ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 21 maggio 2016

Il novello Mosé e il vitello di Joao



Francesco come Mosè. Concede il divorzio ai "duri di cuore"


santamarta
Il 20 maggio papa Francesco ha invitato alla sua messa mattutina a Santa Marta otto coppie attempate di sposi. E per l'occasione, prendendo spunto dal Vangelo del giorno, ha travasato nell'omelia la sua personale esegesi della "Amoris laetitia".
Da un lato, ecco quindi il ritratto di "quel piccolo gruppetto di farisei, sadducei, dottori della legge che sempre si avvicinavano a Gesù con cattive intenzioni", quel solito "piccolo gruppetto di teologi illuminati che credevano di avere tutta la scienza e la saggezza" sul matrimonio, ma che "a forza di cucinare la loro teologia, erano caduti nella casistica e non potevano uscire da quella trappola". Tanto da ripetere continuamente: "Non si può, non si può!".
Ma dall'altro lato c'è Gesù che oppone loro la "verità contundente" dell'inizio della creazione, quando "Dio li fece maschio e femmina" e "i due diventeranno una carne sola" e "l'uomo non divida ciò che Dio ha congiunto".
Tutto chiaro e definito? Niente affatto. Perché ecco come prosegue il resoconto autorizzato dell'omelia papale, fatto da "L'Osservatore Romano":
"Gesù però è tanto misericordioso – ha insistito Francesco – è tanto grande che mai, mai, mai chiude la porta ai peccatori". Lo si comprende quando domanda loro: "Cosa vi ha comandato Mosè? Cosa vi ha ordinato Mosè?". La risposta è che "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio". Ed "è vero, è vero". Ma Gesù risponde così: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma"… E "in questo riferimento a Mosè, lascia un po’ qualcosa per il perdono della gente che non è riuscita a portare avanti questo compromesso". Del resto, anche "oggi, in questo mondo in cui viviamo, con questa cultura del provvisorio, questa realtà di peccato è tanto forte". Gesù, "ricordando Mosè, ci dice che c’è la durezza del cuore, c’è il peccato". Ma "qualcosa si può fare: il perdono, la comprensione, l’accompagnamento, l’integrazione, il discernimento di questi casi".
Francesco sviluppa ancora a lungo questo suo zigzagare tra "verità" e "comprensione", sempre in contrapposizione ai "teologi illuminati" che della comprensione sono incapaci.
Ma se si va al nocciolo della sua omelia, par di capire che la comprensione cara al papa arriva a ritenere valida anche oggi la concessione mosaica del ripudio per chi commette adulterio "per la durezza del cuore".
Se è così – ma la chiarezza al solito non brilla –, vuol dire che Francesco si avvicina molto, se non addirittura fa propria, l'esegesi delle parole di Gesù sul matrimonio pubblicata nell'intervallo tra i due sinodi da un rinomato patrologo e biblista, il monaco camaldolese Guido Innocenzo Gargano, che www.chiesa titolò appunto così:
La prova che questa sintonia non è campata per aria è nell'accoglienza entusiastica che padre Gargano ha fatto dell'esortazione postsinodale:




Settimo Cielo di Sandro Magister 20 mag http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/05/20/francesco-come-mose-concede-il-ripudio-ai-duri-di-cuore/
Vescovi meno liberi e lo Spirito pure.
Ieri il Vaticano ha pubblicato un documentino, un rescritto di non molte righe. In parole povere, questo significa che i vescovi dovranno passare attraverso il consenso della Congregazione che si occupa di vita consacrata per approvare nuovi istituti religiosi diocesani. L'autorità dei vescovi come successori degli apostoli – perché di questo si tratta – subisce una severa limitazione.  




Ieri il Vaticano ha pubblicato un documentino, un rescritto di non molte righe, che all’apparenza sembra rientrare di diritti nella categoria degli affari interni, e neanche tanto rilevanti.   




Eccolo, per chi se lo fosse perso:  
"Rescritto in merito al can. 579 del Codice di Diritto canonico sulla erezione di Istituti diocesani, 20.05.2016   

 
La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita apostolica, consapevole che ogni nuovo Istituto di vita consacrata, anche se viene alla luce e si sviluppa all’interno di una Chiesa particolare, è un dono fatto a tutta la Chiesa, vedendo la necessità di evitare che vengano eretti a livello diocesano dei nuovi Istituti senza il sufficiente discernimento che ne accerti l’originalità del carisma, che definisca i tratti specifici che in essi avrà la consacrazione mediante la professione dei consigli evangelici e che ne individui le reali possibilità di sviluppo, ha segnalato l’opportunità di meglio determinare la necessità, stabilita dal can. 579 CIC, di richiedere il suo parere prima di procedere alla erezione di un nuovo Istituto diocesano. Pertanto, seguendo il parere del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, Il Santo Padre Francesco nell’Udienza concessa al sottoscritto Segretario di Stato il 4 aprile 2016, ha stabilito che la previa consultazione della Santa Sede sia da intendersi come necessaria ad validitatem per l’erezione di un Istituto diocesano di vita consacrata, pena la nullità del decreto di erezione dell’Istituto stesso.   

Il presente Rescritto sarà promulgato tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore il 1° giugno 2016, e quindi pubblicato sugli Acta Apostolicae Sedis. Dal Vaticano, 11 maggio 2016.   

Card. Pietro Parolin"    

In parole povere, questo significa che i vescovi, i singoli vescovi sono meno liberi; e la loro autorità come successori degli apostoli – perché di questo si tratta – subisce una severa limitazione, a favore di una Congregazione romana, quella che si occupa di vita religiosa. Dovranno passare attraverso il suo consenso per approvare nuovi istituti religiosi diocesani.  
Ma come! Non abbiamo sentito a ogni piè sospinto parlare di decentralizzazione, sinodalità e compagnia cantante?  
Invece il primo provvedimento pratico riguarda una limitazione delle capacità di giudizio e di autorità dei vescovi. Si chiamerà sinodalità, ma ricorda molto, ma molto, il centralismo democratico di sinistra memoria.  

Lo Spirito soffia, come sappiamo, dove vuole; ma d’ora in poi dovrà fare una telefonatina preventiva al card. Joao Braz de Aviz. E magari farsi raccomandare prima da un teologo della Teologia della Liberazione…. 
 MARCO TOSATTI 21/05/2016

La persecuzione silenziosa si aggrava




Per perseguitare meglio i Francescani dell'Immacolata, Bergoglio fa' ildittatore, togliendo autonomia ai vescovi
Per perseguitare meglio i Francescani dell’Immacolata, Bergoglio fa’ il dittatore, togliendo autonomia ai vescovi (fine della retorica conciliare sulla  “collegialità”, quando non fa’ più comodo)

http://www.maurizioblondet.it/la-persecuzione-silenziosa-si-aggrava/ 

Dopo 2000 anni il Papa argentino ribalta il Vangelo, dà ragione ai farisei e dà torto a Gesù sull’indissolubilità del matrimonio – di Antonio Socci 

Papa FrancescoLa lettura del Vangelo di oggi era molto imbarazzante per colui che ha firmato l’ “Amoris laetitia”, perché è la pagina in cui Gesù proclama l’indissolubilità del matrimonio. Ecco infatti cosa dice: In quel tempo, Gesù, partito da Cafarnao, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l’ammaestrava, come era solito fare.
E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». 
Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 
Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». 
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». 
Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio» (Mc 10, 1-12) 
Come lo ha commentato papa Bergoglio? Era immaginabile che si arrampicasse sugli specchi, ma non pensavo che arrivasse a capovolgere totalmente questa pagina evangelica e le parole di Gesù.

Infatti i farisei, in quel passo evangelico, hanno esattamente la posizione oggi vagheggiata da Bergoglio: sostengono una (errata) “misericordia”, predicano una “comprensione” che arriva a legittimare moralmente il ripudio e un secondo matrimonio.
Al contrario Gesù rientra nella categoria, sempre randellata da Bergoglio, dei “rigoristi”, dei “senza misericordia”, dei “dottrinari”, anzi è l’iniziatore di questa categoria, perché è Lui stesso che cancella la “misericordiosa” concessione di Mosè per proclamare l’indissolubilità del matrimonio.
Le sue parole sono esigentissime: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
Allora Bergoglio come commenta questa pagina? Ribaltando completamente le parti e il testo evangelico.
Lui (ormai è un’ossessione) identifica i farisei con coloro che – ai due Sinodi – si sono opposti alle sue innovazioni “misericordiose”. Infatti li definisce alla stessa maniera: un «piccolo gruppetto di teologi illuminati», convinti «di avere tutta la scienza e la saggezza del popolo di Dio», che ripetono continuamente “Non si può! Non si può!”.
Qui c’è la prima falsificazione perché – al contrario – i farisei ripetevano che “si può! si può!” dare l’atto di ripudio e risposarsi di nuovo. Era Gesù che diceva: “Non si può! Non si può!”
Ma Bergoglio cambia le carte in tavola. Certo, dice che – in effetti – Gesù proclama “la verità sul matrimonio” e “mai negozia sulla verità”, però distingue sempre tra la verità e la «debolezza umana».
E a questo punto arriva a far dire a Gesù l’esatto contrario di quanto si legge nel vangelo. Ecco le parole di Bergoglio:
“Gesù però è tanto misericordioso  è tanto grande che mai, mai, mai chiude la porta ai peccatori”. Lo si capisce quando domanda ai farisei: “Cosa vi ha comandato Mosè? Cosa vi ha ordinato Mosè?”. Quello rispondono che “Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio”. Ed “è vero, è vero”. Allora Gesù risponde così: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma”…
Ebbene “in questo riferimento a Mosè”, secondo Bergoglio, Gesù “lascia un po’ qualcosa per il perdono della gente che non è riuscita a portare avanti questo compromesso”. Del resto, anche “oggi, in questo mondo in cui viviamo, con questa cultura del provvisorio, questa realtà di peccato è tanto forte”.
Gesù, “ricordando Mosè, ci dice che c’è la durezza del cuore, c’è il peccato”. Ma “qualcosa si può fare: il perdono, la comprensione, l’accompagnamento, l’integrazione, il discernimento di questi casi”.
ORA: IN QUELLA PAGINA DEL VANGELO GESU’ NON ASSECONDA AFFATTO LA “CONCESSIONE” MOSAICA E NON PARLA MAI DEL “DISCERNIMENTO DI QUESTI CASI” A PROPOSITO DELL’INDISSOLUBILITA’ DEL MATRIMONIO.
GESU’ E’ CATEGORICO, AFFERMA IL COMANDAMENTO DI DIO: NON SI PUO’ MAI DIVORZIARE E RISPOSARSI CON UN’ALTRA PERSONA.
E’ INVECE BERGOGLIO CHE PARLA DI “DISCERNIMENTO DI QUESTI CASI”, E’ BERGOGLIO CHE SOSTIENE L’IDEA (CHE ERA LA STESSA DEI FARISEI ANTICHI) SECONDO CUI LA VERITA’ DEL MATRIMONIO E’ “ASTRATTA” E TROPPO ESIGENTE, PERCIO’ DEVE ESSERE POI, NEL CONCRETO, SOPPIANTATA DALLA VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE E DELLE ESIGENZE SOGGETTIVE DI CIASCUNO.
Questi sono i contenuti dell’Amoris laetitia! Con questo intervento Bergoglio chiarisce ancora meglio quello che ha fatto con questo documento: in sostanza par di capire che, in qualche modo, duemila anni dopo, Bergoglio torna a dar ragione ai farisei e torto a Gesù. Ripristinando la prassi mosaica.
SONO PROPRIO I FARISEI ANTICHI INFATTI A SOSTENERE – COME BERGOGLIO – CHE BISOGNA ESSERE “COMPRENSIVI” CON IL DIVORZIO E AMMETTERE IL SECONDO MATRIMONIO.
DUNQUE “LA CASISTICA” CHE BERGOGLIO IMPUTA AGLI ALTRI E’ TUTTA E SOLO SUA CHE INFATTI ORA HA INTRODOTTO ADDIRITTURA LA POSSIBILITA’ – CASO PER CASO – DI ACCEDERE ALLA COMUNIONE PER I DIVORZIATI RISPOSATI.
Invece Gesù, che è la Misericordia fatta carne, davvero Lui perdona sempre ogni peccatore pentito, ma invitandolo a non peccare più (a uscire dalla condizione di peccato). Lui perdona tutto, ma lo fa elevando il peccatore pentito all’altezza della Legge di Dio, non abbassando la Legge di Dio a suo uso e consumo. Lui non stravolge la verità per giustificare i peccati umani, ma divinizza il peccatore pentito lavando le sue colpe col proprio sangue. Lui insegna cosa è Bene e cosa è Male: non confonde mai il Bene con il Male.
Gesù, che è il vero amore e la vera comprensione, si preoccupa anzitutto della salvezza eterna delle anime (ha dato addirittura la vita per la nostra salvezza) e quindi richiama sempre alla verità e alla Legge di Dio, che è la sola via che porta in Paradiso.
Bergoglio – al contrario – non si occupa della salvezza eterna delle anime (provate a cercare questo tema nell’Amoris laetitia…). Lui si occupa del benessere terreno (con una sua anacronistica ideologia)…
Prima ha fatto un’enciclica sulla raccolta differenziata dell’immondizia e sulla salvaguardia delle biodiversità (sopravvivenza piccoli vermi e zanzare), ora una Esortazione apostolica che elogia l’erotismo (come se oggi ce ne fosse bisogno).
Dunque si trova in imbarazzo davanti a pagine del Vangelo come quella di oggi e, per questo, cerca di attribuire a Gesù la SUA personale idea. Finendo per ribaltare le parti fra Gesù e i farisei.
Bergoglio definisce, sprezzantemente, i farisei «teologi illuminati» che sarebbero chiusi nella trappola del «Si può? Non si può?» e quindi “incapaci sia di orizzonti grandi sia di amore per la debolezza umana”.
Ma è vero il contrario. Gesù non rimprovera affatto ai farisei di aver posto quella domanda e risponde assai volentieri spiegando cosa “si può” e cosa “non si può”.
Gesù rimprovera loro proprio l’opposto di Bergoglio: Gesù cioè sostiene che essi sono “indulgenti” col peccato e hanno voluto cambiare la legge di Dio a proprio comodo.
Ecco dunque la surreale conclusione di Bergoglio: “Che Gesù ci insegni ad avere con il cuore una grande adesione alla verità e anche con il cuore una grande comprensione e accompagnamento a tutti i nostri fratelli che sono in difficoltà. E questo è un dono, questo lo insegna lo Spirito Santo, NON QUESTI DOTTORI ILLUMINATI, CHE PER INSEGNARCI HANNO BISOGNO DI RIDURRE LA PIENEZZA DI DIO A UNA EQUAZIONE CASISTICA”.
In realtà – come si è visto – è proprio Bergoglio che fa la “casistica” e la fa andando CONTRO le parole di Gesù e CONTRO ciò che lo Spirito Santo ha sempre insegnato alla Chiesa.
Quindi viene da concludere: “Medico cura te stesso”….. Da sottolineare che in questa pagina del Vangelo di Marco, Gesù – dopo – viene interrogato sull’argomento dai suoi apostoli e a loro ribadisce categoricamente qual è il comandamento di Dio sul matrimonio, perché NELLA SUA CHIESA sia chiaro per sempre!
Quindi è soprattutto ai successori degli apostoli che non è consentito disobbedire a queste parole del Signore, per tornare alle idee dei farisei.
E, a proposito di farisei, tornano in mente – COME MONITO PER BERGOGLIO – i versi che Dante – nella Divina Commedia – dedicò al papa del suo tempo, Bonifacio VIII, che destinò all’Inferno definendolo “Lo principe d’i novi Farisei” (Inf. XXVII, 85)…
Antonio Socci

Fonte:    Lo Straniero
http://www.lamadredellachiesa.it/dopo-2000-anni-il-papa-argentino-ribalta-il-vangelo-da-ragione-ai-farisei-e-da-torto-a-gesu-sullindissolubilita-del-matrimonio-di-antonio-socci/

1 commento:

  1. Tutto 'sto casino, per far sentire meno sola e peccatrice la nipote dovorziata !

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