Qualcuno dovrebbe ricordare al Papa che la Sacra Scrittura è una sola. Non siamo stati battezzati per promuovere altre religioni
AAA CERCASI
Abbiamo esaurito ogni tipo di scorta umana di:
- stupore per i crescenti attacchi alla Chiesa e alla Sua Verità da parte di coloro che dovrebbero confermarci nella Fede;
- lacrime da versare sullo stato in cui stanno riducendo la nostra Madre Chiesa Cattolica;
- pazienza, tante volte mista a comoda codardia, per resistere alla menzogna contraria al Magistero anche se viene da un Consacrato.
AAA CERCASI
urgentemente dosi di:
- cristiana speranza;
- di rafforzamento della Fede in Gesù Cristo unico Salvatore;
- coraggio e spirito di martirio per proclamare il vero messaggio evangelico "si,si,no,no; il di più viene dal maligno";
- rigetto di ogni forma di umana diplomazia a favore della Verità, rigettando ogni umana convenienza ( = la pancia piena).
Un vero uomo di fede pieno di cristiana fiducia ha scritto: "Molto spesso Francesco straparla e dice vere e proprie eresie , questo è un problema ma solo perché lui è il Papa.
Nella Chiesa ormai da decenni ognuno fa e dice quel che gli passa per la testa senza che i superiori intervengano se non in rarissimi casi.
Eppure non dovrebbe essere impossibile ,oltreché doveroso, intervenire per richiamare , correggere o cacciare questi eretici da strapazzo.
Se la Chiesa non fosse di Gesù Cristo , con un Papa e con dei vescovi come questi , non avrebbe scampo. Invece..."
Invece: "non praevalebunt". Parola del Signore.
Ricorriamo ad un sito autenticamente cattolico per commentare l'ennesimo affondamento della Verità e, incredibile a dirsi, del Santo Vangelo da parte del Papa regnante.
da Andrea Carradori
La Bibbia e il Corano? Hanno lo stesso spirito. Parola di papa Francesco
E come si fa a non chiamarla “ennesima bergoglionata”? Diversamente dovremo chiamarla col suo vero nome: eresia. Ma poi ti accusano di dare dell’eretico al Papa e dunque tanto meglio lasciare la bergoglionata naufragare tra i rivoli della rete, insomma far finta di nulla e pensare, semmai, di aver capito male noi.
Tutto all’ennesima potenza, parliamo infatti dell’ennesima intervista. Al momento il testo ufficiale ed integrale non c’è, ma questa fonte è di Radio Vaticana, perciò attendibile. Ecco le parole del Papa:
«Non credo che vi sia oggi una paura dell’islam in quanto tale, ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni.»
Partiamo da un consiglio, per noi laici, del compianto cardinale Biffi che diceva:
«Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l’uomo ogni via di salvezza».
Ora, per quanto potremmo difendere la frase del papa, appare un arrampicarsi sugli specchi, non vogliamo dare altra spiegazione all’evidenza che il Papa Francesco è malamente informato sul Corano, sull’Islam, sull’Isis e pure sulla loro legge, la Shariʿah. Non vogliamo polemizzare, ma neppure tacere sul fatto che Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, possa essere messo – dal Suo Vicario in terra – sullo stesso piano della legge islamica, del Corano e pure dello “spirito” di conquista.
Non staremo qui a dare lezioni al Papa, ma è un dovere nostro sottolineare il perchè sbaglia nel dire ciò che ha detto. Premettiamo che quanto segue non c’entra nulla con l’accoglienza dei veri bisognosi e gli aiuti agli immigranti. Premettiamo anche che, per certi versi e vista la grave situazione di invasione che l’Europa sta subendo da parte di un certo Islam, detto oggi moderato, comprendiamo bene il lavoro diplomatico della Santa Sede atto ad evitare ogni conflitto, anche per evitare a noi, ignari dei giochi e dei lavori dietro le quinte, future violenze.
Ma per quanto ciò possa essere comprensibile, diventa inaccettabile fare dei compromessi che mettono Gesù Cristo e la sua Parola, o meglio il Suo mandato a predicare Lui Via, Vita e Verità, sullo stesso piano del Corano, dell’Islam e del medesimo “spirito” che lo animerebbe.
Così come non vogliamo trascurare le altre parole del Papa quando dice:
«… la convivenza tra cristiani e musulmani è possibile. Io vengo da un paese in cui vivono insieme in buona familiarità. I musulmani venerano la Vergine Maria e San Giorgio. In un paese africano, mi è stato segnalato che per il Giubileo della misericordia, i musulmani fanno una lunga coda nella Cattedrale per passare la porta santa e pregare la Vergine Maria.»
Qui c’è molto sincretismo religioso e confusione e non è propriamente come il Papa la sintetizza. Se i musulmani passano la porta santa è evidente che non sanno quello che fanno, e nessuno ha spiegato loro che la Porta è Cristo altrimenti non la passerebbero e per andare a salutare la (statua?) Vergine Maria, entrerebbero dalla porta normale.
Purtroppo ci vorrebbe più spazio per chiarire il problema, ma possiamo sintetizzare anche noi alcuni punti fondamentali.
- Nel famoso Discorso di Benedetto XVI a Ratisbona del settembre 2006 (vedi qui) si rammentò il carattere intrinsecamente irrazionale della concezione maomettana di Dio e la conseguente vocazione alla violenza di quella religione. Attaccato da tutte le parti (anche dal cardinale Bergoglio allora a Buenos Aires), purtroppo Benedetto XVI non portò avanti il discorso ed anzi, cercò egli stesso di minimizzare quanto aveva detto, ma ciò che disse è sotto gli occhi di tutti, basta leggere il testo serenamente.
- Se il “Gesù figlio di Maria” descritti nel Corano, fossero, teologicamente parlando, le medesime Persone dei Vangeli, non è comprensibile la Nota CEI del 1993 – l’Isis ancora non c’era – che scrive: “In diversi paesi islamici è quasi impossibile aderire e praticare liberamente il cristianesimo. Non esistono luoghi di culto, non sono consentite manifestazioni religiose fuori dell’islam, né organizzazioni ecclesiali per quanto minime. Si pone così il difficile problema della reciprocità. È questo un problema che non interessa solo la Chiesa, ma anche la società civile e politica, il mondo della cultura e delle stesse relazioni internazionali. Da parte sua il papa è instancabile nel chiedere a tutti il rispetto del diritto fondamentale della libertà religiosa” (n. 34). E le cose non sono affatto cambiate, anzi, assistiamo oggi a veri massacri contro i Cristiani e alla distruzione di Chiese e statue anche della Vergine Maria, e non è affatto possibile sintetizzare come fa il Papa: ” la convivenza fra musulmani e cristiani è possibile…”, perché al Papa dovrebbero spiegare che ciò è possibile fino a quando, queste comunità, non diventano la maggioranza. Una volta raggiunta la maggioranza, essi hanno bisogno di avere uno Stato coranico, devono essere guidati dal Corano, altrimenti non sarebbero più musulmani. E’ di questi giorni la notizia che ricchi arabi musulmani hanno dato trenta milioni di euro per restaurare i monumenti storici musulmani in Sicilia, e sono gli stessi che a casa loro vietano ai cristiani di professare liberamente la propria fede in Cristo, il Figlio di Maria…. come mai nessuno si chiede perché di tanto interesse da parte di questi ricchi musulmani, mentre i cristiani da loro sono perseguitati? Se dunque, il “Gesù figlio di Maria” descritti nel Corano, fossero, teologicamente parlando, le medesime Persone dei Vangeli, perché non si convertono e non lasciano in pace i cristiani che vivono nelle loro terre? E’ evidente che le cose non stanno propriamente così, come per i Protestanti che mica vogliono male a Maria, ma non la chiamano “Madre di Dio” ma “solo madre di Gesù”, con le conseguenze che ben conosciamo. Per il Corano (di cui l’Isis è il braccio armato) Gesù non è Dio, punto. E cosa dice la Scrittura? «Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio.» (1Gv. 2,22)
«ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.» (1Gv. 4,3)
- Diceva il cardinale Biffi, sul problema Islam-immigrazione: «Le nostre comunità e i nostri fedeli non devono perciò nutrire complessi di colpa a causa delle emergenze anche imperiose che essi con le loro forze non riescono ad appianare. Sarebbe un implicito, ma comunque intollerabile e grave “integralismo” il credere che le aggregazioni ecclesiali e i cattolici possano essere responsabilizzati di tutto. (…) Dovere statutario della Chiesa Cattolica e compito di ogni battezzato è di far conoscere esplicitamente Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio morto per noi e risorto, oggi vivo e Signore dell’universo, unico Salvatore di tutti. Tale missione può essere coadiuvata ma non surrogata dall’attività assistenziale che riusciremo a offrire ai nostri fratelli. Suppone la nostra attitudine al dialogo sincero, aperto, rispettoso con tutti, ma non può risolversi nel solo dialogo. È favorita dalla conoscenza oggettiva delle posizioni altrui, ma si avvera soltanto nella conoscenza di Cristo cui noi riusciamo a portare i nostri fratelli, che sventuratamente ancora non ne sono gratificati. Inoltre l’azione evangelizzatrice è di sua natura universale e non tollera deliberate esclusioni di destinatari. Il Signore non ci ha detto: “Predicate il Vangelo ad ogni creatura, tranne i musulmani, gli ebrei e il Dalai Lama” (cf Mc 16,15). Chi ci contestasse la legittimità o anche solo l’opportunità di questo annuncio illimitato e inderogabile, peccherebbe di intolleranza nei nostri confronti: ci proibirebbe infatti di essere quello che siamo, vale a dire “cristiani”; cioè obbedienti alla chiara ed esplicita volontà di Cristo. È molto importante che tutti i cattolici si rendano conto di questa loro indeclinabile responsabilità. E per essere buoni evangelizzatori, persuasi dentro di sì e persuasivi nei confronti degli altri, essi devono crescere sempre più nella intelligenza e nella gioiosa ammirazione degli immensi tesori di verità, di sapienza, di consolante speranza che hanno la fortuna di possedere: è una effusione sovrumana, anzi divinizzante di luce, assolutamente inconfrontabile con i pur preziosi barlumi offerti dalle varie religioni e dall’Islam; e noi siamo chiamati a proporla appassionatamente e instancabilmente a tutti i figli di Adamo.»
È evidente, perciò, che Papa Francesco non è affatto ben informato, e forse non conosce il Corano che, invece, dice:
- “Dì: egli, Dio, è uno. Dio l’eterno. Non ha generato, né è stato generato. E non vi è alcuno uguale a lui” (Cor. sura 104)
- “Invero, sono miscredenti quelli che dicono: ‘in verità, Dio è il Messia, ‘figlio di Maria’” (Cor. sura 5, 76)
- “Miscredenti sono, invero, quelli che dicono: ‘in verità Dio è il terzo di tre’, mentre non vi è altro Dio se non un Dio unico” ( Cor. sura 5, 77).
Solo una vera evangelizzazione potrebbe aiutare a far capire ai Musulmani che per il Cristianesimo, Dio, non è “il terzo di tre”, e che dunque anche per noi esiste un solo Dio che semmai è “distinto” nelle tre Persone. Ma è certo che con il dialogo “a tutti i costi” questa comprensione non si avrà mai. Se poi ci si mette pure il Papa a dire che “l’idea di conquista” è sullo stesso piano del mandato del Cristo alla Chiesa, allora stiamo freschi. Non ci sarà alcuna progressione, ma regressione.
Inoltre qualcuno dovrebbe forse ricordare al Papa che di Sacra Scrittura, vera, esiste una sola e il Corano non è “Scrittura Sacra” altrimenti si dovrebbe affermare che il vero ed unico Dio si sarebbe rivelato altrove smentendo Se Stesso, visto che il Corano, se preso alla lettera e dichiarato “testo sacro”, afferma che Gesù non è Dio. Noi certamente possiamo rispettare le altre religioni, ma non siamo stati battezzati per difenderle o addirittura promozionarle.
Gesù non dice “io vi dico la verità, o un pezzetto, il resto lo trovate nelle altre religioni”, ma dice “Io sono la Via, la Verità e la Vita…”.
Ma veniamo al sodo, a questo presunto “spirito” di evangelizzazione islamico. L’Islam non evangelizza affatto, sottomette! Il Cristianesimo, per quante gliene dicano di cotte e di crude e pure di falsità storiche, non sottomette e piuttosto integra, abbraccia, unisce. La famosa sura 9, quella della guerra santa, dice testualmente:
“29. Combattete contro quelli che non credono in Dio, né nel giorno estremo [nel Giudizio], e non considerano proibito quel che proibisce Dio e il suo apostolo, e che non professano la religione della verità, ossia coloro ai quali è stato dato il Libro [ebrei e cristiani], finché non paghino la gizya [il tributo, diventando dhimmi o “protetti”] alla mano con umiliazione.”
Leggiamo il passo citato da Papa Francesco:
Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt.28,18-20)
Quando, perciò, il Papa afferma che: «Non credo che vi sia oggi una paura dell’islam in quanto tale, ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni..», sbaglia, per non dire altro.
No, Santità, non può affermare che l’idea di conquista che appartiene allo “spirito” dell’Islam, si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista del Cristo! È una aberrazione affermare questo, proprio lei dovrebbe dire che non vi è alcun paragone e nessuna associazione, ed è anche uno “schiaffo” alle migliaia di martiri di ieri e di oggi del Cristianesimo che sarebbero morti invano, visto che per lei lo spirito dell’Islam può essere interpretato con lo Spirito con il quale Gesù inviava i Suoi.
Concludeva così il suo intervento il cardinale Biffi che facciamo nostro:
«In un’intervista di una decina d’anni fa, mi è stato chiesto con molto candore e con invidiabile ottimismo: “Ritiene anche Lei che l’Europa o sarà cristiana o non sarà?”. Mi pare che la mia risposta di allora possa ben servire alla conclusione del mio intervento di oggi.
Io penso – dicevo – che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità.
Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’“avvenimento cristiano” come unica salvezza per l’uomo ‑ e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.
Purtroppo né i “laici” né i “cattolici” pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I “laici”, osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l’ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi…».
A questa analisi lucidissima e profetica, del 30 settembre 2000, aggiorniamo che oggi, forse, non sono più i laici cattolici a non rendersi conto del dramma che incombe sull’Europa, ma che l’alta Gerarchia della Chiesa sembra preferire combattere contro sé stessa anziché “prendere la propria croce” e seguire il Cristo sul suo Calvario. E se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi, a meno che la Vergine Santa non intervenga prima realizzando la promessa del trionfo del Suo Cuore Immacolato, abbreviandoci i giorni di quell’assalto che, nonostante gli sforzi di questo Pontificato, ci sarà eccome!
È solo questione di tempo, anche grazie alle leggi anticristiane elevate a nuova cultura europea, che stanno regalando all’Islam l’Europa la quale: o ridiventa cristiana o sarà musulmana. Svegliatevi, non è uno slogan, ma la triste realtà.
PUBLISHED ON 18 maggio 2016
E come si fa a non chiamarla “ennesima bergoglionata”? Diversamente dovremo chiamarla col suo vero nome: eresia. Ma poi ti accusano di dare dell’eretico al Papa e dunque tanto meglio lasciare la bergoglionata naufragare tra i rivoli della rete, insomma far finta di nulla e pensare, semmai, di aver capito male noi.
Tutto all’ennesima potenza, parliamo infatti dell’ennesima intervista. Al momento il testo ufficiale ed integrale non c’è, ma questa fonte è di Radio Vaticana, perciò attendibile. Ecco le parole del Papa:
«Non credo che vi sia oggi una paura dell’islam in quanto tale, ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni.»
Partiamo da un consiglio, per noi laici, del compianto cardinale Biffi che diceva:
«Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l’uomo ogni via di salvezza».
Ora, per quanto potremmo difendere la frase del papa, appare un arrampicarsi sugli specchi, non vogliamo dare altra spiegazione all’evidenza che il Papa Francesco è malamente informato sul Corano, sull’Islam, sull’Isis e pure sulla loro legge, la Shariʿah. Non vogliamo polemizzare, ma neppure tacere sul fatto che Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, possa essere messo – dal Suo Vicario in terra – sullo stesso piano della legge islamica, del Corano e pure dello “spirito” di conquista.
Non staremo qui a dare lezioni al Papa, ma è un dovere nostro sottolineare il perchè sbaglia nel dire ciò che ha detto. Premettiamo che quanto segue non c’entra nulla con l’accoglienza dei veri bisognosi e gli aiuti agli immigranti. Premettiamo anche che, per certi versi e vista la grave situazione di invasione che l’Europa sta subendo da parte di un certo Islam, detto oggi moderato, comprendiamo bene il lavoro diplomatico della Santa Sede atto ad evitare ogni conflitto, anche per evitare a noi, ignari dei giochi e dei lavori dietro le quinte, future violenze.
Ma per quanto ciò possa essere comprensibile, diventa inaccettabile fare dei compromessi che mettono Gesù Cristo e la sua Parola, o meglio il Suo mandato a predicare Lui Via, Vita e Verità, sullo stesso piano del Corano, dell’Islam e del medesimo “spirito” che lo animerebbe.
Così come non vogliamo trascurare le altre parole del Papa quando dice:
«… la convivenza tra cristiani e musulmani è possibile. Io vengo da un paese in cui vivono insieme in buona familiarità. I musulmani venerano la Vergine Maria e San Giorgio. In un paese africano, mi è stato segnalato che per il Giubileo della misericordia, i musulmani fanno una lunga coda nella Cattedrale per passare la porta santa e pregare la Vergine Maria.»
Qui c’è molto sincretismo religioso e confusione e non è propriamente come il Papa la sintetizza. Se i musulmani passano la porta santa è evidente che non sanno quello che fanno, e nessuno ha spiegato loro che la Porta è Cristo altrimenti non la passerebbero e per andare a salutare la (statua?) Vergine Maria, entrerebbero dalla porta normale.
Purtroppo ci vorrebbe più spazio per chiarire il problema, ma possiamo sintetizzare anche noi alcuni punti fondamentali.
- Nel famoso Discorso di Benedetto XVI a Ratisbona del settembre 2006 (vedi qui) si rammentò il carattere intrinsecamente irrazionale della concezione maomettana di Dio e la conseguente vocazione alla violenza di quella religione. Attaccato da tutte le parti (anche dal cardinale Bergoglio allora a Buenos Aires), purtroppo Benedetto XVI non portò avanti il discorso ed anzi, cercò egli stesso di minimizzare quanto aveva detto, ma ciò che disse è sotto gli occhi di tutti, basta leggere il testo serenamente.
- Se il “Gesù figlio di Maria” descritti nel Corano, fossero, teologicamente parlando, le medesime Persone dei Vangeli, non è comprensibile la Nota CEI del 1993 – l’Isis ancora non c’era – che scrive: “In diversi paesi islamici è quasi impossibile aderire e praticare liberamente il cristianesimo. Non esistono luoghi di culto, non sono consentite manifestazioni religiose fuori dell’islam, né organizzazioni ecclesiali per quanto minime. Si pone così il difficile problema della reciprocità. È questo un problema che non interessa solo la Chiesa, ma anche la società civile e politica, il mondo della cultura e delle stesse relazioni internazionali. Da parte sua il papa è instancabile nel chiedere a tutti il rispetto del diritto fondamentale della libertà religiosa” (n. 34). E le cose non sono affatto cambiate, anzi, assistiamo oggi a veri massacri contro i Cristiani e alla distruzione di Chiese e statue anche della Vergine Maria, e non è affatto possibile sintetizzare come fa il Papa: ” la convivenza fra musulmani e cristiani è possibile…”, perché al Papa dovrebbero spiegare che ciò è possibile fino a quando, queste comunità, non diventano la maggioranza. Una volta raggiunta la maggioranza, essi hanno bisogno di avere uno Stato coranico, devono essere guidati dal Corano, altrimenti non sarebbero più musulmani. E’ di questi giorni la notizia che ricchi arabi musulmani hanno dato trenta milioni di euro per restaurare i monumenti storici musulmani in Sicilia, e sono gli stessi che a casa loro vietano ai cristiani di professare liberamente la propria fede in Cristo, il Figlio di Maria…. come mai nessuno si chiede perché di tanto interesse da parte di questi ricchi musulmani, mentre i cristiani da loro sono perseguitati? Se dunque, il “Gesù figlio di Maria” descritti nel Corano, fossero, teologicamente parlando, le medesime Persone dei Vangeli, perché non si convertono e non lasciano in pace i cristiani che vivono nelle loro terre? E’ evidente che le cose non stanno propriamente così, come per i Protestanti che mica vogliono male a Maria, ma non la chiamano “Madre di Dio” ma “solo madre di Gesù”, con le conseguenze che ben conosciamo. Per il Corano (di cui l’Isis è il braccio armato) Gesù non è Dio, punto. E cosa dice la Scrittura? «Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio.» (1Gv. 2,22)
«ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.» (1Gv. 4,3)
- Diceva il cardinale Biffi, sul problema Islam-immigrazione: «Le nostre comunità e i nostri fedeli non devono perciò nutrire complessi di colpa a causa delle emergenze anche imperiose che essi con le loro forze non riescono ad appianare. Sarebbe un implicito, ma comunque intollerabile e grave “integralismo” il credere che le aggregazioni ecclesiali e i cattolici possano essere responsabilizzati di tutto. (…) Dovere statutario della Chiesa Cattolica e compito di ogni battezzato è di far conoscere esplicitamente Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio morto per noi e risorto, oggi vivo e Signore dell’universo, unico Salvatore di tutti. Tale missione può essere coadiuvata ma non surrogata dall’attività assistenziale che riusciremo a offrire ai nostri fratelli. Suppone la nostra attitudine al dialogo sincero, aperto, rispettoso con tutti, ma non può risolversi nel solo dialogo. È favorita dalla conoscenza oggettiva delle posizioni altrui, ma si avvera soltanto nella conoscenza di Cristo cui noi riusciamo a portare i nostri fratelli, che sventuratamente ancora non ne sono gratificati. Inoltre l’azione evangelizzatrice è di sua natura universale e non tollera deliberate esclusioni di destinatari. Il Signore non ci ha detto: “Predicate il Vangelo ad ogni creatura, tranne i musulmani, gli ebrei e il Dalai Lama” (cf Mc 16,15). Chi ci contestasse la legittimità o anche solo l’opportunità di questo annuncio illimitato e inderogabile, peccherebbe di intolleranza nei nostri confronti: ci proibirebbe infatti di essere quello che siamo, vale a dire “cristiani”; cioè obbedienti alla chiara ed esplicita volontà di Cristo. È molto importante che tutti i cattolici si rendano conto di questa loro indeclinabile responsabilità. E per essere buoni evangelizzatori, persuasi dentro di sì e persuasivi nei confronti degli altri, essi devono crescere sempre più nella intelligenza e nella gioiosa ammirazione degli immensi tesori di verità, di sapienza, di consolante speranza che hanno la fortuna di possedere: è una effusione sovrumana, anzi divinizzante di luce, assolutamente inconfrontabile con i pur preziosi barlumi offerti dalle varie religioni e dall’Islam; e noi siamo chiamati a proporla appassionatamente e instancabilmente a tutti i figli di Adamo.»
È evidente, perciò, che Papa Francesco non è affatto ben informato, e forse non conosce il Corano che, invece, dice:
- “Dì: egli, Dio, è uno. Dio l’eterno. Non ha generato, né è stato generato. E non vi è alcuno uguale a lui” (Cor. sura 104)
- “Invero, sono miscredenti quelli che dicono: ‘in verità, Dio è il Messia, ‘figlio di Maria’” (Cor. sura 5, 76)
- “Miscredenti sono, invero, quelli che dicono: ‘in verità Dio è il terzo di tre’, mentre non vi è altro Dio se non un Dio unico” ( Cor. sura 5, 77).
Solo una vera evangelizzazione potrebbe aiutare a far capire ai Musulmani che per il Cristianesimo, Dio, non è “il terzo di tre”, e che dunque anche per noi esiste un solo Dio che semmai è “distinto” nelle tre Persone. Ma è certo che con il dialogo “a tutti i costi” questa comprensione non si avrà mai. Se poi ci si mette pure il Papa a dire che “l’idea di conquista” è sullo stesso piano del mandato del Cristo alla Chiesa, allora stiamo freschi. Non ci sarà alcuna progressione, ma regressione.
Inoltre qualcuno dovrebbe forse ricordare al Papa che di Sacra Scrittura, vera, esiste una sola e il Corano non è “Scrittura Sacra” altrimenti si dovrebbe affermare che il vero ed unico Dio si sarebbe rivelato altrove smentendo Se Stesso, visto che il Corano, se preso alla lettera e dichiarato “testo sacro”, afferma che Gesù non è Dio. Noi certamente possiamo rispettare le altre religioni, ma non siamo stati battezzati per difenderle o addirittura promozionarle.
Gesù non dice “io vi dico la verità, o un pezzetto, il resto lo trovate nelle altre religioni”, ma dice “Io sono la Via, la Verità e la Vita…”.
Ma veniamo al sodo, a questo presunto “spirito” di evangelizzazione islamico. L’Islam non evangelizza affatto, sottomette! Il Cristianesimo, per quante gliene dicano di cotte e di crude e pure di falsità storiche, non sottomette e piuttosto integra, abbraccia, unisce. La famosa sura 9, quella della guerra santa, dice testualmente:
“29. Combattete contro quelli che non credono in Dio, né nel giorno estremo [nel Giudizio], e non considerano proibito quel che proibisce Dio e il suo apostolo, e che non professano la religione della verità, ossia coloro ai quali è stato dato il Libro [ebrei e cristiani], finché non paghino la gizya [il tributo, diventando dhimmi o “protetti”] alla mano con umiliazione.”
Leggiamo il passo citato da Papa Francesco:
Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt.28,18-20)
Quando, perciò, il Papa afferma che: «Non credo che vi sia oggi una paura dell’islam in quanto tale, ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni..», sbaglia, per non dire altro.
No, Santità, non può affermare che l’idea di conquista che appartiene allo “spirito” dell’Islam, si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista del Cristo! È una aberrazione affermare questo, proprio lei dovrebbe dire che non vi è alcun paragone e nessuna associazione, ed è anche uno “schiaffo” alle migliaia di martiri di ieri e di oggi del Cristianesimo che sarebbero morti invano, visto che per lei lo spirito dell’Islam può essere interpretato con lo Spirito con il quale Gesù inviava i Suoi.
Concludeva così il suo intervento il cardinale Biffi che facciamo nostro:
«In un’intervista di una decina d’anni fa, mi è stato chiesto con molto candore e con invidiabile ottimismo: “Ritiene anche Lei che l’Europa o sarà cristiana o non sarà?”. Mi pare che la mia risposta di allora possa ben servire alla conclusione del mio intervento di oggi.
Io penso – dicevo – che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità.
Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’“avvenimento cristiano” come unica salvezza per l’uomo ‑ e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.
Purtroppo né i “laici” né i “cattolici” pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I “laici”, osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l’ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi…».
A questa analisi lucidissima e profetica, del 30 settembre 2000, aggiorniamo che oggi, forse, non sono più i laici cattolici a non rendersi conto del dramma che incombe sull’Europa, ma che l’alta Gerarchia della Chiesa sembra preferire combattere contro sé stessa anziché “prendere la propria croce” e seguire il Cristo sul suo Calvario. E se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi, a meno che la Vergine Santa non intervenga prima realizzando la promessa del trionfo del Suo Cuore Immacolato, abbreviandoci i giorni di quell’assalto che, nonostante gli sforzi di questo Pontificato, ci sarà eccome!
È solo questione di tempo, anche grazie alle leggi anticristiane elevate a nuova cultura europea, che stanno regalando all’Islam l’Europa la quale: o ridiventa cristiana o sarà musulmana. Svegliatevi, non è uno slogan, ma la triste realtà.
PUBLISHED ON 18 maggio 2016
PUBLISHED ON 18 maggio 2016
Lega cattolica per la preghiera di riparazione. Preghiere di riparazione dopo le gravi e blasfeme affermazioni di Bergoglio nell’intervista al quotidiano francese “La Croix”. Notizie e avvisi e una lettura di formazione di San Giovanni Climaco
Calendario tradizionale. Giovedì 19 maggio 2016 – per il Martirologio clicca qui
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Gentili amici,
siamo impegnati a pregare in riparazione delle gravi offese al Sacro Cuore di Gesù, compiute da Bergoglio che, in un’intervista al quotidiano francese “La Croix” (di cui potete leggere gli estratti sull’agenzia Zenit), non solo per l’ennesima volta ha negato l’unicità della Fede cattolica, ma ha negato anche la Regalità Sociale di Cristo e ha fatto un blasfemo paragone tra la falsa religione islamica e la parola di Nostro Signore Gesù Cristo. Ricordiamoci che l’obbedienza è dovuta anzitutto alla Verità e che questa non può essere mutata da nessuno.
Vi ricordiamo che sono disponibili le registrazioni audio delle tre conferenze tenute a Linarolo domenica 1° maggio, in occasione del secondo incontro nazionale della Lega di riparazione. Per ascoltarle, cliccate qui
Vi ricordiamo inoltre che nell’articolo pubblicato lunedì 2 u.s. potrete vedere una galleria fotografica dell’incontro di domenica 1° maggio.
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Per la nostra formazione, leggiamo la prima parte del capitolo “Sulla preghiera madre sacrosanta di virtù”, tratto da “La scala del Paradiso” di San Giovanni Climaco. Il testo potrà anche essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.
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LETTURA DI FORMAZIONE
SAN GIOVANNI CLIMACO
LA SCALA DEL PARADISO
SULLA PREGHIERA MADRE SACROSANTA DI VIRTU’
(prima parte)
per scaricare il testo in formato pdf, clicca qui
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La preghiera è dialogo con Dio
La preghiera, secondo la sua vera denotazione, è dialogo dell’uomo con Dio, unione mistica; secondo gli effetti che la connotano, è detta sostegno del mondo e riconciliazione con Dio, madre o figlia delle lacrime e propiziazione per i peccati, difesa dalle tentazioni e baluardo contro le tribolazioni, vittoria nelle lotte e impegno da angeli, alimento degli esseri incorporei e gioia nell’attesa, attività che non avrà mai fine e sorgente delle virtù, prosseneta di carismi e progresso spirituale, nutrimento dell’anima e luce della mente, scure che recide la disperazione e dimostratrice della speranza, dissolutrice della tristezza e tesoro dei monaci, pregio degli esicasti e diminuzione dell’ira, specchio di progresso e rivelazione del giusto mezzo, indicatrice delle condizioni in cui ci troviamo e preannunciatrice di quelle future o segnalatrice della gloria vera. La preghiera, per chi la fa veramente, è il luogo del giudizio del Signore, il trono su cui Egli siede per invitarci al discernimento prima che venga il momento del giudizio definitivo. Alziamoci quindi per ascoltare il verdetto di questa santa regina delle virtù che proclama a voce alta e chiara: «Venite a me, voi tutti affaticati e stanchi, e io vi ristorerò; prendete sulle vostre spalle il mio giogo e troverete la pace delle vostre anime, la guarigione delle vostre ferite; perché il mio giogo è d’aiuto a chi lo porta, atto a guarire piaghe di gravi cadute».
Per presentarci al Re divino e avere un colloquio con Lui, non intraprendiamo la corsa senza esserci prima preparati e premuniti, perché non debba vederci disarmati o privi della veste regale mentre ci aspetta da lontano, e non debba mandare servi e ministri ad allontanarci dal suo cospetto in catene e in esilio, o a rigettarci in faccia le nostre preghiere non ininterrotte. Presentati a Dio con la tua veste spirituale intessuta tutta di lino da cima a fondo, cioè col filo del rifiuto di ogni ricordo delle offese che purifica da ogni macchia; altrimenti a nulla varrà la preghiera. Prega con tutta semplicità, con una sola espressione, come fecero il pubblicano e il prodigo che si resero Dio propizio. Uno è lo stato d’orazione, ma ci presentiamo a Dio con varie modalità e con finalità differenti: chi si trattiene col Signore come con un amico per ottenere da Lui aiuto non per sé ma per gli altri con preghiera di lode e di supplica; chi chiede ricchezze, onorificenze e libertà maggiore, chi domanda la liberazione definitiva dal proprio nemico e chi supplica perché gli sia concesso di diventarne degno; altri pregano per ottenere la perfetta libertà da affanni, per venir liberati dal carcere o essere infine svincolati da accuse.
Preghiera pura
Tu soprattutto domanda di essere esaudito circa quanto sta scritto nel primo rigo del papiro, secondo l’ordine che vuole in primo luogo la sincera preghiera di ringraziamento; poi passa al secondo rigo della confessione con vero dolore dell’anima piena del senso di Dio: solo allora avremo imparato come rivolgere le nostre preghiere al Re dell’universo. Ottimo invero questo metodo di orazione, secondo che fu rivelato ad un fratello da un angelo del Signore. Non avrai bisogno di ulteriori spiegazioni se offrirai la tua preghiera come uno che deve rendere conto ad un giudice umano; se non sei mai stato ad un tribunale di quaggiù né ti sei mai interessato di saperne, impara dal modo con cui i malati pregano il chirurgo che li cura prima di essere da lui sottoposti ai ferri o ai cauteri. Non affannarti a sottilizzare sulle parole da usare nella preghiera. Spesso infatti balbettii semplici e disadorni di bambini placarono il Padre che è nei cieli. Non molte parole devi cercare, perché tale affannarsi causa la dissipazione della mente.
Con una frasetta il pubblicano placava il Signore, e una sola espressione pronunziata con fede salvò il ladrone. Molte parole spesso distraggono nella preghiera perché riempiono la mente di fantasie, una sola parola spesso contribuisce al raccoglimento. Quando ad un certo punto della preghiera c’è una parola che ti piace e ti concilia la compunzione, resta li: allora si unirà alla tua preghiera l’angelo custode.
Non abusare poi della libertà confidente, anche se hai raggiunto la purificazione. Piuttosto, avvicinandoti a Dio con molta umiltà, potrai ottenerne più alta libertà. Anche se fossi giunto in cima alla scala delle virtù, continua a pregare perché ti siano rimessi i tuoi peccati, come fece Paolo che paragonandosi ai peccatori esclamava: «Io sono il primo di essi». Purità e compunzione delle lacrime debbono dare ali all’orazione ovvero darle il sapore, come l’olio e il sale che condiscono le vivande. Aggiungivi la mitezza e la dolcezza, di cui devi rivestirti tutto se vuoi liberare il tuo cuore da tutto ciò che gli toglie la libertà di elevarsi senza sforzo a Dio. Finché non avremo raggiunto, facendo molte esperienze, tale chiarezza di orazione, assomiglieremo a degli incipienti nella via della vita, come i bambini che cominciano a camminare. Cerca di elevare la mente a Dio o piuttosto di tenerla chiusa entro l’ambito delle espressioni di orazione, e se per debolezza infantile non si tiene ferma, rimettila subito in sesto: purtroppo la nostra mente è instabile, ma l’Onnipotente può renderla stabile.
Se riuscirai a lottare senza mai venir meno, finalmente scenderà in te Colui che mantiene nei suoi limiti il mare della mente, e le dirà mentre tu la elevi alla preghiera: «Verrai fin qui e non passerai oltre». Vero è che lo spirito non si può legare, ma se interviene il Creatore dello spirito tutto a Lui deve sottostare. Potresti peraltro instaurare con Lui un colloquio come si dovrebbe, solo se tu potessi fissare lo sguardo sul bagliore del sommo Sole. Ma come potresti incontrarti senza timore di ingannarti con Uno che non vedi? Perciò principio dell’orazione sono degli accostamenti a Dio con un’invocazione brevissima che scaccia ogni altro pensiero sul nascere; momento mediano è quello di tener fissa la mente in ciò che si dice o si pensa; punto di arrivo o perfetta preghiera è il rapimento estatico nel Signore.
Purificazione e unione con Dio
A quelli che vivono in comunità accade talora di sentire dei sussulti di gioia; ma questa è ben diversa da quella che godono coloro che pregano nell’esichia, tutta piena di umiltà. La prima è forse frutto di fantasia; se disciplinerai la mente in modo che non fantastichi la terrai raccolta in te anche se sei vicino al deposito della mensa; se invece tu permetterai che uscendo vada girovagando, non la sentirai mai presente.
Il grande cultore dell’alta e perfetta orazione la volle disciplinata entro l’ambito di cinque parole che esprimessero il pensiero della mente (1 Cor 14.9); non lo comprendono bene gli imperfetti, e forse per questo anche noi in quanto imperfetti preghiamo misurandola col criterio della qualità e della quantità delle parole: lo facciamo anche noi perché il metodo degli imperfetti conduce a quello dei perfetti. Dio infatti – si dice – concede la pura orazione a chi, benché preghi ancora con sforzo e in maniera meno nobile, tuttavia lo fa con impegno. Altra cosa però è la minor nobiltà della preghiera e altra la sua estinzione, come altro è far un brutto scherzo e altro è il rubare sul serio. Stiamo davanti a Dio con minor nobiltà quando non cacciamo i pensieri estranei prodotti dalla fantasia, provochiamo l’estinzione della preghiera se ce ne facciamo imprigionare per darci a pensieri inutili; è un furto perpetrato sul serio il sottrarre la mente a Dio mentre noi stiamo apparentemente dinanzi a Lui, è uno scherzo del demonio – uno dei tanti – quello per cui si avvicina a noi per distrarci da Dio.
Quando in tempo di orazione ci troviamo da soli, preoccupiamoci soltanto dell’atteggiamento interiore di umile supplica; se non ci sono ministranti per la celebrazione di lode, conformiamo il nostro atteggiamento esteriore alla preghiera pubblica, perché tra gli imperfetti di solito il comportamento interiore si conforma a quello esteriore. Tutti poi avremo sempre bisogno di presentarci in umiltà al sommo Re per ricevere la remissione dei peccati, con ineffabile contrizione del cuore. Se ci trovassimo ancora stretti dai vincoli del peccato, ascoltiamo la voce che disse a Pietro di indossare un panno di obbedienza. Spogliati prima di quello della tua volontà, e poi presentati al Signore per pregarlo nudo di desideri egoistici; Se invocherai Dio di poter solo fare soltanto la sua volontà, otterrai di averlo come pilota del tuo cuore, guida sicura della tua anima.
Risorgi dallo stato della materialità mondana amante dei piaceri, rigettane le sollecitudini, spogliati dei suoi pensieri, rinnega il tuo corpo; perché altro non vuole la preghiera, per sua natura alienazione dal mondo sensibile e non sensibile per stare unito inseparabilmente con Dio: «Che altro c’è per me nel cielo? Nulla. Che altro voglio sulla terra al di fuori di Te? Nulla». Questo richiede l’orazione. Se altri aspira a ricchezze, altri alla gloria e altri ad altro possesso, per me è solo bene desiderabile lo stare unito con Dio, unico fondamento della mia speranza e della mia apatia. La fede dà le ali alla preghiera, in nessun altro modo l’orazione potrebbe volare per il cielo.
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Gentili amici,
siamo impegnati a pregare in riparazione delle gravi offese al Sacro Cuore di Gesù, compiute da Bergoglio che, in un’intervista al quotidiano francese “La Croix” (di cui potete leggere gli estratti sull’agenzia Zenit), non solo per l’ennesima volta ha negato l’unicità della Fede cattolica, ma ha negato anche la Regalità Sociale di Cristo e ha fatto un blasfemo paragone tra la falsa religione islamica e la parola di Nostro Signore Gesù Cristo. Ricordiamoci che l’obbedienza è dovuta anzitutto alla Verità e che questa non può essere mutata da nessuno.
Vi ricordiamo che sono disponibili le registrazioni audio delle tre conferenze tenute a Linarolo domenica 1° maggio, in occasione del secondo incontro nazionale della Lega di riparazione. Per ascoltarle, cliccate qui
Vi ricordiamo inoltre che nell’articolo pubblicato lunedì 2 u.s. potrete vedere una galleria fotografica dell’incontro di domenica 1° maggio.
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Per la nostra formazione, leggiamo la prima parte del capitolo “Sulla preghiera madre sacrosanta di virtù”, tratto da “La scala del Paradiso” di San Giovanni Climaco. Il testo potrà anche essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.
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LETTURA DI FORMAZIONE
SAN GIOVANNI CLIMACO
LA SCALA DEL PARADISO
SULLA PREGHIERA MADRE SACROSANTA DI VIRTU’
(prima parte)
per scaricare il testo in formato pdf, clicca qui
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La preghiera è dialogo con Dio
La preghiera, secondo la sua vera denotazione, è dialogo dell’uomo con Dio, unione mistica; secondo gli effetti che la connotano, è detta sostegno del mondo e riconciliazione con Dio, madre o figlia delle lacrime e propiziazione per i peccati, difesa dalle tentazioni e baluardo contro le tribolazioni, vittoria nelle lotte e impegno da angeli, alimento degli esseri incorporei e gioia nell’attesa, attività che non avrà mai fine e sorgente delle virtù, prosseneta di carismi e progresso spirituale, nutrimento dell’anima e luce della mente, scure che recide la disperazione e dimostratrice della speranza, dissolutrice della tristezza e tesoro dei monaci, pregio degli esicasti e diminuzione dell’ira, specchio di progresso e rivelazione del giusto mezzo, indicatrice delle condizioni in cui ci troviamo e preannunciatrice di quelle future o segnalatrice della gloria vera. La preghiera, per chi la fa veramente, è il luogo del giudizio del Signore, il trono su cui Egli siede per invitarci al discernimento prima che venga il momento del giudizio definitivo. Alziamoci quindi per ascoltare il verdetto di questa santa regina delle virtù che proclama a voce alta e chiara: «Venite a me, voi tutti affaticati e stanchi, e io vi ristorerò; prendete sulle vostre spalle il mio giogo e troverete la pace delle vostre anime, la guarigione delle vostre ferite; perché il mio giogo è d’aiuto a chi lo porta, atto a guarire piaghe di gravi cadute».
Per presentarci al Re divino e avere un colloquio con Lui, non intraprendiamo la corsa senza esserci prima preparati e premuniti, perché non debba vederci disarmati o privi della veste regale mentre ci aspetta da lontano, e non debba mandare servi e ministri ad allontanarci dal suo cospetto in catene e in esilio, o a rigettarci in faccia le nostre preghiere non ininterrotte. Presentati a Dio con la tua veste spirituale intessuta tutta di lino da cima a fondo, cioè col filo del rifiuto di ogni ricordo delle offese che purifica da ogni macchia; altrimenti a nulla varrà la preghiera. Prega con tutta semplicità, con una sola espressione, come fecero il pubblicano e il prodigo che si resero Dio propizio. Uno è lo stato d’orazione, ma ci presentiamo a Dio con varie modalità e con finalità differenti: chi si trattiene col Signore come con un amico per ottenere da Lui aiuto non per sé ma per gli altri con preghiera di lode e di supplica; chi chiede ricchezze, onorificenze e libertà maggiore, chi domanda la liberazione definitiva dal proprio nemico e chi supplica perché gli sia concesso di diventarne degno; altri pregano per ottenere la perfetta libertà da affanni, per venir liberati dal carcere o essere infine svincolati da accuse.
Preghiera pura
Tu soprattutto domanda di essere esaudito circa quanto sta scritto nel primo rigo del papiro, secondo l’ordine che vuole in primo luogo la sincera preghiera di ringraziamento; poi passa al secondo rigo della confessione con vero dolore dell’anima piena del senso di Dio: solo allora avremo imparato come rivolgere le nostre preghiere al Re dell’universo. Ottimo invero questo metodo di orazione, secondo che fu rivelato ad un fratello da un angelo del Signore. Non avrai bisogno di ulteriori spiegazioni se offrirai la tua preghiera come uno che deve rendere conto ad un giudice umano; se non sei mai stato ad un tribunale di quaggiù né ti sei mai interessato di saperne, impara dal modo con cui i malati pregano il chirurgo che li cura prima di essere da lui sottoposti ai ferri o ai cauteri. Non affannarti a sottilizzare sulle parole da usare nella preghiera. Spesso infatti balbettii semplici e disadorni di bambini placarono il Padre che è nei cieli. Non molte parole devi cercare, perché tale affannarsi causa la dissipazione della mente.
Con una frasetta il pubblicano placava il Signore, e una sola espressione pronunziata con fede salvò il ladrone. Molte parole spesso distraggono nella preghiera perché riempiono la mente di fantasie, una sola parola spesso contribuisce al raccoglimento. Quando ad un certo punto della preghiera c’è una parola che ti piace e ti concilia la compunzione, resta li: allora si unirà alla tua preghiera l’angelo custode.
Non abusare poi della libertà confidente, anche se hai raggiunto la purificazione. Piuttosto, avvicinandoti a Dio con molta umiltà, potrai ottenerne più alta libertà. Anche se fossi giunto in cima alla scala delle virtù, continua a pregare perché ti siano rimessi i tuoi peccati, come fece Paolo che paragonandosi ai peccatori esclamava: «Io sono il primo di essi». Purità e compunzione delle lacrime debbono dare ali all’orazione ovvero darle il sapore, come l’olio e il sale che condiscono le vivande. Aggiungivi la mitezza e la dolcezza, di cui devi rivestirti tutto se vuoi liberare il tuo cuore da tutto ciò che gli toglie la libertà di elevarsi senza sforzo a Dio. Finché non avremo raggiunto, facendo molte esperienze, tale chiarezza di orazione, assomiglieremo a degli incipienti nella via della vita, come i bambini che cominciano a camminare. Cerca di elevare la mente a Dio o piuttosto di tenerla chiusa entro l’ambito delle espressioni di orazione, e se per debolezza infantile non si tiene ferma, rimettila subito in sesto: purtroppo la nostra mente è instabile, ma l’Onnipotente può renderla stabile.
Se riuscirai a lottare senza mai venir meno, finalmente scenderà in te Colui che mantiene nei suoi limiti il mare della mente, e le dirà mentre tu la elevi alla preghiera: «Verrai fin qui e non passerai oltre». Vero è che lo spirito non si può legare, ma se interviene il Creatore dello spirito tutto a Lui deve sottostare. Potresti peraltro instaurare con Lui un colloquio come si dovrebbe, solo se tu potessi fissare lo sguardo sul bagliore del sommo Sole. Ma come potresti incontrarti senza timore di ingannarti con Uno che non vedi? Perciò principio dell’orazione sono degli accostamenti a Dio con un’invocazione brevissima che scaccia ogni altro pensiero sul nascere; momento mediano è quello di tener fissa la mente in ciò che si dice o si pensa; punto di arrivo o perfetta preghiera è il rapimento estatico nel Signore.
Purificazione e unione con Dio
A quelli che vivono in comunità accade talora di sentire dei sussulti di gioia; ma questa è ben diversa da quella che godono coloro che pregano nell’esichia, tutta piena di umiltà. La prima è forse frutto di fantasia; se disciplinerai la mente in modo che non fantastichi la terrai raccolta in te anche se sei vicino al deposito della mensa; se invece tu permetterai che uscendo vada girovagando, non la sentirai mai presente.
Il grande cultore dell’alta e perfetta orazione la volle disciplinata entro l’ambito di cinque parole che esprimessero il pensiero della mente (1 Cor 14.9); non lo comprendono bene gli imperfetti, e forse per questo anche noi in quanto imperfetti preghiamo misurandola col criterio della qualità e della quantità delle parole: lo facciamo anche noi perché il metodo degli imperfetti conduce a quello dei perfetti. Dio infatti – si dice – concede la pura orazione a chi, benché preghi ancora con sforzo e in maniera meno nobile, tuttavia lo fa con impegno. Altra cosa però è la minor nobiltà della preghiera e altra la sua estinzione, come altro è far un brutto scherzo e altro è il rubare sul serio. Stiamo davanti a Dio con minor nobiltà quando non cacciamo i pensieri estranei prodotti dalla fantasia, provochiamo l’estinzione della preghiera se ce ne facciamo imprigionare per darci a pensieri inutili; è un furto perpetrato sul serio il sottrarre la mente a Dio mentre noi stiamo apparentemente dinanzi a Lui, è uno scherzo del demonio – uno dei tanti – quello per cui si avvicina a noi per distrarci da Dio.
Quando in tempo di orazione ci troviamo da soli, preoccupiamoci soltanto dell’atteggiamento interiore di umile supplica; se non ci sono ministranti per la celebrazione di lode, conformiamo il nostro atteggiamento esteriore alla preghiera pubblica, perché tra gli imperfetti di solito il comportamento interiore si conforma a quello esteriore. Tutti poi avremo sempre bisogno di presentarci in umiltà al sommo Re per ricevere la remissione dei peccati, con ineffabile contrizione del cuore. Se ci trovassimo ancora stretti dai vincoli del peccato, ascoltiamo la voce che disse a Pietro di indossare un panno di obbedienza. Spogliati prima di quello della tua volontà, e poi presentati al Signore per pregarlo nudo di desideri egoistici; Se invocherai Dio di poter solo fare soltanto la sua volontà, otterrai di averlo come pilota del tuo cuore, guida sicura della tua anima.
Risorgi dallo stato della materialità mondana amante dei piaceri, rigettane le sollecitudini, spogliati dei suoi pensieri, rinnega il tuo corpo; perché altro non vuole la preghiera, per sua natura alienazione dal mondo sensibile e non sensibile per stare unito inseparabilmente con Dio: «Che altro c’è per me nel cielo? Nulla. Che altro voglio sulla terra al di fuori di Te? Nulla». Questo richiede l’orazione. Se altri aspira a ricchezze, altri alla gloria e altri ad altro possesso, per me è solo bene desiderabile lo stare unito con Dio, unico fondamento della mia speranza e della mia apatia. La fede dà le ali alla preghiera, in nessun altro modo l’orazione potrebbe volare per il cielo.
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NOTIZIE E AVVISI
– Ogni domenica e festa di precetto a Milano, nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, in largo Cairoli, viene celebrata alle 10.00 la Santa Messa in Rito ambrosiano antico. Per informazioni:http://messatradizionalemilano.blogspot.it/
– Ogni domenica e festa di precetto, a Monza, viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 18.45, nella chiesa delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, via Italia 37. Per informazioni, cliccare “La Messa di sempre – Monza” .
– Ogni primo venerdì del mese, al Priorato Madonna di Loreto, a Rimini-Spadarolo, alle ore 21, Adorazione Eucaristica notturna per riparare le offese e gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù.
– Ogni primo venerdì del mese, nella parrocchia di Linarolo (Pavia), alle 16.30 si tengono la recita del Santo Rosario di riparazione e delle Litanie, e alle 17.00 la celebrazione della Messa in rito romano antico secondo le intenzioni della Lega per la preghiera di riparazione.
– a Firenze, nell’Oratorio di S. Francesco Poverino, Santa Messa domenicale in rito antico alle ore 10 e tutti i venerdì, alle ore 18.30, Preghiera di Riparazione (S. Rosario, Litanie del Sacro Cuore, Atto di riparazione ed altre preci anche per impetrare l’aiuto divino alla Chiesa martire della ferocia islamica). Per informazioni: Dante Pastorelli, dante.pastorelli@virgilio.it, tel. 055.600804
– Ogni venerdì un gruppo di fedeli si ritrova per la preghiera a Cremona. Per informazioni: Mauro Faverzani – mauro.faverzani@gmail.com
– Ogni primo venerdì del mese viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 19.30 a Modena nella parrocchia dello Spirito Santo in via Fratelli Rosselli. Vi partecipano alcuni aderenti alla Lega di riparazione secondo le intenzioni proposte dalla nostra iniziativa. Ricordiamo che nella medesima chiesa viene celebrata ogni domenica alle 17 la S. Messa (dal 2007) e, a richiesta, anche gli altri sacramenti.
– Se altri sacerdoti fossero disposti a fare lo stesso nella zona in cui operano, ce lo facciano sapere e provvederemo a darne comunicazione.
– Ricordiamo che è possibile anche il semplice incontro tra laici che preghino secondo le intenzioni della Lega come già indicato. Anche in questo caso, sarebbe utile segnalarcelo in modo da poterne dare comunicazione. Rimane il fatto che lo strumento più efficace per la diffusione è il passaparola, che sarebbe meglio chiamare apostolato.
– Nei limiti delle nostre forze, siamo a disposizione per incontrare gli amici che intendono impegnarsi in questa impresa. Per questo, si faccia riferimento all’indirizzo di posta elettronica della Lega di riparazione, legariparazione@email.it , e troveremo il modo e il tempo per farlo.
Paolo Deotto – Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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