ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 15 maggio 2016

Con Francesco nulla sarà più come prima”.



Quando un Pontefice piace alla massoneria- le idee dei fratelli per la distruzione della vera dottrina Cattolica


Pochi ricorderanno le incredibili parole con cui il Gran Maestro del Grande Oriente d’ItaliaGustavo Raffi accolse l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, le riporto per spolverare le memorie:
“Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale. Uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità e voglia di dialogo le sue prime parole concrete: forse nella Chiesa nulla sarà più come prima. Il nostro auspicio è che il pontificato di Francesco, il Papa che ‘viene dalla fine del mondo’ possa segnare il ritorno della Chiesa-Parola rispetto alla Chiesa-istituzione, promuovendo un confronto aperto con il mondo contemporaneo, con credenti e non, secondo la primavera del Vaticano II. Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia – prosegue Raffi – ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità, non il peso di un’istituzione che si arrocca a difesa dei propri privilegi. Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può staccare la verità dall’amore. La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca – conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E’ questa la ‘fumata bianca’ che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo”[1].

Il Gran Maestro Gustavo Raffi con Emma Bonino
Il Gran Maestro Gustavo Raffi con Emma Bonino

Non a caso Raffi cita Romano Guardini, uno dei teologi di riferimento di Bergoglio (ma non solo del Bergoglio ovviamente, fu apprezzato dai molti che accolsero e gradirono i frutti delConcilio Vaticano II), in quanto Guardini con il suo testo “Lo spirito della Liturgia” (1918), considerata colonna e pietra miliare del Movimento Liturgico, aprì e spalancò le porte alla riforma liturgica attuata dal massone Arcivescovo Bugnini [1] durante il Concilio Vaticano II. Il Guardini fu per esempio, ben prima del Concilio Vaticano II, uno dei primi sperimentatori della“celebrazione eucaristica rivolta verso il popolo”. Del Guardini si deve inoltre far riferimento, necessariamente ma brevemente senza voler tediare il lettore, all’opera “Ritratto della Malinconia”, per la spregiudicatezza delle tesi care alla filosofia occulta rinascimentale che contiene:
“Noi uomini, non siamo esseri armonici; profondi conflitti si esprimono in noi. Già ciò che si chiama ‘vita’ è in noi discorde. Volontà per la vita e volontà per la morte, volontà del piacere e volontà del dolore s’intrecciano intimamente. Tutto può farsi in noi via verso la gioia e l’ascesa; ma tutto anche veicolo verso il dolore e il precipizio. Tutto tormenta l’uomo perché egli stesso si vuol tormentare. Chi sa qualcosa della malinconia e delle sue complesse forme e diramazioni, sa anche di questa arcana, sorda volontà di dover patire e di dover perire. Chi ha occhi per vedere, vede l’oscura potenza della malinconia percorrere l’umanità”
Con tali audaci e criptiche parole, tratte da “La fede nella riflessione” del Guardini, egli presentava la pubblicazione del testo “Ritratto della Malinconia”. Mi limiterò col dire che i concetti di “disarmonia umana” e quindi  “potenza dello stato melanconico” furono dei pilastri e capisaldi della cabbala filosofica medievale e rinascimentale attribuendo allo stato melanconico potenzialità geniale e fecondamente intuitiva: “Lo struggimento interiore è insieme premessa e fondamento nella conquista della luce!” scriveva il cabalista Francesco Giorgi [Zorzi]. Quella filosofia occulta che bene viene districata e definita, seppur in senso apologetico, dalla storica della filosofia occulta rinascimentale Frances Yates in diversi suoi testi [3], ella mostra la colonna cabbalista della “potenzialità melanconica” partendo dal cabalistaRaimondo Lullo, approdando ai testi di Pico della Mirandola, passando per gli scritti del Riformista Jhoannes Reuchlin, considerando l’opera cabalisticamente fondamentale del frate Francesco Giorgi “De Harmonia mundia” ispiratrice del suo contemporaneo mago-stregoneCornelio Agrippa per infine giungere ed approdare alle incisioni cabaliste di Albrecht Durer, sommo cantore della melanconia cabbalista avendogli dedicato incisioni divenute celeberrime tra i cultori della cabbala magica. Non sarà che il Gran maestro Raffi, profondo conoscitore degli scritti medievali e rinascimentali dei più noti cabalisti, gradisca il Guardini “malinconico cabalista” perché fu uno degli ingranaggi fondamentali che innescarono la rivoluzione conciliare, culminata nella riforma liturgica del massone Bugnini?
"Melancolia I", incisione ad opera del cabbalista Albrecht Dürer
Il Gran Maestro Raffi, profondo conoscitore della cabbala, dell’ermetismo e quindi dell’alchimia, ebbe a dichiarare: “Quella che chiamiamo la nostra tradizione esoterico-iniziatica, che è parallela e complementare ai nostri ideali di natura illuminista, si rifà a diverse prospettive esoteriche come l’ermetismo, la kabala, il pitagorismo, i rosacroce, l’alchimia, ed altre ancora, che sono, per così dire, il fondamento esoterico che caratterizza la nostra Istituzione, la rende unica e fa sì che i Liberi Muratori possano considerarsi come iniziati, al di là di qualsiasi forma di autocertificazione.”
Concludo la digressione sul Guarini citando un brevissimo passaggio della sua opera “Accettare se stessi”: “Chi pensa davvero deve imparare ad andare oltre l’apparenza dell’ovvio e a immergersi nelle profondità abissali”. Inutile sottolineare gli aspetti esotericamente rilevanti di quest’affermazione. Torniamo al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Raffi. Il suo gradimento per l’elezione di Bergoglio al soglio pontificio l’ha esplicitato perfino nell’ultima allocuzione del 4/4/2014 [4], ultima in quanto domenica 6 aprile cederà la carica di Gran Maestro al suo successore, ne scriverò poco più avanti. Nell’allocuzione sopra citata le dichiarazione del Raffi sono a dir poco allarmanti, ne riporto una parte:
“Certamente questa, tra le mie allocuzioni, è la più difficile. Si tratta, infatti, dell’ultima occasione che posso condividere con tutti voi da Gran Maestro e vorrei, quindi, che il mio discorso potesse diffondere tutta quella carica di ottimismo, di positività, di dinamismo, di apertura e di trasparenza che spero di aver contribuito a consolidare all’interno della nostra Istituzione durante gli anni di mia Gran Maestranza.  […] Non possiamo condividere, con la nostra inerzia, una visione che escluda completamente dall’orizzonte umano la dimensione che sfugge ai sensi, quella che attiene alle nostre ricerche  esoteriche; non possiamo condividere un mondo che non sia concepito da un Grande Architetto  secondo un ordine prospettico e teleologico, un fine, un progetto di libertà e di felicità da costruire. […]Il mondo sta cambiando ad una velocità pochi anni or sono del tutto inimmaginabile. Questo  mondo “liquido”, per usare il termine coniato da Zigmunt Baumann, sta trasformando radicalmente  tutte le strutture “rigide” che il mare del passato ha depositato sui lidi del presente. Basterà volgere lo sguardo dentro quelle mura che separano l’Italia dal Vaticano per capire che qualcosa sta cambiando. Osserviamo con attenzione e rispetto come questo Papa stia accelerando i tempi di cambiamento epocale entro l’orizzonte di strutture tradizionalmente restie ad accogliere i fermenti di innovazione. E di riflesso il suo influsso si riverbera ben oltre i confini delle sagrestie. […]Ma tocca anche a noi! Tocca a noi fare la traversata di questa realtà liquida. Tocca anche a noi fare i conti con la mutevole contemporaneità. Con la pretesa, mai tradita, di essere sempre contemporanei della posterità. Saremo in grado di traghettare attraverso questa era liquida il lavoro delle nostre officine? Un’arte, ma anche una visione del mondo che la Libera Muratoria ha affidato a ciascuno di noi. C’è da essere ottimisti. Molto ottimisti! Ottimisti perché il futuro dell’uomo è prima di tutto  costruito dalle mani dell’uomo. L’edificio del nostro futuro sarà quello che noi, Muratori, avremo  costruito nella nostra libertà, pietra su pietra. E possiamo forse mancare di fiducia in noi stessi? Possiamo forse non concederci la speranza? […]i. La Libera  Muratoria, invero, non è una camera di compensazione e una consorteria, ma un Tempio reale e ideale dove Uomini liberi, attraverso il dialogo vanno alla ricerca di verità condivise. La strada è stata certamente lunga e costellata di difficoltà, di resistenze e di errori. Ma chi  non fa, non falla! Se non avessimo cercato di aprire finestre e porte, tenute chiuse da anni, di  togliere ragnatele e aprire catene e catenacci, oggi non solo saremmo quattro gatti spelacchiati, ma  avremmo conservato o peggio attratto solo una retroguardia civile e morale del nostro Paese, mentre  al contrario nuove leve di giovani o addirittura di giovanissimi, cercano nei Templi massonici una  palestra di libero confronto, di libera analisi e discussione. Cercano e -si spera trovino- un contesto  più stimolante e ricco di quel che il Paese normalmente propone. […]Un’istituzione prima considerata come indegna di cittadinanza, della quale si diffidava e dalla quale ci si teneva a debita distanza, è, senza tema di smentite, entrata tra le realtà più vive, trasparenti, attive della nostra Italia. La storia del pensiero e delle istituzioni libero muratorie è così divenuta nuovamente argomento serio di dibattito accademico; nelle università si organizzano seminari e convegni su temi massonici e i libri su questi argomenti costellano i cataloghi di editori oltremodo prestigiosi, ed il pensiero massonico non pascola più solo tra i bollettini di parrocchiette esoteriche o nei tipi di varia pubblicistica di livello scadente.  Le più importanti Autorità delle istituzioni nazionali, i rappresentanti stessi dello Stato Italiano, le più alte cariche del Parlamento e della Comunità Europea ci hanno onorato della loro considerazione, invitandoci a partecipare a meeting di rilevanza internazionale. Se è pur vero che per alcuni di noi, sempre meno per fortuna, una medaglia o un paludamento valgono di più di ciò, noi abbiamo voltato pagina e abbiamo rimesso l’accento su altri contenuti e quindi su ben altre priorità, aprendo la via ad ulteriori, nuovi e insperati, interlocutori. […]Abbiamo saputo aprire le porte del  Tempio alla ricchezza dei contenuti e della responsabilità etica, e ci siamo ritrovati non più soli,  anche se il nostro lavoro è solo all’inizio e ben altri scalini dovremo salire per consolidare quanto  ottenuto. Ma la direzione è ben chiara: laicità, trasparenza, solidarietà, spiritualità, libertà di pensiero e di ricerca” [4]

Il neo eletto Gran Maestro Stefano Bisi a sx e l'ex Gran Maestro Gustavo Raffi a dx
Il neo eletto Gran Maestro Stefano Bisi a sx e l’ex Gran Maestro Gustavo Raffi a dx

Come può un’affermazione simile, se detta dal Gran Maestro della più importante e numerosa obbedienza massonica italiana, non turbare e inquietare il fedele cattolico? “Basterà volgere lo sguardo dentro quelle mura che separano l’Italia dal Vaticano per capire che qualcosa sta cambiando. Osserviamo con attenzione e rispetto come questo Papa stia accelerando i tempi di cambiamento epocale entro l’orizzonte di strutture tradizionalmente restie ad accogliere i fermenti di innovazione. E di riflesso il suo influsso si riverbera ben oltre i confini delle sagrestie. […]Ma tocca anche a noi!”. Soprattutto se consideriamo che lo stesso GM Raffi gongolò all’elezione di Bergoglio affermando: “Con  Francesco nulla sarà più come prima”. E’ chiaro ed evidente che diverse dichiarazioni di Bergoglio lascino ben sperare i massoni del Grande Oriente d’Italia.
Proprio mentre scrivo il Gran Maestro Raffi sta presiedendo l’annuale ritrovo massonico denominato Gran Loggia di Rimini a cui mediamente partecipano 3000 massoni, tale incontro del 2014 avrà risonanza storica per il passaggio di gran maestranza da Raffi a Stefano Bisi.[5]
Domenica 6 Aprile, terzo giorno del meeting massonico di Rimini, il GM Raffi dovrà cedere la gran maestranza al nuovo eletto Stefano Bisi, giornalista, direttore del Corriere di Siena, notoriamente in strettissimi e cordialmente fraterni rapporti con il Raffi. Gli altri due candidati per la gran maestranza, sconfitti dal Bisi, erano  l’ex vicesindaco socialista di Livorno Massimo Bianchi e il notaio di Messina Silverio Magno. Bisi ha vinto proponendo come programma “elettorale” «Presenza, laicità, tradizione. Pragmatici ed esoterici».  Senza voler tediare il lettore con la biografia del Bisi segnalo che è autore di un testo titolato ”Mitra e Compasso”, nel quale ripercorre, dal punto di vista massonico, il burrascoso rapporto tra Chiesa Cattolica e massoneria, partendo dalla scomunica per i massoni contenuta nella lettera apostolica “In eminenti” di Clemente XII fino a giungere a quelle che definisce “grandi concordanze” contemporanee. Bisi è da molti considerato il prosecutore ideale della politica raffiana di apertura delle logge verso la società profana, di mediatizzazione delle questioni massoniche, essendo giornalista alcuni ritengono che le politiche del Bisi saranno ancora più aggressive e spregiudicate in questo senso. Il 3/4/2014 è uscita un’intervista di Bisi che potrebbe fornire conferme in  merito al suo futuro modus operandi. L’intervista citata è stata rilasciata da Bisi a Panorama, [6] nella quale si affrontano diversi temi: gli elenchi segreti degli iscritti al Grande Oriente d’Italia, Bisi si giustifica:  «Non esiste nessuna associazione in Italia che pubblichi l’elenco dei suoi iscritti”, l’intervistatore chiede di render conto dell’esclusione delle donne dalle logge, Bisi risponde: “«C’è una ragione di carattere storico ed esoterico. Gli uomini rappresentano la parte solare, le donne quella lunare, che ad essa è complementare. Storicamente tutta la massoneria internazionale collegata al Grande Oriente non prevede la presenza delle donne nelle logge. Però vi sono organizzazioni di donne legate alla massoneria, i Capitoli delle Stelle d’Oriente, che sono molto attive, soprattutto nel campo della solidarietà”. Si passa successivamente a domandare delle politiche massoniche di trasparenza dal momento che Bisi dichiarò che “vorrebbe una massoneria sempre più trasparente, sul modello della Chiesa di Papa Francesco”, Bisi conferma: “«Indietro non si torna rispetto a venti o trenta anni fa. La massoneria è chiamata sempre più ad aprirsi, a intensificare i contatti con l’esterno”. ”La trasparenza è un punto fondamentale. Ma non si tratta di fare una rivoluzione, poiché ci stiamo muovendo da anni in questa direzione. E questa trasparenza sta portando i suoi frutti, non a caso è migliorata di molto la percezione della massoneria agli occhi dell’opinione pubblica.Molti bussano alla nostra organizzazione e chiedono di aderirvi proprio perché possono conoscerla e vi si possono avvicinare senza ostacoli e senza segreti». Il giornalista di Panorama chiede conto delle infiltrazioni mafiose nelle logge calabresi e siciliane e del malaffare generalizzato che ha coinvolto alcune logge del Grande Oriente d’Italia, come dimostrano diverse inchieste giudiziarie, il Bisi si giustifica: “Il Gran Maestro Raffi è stato molto drastico sotto questo profilo. Nei confronti dei fratelli massoni che avevano commesso degli errori ha preso delle decisioni molto nette”, aggiungerei che il Raffi fu drastico dopo che si mossero le magistrature, mai prima. L’intervista affronta anche il tema dell’arresto del massone piduista Bisignani (la P2 era una loggia del Grande Oriente d’Italia), inoltre vien ribadito che negli ultimi 15 anni sono aumentati i giovanissimi che richiedono l’ammissione in massoneria: “E sono moltissimi i giovani che bussano al Grande Oriente anche direttamente dal sito web»[…] Credo piuttosto che un giovane bussi alla massoneria perché comprende che è un luogo dove ci si può confrontare, si può discutere liberamente e riflettere sul senso della vita. Perché avverte il bisogno di una spiritualità laica, non dogmatica”.
Giungiamo ora al quesito più rilevante dell’intervista di Panorama al Bisi:
“Che impressione le fa Papa Francesco?”
«Mi suscita simpatia perché mi pare che sia molto aperto alle novità. Parla con i giornalisti di tutto il mondo e mi pare che mostri apertura su argomenti che finora erano stati tabù per la Chiesa cattolica. Non so se cambieranno le idee delle gerarchie ecclesiastiche anche sulla massoneria. Credo che la breccia di Porta Pia vada superata nel senso che oggi non bisogna più essere anti qualcosa ma a favore di qualcosa. Forse non è un caso che il bersagliere che suonò la tromba per la breccia di Porta Pia fosse un senese, Niccolò Scatoli. Spero che oggi un altro senese possa superare le antiche divisioni e aprire una nuova stagione di dialogo. Giovanni XXIII, alla vigilia del Concilio Vaticano II, in viaggio in treno verso Loreto e Assisi, parlando con il presidente del Consiglio Amintore Fanfani disse: “Vede quei due uomini che camminano insieme laggiù, nella campagna? Non ha tanta importanza da dove vengono, conta invece dove vogliono andare e se ci vogliono andare insieme”. Credo che molte barriere e molti steccati vadano abbattuti per il bene dell’umanità. Da parte dei massoni oggi sono superati».

Commemorazione del Grande Oriente d'Italia per il 20 Settembre a Porta Pia
Commemorazione del Grande Oriente d’Italia per il 20 Settembre a Porta Pia

Piuttosto spregiudicata la risposta del Bisi, il quale auspica una nuova “stagione di dialogo” in cui “molte barriere e steccati verranno abbattuti” sottolineando come Bergolio si sia dimostrato “aperto alle novità e aperto su argomenti che finora erano stati tabù per la Chiesa Cattolica; dice di non sapere se “le idee delle gerarchie ecclesiastiche cambieranno anche sulla massoneria”, ma ovviamente se lo augura, essendo conscio che grandi dialoghi sono già stati avviati da tempo. Il paragone proposto nella risposta successiva, tra il senese neo Gran Maestro Bisi, aperto al dialogo, con il bersagliere senese, il quale con la sua tromba diede inizio all’attacco a Porta Pia, è un esempio di come oggi venga inteso il rapporto tra logge massoniche e Vaticano, rapporto in cui entrambe le fazioni considerano le trincee questione passata, dove il conflitto a viso aperto è trasmutato in dialogo riservato e celato, dialogo fecondo al mutamento delle dottrine cattoliche, non certo di quelle massoniche. E’ la dottrina Cattolica, compresa quella liturgica, ad esser stata mutata dalla massoneria, non certo i rituali massonici mutati dalla dottrina Cattolica. L’ex GM Raffi e il neo GM Bisi dimostrano di essere chiaramente consci di quest’aspetto, il primo citando il Guarini caposcuola del Movimento Liturgico e il secondo auspicando una nuova e feconda stagione di dialogo utile ad abbattere ulteriori steccati e barriere. Considerando inoltre le numerose esternazioni dell’ex e del neo Gran Maestro in merito ai segni di evidente e particolare apertura di Bergoglio (basta citare il rapporto continuato tra Bergoglio e il B’nai B’rith [7] , massoneria ebraica, e la carica di Bergoglio di membro onorario del Rotary Club Argentino [8], per dimostrare nei fatti tale evidente apertura, (non che altri Pontefici post conciliari si fossero dimostrati chiusi ed intransigenti in questo senso, anzi..) gli eventi futuri non lasciando bene sperare coloro i quali auspicano, invece, una coerenza dottrinale e un ritorno all’integrismo Cattolico professato e difeso da secoli di Magistero Cattolico e da numerosissimi Servi di Dio.

Bergoglio a pranzo con il B'nai B'rith argentino
Bergoglio a pranzo con il B’nai B’rith argentino
Bergoglio ringrazia il Rotary Club di Buenos Aires per averlo nominato socio onorario
Bergoglio ringrazia il Rotary Club di Buenos Aires per averlo nominato socio onorario

NOTE
[1]Dichiarazione dell’ex Gran Maestro Raffi in merito all’elezione di Bergoglio al soglio Pontificio: http://www.grandeoriente.it/comunicati/2013/03/il-gran-maestro-raffi-con-papa-francesco-nulla-sara-piu-come-prima.aspx
[2]Il Bugnini compare nella lista Pecorelli con la data di iniziazione 23 aprile 1963, il numero di codice 1365/75 e il nome in codice BUAN, tale lista fu  pubblicata dalla rivista “Osservatore Politico”, la cui veridicità ed attendibilità fu in parte dimostrata nel testo “Massoneria alla conquista della Chiesa”, opera del magistrato Carlo Alberto Agnoli, testo in pdf: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres8/massoneriaechiesa.pdf;
Nell’estate ’75 la rivista Osservatore Politico pubblicò perfino la matrice di un assegno che dimostrerebbe che il Bugnini, autore della riforma liturgica, ricevette del denaro niente di meno che dall’allora Gran Maestro del Grande oriente d’Italia Salvini: http://fidesetforma.blogspot.it/2009/07/sul-massone-bugnini.html;http://novoordo.blogspot.it/2012/01/nome-in-codice-buan.html;
L’appartenenza massonica del Bugnini venne successivamente confermata, nel 2007, da unintervista apparsa su “Insider the Vatican”:
http://fidesetforma.blogspot.it/2009/07/bugnini-era-massone-lo-conferma-un.html;
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1615051&codiciTestate=1;
Matia Augè, allievo ed amico di Bugnini gli fornisce una difesa offrendo un interessante spunto in merito ad un presunto appello firmato da diversi vescovi per revocare la scomunica ai massoni: http://liturgia-opus-trinitatis.over-blog.it/article-34366683.html;
[3]Testi della Yates sulla storiografia cabalista medievale e rinascimentale: Giordano Bruno and the Hermetic Tradition (1964); The Occult Philosophy in the Elizabethan Age (1979); The Rosicrucian Enlightenment (1972); The French Academies of the Sixteenth Century (1947); Lull and Bruno (1982)
[4] Versione italiana e integrale dell’allocuzione di Raffi:
http://www.grandeoriente.it/media/336800/Allocuzione-GL-2014-GM-Raffi-IT.pdf;
Articolo pubblicato dal sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia in merito alle dichiarazioni di Raffi: http://www.grandeoriente.it/media/336800/Allocuzione-GL-2014-GM-Raffi-IT.pdf;
Articolo del Fatto Quotidiano in merito alle gongolanti e fraterne dichia del Raffi sull’elezione del Bergoglio: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/05/massoneria-lultimo-discorso-di-raffi-impariamo-da-papa-francesco/940511/;
[5] Programma ufficiale della Gran Loggia di Rimini 2014:
http://www.grandeoriente.it/media/334185/GL-2014-Programma.pdf;
Articolo pubblicato dal sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia annunciante gli inizi dei lavori alla Gran Loggia di Rimini 2014:http://www.grandeoriente.it/eventinewsgoi/2014/04/al-via-a-rimini-la-gran-loggia-2014-del-grande-oriente-d-italia-il-6-aprile-passaggio-di-consegne-tra-il-gran-maestro-raffi-e-il-nuovo-gran-maestro-eletto-bisi.aspx;
[6]Intervista del neo Gran Maestro Stefano Bisi rilasciata a Panorama il 3/4/2014:
http://news.panorama.it/cronaca/urbi-et-orbi/Stefano-Bisi-nuovo-Gran-Maestro-della-Massoneria[7] I rapporti tra Bergoglio e il B’nai B’rith sono molto documentati, riporto alcuni articoli dimostrativi direttamente dal sito web del B’nai B’rith argentino:
-Jorge Mario Bergoglio circondato dalla massoneria ebraica del B’nai B’rith argentino: http://www.bnaibrith.org.ar/website/popgaleria.asp?id=2276&gal=1636-B’nai B’rith saluta Papa Francesco:
http://www.bnaibrith.org.ar/website/contenido.asp?sys=2&id=1372-B’nai B’rith presente alla nomina di Papa Francesco:
http://www.bnaibrith.org.ar/website/contenido.asp?sys=2&id=1377-B’nai B’rith con il Papa Francesco:
http://www.bnaibrith.org.ar/website/contenido.asp?sys=2&id=1382[8]Oramai notorio è il documento ufficiale dell’Arcivescovato di Buenos Aires del 1999, controfirmato da Jorge Mario Bergoglio, che contiene la risposta dell’attuale Pontefice alla nomina di socio onorario del Rotary Club di Bueno Aires. Il documento-lettera è diretto a Juan Carlos Becciù, Presidente del Rotary Club di Buenos Aires; Bergoglio si dice “particolarmente grato” di essere nominato Socio Onorario di una così “prestigiosa istituzione”, ringraziando e felicitandosi per il prezioso lavoro che il Rotary svolge a favore della comunità.Qui potete visualizzare il documento: http://lh5.ggpht.com/-w3U2yf6pb5I/Ul6JT7gz-hI/AAAAAAAAbso/_GI_fVEddEU/s1600-h/francisco1%25255B8%25255D.jpg; http://statveritasblog.blogspot.it/2013/03/el-rotary-club-felicita-su-ex-socio.html;
Qui di seguito potete visualizzare, direttamente dal sito web del Rotary Club di Buenos Aires, il premio “Laurel de Plata a la personalidad de ano” che il Rotary conferì a Bergoglio nel 2005:http://rotaryba.com.ar/?p=3402#more-3402
-Davide Consonni-
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-di Davide Consonni-

Oltre gli “insulti” della modernità

Un commento di Di Bianco, professore di teologia, sul pontificato di papa Francesco. 
«Ormai è indifferibile lo stato di cantierizzazione e di riforma della Chiesa»
NICOLA DI BIANCO *14/05/2016


Nell’ultima esortazione post-sinodale di papa Francesco mi sembra di cogliere alcuni indizi che preludono a future svolte nella comprensione dell’identità, dell’organizzazione e della missione della Chiesa. Innanzitutto Francesco è, seppure in continuità con alcune aperture dei suoi predecessori, il primo papa ad aver assunto in forma compiuta il dialogo con la modernità o postmodernità. E lo fa con la riforma dello stile dell’esercizio del primato petrino, la modifica del linguaggio nel suo insegnamento, la trasformazione del ruolo del magistero e la reinterpretazione del concetto d’infallibilità. Al netto dell’ossessiva ostentazione del suo pauperismo, che può apparire ai più strumentale e demagogico, papa Francesco sta lentamente regolando i conti con la storia degli ultimi secoli (modernità). Sembra che Francesco con il suo orientamento magisteriale, voglia quasi porre rimedio a quelli che Luhmann ha chiamato gli «insulti» che nell’epoca moderna le gerarchie ecclesiastiche hanno inferto al cammino della ragione: a) quello biologico-evoluzionista (Darwin-Teilhard de Chardin); b) quello psicologico della soggettività umana (Freud); 3) quello sociale (Marx). 

Nel suo insegnamento Francesco riconosce il primato al «tempo» rispetto allo «spazio» e dichiara di non voler occupare spazi ma di voler avviare processi. Il primato del tempo sullo spazio comporta l’adozione della logica delle parabole evangeliche del seme che cresce e del grano e della zizzania. La Chiesa di Francesco è una Chiesa «in divenire», dinamica, promotrice di processi. Che cosa è questo se non il recupero dell’istanza evoluzionistica? Inoltre, sul piano etico recupera gli elementi soggettivi della colpa e del peccato (piena avvertenza e deliberato consenso), dichiarando che la gravità della colpa non può essere separata dall’imputabilità del soggetto. Nell’Evangelii Gaudium, richiamandosi all’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1735) per quanto concerne l’imputabilità del peccatore, ricorda «ai sacerdoti che il confessionale non deve essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile». Nella volizione del peccatore in rapporto al peccato «l’imputabilità e la responsabilità di un’azione» sono «sminuite» o perfino «annullate» per molteplici cause. Riconsiderare la missione pastorale e sacramentale della Chiesa alla luce di questo insegnamento dovrebbe renderci più misericordiosi e pronti a curare e guarire le miserie umane. Che cosa è questo se non il recupero dell’istanza psicologica del soggetto? Infine, Francesco riporta al centro del suo magistero la dottrina sociale della Chiesa e le istanze degli oppressi, degli ultimi, dei poveri… Denuncia con fermezza i modelli di sviluppo economico che determinano «esclusione» e «inequità» e che generano la cultura dello «scarto». Depreca l’idolatria del denaro rilevando che «abbiamo creato nuovi idoli col feticismo del denaro e con la dittatura di un’economia senza volto che riduce l’essere umano a uno solo dei suoi bisogni: il consumo». Non esita a definire ingenua la teoria della ricaduta favorevole, che i fautori del liberismo economico ritengono utile alla crescita economica e all’equità sociale. Ritiene che gli attori di tale sistema economico hanno prodotto la cultura dello scarto, la globalizzazione dell’indifferenza e l’anestesia del cuore. Che cos’è questo se non il recupero dell’istanza sociale? 

Francesco si è presentato al mondo con un sorriso disarmante e ammiccante espressione della sua interiore bontà. Prim’ancora che con le parole, Francesco comunica con la sua stessa corporeità, esprimendo lo slancio missionario della sua azione pastorale. È un uomo intrepido, per niente intimorito dai formalismi istituzionali; alle solenni aule del palazzo apostolico, preferisce la piazza antistante il sagrato della basilica pontificia di San Pietro. Nelle prime parole pronunciate dalla loggia, che furono programmatiche per il pontificato, il nuovo Papa si è presentato come il Vescovo di Roma, che presiede nella carità le altre chiese, evitando di autodefinirsi con titoli che enfatizzassero il primato (papa, pontefice, o suoi sinonimi). La sobrietà con cui ha iniziato il suo ministero di Vescovo di Roma confonde e sconcerta non poche persone. Lo stesso binomio papa Francesco, che unisce in un’unica persona le due polarità (l’istituzione e il carisma), rappresenta un’autentica svolta per la Chiesa. Il nuovo Papa ci sta aiutando a riscoprire la dimensione carismatica del pontificato e nel segno del santo di Assisi assume in prima persona le sue istanze riformatrici. Sappiamo bene che i movimenti carismatici sono nati e si sono fortemente radicati nelle Americhe. E ora il cardinale di Buenos Aires, che ha maturato un’esperienza di episcopato carismatico nel Sudamerica, sta attuando un pontificato carismatico. Chinare il capo e invitare la piazza gremita a pregare Dio per Lui in silenzio non è solo segno di umiltà, ma autentica volontà di unirsi al popolo di Dio («vescovo e popolo»), per chiedere con forza il dono dello Spirito. Non si tratta di un carisma individuale, ma di una sua estensione in senso comunitario che è legato a un’istituzione. 

Francesco nell’Evangelii Gaudium non esita a parlare coraggiosamente di una conversione del papato: «Devo anche pensare a una conversione del papato, una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra a una situazione nuova». L’affermazione non mette in discussione il primato del vescovo di Roma, ma si apre a nuove forme del suo esercizio, che recepiscano la «situazione nuova». L’affermazione esprime il sincero desiderio di recuperare la piena comunione con le Chiese che nel corso dei due millenni, sul piano dottrinale o sul piano disciplinare, hanno intrapreso cammini diversi dalla Chiesa del vescovo di Roma. 

Nel discorso ai rappresentanti della Chiesa italiana riuniti a Firenze nel novembre del 2015 Francesco ha affermato: «Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca». Questa dichiarazione, passata sotto silenzio, non ha trovato grande eco nei commenti dei vaticanisti, ma si comprende se la leggiamo alla luce di quanto sopra riferito. Francesco con i suoi gesti, il suo stile, il suo magistero… sta riformando la Chiesa, andando oltre gli «insulti» della «modernità». Gli storici cercano di interpretare la presente fase storica con attente analisi che tentano di legittimare con la terminologia più appropriata. L’assortimento è ampio. Si parla di postmodernità, di tardomodernità, di seconda modernità, di surmodernità… Probabilmente Francesco sta introducendo la Chiesa, attraverso un processo di transizione, in una nuova epoca storica, che sta delineando lentamente la sua identità. Come si sa le periodizzazioni storiche sono schematizzazioni postume che non si attuano con passaggi istantanei, ma si realizzano progressivamente. Da questa urgenza di adeguamento del dato teologico al nuovo contesto storico nasce il suo impegno a riformulare e reinterpretare la rivelazione biblica (omelie di santa Marta) alla luce della storia contemporanea. A chi lo accusa di voler cambiare la dottrina e il Vangelo egli potrebbe rispondere con Giovanni XXIII «non stiamo cambiando il Vangelo ma lo stiamo solo capendo meglio!». L’urgenza di una riforma della Chiesa capace di armonizzare e organizzare in una sintesi compiuta le istanze provenienti dal processo storico fu avvertita già da san Giovanni Paolo II all’inizio del nuovo millennio quando, guardando al futuro della storia nella luce del Concilio, esortava tutta la Chiesa con l’invito Duc in altum, intendendo con ciò, probabilmente, invitare tutte le sue componenti a intraprendere coraggiosamente questo indifferibile compito.  

Riuscirà Francesco ad andare oltre gli «insulti» della modernità? Vedremo. Quello che sembra ormai indifferibile è lo stato di cantierizzazione e di riforma della Chiesa.  

* professore di teologia - Istituto Teologico Salernitano 

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