Chiariamo la convivenza con i Musulmani
Sono di questi giorni alcuni concetti espressi dal santo
Padre Francesco - vedi
qui, e qui -
che lasciano però un poco di confusione e di smarrimento, e che riteniamo bene
chiarire senza ripetere quanto hanno espresso altri, a torto o a ragione, ma
basandoci esclusivamente sul fatto storico di quanto il Papa ha affermato.
La frase che prendiamo per il nostro approfondimento è la
seguente:
"Riflettiamo sui nostri errori. Si può convivere con
l'Islam"
Quanto al mantra del riflettiamo sui nostri errori, vi
rimandiamo alle vere intenzioni di Giovanni Paolo II espresse, allora, dal
card. Ratzinger "Memoria e riconciliazione", vedi
qui, facendo nostre queste sue parole: « confessare ( gli errori
commessi nella Chiesa) significa, secondo Sant'Agostino, "fare la
verità", perciò implica soprattutto la disciplina e l'umiltà della verità,
non negare in nessun modo tutto il male commesso nella Chiesa, ma anche non
attribuirsi in una falsa umiltà peccati, o non commessi, o riguardo ai quali
una certezza storica ancora non esiste... seguendo ancora una volta
Sant'Agostino, dobbiamo dire che una "confessio peccati" cristiana,
sarà sempre accompagnata da una "confessio laudis"».
Ognuno ne tragga le dovute conseguenze, basta che la finiamo
di attribuire alla Chiesa colpe che non ha commesso e rilegarla, con falsa
umiltà, sempre in quei"sensi
di colpa", vedi qui, che stanno distruggendo di fatto l'opera
santificatrice della Chiesa del passato. E visto che il santo Padre Francesco
ci ha consigliato molte volte di "non perdere la memoria", e chi
perde la memoria è un orfano, noi andremo ad attingere a questa Memoria lunga
duemila anni di storia.
Si può, dunque, convivere con l'Islam?
Ovviamente non possiamo pretendere di assolvere alla domanda
in poche righe o con un piccolo articolo e, lo comprendiamo bene, i Lettori non
vogliono testi lunghi e noiosi, cercheremo così di restringere il campo a pochi
fatti storici, ma abbiate la pazienza di seguirci fino in fondo in questi
ragionamenti. Grazie.
Papa Francesco non domanda, ma fa una affermazione che,
storicamente parlando, dimostra quanto ciò sia vero e possibile. Tuttavia il
punto non è la convivenza - la quale si è dimostrata fattibile - ma il
come mantenerla e perché ciò non è affatto scontato, al contrario,
certe convivenze hanno finito sempre per spezzarsi, e capiremo poi il perché.
Una "memoria" storica che al santo Padre, però, sembra non
interessare pastoralmente e che è invece la chiave per comprendere perché, oggi,
siamo ad una "resa dei conti" e che certe convivenze, come le spiega
lui, non sono possibili.
L'Islam nasce quattrocento anni, circa, Dopo Cristo e non
nasce da una rivelazione pacifica, ma come opposizione alla religione ebraica e
cristiana. Lo stesso Corano è una copiatura sia dell'Antico quanto del
Nuovo Testamento, con l'inserimento di paragrafi presi anche dai vangeli
apocrifi, e detti del sufismo (dimensione mistica, già esistente prima
dell'avvento Islam-Maometto). Nell'Islam non vengono pertanto disconosciuti
totalmente l'Antico e il Nuovo Testamento, della cui origine celeste non
discutono, riconoscono per logica conseguenza il carisma dei profeti
vetero-testamentari (da Adamo a Noè, da Abramo a Mosè), come pure quello di
Gesù definendolo, però, un profeta e pure inferiore a Maometto perchè, secondo
i musulmani, il Corano è l'unica "autentica rivelazione", e non più
modificabile affermazione della volontà divina, destinata a perdurare
inalterata fino al giorno del giudizio.
Si capisce bene che qualcosa non quadra. O è vera la
Bibbia che noi cristiani abbiamo ricevuto, o è vero il Corano. Non possono
essere veri entrambi, uno dei due è un falso. Possiamo dire questo
dall'insegnamento di Gesù stesso il quale afferma dire ciò che Egli è, e paga
questa sua identità con la condanna a morte da parte proprio dei suoi: «Ti
condanniamo perché tu, essendo uomo ti fai Dio» (Gv.10,31-42). Ma il
Cristianesimo non si vendica di questa morte perchè il fatto non è terminato
sul Golgota, ma Cristo è veramente
Risorto,
dunque non abbiamo neppure bisogno di vendicarci, ma abbiamo
bisogno di rivendicare, semmai, la verità oggettiva del Cristo morto e
veramente Risorto (Lc.24,24).
Questo è uno dei motivi per cui la Chiesa, fin dal primo
istante della sua istituzione divina, non ha mai terminato le sue liturgie, o
predicazioni, con la sola morte del Cristo (tranne il Venerdì Santo), ma
morte e risurrezione vanno insieme, come ci da l'esempio la prima predica
di Pietro a Pentecoste - At.2,22-48 - o come insegna lo stesso San Paolo: « se
Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri
peccati» (1Cor.15-17). In sostanza, per l'Islam, il Corano è la chiusura della
rivelazione della Bibbia ebraico-cristiana (cioè Antico e Nuovo Testamento) e
dunque ha il valore indiscutibile che Gesù non è Dio e che chi professa la
Santissima Trinità è un infedele che merita la conversione forzata, o la tassa
per vivere ma senza predicare, fino alla pena di morte. Ma ciò è contrario a
quanto riportato dalla Bibbia, ossia, che dalla Parola divina nulla vi può
essere tolto o aggiunto e perciò ci troviamo di fronte a due testi
assolutamente inconciliabili. Gesù stesso ce lo conferma quando, davanti
all'accusa di voler modificare la Legge, afferma di non essere venuto a modificare,
ma a portare a compimento (Mt.5,17-20). Il compimento è Lui, non una
strategia di convivenza pacifica.
Il discorso si potrebbe ulteriormente allungare, ma ci
fermiamo all'essenziale dando a voi, poi, la passione di approfondire le
ricerche. Veniamo ora alla questione della convivenza fra Cristiani e Musulmani
cercando di attenerci ai fatti, sintetizzandoli per offrirvi una riflessione
immediata.
Fin dall'inizio, questa convivenza, non è affatto pacifica e
non per colpa dei Cristiani che non avevano affatto progetti espansionistici,
ma perchè è proprio dell'Islam la "conquista" e il sottomettere al
Corano ogni essere vivente. La violenza con la quale questo avviene nasce dal
fatto che se non convertono "gli infedeli" all'Islam, loro rischiano
di andare all'inferno perdendo il diritto al paradiso. Naturalmente inferno e
paradiso non sono gli stessi professati dalla dottrina cattolica!
La storia stessa insegna la realtà della dura lotta fra
la guerra e la pace, ma dobbiamo imparare di nuovo il vero significato, perché
pare l'abbiamo dimenticato: "Non crediate che io sia venuto a portare
pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada"
(Mt.10,34); "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No,
vi dico, ma la divisione." (Lc.12,51), e questo non perché il nostro Dio
sia un Dio a cui piace fare la guerra, ma perchè la pace che ci ha portato,
pagandola a caro prezzo, non è il pacifismo, non è la convivenza tranquilla o
pacifista, ma è Lui stesso: « Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non
come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non
abbia timore...»" (Gv.14,23-27); «Vi ho detto queste cose perché
abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia;
io ho vinto il mondo!» (Gv.16,33). La guerra di cui si parla è il
peccato, il mondo con le sue lusinghe! La Pace è così quel dimorare in Cristo. Si
legga anche qui.
Avremo tribolazioni nel mondo, non convivenze pacifiste! E
questo non perché siamo dei guerrafondai, ma perché il pacifismo mette a tacere
l'evangelizzazione, mette a tacere la Parola. I Cristiani della "prima
ora", dei primi secoli, erano autentici pacifici, infatti morirono molti
come martiri, combattevano sì, ma con le armi della fede e della verità (cfr.
2Cor.10,3-6) e troviamo il loro esempio, il loro eroismo-martirio non nelle
armi, nel sangue (magari solo del proprio sangue versato), nelle conquiste di
città, ma conquiste di anime con l'eloquenza della propria dialettica, del
proprio esempio e testimonianza, della passione ardente e li troviamo questi
eroi-martiri nei Laici, nei Padri, Dottori e Confessori della Chiesa. Loro che
ci hanno insegnato come credere, come far fronte alle intemperie della vita,
come reagire alle invasioni barbariche...
In questo contesto storico che sfocia, per il Cristianesimo,
con l'incoronazione di Carlo Magno nell'anno 800 con Papa Leone III, si compie
la prima parte della "predicazione" di Maometto che, fuggito dalla
Mecca nel 622, primo anno dell'era musulmana, suscita il travolgente entusiasmo
degli arabi che dilagano, così, per tutta l'Africa settentrionale e la Spagna
e, attraverso il vicino Oriente, fino all'Asia centrale, dando origine alla
civiltà islamica. Il tutto non avvenne certo pacificamente. Quando giunge
l'Islam, infatti, esso trova già l'impronta del Cristianesimo seminata ovunque
e, proprio laddove trova intere comunità pacifiche, impone la sottomissione con
la forza delle armi. E dove si risparmia l'uso delle armi? Laddove non
c'è resistenza.
Non vogliamo dipingere la storia della Chiesa come un
qualcosa di paradisiaco, lo abbiamo del resto accennato in apertura articolo,
tuttavia è fuori discussione che possa sussistere una convivenza pacifica
laddove si applicasse il monito del Cristo di andare e predicare il Vangelo a
tutti, nessuno escluso. Facciamo un esempio pratico del cristianesimo in Iraq o
in Iran, o in Libano, in terre oggi martoriate e dove i Cristiani sono
fortemente perseguitati e cacciati via. Ebbene, parliamo di comunità antichissime
quanto il Cristianesimo stesso,ma con l'arrivo dell'Islam queste Comunità
hanno potuto solo sopravvivere, ma non prosperare, non espandersi, rimanendo
sempre quella "piccola o media comunità". Sono sopravissute
dignitosamente ed anche serenamente, ma sempre sottomessi ai propri governanti,
come del resto insegna l'Apostolo Paolo ai Romani 13,1-14.
Il primo motivo di ubbidienza sta nella divina istituzione
dell'autorità civile: perchè non vi è autorità se non da Dio, come testimonierà
Cristo stesso a Pilato quando, appunto, si consegna al giudizio degli uomini.
Questa autorità procede da Dio perchè Dio la vuole; senza di essa non è
possibile un vivere. Il perché ce lo spiega Gesù: "Se il mondo vi odia,
sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe
ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo,
per questo il mondo vi odia..." (Gv.15,18-19), si chiede quindi ai
Cristiani non la sottomissione passiva all'altro, ma l'obbedienza all'autorità
che governa e la tolleranza all'autorità che spadroneggia; non
l'accondiscendenza a leggi inique, ma il contributo alle leggi etiche e morali.
L'essere "pacifico" riguarda alle angherie imposte alle nostre
persone fisiche, ma quando si attenta alla Verità, è dovere del Cristiano
reagire. Il mondo ci odia non perchè difendiamo le nostre persone, ma
perchè difendiamo e diffondiamo il Verbo Divino. E' in questo modo che le
Comunità Cristiane hanno potuto sopravvivere con periodi alternati a pace e
guerra, e spesso difese e protette proprio dal Cielo.
Per comprendere cosa vuole Gesù da noi, dobbiamo portare
l'esempio di Santa Chiara di Assisi. Fra i tanti miracoli che poté
compiere, quello Eucaristico del 1240 calza a pennello per noi. Era un venerdì
di Settembre e un gruppo di soldati saraceni era penetrato nel chiostro del
convento di San Damiano, le suore impaurite erano corse da Chiara per chiederle
aiuto. A quel tempo la Santa era malata, ma nonostante tutto si fece
accompagnare alla porta, laddove erano i nemici. Era preceduta da una cassetta
d’argento racchiusa nell’avorio dentro la quale vi era custodito il S.S.
Sacramento, il Corpo vero di Cristo.
Tommaso da Celano nella sua “Leggenda di Santa Chiara
Vergine” riporta le parole che ella disse a Gesù in quel momento:
“Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani
dei pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, ti
prego, Signore, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare”.
Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie
dal Tabernacolo:“Io vi custodirò sempre!”.
Allora la vergine, con il volto bagnato di lacrime,
rassicurò le sorelle:
“Vi do garanzia, figlie, che nulla soffrirete di male;
soltanto abbiate fede in Cristo!”.
Fu a questo punto che i famigerati nemici presi da grande
spavento, abbandonarono in tutta fretta i muri del convento.
Un altro esempio eclatante, storico e indiscutibile è la
famosa Battaglia di Lepanto sotto il pontificato del grande Pontefice
domenicano San Pio V. Dio solo sa come eravamo divisi, come il
Protestantesimo avesse già spaccato e diviso la Chiesa, come le eresie ed
antipapi avevano dilaniato già il Corpo di Cristo. Nessuno può certo dire che
abbiamo offerto in quei tempi degli esempi mirabili di pacifica convivenza,
solo le figure dei grandi Santi di quell'epoca ci hanno potuto garantire quanto
il Cuore di questa Sposa di Cristo fosse viva e palpitante, e di come subisse
le angherie degli eretici o degli imperatori, re, arrivisti. Insomma, in mezzo
a tutto questo stravolgimento ci trovammo di fronte ad una vera e seria
invasione islamica tanto che, lo affermano gli storici: senza la
Chiesa oggi l'Europa sarebbe stata musulmana da secoli.
Sappiamo bene come vinse San Pio V: innanzi
tutto imponendo con il suo carisma e santità di fede e di vita, una sorta di
pace fra i belligeranti cristiani europei, bisognava unire tutte le proprie
forze e mettere da parte le contestazioni personali, c'era di mezzo il bene di
una civiltà, dell'Europa stessa. Poi ecco il perno sul quale far reggere tutto:
la fede della Chiesa. Non gli odi, le vendette, leggi inique, ma la fede ed in
particolare la fede in Colei che, Madre di Dio, avrebbe potuto far vincere la
civiltà Cristiana per mezzo di un'arma potentissima: il Rosario.
E non lo inventiamo noi! Non fu il Papa ma il Senato Veneto,
che aveva equipaggiato ben 109 delle 206 galee cristiane, a voler incidere a
perpetua memoria: "Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii
victores nos fecit", non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la
Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori.
Il gesuita padre Henri Boulad, nella sua critica contro una
certa cristianofobia europea (definendola appunto un suicidio), ci mette anche
la chiesa cattolica. “Papa Francesco in un messaggio dopo una strage di
cristiani ha detto che la vera interpretazione dell’islam non prevede la
violenza, quando invece è il Corano che prescrive la violenza contro gli
infedeli. C’è un complotto di political correctness attualmente in occidente. Nasconde
la verità, soprattutto attraverso i media che filtrano le informazioni.
L’Europa rischia di diventare una civiltà islamica. La posta in gioco è enorme.
L’occidente è stupido e svende la propria anima al diavolo. Ma è un boomerang.
E penso sia troppo tardi ormai. Dopo Palmira vogliono il Louvre. L’occidente
crollerà come i grandi imperi del passato. Il verme è nel frutto. Un giorno,
questo magnifico edificio della civiltà occidentale crollerà da solo”.
Queste parole ci hanno fatto venire a mente che - si
racconta - di una presunta profezia del Sultano che combatté l'ultima Battaglia
di Vienna. Essendo stato sconfitto, anche qui per la forza del Rosario e
l'unità dei cristiani, il generale disse al Sultano che tempo una settimana e
l'esercito sarebbe stato pronto per una terza carica. Ma il Sultano a quel
punto disse che al momento sarebbe stato inutile, perchè i cristiani
"erano forti della loro fede" e che ci avrebbero riprovato quando
l'Europa avrebbe abbandonato il suo Dio.
Veniamo ad una conclusione che sia, però, una partenza per
le vostre ricerche personali. Qui vi abbiamo offerto solo piccoli e brevi
accenti da sviluppare.
All'inizio abbiamo accennato ad una "resa dei
conti" e perchè riteniamo che una convivenza pacifica, come la intende la
chiesa di oggi, ossia senza più convertire nessuno, senza predicare Cristo e le
sue Leggi, ma solo soccorrendo i bisognosi, non è possibile. Cosa intendiamo
dire? Basta guardarci attorno, e basterebbe avere la coscienza retta ed onesta per
riconoscere che abbiamo abbandonato la nostra fede e di conseguenza non potrà
esserci alcuna convivenza pacifica perché, questa convivenza pacifica, è Dio
fatto Persona, Gesù Cristo Nostro Signore e nostro Dio.
All'Islam, paradossalmente, piace la convivenza con i
Cristiani fedeli al proprio Dio, come la presenza di queste comunità
antiche che sono potute vivere e sopravvivere dentro i governi islamici per
oltre mille anni, perché la nostra sottomissione a Dio che è data
dall'abbraccio, dall'AMORE (concetto assente nel Corano), dal sacrificio come
oblazione di se stessi e non sfruttando schiacciando la vita degli altri, è la
garanzia della loro stessa sopravvivenza, è la garanzia di un popolo
obbediente. All'Islam non piace il Cristiano perchè professa "lo stesso
dio", questo è un falso che essi stessi denunciano, ma perchè sanno che il
cristiano a cui si concede di sopravvivere ( e per noi garantisce il vero ed
unico Dio) è un suddito onesto ed obbediente. E non staremo qui a discutere
sull'Isis, perchè qui si entrerebbe nella questione politica... ma è fuori
discussione che ciò che urta all'Islam odierno è la politica-suicida dei
governi europei, a cominciare dall'aborto, fino alla distruzione della famiglia
che per loro è, piuttosto, il motore stesso dell'Islam.
La rottura avviene quando il Cristiano abbandona il
proprio Dio.
Anche questa affermazione non è nostra, la facciamo
nostra ma è dei Santi. Loro ci insegnano che se abbandoniamo Dio, Dio abbandona
noi e non perché non ci ama o gode a vederci distruggere, ma perchè qui si
esercita il libero arbitrio: o con Dio o contro Dio, non esiste la terza via.
La Vergine del Rosario a Fatima lo ha detto, ma chi la sta ascoltando nella
gerarchia ecclesiastica? Ricordiamo nel senso corretto la parabola del
Figlio prodigo: il Padre lo lascia andare, non lo trattiene, ma attende ogni
giorno, dal terrazzo, il suo ritorno. Gli va incontro sì, ma non quando è fuori
dalla casa paterna, ma quando lo vede rientrare. L'Europa è oggi quel Figlio
che ha deciso di sperperare tutto il patrimonio cristiano, tutta la ricca
eredità della Tradizione e il Padre non può fare altro che attendere questo
ritorno. Ma non illudiamoci, perché lontano da Dio e dalla Casa paterna, ci
attendono sciagure, oppressioni, omicidi, violenze e brutture. Non diamo dunque
la colpa a Dio del dramma che stiamo vivendo e di ciò che ci attende se non
ritorneremo a Dio.
E qui non abbiamo toccato l'acceso dibattito
sull'immigrazione e l'accoglienza, ma vogliamo offrirvi questo quadro che rende
bene l'idea:
"Ci sono vescovi che vogliono accogliere islamici prima
di aver messo al sicuro tutti i cristiani, sempre nel limite delle nostre
possibilità? Si accomodino, ma almeno si accertino che tra loro non ci sia
qualcuno che nel suo paese i cristiani li ha sgozzati e crocefissi in nome di
Allah, o abbia anche solo assistito muto e compiaciuto allo scempio. Perché è
vero che siamo tutti figli di Dio ( nel senso di creature, perchè l'adozione a
figli si ha solo attraverso il Battesimo, nota nostra), ma c'è Dio e dio. E il
nostro è il più caritatevole, non il più stupido..." (la
fonte)
Ecco perché il vero Cristianesimo è in sé stesso pacifico,
ma non pacifista; può e deve porgere la propria guancia quando è colpito, ma
non può tacere quando si fanno leggi inique e contro la natura stessa. Siamo
alla resa dei conti non solo perché l'Islam tenta nuovamente la sua invasione e
quindi dobbiamo inventarci nuove convivenze, ma perché abbiamo abbandonato il
nostro Dio, e l'Islam stesso è riluttante ad una convivenza con gente del
genere, per questo ci attaccherà, massacrandoci. Come persino ai demoni fa
schifo il peccato contro natura commesso dagli uomini, anche all'Islam fa
schifo una civiltà che nega e rigetta il proprio Dio. L'Islam infatti
vuole sradicare il "tuo Dio", ed è già violento di suo, ma se trova
una civiltà senza Dio oltre al danno ti beffa, perché loro alimentano la
famiglia e fanno figli, loro vivono e"tu" muori!
Siano lodati i Cuori di Gesù e Maria
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