
"Mediante la libera accettazione della grazia, l'uomo
da ingiusto diventa giusto, da nemico amico, ed erede secondo la speranza della
vita eterna".
Possiamo e dobbiamo dunque credere fermamente che il nostro
Signore e Salvatore Gesù Cristo, ogni qual volta gli chiediamo perdono,
distrugge radicalmente i nostri peccati, bruciandoli nel fuoco della fornace
ardente della carità del suo Cuore; giacché una sola goccia del suo Sangue -
che pur Egli ha voluto versar tutto quanto ne scorreva nel suo Corpo -salvum
facere totum mundum quit ab omni scelere, può salvare tutto il mondo (e non
solo pochi predestinati), da ogni peccato (numero, genere, varietà e profondità
di radicamento nell'anima).
Questo i cattolici credono; Lutero non lo ha mai creduto.
Il pensiero di Lutero, tanto decantato dal P. Cantalamessa,
è quanto di più subdolo si possa opporre alla vera Misericordia di Dio, quasi
che questa possa lasciare il peccatore nella sua miseria, simul
obiectum misericordiae et peccator; la vera misericordia non è quella che
semplicemente ha compassione di Maria di Magdala, ma quella che ha fatto di lei
un grandissima santa, avendone cacciato sette demoni; è quella che ha fatto sì
che il ladrone Disma, che aveva riconosciuto la giustezza del supplizio a cui
era sottoposto, entrasse per primo in Paradiso tra i figli di Adamo; è quella
che ha fatto, del soldato che ha colpito - a nome di tutta l'umanità peccatrice
- il Divin Cuore, San Longino...
La radicale sfiducia nella grazia di chi ha pur fatto del sola
gratia la sua bandiera, fa capolino negli interventi di chi vuole
sovvertire la dottrina della Chiesa sull'Eucarestia e sul matrimonio; si rivede
un radicato pessimismo nei confronti di quei fratelli verso i quali si vorrebbe
esercitare la misericordia. Da un lato le persone con tendenza omosessuale e i
divorziati risposati sarebbero soggetti ad una concupiscenza invincibile -
sempre di sapore luterano - giansenista -, per cui si ha persino paura a
proporre loro la Verità di Cristo; dall'altro lato si dimentica che non c'è più
nessuna condanna per coloro che sono di Cristo Gesù, che cioè la Misericordia
di Dio non solo ci accoglie come siamo (lasciandoci simul iusti et
peccatores), ma ci vuole veramente liberare, guarire, bruciare il
nostro stato di peccato... far di noi dei grandi santi.
"Anziché gustarmi il gaudio della Resurrezione - mi
vien da dire - mi ritrovo con le mani in mezzo alla sporcizia?"
Mi rispondo: "Gesù, attendo in questa notte non solo la
Tua Resurrezione, ma anche quella della tua Chiesa. Lo so che questa, a
differenza Tua, non è mai morta e non può morire; ma come il Tuo Corpo unito
alla Divinità giaceva tutto legato dalle bende, così il Corpo della Chiesa, pur
non esanime, giace come legato dai lacci del modernismo.
Come il Tuo Corpo reale è passato attraverso le bende, che
non lo hanno potuto imprigionare, così il Tuo Corpo mistico possa
svincolarsi oggi dai lacci del modernismo.
Buona Pasqua a tutti!
di don Alfredo Morselli
NOTE
(1) Riprendo qui ampi stralci di un mio precedente articolo: L'imputazione
estrinseca della misericordia.
"la cristianità è debitrice alla Riforma" : siamo veramente alle comiche finali; fanno di tutto per preparare i cattolici ad accettare la riabilitazioe di Lutero, che Bergoglio vuol fare a tutti i costi entro breve; a tal scopo ricorre alla quinta colonna : i predicatori, la stampa cattolica (?), le omelie. Affermazioni come quella di Cantlamessa sopra riportata, ai tempi di S. Pio X avrebbero comportato l'espulsione dall'ordine, la riduzione al laicato, oppure il confino in un eremitaggio.
RispondiEliminaCome difendersi ? io uso un metodo semplice: appena questi signori (Bergoglio, Cantalamessa, Kasper, ecc.) appaiono inj TV, cambio subito canale, non ascolto più Radio Maria, né mi sogno di leggere l'O.R., Avvenire, Famiglia Cristiana, i settimanali diocesani (tutti spudoratamente adultori del Vdr), i fogli informativi dei vari ordini religiosi (rimanevano solo i benemeriti FF I, ma li hanno rasi al suolo). Attendo fiducioso la sconfitta del modernismo e di tutti i suoi esponenti e la restaurazione della vera, sola, unica Chiesa di Cristo, la Chiesa preconciliare, che avverrà con il trionfo del Cuore Immacolato di Maria SS.ma, Debellatrice di tutte le eresie, Regina delle Vittorie. Ad Jesum per Mariam !