ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 maggio 2016

Impura utopia

FRANCESCO I IL  VANGELO E IL CORANO


Francesco I ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese La Croix il 9 maggio 2016  (vedi foto)sui rapporti tra Cristianesimo e Islam.
In Italia Fausto Carioti l’ha commentata in un articolo su Libero (17 maggio 2016) intitolato: “Bergoglio choc: il Vangelo come il Corano”.

Il ragionamento che ha fatto Francesco I è il seguente: “l’idea di conquista è inerente all’anima dell’Islam. Si potrebbe interpretare con la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni”.

Non è esatto: l’Islam sin da Maometto conquista con la spada, mentre Gesù manda gli  Apostoli a predicare il Vangelo senza coercizione violenta.

Fausto Carioti giustamente osserva che “in questo modo Francesco I mette sullo stesso piano  evangelizzazione e Jihad”.

È esatto il commento di Carioti, Francesco I mette sullo stesso piano la Jihad  e il Vangelo. Per lui tutte le religioni si equivalgono, non bisogna fare proselitismo e tutto ciò  non è una novità. Infatti le giornate interreligiose di Assisi 1986 (Giovanni Paolo II) e 2006 (Benedetto XVI) hanno il significato di equivalenza di tutte le religioni.

Ora per quanto riguarda l’Islam esso nega i due dogmi fondamentali del Cristianesimo:
1°) la SS. Trinità,
2°) la divinità di Cristo.
Quindi non è conciliabile col Cristianesimo.

A partire, invece, dalla sua premessa Francesco I conclude che l’Europa e i suoi valori possono e debbono convivere con l’Islam.

Questa è pura utopia. La storia ce lo insegna: ovunque l’Islam è penetrato ha conquistato con la violenza le Nazioni e le anime costringendole alla conversione forzata, pena la morte.
Solo in qualche Stato islamico, di matrice nazional popolare e baathista (Iraq, Siria, Egitto, Libia, Tunisia…), l’Islam non ha ucciso i cristiani che non volevano apostatare dalla loro religione e abbracciare il Corano. Ma gli Usa e l’Europa hanno distrutto a suon di bombe proprio questi Stati ed hanno lasciato libero il passo  all’Isis.

Inoltre Francesco I dice che la convivenza tra Cristianesimo e Islam è “tanto più necessaria oggi che l’Europa  conosce un grave problema di denatalità”, ma dimentica di aver detto alle famiglie cattoliche  di “non fare come i conigli”, che si riproducono ampiamente.

Per questa via l’Europa, che ha radici cristiane, diventerà demograficamente islamizzata.

Francesco I, però, non se ne preoccupa, anzi rincara la dose e prosegue: “bisogna parlare di radici al plurale perché ce ne sono tante [e non solo cristiane, ndr]. Quando sento parlare di radici cristiane dell’Europa ho qualche dubbio sul tono, che può essere trionfalista o vendicativo”.

Innanzi tutto occorre precisare che l’Islam e il Giudaismo talmudico hanno avuto un ruolo di gran lunga inferiore al Cristianesimo nella civilizzazione dell’Europa.
Quanto al “trionfalismo”, ossia quanto allo splendore e alla magnificenza (sinonimi di trionfalismo), non vedo di che cosa ci sia da  vergognarsi. Nella Liturgia, che è un luogo teologico (Melchior Cano, De locis theologicis, Roma, Cucchi, 1900 ), non si canta forse “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat”?
Ora lex orandi, lex credendi. Quindi la Liturgia è il dogma cantato.

Giustamente Fausto Carioti commenta: «Appassionato [Francesco I] nel difendere l’equivalenza morale delle religioni, Francesco si dimostra distante, a-valutativo, dinanzi alle nuove leggi in materia di eutanasia e riconoscimento delle coppie gay approvate in molto Paesi europei poiché “Tocca al parlamento discutere, argomentare, spiegare, ragionare [su questi temi, ndr] perché così cresce una società“».

Anche qui Carioti ha pienamente ragione. Si pensi al Family Day tenutosi a Roma nel gennaio 2016: il Vaticano non ha mandato agli organizzatori e ai fedeli presenti neppure una nota di incoraggiamento.

Cosa dire?
Certamente Francesco I non ha lo spirito missionario proprio di Gesù. Anzi secondo lui la Società civile nasce dal parlamento e non da Dio, da cui deriva ogni autorità (Rom., 13, 1).

L’epoca nostra è veramente quella “del potere delle tenebre (Lc., XXII, 53), ma Gesù alla fine trionferà come sempre in ogni periodo di persecuzione o di crisi nella Chiesa.   

di Don Curzio Nitoglia

1 commento:

  1. L'Islam e' sempre radicale, il Cristianesimo e' un'offerta all'uomo senza imposizione. La liberalita' del Cristianesimo e' ben rappresentata dalla Chiesa che ha accettato versioni diverse dei vangeli, quindi la nostra fede e' legata direttamente a NSGC e non al libro.

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