ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 10 maggio 2016

Siamo alla farsa? No! Siamo nella norma

             Amoris laetitia, un’Esortazione truccata
prendendo spunto da una curiosità segnalata da Marco Tosatti:
Un magistero dell'ambiguità?

Vasto, Mons. Bruno Forte alla conferenza del 2 maggio 2016
Una gioia dell’amore truccata, ecco cos’è la nuova esortazione post-sinodale di papa Bergoglio, lo confessa tranquillamente uno dei campioni bergogliani del Sinodo dei vescovi, quel Bruno Forte che redasse la nota e contestata “relazione intermedia”.

In una conferenza tenuta il 2 maggio a Vasto, al teatro Rossetti, Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha reso noto, ridendo, qualche particolare sullo svolgimento del Sinodo dei vescovi e sulla redazione dell’Esortazione Amoris laetitia.

Letta la notizia, presente nel resoconto pubblicato da Zonalocale - Vasto, il 3 maggio, è venuto da ridere pure a noi, non per compiacimento: “lo sapevamo!”, ma perché fa sorridere di compassione la sfrontatezza di questi moderni uomini di Chiesa che non si accorgono neanche delle parole che escono dalla loro bocca.

Mons. Forte confessa che, parlando con papa Bergoglio di quello che avrebbe potuto scrivere sulla relazione, questi gli avrebbe detto: «…se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati, questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fai in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io.» E Mons. Forte, evidentemente compiaciuto, ha aggiunto scherzando: «Tipico di un Gesuita». E il resoconto continua dicendo: “attribuendo a quella indicazione una saggezza che ha permesso la maturazione necessaria per giungere alla “Amoris Laetitia” che, come precisato da Mons. Forte, non rappresenta una nuova dottrina, ma ‘l’applicazione misericordiosa’ di quella di sempre.

Ora, o Mons. Forte è uno che racconta balle, magari per farsi bello con gli astanti della sua diocesi, o è uno che la sa lunga sulla psicologia della gente. Noi pensiamo che innanzi tutto siamo al cospetto di ogni mancanza di ritegno, che non è da escludere possa derivare da un’altrettanta mancanza di materia grigia, e poi siamo al cospetto del malcelato convincimento che i fedeli siano tutti degli sprovveduti, in grado di ingoiare senza fiatare tutte le sconcezze che si confezionano alle loro spalle.
In ogni caso, si deve pensare che i documenti supposti seri, sfornati da questa gerarchia, in realtà sono concepiti in modo da trarre in inganno i fedeli, per far credere loro una cosa diversa da quella che pensano i redattori, papa in testa; magari solleticando le aspettative dei fedeli stessi, ma in realtà mirando a capovolgere da cima a fondo l’insegnamento millenario della Chiesa.

Anche qui, Mons. Forte confessa che papa Bergoglio – e lui anche - è per la comunione ai divorziati risposati, ma che bisogna far credere ai fedeli che non sia così; tranne venirsene poi con la solita stantia battuta che l’Esortazione papale rappresenta la dottrina di sempre, oggi applicata – però – in maniera “misericordiosa”, come se la Chiesa per secoli avesse applicata la dottrina senza un briciolo di misericordia,

Siamo alla farsa? No! Siamo nella norma, in quella norma venuta in auge col Vaticano II, in base alla quale è quasi proibito – dalla moderna concezione ecclesiale – parlare in maniera chiara, netta e veritiera – “il vostro parlare sia Sì Sì No No” – mentre è obbligatorio parlare in maniera ambigua, contorta, polivalente e quindi falsa – “il resto viene dal maligno” -; e questo in nome dell’“aggiornamento”, cioè dell’adattamento della dottrina di Nostro Signore alle esigenze delle mire del “principe di questo mondo”.

Salvo poi inventarsi il trucco dell’“interpretazione” – o ermeneutica – col quale sarà possibile, per bocca dei teologi “aggiornati”, presentare lo stravolgimento dell’insegnamento di Cristo come una continuazione dello stesso.
Impossibile, qualcuno dirà, ingenuamente, ma che cos’è l’“ermeneutica della continuità”, di cui Mons. Forte da qui una prova, se non il mezzo dialettico e diabolico per far dire ad un testo il contrario di quello che dice?

L’uomo non separi ciò che Dio ha unito” (Mt. 19, 6), dice il Signore… il vescovo separi ciò che Dio ha unito, dice il motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus di papa Bergoglio, ma attenzione, dicono i teologi, il volere di papa Bergoglio non è una nuova dottrina, ma “applicazione misericordiosa” della dottrina di Nostro Signore.

E dire che c’è ancora gente, tra i cattolici, che crede che il Papa non possa essere criticato, perché equivarrebbe a staccarsi dalla comunione ecclesiale col rischio di andare a finire all’Inferno. Ma, di grazia, quale mezzo migliore per andare a finire all’Inferno, di quello di seguire l’insegnamento dei papi che il Signore ci ha inflitto a partire dal Vaticano II?

Miserere nostri, Domine, miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,

quem ad modum speravimus in te.

In te, Domine, speravi: 
non confundar in aeternum.


di Belvecchio


Card. Brandmuller: le eccezioni sono un vicolo cieco

amoris“Consentire eccezioni nei singoli casi è un vicolo cieco. Ciò che è impossibile in base alla fede, lo è anche nei singoli casi. Ciò vale prima, e vale anche dopo la pubblicazione di Amoris laetitia.” Lo ha detto il cardinale Walter Brandumuller, presidente emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in un’intervista concessa al portale tedesco Kath.net.
“La dottrina cattolica” – ha proseguito il porporato tedesco – “stabilisce che un matrimonio celebrato validamente e consumato non può essere sciolto da alcun potere in questo mondo, inclusa la Chiesa. Gesù dice che “ciò che Dio ha unito, non osi separarlo l’uomo”, e “chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei”. Perciò questa è la domanda: posso forse ricevere il corpo e il Sangue di Gesù Cristo, che è Lui stesso, quando mi rendo conto di quello che ha detto ma lo rifiuto?”
Posto di fronte alle “novità” di Amoris laetitia, il cardinale ha specificato che “coloro che vogliono trovare in Amoris Laetitia la possibilità di ricevere l’assoluzione e la comunione, dovrebbero cercare nella nota a piè di pagina numero 351 del capitolo VIII. (…) In ogni caso, ci si deve chiedere se una nota a piè di pagina di tre righe può essere sufficiente per ribaltare tutti gli insegnamenti dei papi e dei concili su questo argomento. Certo che no! Piuttosto questa nota dovrebbe essere interpretata secondo il costante insegnamento della Chiesa. La Chiesa non può contraddire sé stessa.”

1 commento:

  1. Anche l'aborto è una applicazione "misericordiosa" della legge 194 " Norme della tutela sociale della maternità..." che però si concretizza nell'opposto di quanto dichiara in prima battuta "...e sull' interruzione volontaria della gravidanza."
    Temo che la "letizia" di questo "amore" porterà frutti altrettanto avvelenati (e penso alle innocenti vite segnate dai divorzi ai quali si sommano nuove unioni... gli sceneggiati televisivi cercano di farci credere che non siano tragedie... ma chiedete a chi ha quotidianamente a che fare con questi piccoli... adesso poi che perfino il papa sembra dire che, beh, no, non è poi così grave. Hanno ragione i loro genitori... allora perchè loro soffrono tanto? Che ulteriore sofferenza sentirsi stupidi!).

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.