ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 23 marzo 2016

Requiescat Europa!

Arcivescovo siriano sulle stragi di Bruxelles: purtroppo l'Europa raccoglie quello che è stato seminato in Siria e Iraq

Hassakè (Agenzia Fides) – Nelle stragi di Bruxelles, dopo quelle di Parigi, “purtroppo la popolazione innocente raccoglie anche quello che circoli e poteri europei hanno seminato in Siria e Iraq negli ultimi anni”. E' questa l'amara riflessione sui tragici fatti della capitale belga che l'Arcivescovo cattolico siriano Jacques Behnan Hindo consegna all'Agenzia Fides. 
Nell'analisi di Mons. Hindo, che guida l'arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi, le gravi responsabilità delle leadership europee e occidentali, condizionate spesso da interessi egoistici di corto respiro, si manifestano con evidenza in diversi punti. 
“Anche diversi leader europei” rimarca l'Arcivescovo siro cattolico “fino a poco tempo fa avevano come principale obiettivo geopolitico la caduta del governo di Assad, puntavano a accreditare anche le milizie jihadiste di al-Nusra come 'islamici moderati' e attaccavano la Russia per aver colpito le roccaforti di quelle milizie, sostenendo che le iniziative russe dovevano limitarsi a colpire solo il cosidetto Stato Islamico (Daesh)”. Inoltre, secondo l'Arcivescovo Hindo, molti governi occidentali continuano fino ad ora a non mettere in alcun modo in discussione i rapporti privilegiati che intrattengono proprio con le nazioni e i gruppi di potere finanziario da cui provengono flussi di risorse e ideologie che alimentano la rete del terrore: “I leader europei, e tutto l'Occidente” ricorda mons. Hindo “mantengono da decenni l'asse preferenziale con l'Arabia Saudita e gli emirati della penisola arabica. Negli ultimi decenni, hanno garantito a questi Paesi la possibilità i finanziare in tutta Europa, e anche in Belgio, la nascita di una rete di moschee dove si predicava il wahhabismo, l'ideologia che avvelena l'islam e fa da base ideologica per tutti i gruppi jihadisti. E tutto questo è accaduto perchè su tutto prevalevano le logiche economiche e i contratti miliardari coi padroni del petrolio. Flussi di denaro e risorse che alimentano anche le centrali terroristiche”. Anche la risposta europea davanti all'emergenza dei rifugiati rappresenta secondo l'Arcivescovo siriano un sintomo della debolezza e della confusione in cui versano le leadership europee: “L'Europa” fa notare mons. Hindo “sulla questione dei rifugiati ha scelto di trasformarsi in ostaggio della Turchia. Comprendo le difficoltà europee, ma faccio notare che gli sfollati accolti in Europa nel 2015 non superano lo 0,2 per cento della popolazione, mentre in un piccolo Paese come il Libano la loro quota corrisponde ormai alla metà della popolazione locale. Comprendo le lacrime del commissario europeo per la politica estera. Ma ricordo che da 5 anni vengono ammazzati migliaia di siriani musulmani e cristiani, donne uomini e bambini. E non ci sono lacrime per loro”. (GV) (Agenzia Fides 23/3/2016).

Contro il terrorismo, il vuoto  

Tra semplice stupidità e delirio, la società dei banchieri, dei traditori e dei pederasti ripete le liturgie pagane per esorcizzare la paura. Renzi e Galantino, e con loro molti altri, perdono stupende occasioni per tacere. Del resto, cosa aspettarsi da una società e da una neochiesa che esprime, tra l’altro, follie come un “Progetto Gionata”?

di Paolo Deotto
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zzzzbrxllsCos’è successo a Bruxelles? Tragici avvenimenti, senza dubbio, che si riassumono in trentadue morti e duecentosettanta feriti. Avvenimenti che hanno però una loro logica, che sono stati in ogni modo favoriti e che adesso possono stupire solo chi è in malafede o chi è talmente istupidito da non riuscire più a vedere la realtà.
Non vale la pena soffermarsi sull’incredibile inefficienza dei vari servizi di sicurezza che ogni volta, scrupolosamente dopo i fattacci, dichiarano roboanti “livelli di allarme”, riempiono un po’ le strade di quelle uniformi che sarebbe meglio vedere più spesso (e soprattutto prima), “mettono in sicurezza” i luoghi dove è già avvenuta la tragedia e ogni tanto riescono a beccare qualcuno. Il tutto in attesa del prossimo attentato. Anche questa inefficienza è figlia di una società che si è disfatta e che nelle occasioni luttuose si rifugia in uno stupidario di frasi standard che ormai sono venute davvero a noia.
Dopo aver favorito con ogni mezzo l’invasione islamica dell’Europa, e dopo aver scrupolosamente demolito ogni valore cristiano, perché mai ci si stupisce se ora i maomettani fanno il loro mestiere? Non vogliamo perderci qui in dietrologie sull’origine di una “migrazione” che tanto commuove le anime belle e che ha tutte le caratteristiche dell’invasione. Di certo però solo chi crede in modo incrollabile a Babbo Natale può credere a una pacifica invasione di pacifici cittadini che arrivano in Europa per fuggire da situazioni drammatiche. Certo, profughi dalle zone di guerra ce ne sono, ma quanti sono percentualmente sulle masse incredibili e incontrollabili che ormai hanno invaso il vecchio continente?
L’Europa si è messa a novanta gradi davanti all’invasore e intanto ha fatto di tutto per perdere l’anima, per togliere ai suoi cittadini ogni buon motivo per combattere. Una politica che ha favorito pederastia, aborto, eutanasia, tutto quanto c’è di più disumano e anticristiano, ora gode i suoi frutti. Gli islamici, invasati dalle parole del loro falso profeta seguono una logica criminale che è perfettamente coerente con quella che loro considerano la loro “missione” e per la quale sono disposti a morire. Il cittadino europeo a cui tra un gay-pride e l’altro vengono offerte le distrazioni di qualche festino a base di droga – che ovviamente si deve liberalizzare – e al quale si offre anche la possibilità del suicidio assistito nel momento in cui apra gli occhi sulla sua tragedia, quel cittadino europeo ormai è uno strano mutante, né uomo né donna, un consumatore e un ripetitore ossessivo di slogan. Soprattutto non ha più alcun motivo per combattere. È destinato alla sconfitta; e infatti periodicamente arriva la spada musulmana a tagliar teste. Poi, a teste rotolate, e passato il pericolo del momento, iniziano le litanie. “Non ci faremo intimidire” risuona da bocche scollegate da cervelli ormai disciolti dai fumi tossici democratici, laici e aperti al dialogo.
Renzi, il bambino viziato e pasticcione che Napolitano ci ha lasciato in eredità, brilla per inconsistenza, affermando che, in sostanza, non bisogna far niente. Tutto quello che sa gorgogliare è che non bisogna essere né falchi né colombe, e che comunque chiudere le frontiere è inutile (vedi su ANSA qui e qui). La giovane Mogherini, altro esempio brillante di come il vuoto totale possa far carriera, si rifugia nelle lacrime (clicca qui). E risparmiamoci le solite bofonchiate dei vari Grasso, Boldrini, Mattarella & soci. In compenso si prende nota e si rilanciano profonde dichiarazioni (del tipo “la risposta al terrorismo è non avere paura”) di parenti delle vittime del terrorismo (clicca qui) e si soddisfa anche una stampa e un pubblico avidi di notizie “forti”, come video e foto di persone in fuga,di morti e feriti.
Nessuno, nessuno, si interroga sul perché queste cose accadono e accadono con sempre maggior frequenza. Pochissimi hanno il coraggio di aggiungere alla parola “terrorismo” l’aggettivo che lo qualifica, “islamico”. Anzi, in queste occasioni si rilancia un’altra bischerata che ormai è d’obbligo: questo non è l’islam, gli islamici moderati lo avversano come noi. Bischerate che possono essere dette solo da chi non ragiona e soprattutto non ha mai fatto la fatica di leggersi un libro noioso ma istruttivo come il Corano, il Mein Kampf del bravo maomettano.
Ma in Europa e con il centro a Roma, capitale della cristianità, c’era una volta la Chiesa cattolica. La Chiesa è custode della Parola, è l’unica autorità al mondo in grado di dare un indirizzo morale, di dire cosa è bene e cosa è male. Parlo della Chiesa, non della chiesa o neochiesa. L’Europa, modello di civiltà, era l’Europa cristiana, quella che aveva saputo coalizzarsi alla necessità contro l’islam, anche con le armi. Poi sono arrivate tante cose, e qui sarebbe lungo elencarle. È arrivata la truffa della “libertà religiosa”, forza devastante assieme alla truffa della “democrazia”. E i prodotti di questo sfacelo sono personaggi come Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, che dichiara (clicca qui) la necessità della “integrazione”, parola magica che ci fa capire che Galantino o è in malafede o vive sulla Luna. Scrupolosamente, perché nella neochiesa della misericordia il posto di lavoro è sempre a rischio, Galantino non dice nulla sulla necessità di ritrovare la Fede cattolica e su questa ricostruire una società che ormai è persa. Non sia mai! Bisogna “integrare” e basta un riferimento sfuggente alla “religione” con la quale gli attentati “non hanno niente a che fare”. Signor Galantino, a quale religione si riferisce?
Quando la chiesa non alza la voce contro obbrobri come un Progetto Gionata (clicca qui) e consente che nei locali di quella che dovrebbe essere una istituzione cattolica si svolga il “Forum dei cristiani LGBT”, possiamo capire a che profondità siamo scesi nel viaggio tra le fogne.
E allora, perché meravigliarsi se i maomettani hanno scatenato la guerra? Sanno già che il loro vero e principale nemico, la Chiesa cattolica, è in mano a incoscienti (nella migliore delle ipotesi). Sanno che non hanno bisogno di invaderci: l’hanno già fatto. Sanno che siamo già degli sconfitti, che ci siamo già auto-sconfitti, magari inebriandoci di musica satanica al Bataclan o sviluppando, ovviamente con delicatezza, il “dialogo” col “mondo” LGBTXYZ. L’Europa si è consegnata in mano ai demoni e ora si accorge, poverina, che i demoni sono cattivi.
Domani inizia il Triduo. Dedichiamoci alla preghiera e alla meditazione, partecipiamo alla Pasqua. Dalla Fede cattolica, non dalle chiacchiere di comari vigliacche e traditrici, ritroveremo la forza per rialzarci dalla condizione miserabile in cui è stata gettata l’Europa ex-cristiana.

Isis? No, è "più Europa"




E così tanto hanno fatto che l'Isis ce l'hanno portata in casa. Appariva e spariva in Siria come un ologramma, poi arrivava al Golfo della Sirte. Issava la sua bandiera nera a 100 km da noi:  stiamo arrivando! E ora?
Beh, più che ora  è già da tempo che nel Belgio e nelle sue periferie cittadine proliferavano interi alveari di cellule islamiche pronti al "sacrificio". Da quanto tempo? da tempo immemorabile. Basta dare un'occhiata a questo link sulle politiche migratorie belghe:

Come suol dirsi, tre spanne di ghiaccio non si formano in una notte sola. Io non sono qui a fare ricostruzioni sulle possibili dinamiche. Non mi importa nemmeno constatare se è un flag falso o vero. Sul perché e per come i servizi di Intelligence praticano il laissez-faire, abbiamo già accumulato montagne di pubblicistica. Abbiamo tecnologie sofisticatissime e oggi l’intelligence dispone di strumenti di monitoraggio e controllo molto efficaci, sia tecnologici sia di infiltrazione delle possibili cellule, peraltro il metodo più efficace nella prevenzione del terrorismo.
 Lo scenario delle stragi  terroriste qui in Europa lo abbiamo già visto alla stazione di Atocha in Spagna nel 2004, a Londra nel 2005 alla metropolitana, per ben due volte di recente a Parigi con molti attentatori già ben noti ai servizi segreti francesi e inglesi. Eppure ogni volta sbucano fuori i capi di questi stati in tv a "esecrare i crimini", subito pronti lì  a fare le Vispe Terese e a fingere di essere appena scesi giù dai tremila.

Si può giocare d'anticipo? Certo, si può e si deve, se i capi di governo tengono alla vita e alla sicurezza dei loro cittadini, in primis. Ma che giocata d'anticipo è lasciar proliferare interi suk islamici per le capitali europee e nelle città italiane?   Soprattutto, si tengono nel ventre delle capitali europee delle enclaves di  alieni e si fa loro da badanti, da nurse, sapendo benissimo che non si integreranno mai. Che serviranno nel migliore dei casi, quale manovalanza dedita allo spaccio di droghe. O volonterosi soldatini reclutati dalle organizzazioni terroriste sotto le sigle più varie. 

Ora sono tutti lì a chiedersi "cui prodest?"? Io la mia idea ce l'ho.

 Il progetto Ue sta naufragando ed è del tutto impopolare. Crescono sempre più i partiti euroscettici e anti Ue. Schengen viene rifiutato da parte di molti stati che praticano respingimenti e barriere
E allora occorre un nemico molto forte contro il quale fare "fronte comune"; e cioè il cosiddetto "terrorismo internazionale". Diranno e dicono che sono in gioco i "nostri valori occidentali".

La loro "cura" per combatterlo? "più Europa", "più Ue", "accelerare la cessione di sovranità" da parte dei singoli stati. Sono questi i mantra che si sentono ripetere in queste ore.
Questa è la loro "terapia" dissennata. Gli attacchi terroristi per gli eurocrati sono come il cacio sui maccheroni. Non hanno ancora finito di contare i morti che già scattano all'unisono i riflessi pavloviani sulla "cessione di sovranità".
L'euroservo Renzi in primis che propone una guerra di Intelligence comune, primo passo verso quelle organizzazioni repressive unificate  già contemplate nel Trattato di Lisbona che non serviranno di certo ad acchiappare gli islamisti:

http://www.imolaoggi.it/2016/03/22/renzi-chiudere-le-frontiere-non-serve-i-terroristi-sono-gia-dentro/

Intanto Juncker, Schulz, la Merkel e pessima compagnia si trincerano nei loro palazzi di cristallo, pronti a esecrare quanto fa loro comodo. Molto comodo. 
Poi miracolosamente - toh - dai giornali sbucano fuori le foto di  brutti ceffi da film western della serie "Wanted". Ma allora cari servizi di sicurezza li conoscevate già! Ci pigliano per idioti, con ogni evidenza. E in parte lo siamo.

Non avessero così tanta fretta di rifilarci la bontà della solita "patacca Ue", non saremmo così sospettosi al riguardo. Il consueto scenario lo vediamo già a reti unificate. Lacrime, cordoglio di prammatica, boldrinate untuose e  ipocrite , mattarellate beote, alfanoidi lì pronti a giurare che "l'Italia non corre rischi" (palle romane!). Bergogliate che predicano di edificare "ponti " con l'Africa e l'Asia. Con annessa l'antologia dellebischerate renziane sul terrorismo che si combatte con la "cultura".

Ma soprattutto montagne di ceri, fiori, pelouche, pellegrinaggi, lacrime davanti a dove sono cadute le vittime di Bruxelles, che in forza della nostra stupidità, non saranno certo le ultime. Il villaggio globale richiede la sua liturgia ad uso telecamere. Questa Ue non solo ha fallito, ma ci ha fatto diventare sempre più poveri e sempre meno sicuri.
Requiescat Europa!

BELGISTAN:"QUEL CHE NON TORNA"

    Bruxelles quel che non torna quel che fa vergognare. Lo starnazzare dei buonisti e professionisti della misericordia di quelli che “distinguono” i terroristi dai cosiddetti rifugiati. Semplici becchini della nostra civiltà 
di Roberto Pecchioli  


BRUXELLES, BELGISTAN 
QUEL CHE NON TORNA, QUEL CHE FA VERGOGNARE 

di Roberto Pecchioli



Gli attentati di Bruxelles, come quelli precedenti di Parigi, sono così gravi da renderci insopportabile il diluvio di parole inutili che il sistema informativo sta scaricando su centinaia di milioni di europei, offendendo innanzitutto le vittime, ma anche la nostra intelligenza.
Un paio di considerazioni, tuttavia, si impongono, al di là della cronaca. La prima, ovvia, riguarda i sistemi di sicurezza belgi. Entrare nell’aeroporto della capitale dell’Unione Europea con delle bombe ed esplosivi è sembrato fin troppo facile. Nessuna dietrologia, almeno allo stato attuale delle notizie, ma se lo stato di allerta è questo, davvero, poveri noi. Il primo ministro belga, certo Charles Michel, ha dichiarato, con un candore che fa scorrere brividi lungo la schiena, valutando il livello delle classi dirigenti politiche: “Lo temevamo, ce lo aspettavamo, è avvenuto “. Fanno bene , allora, i siti islamisti, ad esultare, hanno già vinto, se questi sono i difensori dei popoli europei. La puzza di false flag, o almeno di indicibili , nascoste porcate, si diffonde, a pochi giorni dall’arresto di Salah, latitante dentro casa.  Dostoievsky scrisse che la verità è sempre inverosimile.  Speriamo avesse torto…
Poi c’è lo starnazzare dei buonisti e dei professionisti della misericordia, di quelli che “distinguono” i terroristi dai cosiddetti rifugiati. Su di loro, nessun commento: basta ascoltarli per cambiare canale o pagina di giornale. Semplici becchini della nostra civiltà.
Ma sono in piena azione anche gli avvoltoi, i duri che esigono a gola spiegata e le vene del collo gonfie punizioni esemplari nei confronti di tutti i mussulmani del sistema solare. Figli e nipoti di Oriana a tariffa , in azione soprattutto sul versante destro della falsa scacchiera politica. Urlano contro dei terroristi disgustosi , assassini spregevoli , ma tacciono accuratamente sull’evidenza. Persino la signora Clinton, futuro presidente dei loro amati Stati Uniti , ha ormai ammesso che l’estremismo islamista (islamista non è sinonimo di islamico…) è stato da loro fomentato, pagato ed armato, con la decisiva complicità dei sauditi e degli altri liberali e democratici satrapi del Golfo, per sostenere precisi interessi imperiali ed economici, dividere il fronte antiisraeliano e, diciamolo almeno noi, tenere in scacco questa miseranda Europa di bottegai e sensali, che ha tanta paura, non sa e non vuole difendersi, e recita tutti i giorni dell’anno la litania lauretana dell’accoglienza e del pacifismo.
Tacciono anche, i feroci saladini destrissimi, sul fatto che l’immigrazione araba, le tante Molenbeek sparse dovunque nel continente , sono state volute ed alimentate dai loro beniamini della grande industria per avere proletariato di riserva a buon prezzo , e per fare lucrosi affari con re e sceicchi del petrolio.
Giusto il Belgio, anzi il Belgistan : nel 1974 la religione islamica è stata riconosciuta e studiata nelle scuole, ad iniziativa del cattolicissimo re Baldovino. Perse le colonie , ed in Congo i belgi fecero genocidi , avevano bisogno di energia a buon prezzo. Baldovino si accordò con il re saudita Feisal – tra colleghi ci si aiuta- ed il risultato è che il wahabismo, una scuola religiosa ultraconservatrice , prescrittiva ed in fondo materialista, è da quarant’anni l’Islam belga. Fiumi di denaro dall’Arabia Saudita, decine e decine di predicatori, moschee finanziate con i petrodollari , venti solo a Molenbeek, tutto sotto l’occhio indulgente delle “autorità” belghe, le stesse che non hanno saputo fermare per quindici anni la rete pedofila di Marc Dutroux , ma che riuscirono fulmineamente a far ritirare dagli scaffali un libro francese che paventava la presenza delle autorità massime del Regno nella cricca di maiali.
Nessuno stupore, dunque, se i migliori manovali dello Stato Islamico stanno proprio nel piccolo, ospitale Belgio, e se il primo Ministro ( il re tace, avrà i suoi impegni…) parla di attentati attesi, come se non fosse proprio lui quello incaricato di impedirli.  Rivalutiamo il nostro Renzi, che, se non altro, ha la furbizia fiorentina, e florentin, in lingua francese, non è proprio un complimento…     
Prepariamoci ad altre sofferenze, prepariamoci anche a veder compressa la nostra libertà in nome del terrorismo; forse si preparerà unpatriot act in tossica salsa europea.
Gongolano gli islamisti ed i loro amici, ma certissimamente si frega le mani anche qualcuno a Washington, dalle parti della CIA e della NSA, e forse anche taluni gentiluomini di Tel Aviv.  Islamisti  & friends, nel loro delirio, neanche sospettano di essere pedine di un grande gioco in cui le vittime sono i morti ed i feriti, poi i popoli europei, e indirettamente anche i mussulmani che non si fanno esplodere e che pregano Allah senza sparare al prossimo.
Quanto all’Europa, la campana suona proprio per noi.  Imbelli, incapaci di pensare con le categorie della storia, prigionieri della superstizione egalitaria, obesi nel corpo, anoressici nell’anima, avari nel cuore, reagiamo con i minuti di silenzio, le lenzuola arcobaleno e, da ultimo, addirittura con il pianto. 
In queste ore, è diventato virale , come si dice adesso, l’immagine grafica degli omini –bandiera della Francia e del Belgio che versano lacrime e si consolano a vicenda. Un segno inequivocabile della fine imminente: non più simbolo d’identità o emblema della propria gente, ma fazzoletto, la bandiera nazionale.
Se vogliamo vivere, se vogliamo difendere almeno noi stessi, non dico i nostri discutibili valori ( denaro, consumo, sessualità disordinata, materialismo pratico, relativismo morale……), se, e sottolineo se, come la canzone di Mina, ci preme almeno lasciare una memoria non indegna della civiltà che fummo, non dobbiamo piangere, ma combattere. Che parola sgradevole, ed impegnativa, e pericolosa, e quanto è difficile individuare il nemico !
L’islamista, certo, ma soprattutto chi lo indottrina, chi lo paga, chi si serve delle sue follie e del suo pazzo coraggio.   Omero, fondando l’Europa con l’epica dell’Iliade , fa dire ad Ettore, l’eroe umanissimo e patriottico, che si batte con Achille , il semidio, nonostante il rischio mortale : “avrei troppa vergogna dei troiani e delle troiane se non fossi in battaglia. Da sempre ho imparato a essere forte.”
Noi abbiamo esaltato da settant’anni l’essere fragili, deboli, pacifici, tolleranti, ora addirittura piangenti.Umberto Eco ci ha insegnato ad analizzare “il segno”. Quello delle bandiere piangenti lo trovo terribile, e mi fa parafrasare l’ultima riga, l’excipit del “Nome della Rosa”, a sua volta variante di una frase di Bernardo di Cluny : Stat Europa pristina nomine, nomina nuda tenemus” , l’Europa originaria esiste solo nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi.  

Il terrore in Belgio ha una lunga storia. Ed è terribile pensare che ad essa abbiamo contribuito anche noi. Fulvio Scaglione

"Come ha fatto Salah Abdeslam, il terrorista che non si fece saltare a Parigi, a rimanere latitante per tre mesi nello stesso quartiere di Bruxelles in cui era nato e vissuto? E come hanno fatto i suoi (ex) compagni di militanza Isis a colpire così pesantemente poche ore dopo il suo arresto? Queste le domande che dovremmo farci, secondo Fulvio Scaglione, editorialista di Famiglia Crisitana. Domande che hanno una risposta precisa: perché in Belgio, e in particolare nella capitale, c’è una rete islamista ben radicata. E questa rete si è formata perché gliel’abbiamo permesso. Anzi: li abbiamo invitati noi. 

Sembra uno scherzo, purtroppo non lo è. Dobbiamo risalire al 1969, anno in cui re Baldovino del Belgio donò a Faisal dell’Arabia Saudita, in quel momento ministro degli Esteri e principe ereditario ma ormai prossimo a sottrarre il trono al fratello Saud, il Pavillon du Cinquantenaire, in pieno centro di Bruxelles, con un affitto simbolico per un periodo di 99 ani. In poco tempo i sauditi trasformarono il padiglione in una grande moschea e nel Centro islamico e culturale del Belgio, il primo focolaio di diffusione del wahabismo (la forma di islam che in Arabia Saudita è religione di Stato) in Europa.
Erano gli anni del boom economico in Europa e quindi della grande corsa alle risorse energetiche del Medio Oriente. Baldovino organizzò per Faisal, in visita di Stato in Belgio, una grande cerimonia.Faisal che nel 1962 aveva fondato la Lega islamica mondiale, ovvero il “braccio” caritativo e finanziario dell’islam radicale nel mondo, non perse tempo e cominciò a finanziare le attività della moschea e del Centro, dando il via alla lunga serie di predicatori wahabiti che ne hanno animato le attività. Problemi di fondi non ce ne sono: è stato calcolato che la sola Arabia Saudita abbia dotato la Lega, dal giorno della fondazione a ora, di almeno un miliardo di dollari.
In cinquant’anni si avvicendano le generazioni e si formano tante migliaia di giovani. Tra loro anche quelli che hanno coperto il latitante Salah Abdolesam e si sono fatti saltare nell’aeroporto. Ma anche Abdelhamid Abaaoud, ritenuto la “mente” delle stragi di Parigi. O quelli che fornirono le armi ad Amedy Koulibaly, il giovane francese che nel gennaio 2015 uccise quattro persone nel supermercato kosher di Parigi. L’attentatore che cercò la strage sul treno Amsterdam-Parigi nell’agosto 2015 e fu per fortuna bloccato da due soldati americani. Dal quartiere di Molenbeek erano partiti anche i due finti giornalisti che il 9 settembre 2001, due giorni prima delle Torri Gemelle e degli altri attentati negli Stati Uniti, chiesero un’intervista ad Ahmed Shah Massoud, il leader afghano che si opponeva ai talebani, e lo uccisero facendo saltare una carica esplosiva.
Come si vede, il terrore in Belgio ha una lunga storia. Ed è terribile pensare che a essa abbiamo contribuito anche noi".

Siria e Belgio, l’attacco terroristico e i parlamentari belgi in Siria

Murad Makhmudov e Lee Jay Walker Modern Tokyo Times, 22 marzo 2016brussels-facebook-2Il popolo della Siria affronta una brutale guerra di civiltà in cui le forze taqfirite minacciano l’Islam della nazione e le varie comunità cristiane che vi risiedono. Se il governo siriano cadesse, i drusi si troveranno ad affrontare la stessa realtà che ha colpito cristiani, shabaq e yazidi in Iraq. Allo stesso modo, alawiti e sciiti in Siria affrontano la barbarie di Stato islamico, al-Nusra e una pletora di brutali forze settarie taqfire. Pertanto, è essenziale che il governo siriano del Presidente Bashar al-Assad rimanga intatto. Dopo tutto, se le forze settarie e terroristiche vincessero, un incubo sommergerebbe la Siria per decenni. Soprattutto innumerevoli basi dei terroristi taqfiri verranno destinate a diffondere la carneficina nella regione e in Europa.
Non solo, la fine del governo della Siria significherebbe la distruzione dell’archeologia e l’eliminazione di storia e conoscenze per sempre. Le donne diverrebbero ombre passive, come in Afghanistan e in Arabia Saudita. Allo stesso tempo, le minoranze religiose scomparirebbero con la brutale versione taqfirita del Golfo dell’Islam che li sradicherebbe tagliando ancora teste. Inoltre, per cementare la guerra di civiltà il sunnismo verrebbe schiacciato e sostituito dall’arretrato salafismo del Golfo dalla mentalità polpottista.
La delegazione parlamentare del Belgio che visitò la Siria nel 2015 e l’attentato di Bruxelles
Jean Aziz, con l’assistenza di Julian Pecquet, su al-Monitor riferì che una delegazione dal Belgio si recò in Siria nel 2015. L’articolo sottolinea “La delegazione comprendeva il senatore Anke Van Dermeersch del Parlamento fiammingo, il parlamentare federale Jen Penris, il presidente di Democratie Nationale Marco Santi e il parlamentare federale Filip Dewinter. Van Dermeersch, Penris e Dewinter sono membri del partito di estrema destra Vlaams Belang (Interesse fiammingo), che concorda con Democratie Nationale che impedire la cosiddetta islamizzazione dell’Europa quale priorità fondamentale“. La delegazione politica dal Belgio nel 2015 evidenziava la follia anti-Siria che comincia a svegliare alcuni politici sulla vuota retorica dei capi di USA, Francia, Turchia e Regno Unito nella NATO. Dopo tutto, la realtà di Afghanistan, Iraq, Libia e aree al di fuori del controllo del governo della Siria, è quella in cui le minoranze vengono massacrate, le donne incatenate, gli apostati straziati (i taqfiri ritengono gli altri musulmani apostati), l’archeologia distrutta, il terrorismo diffuso e col risultato finale di Stati falliti, povertà e arretratezza assoluta. Secondo l’articolo di al-Monitor i parlamentari del Belgio osservarono: “La Siria costituisce la prima linea della difesa dall’estremismo e dal terrorismo. E’ l’unico Paese che combatte il terrorismo sul campo. Se questa linea viene sconfitta, il terrorismo raggiungerà i Paesi europei. Questo è il motivo per cui dobbiamo sostenere la Siria in questa guerra“. Purtroppo, i recenti attacchi terroristici a Bruxelles e Parigi confermano questi parlamentari coraggiosi del Belgio. Tuttavia, la Turchia della NATO ancora causa caos in Siria. Inoltre, mentre le potenze alleate di Golfo e NATO sfoggiano miopia con “Assad deve andarsene”, è chiaro che Bruxelles e Parigi sono ora in prima linea per l’ingerenza estera europea. Soprattutto la cancelliera della Germania Merkel minaccia l’UE con politiche d’immigrazione estremamente ingenue. Infatti, è chiaro che le ratlines terroristiche taqfire sfruttano la follia di Merkel e altri capi politicamente corretti dell’Europa. France 24 riferisce sugli attacchi terroristici a Bruxelles “il 22 marzo circa 35 persone vengono uccise e 200 ferite quando due esplosioni colpiscono il check-in nel principale aeroporto di Bruxelles e una terza colpisce un treno alla stazione della metropolitana di Maalbeek, vicino al quartier generale dell’Unione europea“. Purtroppo, nessuno è sconvolto dagli attacchi terroristici che hanno scosso Bruxelles. In effetti, il Progetto Investigativo sul Terrorismo (IPT) evidenzia questa realtà e lo stesso vale per i capi di questa nazione. L’IPT riferisceche “i musulmani belgi che hanno lasciato l’Europa per unirsi allo Stato islamico sono relativamente più numerosi di qualsiasi altro Paese. E’ così pervasivo, riporta Buzzfeed, che le forze dell’ordine belghe ammettono di essere sopraffatte dal volume delle indagini sul terrorismo“. Il primo ministro del Belgio, Charles Michel, aveva solennemente dichiarato: “Temevamo attacchi terroristici, ed ora sono successi“.
Libano, Siria e Hezbollah
syed_hasan_nasrollah_hizbollah_by_islamicwallpersSua Eminenza Sayad Hasan Nasrallah, che rappresenta il potente movimento Hezbollah, ha detto: “Voglio chiedere ai cristiani prima che ai musulmani: capite cosa avviene in Siria. Non suscito evocazioni settarie. Non si dica che Sayad fa così. Nient’affatto! Dove sono le vostre chiese? I vostri patriarchi? Le vostre suore? Le vostre croci? Le vostre statue di Maria (pace su di Lei)? I vostri santi? Dove sono? Cos’ha fatto il mondo per loro? Cosa aveva fatto il mondo per loro in Iraq? Non sono questi gruppi che causano tutto ciò in tutta la regione?” Naturalmente, esistono chiese cristiane in Libano, proprio come in Siria nelle zone sotto il controllo del governo siriano. L’eliminazione delle croci in Siria avviene nelle aree controllate da chi è sponsorizzato e sostenuto dalle grandi potenze della NATO e del Golfo. Pertanto, Nasrallah ha ragione nel dire ai cristiani “Dove sono le vostre chiese?” Modern Tokyo Times aveva indicato in un articolo precedente “E’ ironico che Hezbollah del Libano di Sua Eminenza Sayad Hasan Nasrallah sia più preoccupato della situazione dei cristiani e delle altre minoranze religiose, che il cosiddetto occidente democratico. Infatti, è evidente che USA, Francia e Regno Unito sono assolutamente dietro la cacciata dei cristiani dal Medio Oriente dati gli stretti legami con le monarchie feudali del Golfo e gli intrighi della Turchia. Pertanto, mentre l’Arabia Saudita vieta apertamente la fede cristiana, è altrettanto chiaro che l’ingerenza occidentale in Iraq, Libia e Siria infligge una catastrofe alle popolazioni cristiane di queste nazioni. In effetti, è anche difficile parlare di Iraq e Libia, perché la destabilizzazione del Golfo e occidentale ha creato questi Stati falliti. La Siria, per fortuna, combatte tenacemente per preservare il mosaico religioso ed evitare un altro Stato fallito”. E’ chiaro ad alcuni politici in Belgio che il governo e le forze armate della Siria sono in prima linea nella brutale guerra civiltà. Le élite occidentali per troppo tempo si sono fatte in quattro per accontentare le monarchie feudali del Golfo e la Turchia di Erdogan, che a loro volta finanziano terrorismo ed indottrinamento salafita secondo la sinistra mentalità dei taqfiri. Data tale realtà, le forze di sicurezza e polizia di molte nazioni europee si concentrano sui pro-Assadisti o sulle reti taqfirite islamiste e salafite che sostengono odio e terrorismo? Allo stesso modo, le chiese e le minoranze cristiane sono protette dal governo siriano, o dalle varie forze settarie, terroristiche e mercenarie supportate da NATO e monarchie feudali del Golfo?
Ovviamente, è evidente che il mosaico nel Levante è minacciato da nazioni come Qatar, Turchia e Arabia Saudita. Allo stesso modo, USA, Francia e Regno Unito si sono intromessi al fianco delle forze sinistre. Pertanto, è giunto il momento di svegliarsi prima che sia troppo tardi perché la Siria è in prima linea, dove le sue forze armate combattono il terrorismo brutale e il settarismo dei taqfiri. Se le politiche non cambiano, Bruxelles e Parigi saranno raggiunte da altre città europee dagli attentati dei terroristi taqfiri. Allo stesso modo, lo stesso vale per l’ingenuità di Merkel, parte del problema, perché è noto che molti taqfiri si avvantaggiano dal caos che si scatena. Il risultato saranno stragi e morte, quindi è il momento di concentrarsi sulla soluzione della crisi siriana basata sull’azione dell’attuale governo. Allo stesso modo, è il momento di puntellare le parti del mondo destabilizzate da diverse nazioni del Golfo, potenze della NATO e Pakistan, e di smettere che i petrodollari del Golfo diffondano l’odio taqfirita.afp--archiveTraduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora 

MARZO 23, 2016
 




UE sotto attacco. E’ stata Rita Katz

(fatevi da soli il vostro articolo. Qui un po’ di materiale)
La ville ou siège l’OTAN a été attaquée, une réponse de l’Alliance était prévisible: Cela n’a pas tardé. Frederic C. Hof, ancien conseiller de la secrétaire d’Etat Clinton en 2012, aujourd’hui membre de l’Atlantic Council au sein du Rafik Hariri Center for the Middle East n’a pas tardé à proposer “la solution”. Ce think tank atlantiste a pour objectif  de “produire une analyse originale des forces de transformation de la région, ainsi que des recommandations politiques pour les États-Unis et l’Europe sur la façon de promouvoir des relations plus étroites et plus productives avec la région”. En gros, leur but est de promouvoir les intérêts américains au Moyen-orient.

La soluzione Atlantic Council: invadere la Siria

Suite aux attentats, Hof a publié une tribune sur le site de l’Atlantic Council qui propose ni plus ni moins qu’une invasion terrestre massive de la Syrie. D’après lui, les bombardements périodiques sur la Syrie donnent l’opportunité à l’Etat islamique de poursuivre leurs plans et ils seraient sur le point de dupliquer leurs atrocités aux Etats-Unis. Leur donner cette opportunité n’est pas une option.

“Pendant une grande partie de l’année, une recommandation claire a été mise sur la table: assembler une coalition dirigée par les Américains, composée d’une force solide européenne et régionale qui entrerait en Syrie pour en finir avec l’Etat Islamique. Engager l’opposition syrienne à tous les niveaux, conformément à un plan civilo-militaire de stabilisation, peut produire une structure administrative pour une Syrie orientale sans l’EI. Anéantir l’EI en Syrie peut atténuer la crise migratoire et hâter la disparition de cette bande meurtrière en Irak. Et cela pourrait démontrer aux crédules stupides que le fait de se lier avec des perdants sera un voyage à sens unique vers l’ auto-destruction.
Hof definisce Assad “un facilitatore dell’IS” (non come ISraele che ne cra i feriti)
Le temps ne joue pas en faveur de l’Occident sur ​​cette question. L’idée queBachar al-Assad,  un facilitateur majeur de l’EI, devrait démissionner à la suite des négociations de sorte qu’un front syrien uni puisse être formé pour libérer l’est de la Syrie est une bonne chose en théorie. Les opérations militaires russes et iraniennes à l’ appui de leur client syrien ont clairement fermé la porte à cette voix. Attendre que les barbares, qui recrutent sur ​​la base de leur propre survie et des atrocités d’Assad, frappent le territoire américain, puis riposter avec une force entièrement américaine est toujours une option. Mais pourquoi attendre? Pourquoi seulement les américains? Pourquoi ne pas former cette coalition solide qui a été recommandée pendant des mois et tuer ces criminels sanguinaires plutôt tôt que tard? Bruxelles démontre encore une fois que le temps est l’ennemi.

Chi è Frederic C. Hof?  Un neocon della Israeli Lobby
Frederic C. Hof was born on July 14, 1947, to Alice and Frederic Hof in Brooklyn, New York.  (…)  In the summer of 1964, after his junior year of high school, he participated in an exchange program and went to Damascus, Syria.
He then entered the Foreign Area Officer Program to specialize in the Middle East, and as part of that program he attended the Defense Language Institute in Monterey, California, and the Foreign Service Institute in Tunis to learn Arabic. He served as the Army attaché in Beirut, Lebanon, and in 1982 he was wounded while crossing the Green Line and was awarded a Purple Heart. He worked in the office of the secretary of defense in the International Security Affairs office. He retired from the Army and took a position at the State Department. He and Richard Armitage opened Armitage Associates, LLC in 1993. In late 2000, he was asked to join the Sharm el-Sheikh Fact-Finding Committee and served on that committee from January 2001 until it completed its report the following May.

E chi è il suo compare Richard Armitage? Vicesegretario di Stato di Bush jr.
In 1998, Armitage signed a letter to President Bill Clinton. The letter urged Clinton to target the removal of Saddam Hussein‘s regime from power in Iraq. It stated that Saddam’s massive violations of the cease-fire that had ended the First Gulf War has caused erosion of the Gulf War Coalition’s containment policy. It also raised the possibility that Iraq, emboldened by Western inaction, might re-develop weapons of mass destruction.
During the 2000 Presidential election campaign, he served as a foreign policy advisor to George W. Bush as part of a group led by Condoleezza Rice that called itself The Vulcans.  The United States Senate confirmed him as Deputy Secretary of State on March 23, 2001; he was sworn in three days later. A close associate of Secretary of State Colin Powell, Armitage was regarded, along with Powell, as a moderate within the presidential administration of George W. Bush.
Chi  ha “scoperto” sul web e pubblicato le rivendicazioni  dell’ISIS della strge a Bruxelles?  Il SITE Intelligence, della ben nota (ai nostri lettori) Rita Katz

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SITE ha pubblicato un comunicato dell’ISIS con la rivendicazione degli attentati di Bruxelles in arabo e in francese.

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Più tardi la rivendicazione è stata  ripubblicata senza il  logo  SITE.

La Katz sa praticamente tutto sull’ISIS.




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http://www.maurizioblondet.it/ue-attacco-invadere-la-siria-propone-atlanti-council/







Bruxelles: le False Flag di CIA, Mossad e Gladio

aIl 22 marzo 2016, il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Malqi doveva comparire dinanzi alla commissione affari esteri di Bruxelles per discutere come riavviare il processo di pace in Medio Oriente. EP. Così, il 22 marzo era il giorno giusto per il Mossad per colpire Bruxelles? Gli attacchi terroristici a Bruxelles saranno utilizzati per giustificare un’invasione della Siria? I presunti attentatori di Bruxelles del 22 marzo 2016, i fratelli Qalid e Ibrahim al-Baqrawi, e Najim Lashrawi, vanno considerati agenti dei servizi di sicurezza. Qalid e Ibrahim al-Baqrawi sarebbero stati reclutati dai servizi di sicurezza qualche tempo fa mentre erano in carcere per reati comuni. Qalid e Ibrahim al-Baqrawi furono nuovamente arrestati pochi giorni prima dell’attentato del 22 marzo 2016, secondo il Centro per la politica della sicurezza. Najm Lashrawi avrebbe lavorato per la CIA e alleati in Siria. I media hanno presentato un video della sorveglianza come video dell’attacco terroristico del 22 marzo 2016 a Bruxelles. Il video invece era sull’attacco terroristico all’aeroporto Domodedovo di Mosca del 24 gennaio 2011. Il Video che pretende di dimostrare l’esplosione di Zaventem fu ripreso nel 2011Falso video utilizzato per informare sugli attentati di Bruxelles Terror.Screen-Shot-2016-03-22-at-14.57.44-1024x797Negli anni ’80 i servizi di sicurezza (operativi di Gladio della CIA) effettuarono i massacri nel Brabante in Belgio. “Secondo l’ex-agente del Mossad Victor Ostrovsky nel suo secondo libro ‘L’altro lato dell’inganno’ le stragi del Brabante furono effettuate da elementi degli eserciti segreti di Gladio, blanditi e manipolati dai servizi segreti israeliani, che spiegò la necessità di fare capire alla gente la necessità della ‘sicurezza’“. “Ostrovosky ha affermato che gli stragisti del Brabante trovarono rifugio in Israele, quando le autorità belghe erano sotto pressione per arrestarli”.Esplosioni all’aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles.51KBQ568MWL._SY344_BO1,204,203,200_In Belgio, il parlamentare Laurent Louis pubblicò un elenco di nomi che il gruppo ‘Anonymous‘ trasmise a tutti i parlamentari del Belgio. L’elenco riguarda le persone coinvolte nel caso Dutroux. Tra i nomi elencati: il generale degli USA Michael Aquino (che ebbe un ruolo importante nella guerra psicologica e fu coinvolto nell’operazione di lavaggio del cervello Monarch; consigliere dello Stato Maggiore per l’Europa occidentale), Paul Bonacci, vittima di Monarch, Willy Claes segretario generale della NATO nel 1994-95, Elio di Rupo attuale primo ministro belga, André Cools, ministro belga assassinato… I vertici del Belgio sono ricattati. Gli eurocrati e Marc Dutroux I/Un giudice, un re, uno psicopatico e la sua amante/Segni Satanici
Michael Aquino
Michael Aquino
Israele vuole distruggere il Belgio. Il Parlamento belga ha chiesto il riconoscimento della Palestina.MostwantedmanintheworldL’uomo in bianco è indagato dalla polizia. Il 22 marzo 2016, almeno 30 persone sono state uccise negli attacchi in stile Gladio nell’aeroporto di Bruxelles e in una stazione della metropolitana, nelle ore di punta, a Bruxelles. Lo SIIL ha rivendicato gli attentati. Lo SIIL sarebbe gestito da CIA, Mossad e amici. Chi c’è realmente dietro lo SIIL_88903881_88903880Il 18 marzo 2016, il presidente turco previde un possibile attentato a Bruxelles. Erdogan disse, ‘non vi è alcun motivo per cui la bomba esplosa ad Ankara non possa esplodere a Bruxelles‘. La strategia della tensione aiuta Trump.fs_III_2La CIA ed amici attaccarono il Belgio molte volte in passato. “Nel 1984, una squadra di marines statunitensi fu paracadutata in Belgio, e incontrò un membro dell’intelligence militare belga (NATO, Gladio e la strategia della tensione. Stay Behind della NATO). Si nascosero per due settimane prima di attaccare la stazione di polizia a Vielsalm. Armi e munizioni furono rubate. Un agente di polizia belga fu assassinato. Nel 1991, un’indagine del Senato belga dimostrò che l’attacco fu opera di militari statunitensi e belgi. Ulteriori attacchi ebbero luogo in Belgio. Altre armi e munizioni furono rubate in tali attacchi… In quel periodo in Belgio, gli “estremisti” guidavano i cosiddetti Massacri del Brabante. Si trattava di una serie di attacchi in due anni. Gruppi di uomini armati irruppero in ristoranti e supermercati e iniziavano a sparare“. Gladio e la creazione del caos geopolitico.
Il generale sir Anthony Farrar-Hockley, ex-comandante in capo delle forze NATO in Europa settentrionale, disse… che un servizio d’intelligence segreto fu istituito in Italia con l’aiuto di agenti inglesi e della CIA, ed anche in parte finanziati da essa. La filiale italiana della rete era nota come Operazione Gladio“. Richard Norton Taylor, Guardian, 15/11/90
Aangirfan ha descritto l’operazione asimmetrica di controintelligence, originariamente concepita come difesa ‘oltre le linee’ di un Paese, poi mutata scatenando il terrore in ‘Patria’ (Europa, America del Nord) per manipolare risultati politici, sociali, militari e la spesa per la difesa, all’interno. “Non è una teoria della cospirazione, è un fatto storico”. “Il 30 gennaio 2010, si apprese che i generali della NATO idearono l’Operazione Gabbia (Le indagini su Gabbia si approfondiscono con Poyrazkory rinviato a giudizio) compresa l’idea di far detonare esplosivi durante le gite di scolari nei musei militari in Turchia. L’intenzione era uccidere molti bambini“. Il generale inglese Frank Kitson avrebbe sviluppato l’idea della ‘pseudo banda'”. (Il generale Frank Kitson: sviluppò il falso terrorismo).
BrusselsLo SIIL è un’operazione di Gladio della CIA che interessa terrorismo e controllo mentale. Il Parlamento italiano dichiarò: “Quei massacri, quelle bombe, quelle azioni militari furono organizzate o promosse o sostenute da uomini delle istituzioni dello Stato italiano e, come è stato scoperto ultimamente, da uomini legati alle strutture dell’intelligence degli Stati Uniti”. Il professor Daniel Ganser scrive: “Questa è una citazione molto rivelatrice (e tanto per essere chiari, gli attentati in Italia, le stragi, come si chiamano in Italia, come Bologna, Piazza Fontana e Peteano, furono fatti indiscussi e consolidati della Guerra fredda). Così, qui abbiamo il Senato italiano che, una quindicina di anni fa, ammise che uomini delle istituzioni italiane, come ad esempio le unità del Ministero della Difesa italiana e dell’intelligence militare (i servizi segreti), erano collegati a tali attentati. Inoltre, personale dei servizi segreti statunitensi, come la CIA e forse la DIA (Defence Intelligence Agency), era anche collegato a tali atti di terrorismo“. Gli eserciti segreti della NATO. Operazione Gladio e la strategia della tensione.
Nel 1963 Kennedy fu assassinato e cinque mesi più tardi i socialisti italiani furono estromessi dal governo con un colpo di Stato di destra orchestrato dalle unità di CIA e Gladio. (Operazione Gladio)
Felice Casson è il magistrato italiano che rivelò l’esistenza dell’Operazione Gladio, l’operazione terroristica gestita da CIA e NATO dagli anni ’50. Gladio viene utilizzata per rimuovere presidenti e primi ministri. Felice Casson
Le indagini su Gladio di Casson iniziarono nel 1984, e ben presto portarono all’arresto di oltre 600 persone, agenti di polizia, militari, imprenditori, giornalisti, giuristi, politici e mafiosi. Casson parla contro la pressione politica su…Maggiori informazioni possono essere trovate sul giudice Felice Casson e l’Operazione Gladio da WikiSpooks.
Casson scoprì che una serie di attentati terroristici in Italia, imputati alle Brigate Rosse, fu opera del servizio segreto militare italiano. Il peggiore fu alla stazione di Bologna nel 1980, che uccise 85 persone. Vincenzo Vinciguerra fu uno degli arrestati. Durante il processo, Vinciguerra rivelò che Gladio mirava a terrorizzare la gente in modo che si volgesse al governo per avere protezione. Ciò è noto come ‘strategia della tensione’. Vincenzo Vinciguerra sostenne durante il processo: “Dovevi attaccare i civili, la gente, donne, bambini, innocenti, sconosciuti molto lontani da qualsiasi gioco politico. La ragione era molto semplice. Dovevano costringere le persone, il pubblico italiano, a volgersi verso lo Stato per chiedere maggiore sicurezza”. In un documentario della BBC su Gladio, descrisse lo scopo di “destabilizzare per stabilizzare’… ‘creare tensione nel Paese per promuovere le tendenze sociali e politiche conservatrici e reazionarie”. Nel 1990 il giudice Casson ebbe il permesso dal primo ministro italiano Giulio Andreotti di cercare tra gli archivi del Servizio Informazioni e Sicurezza Militare Italiano (SISMI) dove trovò la prova dell’esistenza della rete Gladio, e dei collegamenti con NATO e Stati Uniti. A seguito di questo, il 3 agosto 1990, il primo ministro Andreotti confermò al Parlamento l’esistenza delle reti Gladio. Andreotti ammise il collegamento di Gladio con la NATO. L’esercito segreto di Gladio, come rivelato da Andreotti, era ben armato. Le apparecchiature fornite dalla CIA furono sepolte in 139 nascondigli, nelle foreste, prati e perfino sotto chiese e cimiteri di tutto il Paese. Nel 2000, in Italia, una commissione parlamentare d’inchiesta su Gladio concluse: “Quei massacri, quelle bombe, quelle azioni militari furono organizzate o promosse o supportate da uomini delle istituzioni dello Stato italiano e, come è stato scoperto ultimamente, da uomini legati alle strutture d’intelligence degli Stati Uniti”.26740-giulio-andreottiIl primo ministro greco Andreas Papandreou confermò l’esistenza di Gladio in Grecia. In Germania, un programma televisivo scosse la nazione, rivelando come ex-membri delle SS, le forze speciali di Hitler, fecero parte della ‘rete stay-behind’ tedesca, operando per Gladio. Il Parlamento belga nominò una commissione speciale per indagare l’esistenza, confermata dal ministro della Difesa, della rete Gladio belga. I parlamentari belgi scoprirono che l’esercito segreto della NATO era ancora attivo. Scoprirono che una riunione segreta dei generali che dirigevano l’esercito segreto stay-behind in numerosi Paesi dell’Europa occidentale si era tenuta nel comando segreto di Gladio della NATO il 23 – 24 ottobre 1990. La riunione del Comitato Clandestino Alleato ebbe luogo a Bruxelles sotto la presidenza del generale Raymond Van Calster, capo del servizio segreto militare belga SGR (General Service de Renseignement). Andreotti affermò che i francesi parteciparono alla riunione a Bruxelles.
Raymond Van Calster, al centro
Raymond Van Calster, al centro
In Portogallo, un generale in pensione confermò tale rete in Portogallo. In Spagna, l’ex-ministro della Difesa Alberto Oliart affermò che “qui Gladio era il governo”. In Turchia l’ex-primo ministro Bulent Ecevit ammise che un esercito segreto fu coinvolto in torture, massacri, omicidi e colpi di Stato. Ciò indusse il ministro della Difesa Giray a ribattere “Ecevit era meglio tenere la bocca chiusa, cazzo!” In tutto, 12 Paesi dell’UE e la CIA, furono colpiti il 22 novembre 1990 dal Parlamento europeo che discusse la questione. Il tono fu dettato dal deputato greco Ephremidis: “Signor Presidente, il sistema Gladio esiste da quattro decenni sotto vari nomi operando clandestinamente, e abbiamo il diritto di attribuirvi la destabilizzazione, le provocazioni e il terrorismo verificatisi nei nostri Paesi per questi quattro decenni, e direi che, attivamente o passivamente, ne sia stato coinvolto”. Ephremidis criticò fortemente l’intera rete stay-behind diGladio: “Il fatto che sia stato istituito da CIA e NATO, con la pretesa di difendere la democrazia, in realtà era volto a minarla utilizzandolo per i propri scopi nefasti”.
L'eurodeputato comunista greco Vassilis Ephremidis
L’eurodeputato comunista greco Vassilis Ephremidis
Il parlamento dell’UE dichiarò che “Protestava vigorosamente il sequestro, da parte di alcuni militari statunitensi presso lo SHAPE della NATO, del diritto d’incoraggiare la creazione in Europa una rete d’intelligence ed operazioni clandestine”. Solo Belgio, Italia e Svizzera hanno indagato sugli eserciti segreti con una commissione parlamentare, producendo relazioni pubbliche lunghe e dettagliata. Secondo la stampa portoghese, il segretario generale della NATO Manfred Woerner confermò che il comando militare dello SHAPE coordinava le attività della rete Gladio. Confermò anche che Gladio fu istituita dai servizi segreti di vari Paesi della NATO, attraverso un comitato creato nel 1952. La stampa tedesca confermò che i cosiddetti eserciti segreti erano coordinati da una speciale ala protetto del Comando Generale della NATO. L’accesso avveniva attraverso una porta da caveau blindato e le carte venivano diffuse con il timbro ‘Solo per la visione a statunitensi’. Le rivelazioni cominciarono ad aumentare e apparve una foto del Comitato di Pianificazione Clandestino della NATO (CPC), responsabile degli eserciti Gladio e dei protocolli che attivamente proteggevano gli estremisti di destra dalle indagini, in quanto utili nelle attività anticomuniste. Il CPC era diretto dagli Stati Uniti con Regno Unito e Francia partner minori, e i membri della CIA presenti alle riunioni. I Paesi con propri eserciti stay-behind erano Italia, Belgio, Francia, Olanda, Spagna, Grecia, Turchia,…
Il Quartier Generale Supremo delle potenze alleate in Europa. SHAPE, che controlla Gladio.
Il Quartier Generale Supremo delle potenze alleate in Europa. SHAPE, che controlla Gladio.
Il barone belga De Bonvoisin sarebbe stato in collegamento con i gruppi fascisti dell’Operazione Gladio di CIA-NATO e i massacri del Brabante (Nijvel Gang), che uccisero 28 persone in Belgio. Nel caso dell’infanticida Dutroux, una delle persone nominata dai testimoni era il barone Benoit de Bonvoisin. (I lati oscuri della Vita di Dutroux)
Benoit De Bonvoisin
Benoit De Bonvoisin
Due ex-ufficiali dei Royal Marine ammisero di aver trascorso del tempo a Fort Monckton, vicino Portsmouth, dove membri di MI6 e SAS addestravano i gladiatori stranieri. La stampa inglese osservò che “è ormai chiaro che il reggimento d’élite Special Air Service (SAS) era coinvolto a pieno nei piani della NATO, ed operò, con l’MI6, nell’addestramento nella guerriglia e sabotaggio”. In particolare la stampa inglese confermò che “un’unità stay-behind italiana fu addestrata in Gran Bretagna. L’evidenza suggerisce che ciò durò fino agli anni ’80”, aggiungendo che “fu dimostrato che le SAS costruirono i nascondigli per le armi stoccate nel settore inglese della Germania Ovest”. Gli inglesi sapevano di più sull’esercito segreto svizzero del governo svizzero. “Attività, codici e nome del capo del gruppo del P26, Efrem Cattelan, erano noti ai servizi segreti inglesi, ma il governo svizzero ne fu tenuto all’oscuro, secondo il rapporto”.
Efrem Cattelan
Efrem Cattelan
Alcuni dei migliori dati sulla presenza segreta inglese provengono dall’indagine parlamentare svizzera sull’esercito segreto stay-behind svizzero P26. I “servizi segreti inglesi collaborarono strettamente con un’organizzazione armata clandestina svizzera (P26) attraverso una serie di accordi segreti nell’ambito della rete europea occidentale dei gruppi di “resistenza””, informò un pubblico stordito la stampa nella neutrale Svizzera. Il giudice svizzero Cornu ebbe il compito di esaminare la questione e nel suo rapporto “descrive la collaborazione del gruppo (P26) con i servizi segreti inglesi come “intensi”, con la Gran Bretagna che forniva prezioso know-how. I quadri del P26 parteciparono regolarmente ad esercitazioni in Gran Bretagna, dice il rapporto. Consiglieri inglesi, forse delle SAS, visitarono gli istituti di addestramento segreti in Svizzera”. Il membro di Gladio Alois Hurlimann, uno svizzero, riferì che nel maggio 1984 prese parte a corsi di addestramento segreti nel Regno Unito, inclusi anche veri assalti a un deposito di armi dell’IRA, in cui Hurlimann, completamente vestito con la mimetica, partecipò ed in cui almeno un attivista dell’IRA fu ucciso.
De Lorenzo
Giovanni De Lorenzo
La CIA utilizza Gladio per mantenere le persone “giuste” al potere. Nel 1963 Kennedy fu assassinato e cinque mesi dopo i socialisti italiani furono estromessi dal governo con un colpo di Stato di destra orchestrato dalle unità della CIA e di Gladio. Dal nome in codice ‘Piano Solo‘, il colpo di Stato era diretto dal generale Giovanni De Lorenzo. In stretta collaborazione con l’esperto di guerra occulta della CIA Vernon Walters, il capo della stazione CIA di Roma William Harvey e Renzo Rocca, direttore delle unità Gladio nel servizio segreto militare SID, De Lorenzo intensificò la guerra segreta. Rocca in precedenza usò il suo esercito segreto di Gladio per bombardare gli uffici della DC e di alcuni quotidiani e, successivamente, ne accusò la sinistra per screditare comunisti e socialisti… I gladiatori ricevettero le liste di proscrizione con centinaia di persone con l’ordine esplicito di rintracciare socialisti e comunisti segnalati, arrestarli e deportarli in Sardegna, dove il centro segreto di Gladio avrebbe funto da prigione. Poi, il 14 giugno 1964, De Lorenzo diede il via libera e le sue truppe entrarono a Roma con carri armati, blindati, jeep e lanciagranate, mentre le forze della NATO inscenarono una grande manovra militare nella zona per intimidire il governo italiano. Un secondo colpo di Stato di destra appoggiato dalla CIA, nome in codice Tora-Tora era previsto per dicembre 1970, ma fu fermato all’ultimo minuto. Secondo quanto riferito, la telefonata che l’interruppe era dello stesso presidente Nixon. Di conseguenza, la sinistra continuò ad avanzare in Italia. Il ministro degli Esteri Aldo Moro, insieme al presidente Giovanni Leone, volò negli Stati Uniti, ma Kissinger gli disse che in alcun caso la sinistra doveva andare al governo. La moglie di Aldo Moro, Eleonora, testimoniò che le parole rivolte al marito furono: “Dovete abbandonare la politica di voler far collaborare direttamente tutte le forze politiche del Paese. O lo fate o la pagherete cara’“. Successivamente Moro fu rapito ed ucciso. La commissione del Senato che investigava su Gladio e gli attentati terroristici, sospettò che CIA e servizio segreto militare italiano avessero organizzato il rapimento e l’assassinio di Moro. I senatori italiani conclusero nel giugno 2000 che “quelle stragi, quelle bombe, quelle azioni militari furono organizzate o promosse o supportate da uomini delle istituzioni italiane e, come fu scoperto dopo, da uomini legati alle strutture d’intelligence degli Stati Uniti”.
Reagan e Vernon Walters
Reagan e Vernon Walters
La 15enne Emanuela Orlandi scomparve a Roma. Qual è il segreto sinistro del Vaticano dietro l’adolescente Emanuela. Secondo una telefonata a un programma TV (Chi l’ha Visto? NdT): Emanuela fu rapita per fare un favore al cardinale Ugo Poletti. Il boss Enrico De Pedis avrebbe fornito ragazzi a cardinali per fare sesso. De Pedis sarebbe stato coinvolto nell’Operazione Gladio della CIA, effettuando atti di terrorismo in Italia. Enrico De Pedis fu sepolto in una tomba tempestata di diamanti nella Basilica centrale di Roma di Sant’Apollinare, accanto all’Università della Santa Croce dell’Opus Dei. Alcuni credono che il boss mafioso De Pedis fosse il figlio del cardinale Poletti, Vicario di Roma, molto vicino all’ex-primo ministro italiano Giulio Andreotti. Quel “benefattore” di Enrico De Pedis, detto “Renatino”.Emanuela-OrlandiIn Italia, la loggia massonica P2 legava i peggiori appartenenti allo Stato profondo. Lo Stato profondo “è un governo segreto parallelo, organizzato dall’apparato d’intelligence e sicurezza, finanziato dal narcotraffico e impegnato nelle violenze criminali per proteggere lo Stato e gli interessi dei militari…” (Il legame tra guerra e grande finanza)
Nel marzo 1981 la polizia italiana trovò l’elenco di 962 membri della P2, che conteneva i nomi di 3 ministri del governo e 43 membri del parlamento, 43 generali e ammiragli, 8 capi dei servizi segreti e comandanti di polizia, alti burocrati e diplomatici, industriali, finanzieri, giornalisti e personaggi televisivi. L’ex-agente del Mossad Victor Ostrovsky ha scritto che Licio Gelli, Gran Maestro della P2, era alleato del Mossad e coinvolto nell’Operazione Gladio. (Abbasso la Omicidi SpA / Israele, Mossad, Iran e un attacco nucleare false flag)Licio-Gelli-630x418L’Operazione Gladio di CIA-NATO commise atti di terrorismo, come la strage di Bologna del 1980. I vertici che avrebbero avuto contatti con la P-2 includevano: Henry Kissinger, Edmond de Rothschild e David Rockefeller. Gladio, il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa. L’asse Pentagono-nazisti-mafia-terrorismo
In questo saggio a corollario della trilogia del Millennio di Larsson, le operazioni bagnate e sotto falsa bandiera mantengono l’Europa a colonia degli Stati Uniti. I capi vengono assassinati, i movimenti sovvertiti. Sotto la superficie, l’impero domina con gli squadroni della morte, come ha sempre fatto nel sud. L’attacco alla Libia ha svelato il pugno di ferro sotto il guanto di velluto dello slogan “intervento umanitario”. Come la distruzione della Jugoslavia e lo stupro dell’Afghanistan, la riduzione della Libia a virtuale colonia di schiavi fu eseguita sotto le bandiere della NATO. E cos’è esattamente la NATO? Richard Cottrell racconta la storia di caos e omicidi dietro l'”Alleanza per la pace”, e prevede che l’emergente colosso militare combatterà per prendere il controllo di risorse strategiche come petrolio, gas, minerali e acqua ovunque sul pianeta. Mascherate da retroguardia contro gli invasori sovietici, le forze segrete della NATO si sono lanciate nel terrorismo psicologico e fisico. Erano gli anni di piombo, in cui a centinaia morirono nella guerra sintetica per le strade d’Europa.
Lyman Lemnitzer
Lyman Lemnitzer
Il comandante della NATO Generale Lyman Lemnitzer ordinò vari attentati al presidente francese Charles de Gaulle. Dimesso dal Pentagono da John F. Kennedy per insubordinazione, trovò esilio in Europa da dove Lemnitzer si vendicò a Dallas. Gli eserciti segreti forgiarono legami con la criminalità organizzata e i neofascisti. Colpi di Stato della NATO abbatterono i governi di Grecia e Turchia; lo Stato-isola di Cipro fu diviso con un aspro genocidio. La guerriglia urbana delle Brigate Rosse e della Baader-Meinhof fu abilmente manipolata. L’Italia ebbe un governo dello Stato profondo, della loggia ultra-segreta pseudo-massonica P2, fondata da ex-camicie nere. Il premier svedese Olof Palme e il premier italiano Aldo Moro furono assassinati. Papa Giovanni Paolo II fu ferito da gangster turchi che lavoravano come killer di Gladio. Nel 2009, un’operazione ripresa da Gladio dal nome in codice Ergenekon emerse in Turchia. Gli spari in Norvegia nel luglio 2011, e in Belgio, Francia e Italia nel 2012, riportano alla serie di classiche operazioni false flag di Gladio.germany-belgium-attacksNato’s Secret Armies – Operation Gladio and Terrorism in Western Europe
Strategy of Tension: The Case of Italy di Claudio Celani dall’Executive Intelligence Review
CIA – di Daniele Ganser
Operation Gladio di David Guyatt
1980 Massacro a Bologna di Thierry Meyssan
Operation Gladio – Wikipedia
$100,000,000 to Crack A Lone Nut? – intervista radio a Daniele Ganser sull’Operazione Gladio.0ksowHkLTraduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora




Yemen, le migliaia di vittime del "nostro" terrorismo che l'occidente ignora

Yemen, le migliaia di vittime del nostro terrorismo che l'occidente ignora

Il Pentagono ha emesso una nota annunciando un attacco aereo in Yemen che ha ucciso "decine di combattenti" in quello che viene descritto come un campo di addestramento di al-Qaeda in una zona montuosa dello Yemen. Lo riferisce una nota. 

Il raid segue un recente bombardamento saudita in un mercato del paese che ha provocato oltre 100 vittime civili. Si tratta delle vittime del “terrorismo occidentale”, come l'ha definito correttamente Noam Chomsky, che al mondo che si crede libero non interessa ricordare. Mai. 
Il Pentagono non ha comunicato la posizione del presunto campo d'addestramento e se ci fossero civili tra le vittime.  "Decine di combattenti AQAP sono stati rimossi dal campo di battaglia", si legge. L'attacco aereo, quindi, priverebbe di al-Qaeda della sua capacità "di usare lo Yemen come base per attacchi che minacciano le persone degli Stati Uniti, e dimostra il nostro impegno a sconfiggere Al Qaeda". Questa ultima precisazione era necessaria, in effetti.
I funzionari di sicurezza Yemen e un testimone ascoltato da AP riportano come l'attacco aereo ha colpito una ex base militare che era stata rilevata da militanti di al-Qaeda a 75 chilometri a ovest della roccaforte città del gruppo terroristico di Mukalla.
L'attacco aereo americano avviene durante l'operazione militare a guida saudita in Yemen contro i ribelli Houthi e le forze fedeli all'ex presidente Ali Abdullah Saleh. L'esercito americano sostiene questa coalizione che si è macchiata di indicibili crimini umanitari. Almeno 6.000 persone sono state uccise nello Yemen dal marzo 2015, molti dei quali civili. Nel mese di gennaio, un panel delle Nazioni Unite ha riferito al Consiglio di Sicurezza di aver rivelato "attacchi diffusi e sistematici contro obiettivi civili da parte dell'Arabia Saudita." All'inizio di marzo, le forze aeree saudite hanno colpito un mercato ad Hajja,  uccidendo 106 civili, tra cui 24 bambini. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein ha dichiarato che l'obiettivo non aveva alcun significato militare dato che il checkpoint Houthi più vicina si trovava a 250 metri di distanza dal mercato.

Ma si tratta del “nostro” terrorismo e di quello di nostri “alleati” e quindi il tutto avviene nel silenzio complice di tutti.


Adesso si comincerà a dire che l'Europa è in guerra. Ma le potenze europee sono già  in guerra da anni, 
basti pensare a Afghanistan, Iraq, Libia. 

Lo “sciame” di attentati terroristici a Bruxelles è la dimostrazione del fallimento dell'intelligence del Belgio ma anche di quella dell'Europa, colpita e affondata nella capitale dell'Unione e sede della Nato. Era assai prevedibile che i jihadisti europei tentassero di vendicarsi e che altre cellule terroristiche fossero già pronte a entrare in azione. Dopo tanti vertici in cui è discusso di collaborazione tra i servizi europei la realtà tragicamente dimostra che neppure belgi e francesi riescono a cooperare tra di loro. 
Lo dimostra l'emblematica vicenda di Salah Abdeslam, l'imprendibile terrorista e del suo gruppo di fuoco bloccati a due passi dalla strada  dove già mesi fa erano stati compiuti arresti e perquisizioni: lui è sempre tornato, a Moleenbek, un quartiere che lo ha protetto come fosse un'impenetrabile roccaforte del jihadismo. 
Salah è rimasto tra noi per mesi, attraversando indisturbato le frontiere. Il 9 settembre 2015 viene fermato insieme a Mohammed Belkaid, in arrivo dall'Ungheria, dai poliziotti austriaci, tetragoni architetti di barriere anti-migranti, ma incapaci di fare un accertamento come si deve: lo lasciando andare in compagnia di un altro candidato kamikaze.
 L'Europa deve rendersi conto che i il terrorismo vive tra noi, che vittime e carnefici stanno gli uni accanto agli altri, che non si tratta di episodi isolati, che hanno radici profonde tra le guerre mediorientali e nei conflitti che percorrono lo stesso continente. Qui in Europa la guerra all'Isis si fa un po' a spanne, in ordine sparso, salvo poi comunicare di tanto in tanto che un drone o un raid aereo hanno ucciso un leader del terrorismo in Siria oppure in Libia per dare l'impressione confortante che la tecnologia occidentale è di una spietata precisione.Niente di più falso. Cosa ci sia intorno, cosa si muova davvero tra Raqqa e Mosul, dentro al Medio  e verso l'Europa rimane avvolto nel mistero e cogli impreparati gli apparati di sicurezza.
Adesso si comincerà a dire che l'Europa è in guerra. Ma le potenze europee sono già in guerra da anni, basti pensare a Afghanistan, Iraq, Libia: anzi proprio ora servirà una seria riflessione su questi conflitti e domandarsi se la famosa “guerra al terrorismo” lanciata dagli americani dopo l'attacco di Al Qaeda l'11 settembre 2001, ci abbia resi più o meno sicuri. La risposta è evidentemente negativa. Prima c'era Al Qaeda, poi è si è formato l'Isis, forse tra un po' di tempo avremo altre organizzazioni. 
Ma l'anti-terrorismo, come hanno insegnato anche qui in Italia,  comincia prima della fine tragica, dell'esplosione dei kamikaze, inizia con la prevenzione, con indagini discrete ma precise che a volte durano anni, con l'attenzione costante e la conoscenza dei luoghi di aggregazione, con gli informatori giusti, battendo le strade al confine tra il mondo come appare e quello sommerso. E' stato fatto questo? Sembra di no.
La ragione per cui il terrorismo è diventato tremendamente efficace anche in Europa è che si è guardato troppo al fronte esterno, illudendosi con i droni o i raid di sistemare la faccenda: una strada pericolosa che ha portato a trascurare quanto accadeva nella casa europea, nel complesso tessuto sociale delle nostre periferie, soprattutto del Nord. Sembra paradossale ma la guerra al terrorismo, quella intelligente, deve ancora cominciare davvero.


Attentati di Bruxelles

Dopo la prima analisi a caldo, sono due gli aspetti degli attentati odierni che non si possono non notare: il primo è che le bombe di Bruxelles sono esplose a soli tre giorni dall'arresto di Salah, l'ormai nota "primula rossa" degli attentati del Bataclàn. La seconda è che gli attentati sono avvenuti, appunto, a Bruxelles, che è chiaramente la città simbolo dell'unione europea.


Riguardo alla vicinanza con l'arresto di Salah, si possono fare almeno due ipotesi: la prima è che Salah fosse al corrente dei nuovi attentati in preparazione, e che quindi si sia voluto accelerare la loro esecuzione prima che lui eventualmente parlasse. (Attenzione, questa ipotesi non significa automaticamente che il terrorismo islamico sia genuino: anche un Salah manovrato dai servizi potrebbe essere stato al corrente degli attentati in preparazione, e quindi avrebbe imposto ai manovratori una accelerazione nella loro esecuzione). La seconda ipotesi è che si sia voluto arrestare Salah poco prima degli attentati di Bruxelles, per segnare un punto a favore dell'intelligence belga, prima che questa venisse messa nuovamente sotto accusa per il fallimento (previsto e prevedibile) degli attentati odierni.
Qui infatti scatta la classica domanda "di repertorio": come è possibile che un attentato multiplo di così vaste proporzioni, che prevede attacchi contemporanei all'aeroporto e alla metropolitana, non sia stato intercettato in alcun modo dall'intelligence locale durante il periodo della sua preparazione? (Fra l'altro, è ufficiale la notizia che un attentato di questo genere a Bruxelles fosse ormai considerato imminente).
Ma qui, naturalmente, si entra in quel magma indistinto dove livelli diversi di polizia e di intelligence, nazionali e internazionali, lavorano con finalità opposte fra di loro, gli uni a totale insaputa degli altri. E questo rende decisamente impossibile per un qualunque osservatore esterno dare una spiegazione logica e consequenziale dei fatti avvenuti.
Non resta quindi che rivolgersi al solito cui prodest, e cercare di comprendere retroattivamente quali possano essere state le forze in gioco che hanno portato alla realizzazione di questi attentati, ascoltando le dichiarazioni dei vari ministri e capi di Stato.
A parte il solito Valls, che ha tuonato nuovamente "Siamo in guerra” (questi nuovi neocons di sinistra sono cento volte più guerrafondai dei neocons originali), il presidente Hollande si è affrettato a dichiarare che “Con gli attacchi di Bruxelles è stata colpita tutta l'Europa”.
Gli ha fatto eco dall'Italia Pietro Grasso, che ha dichiarato al nostro TG: "Hanno colpito la capitale di tutti noi europei, dobbiamo essere tutti uniti e dobbiamo ritrovare i valori fondanti della nostra Europa".
La Boldrini fa la solita boccuccia da persona seria, e dichiara: "Oggi più che mai serve risposta unitaria".
Donald Tusk, attuale presidente del consiglio europeo, si è affrettato a far sapere che "colpendo Bruxelles si è voluto colpire l'intera comunità europea". (Ma dài, e io che pensavo che ce l'avessero su con il Mozambico).
Poi è arrivato Mattarella, che ha aggiunto "La risposta agli attentati terroristici deve trovare uniti tutti gli Stati dell'unione europea", ed infine c'è stata la ciliegina sulla torta della lacrimuccia versata in diretta TV dalla Mogherini, alla notizia degli attentati di Bruxelles.
Forza ragazzi, il messaggio è chiaro: mettiamo da parte egoisimi, nazionalismi, separatismi e disgregazionismi vari, ed uniamoci tutti contro il nemico comune: la paura.
Ce lo chiede l'Europa. Direttamente da Bruxelles.

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