ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 31 marzo 2016

Mater Ecclesiae, ora pro nobis.

Bruno Cornacchiola, il veggente protestante “protestato” da Maria

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È uscito lo scorso febbraio ed è stato  subito un successo, ristampato dopo neanche quattro settimane dalla pubblicazione. È il libro di Saverio Gaeta, che racconta per la prima volta l’incredibile e controversa apparizione della Beata Vergine a Bruno Cornacchiola in via Laurentina, sulla Collina delle Tre Fontane. Non entrerò nel merito dei segreti affidati dalla Madonna al Veggente, che lascio alla vostra (più o meno devota) curiosità. Quello che trovo particolarmente degno di riflessione è invece la vita di Cornacchiola ed il fatto che la Vergine sembra essersi rivolta a lui per annunciare uno delle più grandi aggressioni alla Chiesa di Cristo di tutti i tempi.

Bruno nasce e cresce povero, tra violenza domestica, furti e galera. Da giovane, però, si avvicina alle comunità evangeliche (durante la seconda Guerra Mondiale, a Saragozza, incontrò Otto, un soldato tedesco protestante che lo introdusse al luteranesimo). Dei colloqui con Otto Cornacchiola scriveva: “Noi protestanti siamo contrari alle affermazione della Chiesa cattolica, incominciando dalla confessione, che è invenzione dei preti per fare la spia, e poi siamo contro la Messa, l’Eucarestia, l’Immacolata….”. Il Cornacchiola si convinse talmente tanto che il male del Cristianesimo s’incarnasse nella Chiesa cattolica romana
e nel Pontefice che giorni dopo l’incontro con Otto acquistò un coltello sulla cui lama incise la scritta “A morte il Papa”, giurando di ucciderlo se ne avesse avuto la possibilità. Entrato nella chiesa avventista del settimo giorno e nominato, grazie al suo temperamento e alla sua personalità energica, direttore della Gioventù missionaria avventista del Lazio, inizio la sua personale guerra contro la Chiesa cattolica, combattuta ogni giorno fuori dalle chiese lanciando strali contro i dogmi cattolici e incitando i suoi tre figli a sputare contro i preti che incontravano per strada.
Poi avvenne l’inusitato. Furono proprio i suoi figli a vedere la Madonna che appariva in una delle grotte alle Tre Fontane. Essi s’inginocchiarono tutte e tre con le mani giunte ripetendo in estasi: “Bella Signora, Bella Signora….”. Il Cornacchiola pensò subito ad uno scherzo e s’infuriò. Ma la cosa che proprio non poteva sopportare è che i loro figli stavano imitando la preghiera cattolica (in ginocchio e a mani giunte), laddove gli avventisti pregano in piedi e senza unire le mani. Anni dopo, il 3 ottobre 1986, il veggente renderà note le parole della Vergine durante la conversazione con alcuni devoti, in cui c’è un riferimento diretto al protestantesimo: “La Vergine Madre […] mi indicò la via della salvezza […] che è il mondo con le sue false ideologie. E io lasciai la menzogna: il protestantesimo”.
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Che il protestantesimo non sia proprio la verità per i cattolici non è certo una novità. San Pio X nella Pascendi infatti così si esprimeva: “Il protestantesimo o religione riformata […] è la somma di tutte le eresie che furono prima di esso, che sono state dopo e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime“. Recentemente anche il Prefetto della Dottrina della Fede, Gerhard Müller, ha ricordato come si debba far attenzione affinché la Chiesa non si abbandoni ad una certa “deriva protestante”. Singolare è proprio la scelta da parte della Madre di Dio di un veggente che, nel secolo a più alto rischio di deriva cattolica verso il protestantesimo, ne aveva abbracciato quasi fanaticamente la dottrina.
Come è singolare notare che molti elementi un tempo associati all’eresia luterana, oggi siano entrati di fatto nel culto cattolico. Lo stesso Ratzinger anni fa mise in guardia da tale deriva: “Chi oggi parla di “protestantizzazione” della Chiesa cattolica, – sosteneva– intende in genere con questa espressione un mutamento nella concezione di fondo della Chiesa, un’altra visione del rapporto fra Chiesa e vangelo. Il pericolo di una tale trasformazione sussiste realmente; non è solo uno spauracchio agitato in qualche ambiente integrista”. Ma è ancora più singolare come qualche giorno fa il Predicatore della Casa Pontificia, padre Arturo Cantalamessa, in occasione della solenne celebrazione per il Venerdì Santo, abbia pronunciato affermazioni che non pochi hanno qualificato come azzardate. Per Cantalamessa “la giustizia di Dio è l’atto mediante il quale Dio rende giusti, a lui graditi, quelli che credono nel Figlio suo. Non è un farsi giustizia, ma un fare giusti. Lutero ha avuto il merito di riportare alla luce questa verità, dopo che per secoli, almeno nella predicazione cristiana, se ne era smarrito il senso. E’ di questo soprattutto che la cristianità è debitrice alla Riforma”. Eppure la dottrina luterana della Giustificazione è stata già condannata in quanto eterodossa. Per Lutero Dio non distrugge i peccati dell’uomo, ma gli imputerebbe la sua giustizia.
Come ricorda don Alfredo Morselli per Lutero “il predestinato si ritrova ad essere simul iustus et peccator, nello stesso tempo giusto e peccatore”, mentre la Dottrina cattolica tridentina afferma che “mediante la libera accettazione della grazia, l’uomo da ingiusto diventa giusto, da nemico amico, ed erede secondo la speranza della vita eterna”. Prosegue don Morselli: “ogni qual volta chiediamo perdono a Cristo Nostro Salvatore, Egli distrugge radicalmente i nostri peccati, bruciandoli nel fuoco della fornace ardente della carità del suo Cuore”. Va detto che padre Cantalamessa non è nuovo a queste posizioni. Nel dicembre scorso, auspicando un riavvicinamento fra cattolici e protestanti, indicò come ostacolo fra le due confessioni la nostra “sconsiderata” devozione alla Vergine. Per Cantalamessa la via della riconciliazione passa “per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso”. Il cinquecentenario dalla nascita del Protestantesimo si avvicina. Prepariamoci perché ne vedremo, ma soprattutto, ne sentiremo delle belle!
Mater Ecclesiae, ora pro nobis.
Matteo Carletti  

E se fosse Bergoglio il Papa del terzo segreto di Fatima?


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E se fosse Bergoglio il Papa del terzo segreto di Fatima? Se quel “vescovo vestito di bianco” che viene “ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce”, secondo il racconto dell’ultima veggente suor Lucia dos Santos, fosse Francesco? A riaprire il caso sono le presunte apparizioni mariane che avrebbe ricevuto a Roma, dal 1947 fino alla sua morte avvenuta nel 2001, Bruno Cornacchiola. Nel volume Il veggente (Salani) Saverio Gaeta, caporedattore dei settimanali della San PaoloFamiglia cristiana Credere, ripercorre per la prima volta in modo sistematico queste rivelazioni. E tra le profezie che la Madonna avrebbe svelato a Cornacchiola molte riguardano proprio l’assassinio di un Papa. “Sogni, sempre sogni, – scrive nel 1975 il presunto veggente – è un periodo di tempo che non faccio altro che sognare il Papa che fugge: non Paolo VI, ma un altro. Lo aiuto e il mondo salta in aria; sangue, molto sangue, che sembra melma e molti restano presi come se fosse pece, restano attaccati. Molti sacerdoti e suore in piazza San Pietro squartati”.
Anche Cornacchiola racconta di aver visto la stessa profezia che i tre pastorelli di Fatima, i beati Giacinta e Francisco Marto, oltre a suor Lucia, videro nel 1917. “Il Papa, – annota il presunto veggente – colpito gravemente, cade. Subito, coloro che stanno insieme con lui corrono ad aiutarlo e lo rialzano. Il Papa è colpito la seconda volta, cade di nuovo e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio. Senonché, appena morto il Pontefice, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così subitamente, che la notizia della morte del Papa giunge colla notizia dell’elezione del successore. Gli avversari incominciano a perdersi di coraggio”.
Il 19 giugno 1982, quindi un anno dopo l’attentato a san Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981, Cornacchiola annota ancora: “Non vorrei essere preso per iettatore, né per indovino, ma questa notte di nuovo sogno: mi trovo a San Pietro proprio davanti alla Basilica, si attendeva il Papa, la gente attorno gridava: ‘Eccolo, eccolo!’. Mi presento davanti a lui, la scorta mi allontana, un grido, il Papa è a terra intriso di sangue, non mi fanno avvicinare, piango, mi sveglio e prego molto per lui”.
Il 1° marzo 1983 Cornacchiola scrive: “Quello che mi hai fatto vedere, o Signore, sangue in quantità sopra il bianco vestito del Papa, fa’ che non si avveri”. E il 7 febbraio 1986 aggiunge: “Mentre il Papa stava celebrando la messa, si sente una grande confusione e voci che si elevano minacciose, avanzano verso l’altare, la polizia incomincia a sparare, grida, fuggi fuggi, il Papa viene colpito, il sangue arrossa l’abito talare bianco e si sente gridare: ‘È morto! È morto’”. I contenuti di queste profezie sono già presenti nel primo messaggio che la Madonna avrebbe affidato a Cornacchiola nel 1947: “La Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balia del mondo”.
Nel 1970 il presunto veggente annota ancora: “Un sogno mi ha tenuto in apprensione tutta la notte. Il Papa circondato da cardinali e vescovi che gridano verso di lui dicendogli parole rivoluzionarie: ‘Non vogliamo vivere una vita imposta, ma liberi e praticare la religione a nostro piacere e sistema locale’. Il Papa gridava piangendo: ‘No, non è possibile sostituire con culti pagani il culto di Cristo, la Chiesa ha lottato molto per abbattere l’ateismo e l’idolatria’. Il Papa viene preso e scaraventato dentro un pozzo”.
Quando durante il Grande Giubileo del 2000 Wojtyla decise di rendere pubblico il terzo segreto di Fatima dichiarò di aver letto in esso l’attentato subito per mano di Agca. Ma voci autorevoli all’interno della Chiesa cattolica hanno successivamente sostenuto che la profezia rivelata dalla Madonna ai tre pastorelli non si è esaurita con quanto avvenuto a san Giovanni Paolo II. A iniziare da Benedetto XVI che nel 2010 proprio in Portogallo davanti al luogo delle apparizioni disse: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. E con i giornalisti sul volo papale spiegò: “Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano”. A fare eco alle parole di Ratzinger è stato il cardinale portoghese José Saraiva Martins, amico di suor Lucia e a lungo prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Il porporato ha spiegato che “il terzo segreto di Fatima è stato rivelato tutto, ma ciò non toglie che può darsi che succeda ancora che sparino a un Papa come si legge nel testo dell’ultima veggente”.
Nelle profezie riportate da Cornacchiola c’è molto altro: dallatragedia di Superga in cui persero la vita tutti gli uomini del Grande Torino, all’elezione del beato Paolo VI avvenuta nel 1963, alla guerra dello Yom Kippur nel 1973, al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro nel 1978, dall’attentato a san Giovanni Paolo II nel 1981 all’esplosione del reattore della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986, fino alla caduta delle Torri Gemelli nel 2001. Ma ci sono anche rivelazioni che riguardano la piaga della pedofilia del cleroe il terrorismo di matrice islamica. Profezie, però, alle quali la Chiesa, almeno fino a oggi, non ha dato molto credito.

2 commenti:

  1. Bruno Cornacchiola uscendo dal protestantesimo diceva di essere uscito dalla "sinagoga di satana"

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    1. Qualcosa mi dice che, con questi chiari di luna, fra un po' saremo costretti a dire la stessa cosa anche noi...

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