ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 4 maggio 2016

Qualche imbarazzo nei sacerdoti d'oggigiorno?

                   Il messaggio "scandaloso" di Fatima



A Fatima si sono aperti i cieli e ne è discesa luce sulla terra. Come mai, dunque, la Chiesa si mostra tardiva nell'accogliere quei moniti celesti, nel consacrarsi fattivamente al modello del cuore senza macchia? Pio XII e Paolo VI hanno evidentemente aderito alla rivelazione di Fatima ma i loro collaboratori non appaiono affatto unanimi: la maggior parte di loro tace e non incoraggia davvero con l'insistenza pastorale che sarebbe necessaria l'accoglienza del messaggio di Fatima.
Perché? Questa devozione provoca forse qualche imbarazzo nei sacerdoti d'oggigiorno? Proprio così. Eccone i motivi.

Il primo motivo d'imbarazzo proviene dalla strana pedagogia della Madonna.
La Madonna ha insegnato ai tre bambini di Fatima ad espiare per i peccatori ma per spingerli su questa strada sapete cosa ha fatto? Ha mostrato loro l'Inferno. Non sto qui ora a ricamare l'impressionante descrizione che i bambini hanno poi riferito. Basterebbe guardare le due foto scattate lo stesso giorno in cui ai tre pastorelli fu mostrato l'Inferno: in una sono ritratti i bambini prima dell'apparizione, nell'altra dopo l'apparizione. Sono foto d'un'eloquenza impressionante.
La Madonna ha messo i bambini davanti alla realtà estrema: l'umanità va verso il baratro più atroce.
Questa pedagogia estremista non piace a molti preti post-conciliare i quali non parlano mai dell'inferno facendo perfino venire l'idea che essi non vi credano affatto.
La Madonna con questa sua pedagogia ha mostrato di ritenere che la buona educazione si ottiene mostrando non solo il positivo e il giusto, il sorriso del cielo, ma anche il male e precisamente l'estremo del male, l'orrore dell'inferno, in modo che il male sia svelato nel suo autentico volto disumano e così sia privato di ogni scusa e attenuante. È la stessa pedagogia di Gesù che ha parlato dell'inferno molte volte ricorrendo ad immagini terrificanti e svelando altresì l'abbruttimento in cui l'angelo dell'inferno schiavizza gli uomini. Questa pedagogia cristiana però non è condivisa da molti preti di oggi, i quali ascoltano nuovi maestri di logica e di psicologia. Non si può parlare di Fatima senza ribadire il dogma dell'inferno e così molti sacerdoti non parlano neppure di Fatima.
In sostanza la Madonna con la visione dell'inferno ha inteso dire: per mali estremi occorrono estremi rimedi. Invece gli educatori di oggi sono spesso dei medici pietosi che curano il cancro del peccato con pannicelli caldi. Caldeggiano, sì, voglio dire, la solidarietà verso i peccatori, ma non intendono affatto spingere all'eroica espiazione per i peccati. Perciò Fatima non fa per loro.
Il secondo motivo d'imbarazzo proviene dal fatto che la sopravvissuta veggente di Fatima, Lucia, oggi suora carmelitana, ha avuto successive rivelazioni celesti per le quali essa ha trasmesso rimproveri molto severi ai sacerdoti. In data 10 gennaio 1940 la sopravvissuta di Fatima informò il Cardinale Patriarca di Lisbona su ciò che insegnavano alcune di tali rivelazioni. Ecco cosa si legge, fra l'altro, nella sua lettera: «Nostro Signore... si lamenta... in special modo della tepidezza, della indifferenza e della vita troppo comoda della maggioranza dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose». Testualmente: della maggioranza. Da notare: il lamento è in un contesto di gravi profezie che investono il problema della pace. Il 4 maggio 1943 Suor Lucia scrisse ad un qualificato religioso queste parole: « ho dovuto, per ordine di sua ecc.za rev.ma, manifestare all'arcivescovo di Valladolid un breve messaggio di Nostro Signore... Dio desidera che i vescovi della Spagna si riuniscano in ritiro e stabiliscano una riforma per il popolo, il clero e gli ordini religiosi; che alcuni conventi e molti membri di... capito?... Se i signori vescovi della Spagna non daranno retta, la Russia sarà ancora una volta la frusta con cui Dio li punisce ». Abbastanza chiaro, mi pare, nonostante l'interrogazione apparentemente sibillina.
C'è un altro documento che dimostra l'atteggiamento vivacemente critico della veggente di Fatima nei confronti dei sacerdoti e del modo con cui essi adempiono alla loro missione. Si tratta di una lettera inviata ad una consorella in data 16 settembre 1970. In essa suor Lucia non afferma di trasmettere il contenuto di qualche speciale visione, però si esprime con sorprendente energia e convinzione trattando, d'altronde, un argomento che è al centro delle apparizioni di Fatima: il Rosario. Il riferimento polemico alla attuale classe sacerdotale è trasparente: « Il Rosario è l'orazione dei poveri e dei ricchi, dei sapienti e degli ignoranti; portar via alle anime questa devozione, sarebbe come portargli via il pane spirituale di ogni giorno. Il Rosario alimenta la piccola fiamma della fede che ancora non si è spenta del tutto in molte coscienze. Anche per quelle anime che pregano senza meditare, il semplice atto di prendere la corona per pregare è già un ricordo di Dio, del soprannaturale. Il semplice ricordo dei misteri di ogni decade sostiene nelle anime il lucignolo ancora fumigante. Perciò il demonio gli ha fatto tanta guerra! Il peggio è che è riuscito ad illudere e ad ingannare anime piene di responsabilità per la carica che occupano! ... Sono ciechi!... E vogliono appoggiarsi al Concilio e non vedono che il Sacro Concilio ha ordinato che siano conservate le pratiche che nel corso degli anni sono state adottate in onore della immacolata Vergine Madre di Dio e che la recita del santo Rosario o di una sua terza parte è una delle principali tra quelle che, tenendo conto di ciò che è stato ordinato dal Sacro Concilio e dal Sommo Pontefice, siamo obbligati a conservare ».
Inutile ricordare qui i ripetuti inviti di Giovanni XXIII, di Paolo VI e dell'attuale Papa a mantenere e ravvivare la pratica del Rosario. Purtroppo più in basso non si è avuto lo stesso sentimento e il Rosario è in disuso, spesso è appena tollerato. Per Lucia di Fatima la cosa è di un'estrema gravità perché la Madonna ha condizionato la pace alla conversione dei popoli e la conversione è frutto di un ripensamento dei misteri divini. Per facilitare a tutti tale ripensamento la Vergine ha raccomandato il Rosario, ma forse questa Celeste Signora non ha frequentato i modernissimi corsi di pastorale post-conciliare.
Fatto sta che le Chiese e le famiglie cattoliche in cui si recita il Rosario sono ormai poche. Anche per questo il messaggio della Madonna di Fatima sarebbe un rimprovero per molti sacerdoti dediti ad altre occupazioni da loro giudicate più importanti. E perciò essi della Madonna di Fatima non parlano.
(Immagine da altra fonte)

1 commento:

  1. Vi è un che si stridente nella descrizione. Cioè abbiamo il trio Lescano dei papi conciliari, bravissimi a imporre il Concilione dall'alto, e tanto tanto volenterosi, ma impotenti, nel promuovere la recita del Rosario! Poverini! Magari emanare un ordine, tipo:"il Papa ordina ai fedeli in grado di farlo, di recitare il Santo Rosario (poniamo) almeno due volte a settimana, e fa obbligo ai parroci di indirne la pubblica recitazione nelle occasioni x e y"...

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