“Interesse preminente del minore”, nel diritto italiota
Infatti molti bambini vengono allontanati dalla famiglia naturale, papà e mamma regolarmente sposati , ed affidati a istituti o case-famiglia apposite. Il 51% di bambini strappati dalla loro famiglia è dovuto al fatto che le assistenti sociali (avanguardia della persecuzione) segnalano “problemi di relazione” o – in neolingua burocratica “inadeguatezza genitoriale”; va da sé che spesso i motivi economici sono la causa di questi “problemi”. Le motivazioni, come ha rilevato l’Istituto degli Innocenti di Firenze, indicano una “area indefinita” dove “si apre una voragine di discrezionalità”.
Il bambino strappato alla famiglia inadeguata, viene affidato a istituti o case famiglie che di mestiere fanno “accoglienza” degli abbandonati. Lo Stato paga questi istituti 120 euro al giorno per ogni bambino: 3600 euro al mese.
Naturalmente direte: sarebbe più semplice, naturale ed economico pagare un contributo al reddito della famiglia a cui viene tolto il bambino? 500, mille euro al mese? E controllare che lo mandino a scuola, magari in un doposcuola apposito che rimedi alle “inadeguatezze genitoriali”?
Così pensate voi. Ma non così la Casta. Attorno ai bambini portati via alle famiglie (“inadeguate” secondo le assistenti sociali), “gira un volume d’affari pari a 500 milioni di euro, che alimenta un settore privato”. C’è un business degli orfani per legge, come c’è il business dell’accoglienza immigrati. Come questo, anche quello è gestito da “cooperative” ammanicate coi politici, la casta giudiziaria, le assistenti sociali con la loro ideologia. Il cosiddetto “interesse preminente del minore”, si rivela alla fin fine l’interesse preminente della casta pubblica. Il sistema che toglie – con grandi spese – figli a coppie vere, naturali, etero, per povertà estrema, è lo stesso dà il bambino alle due lesbiche (non vedendovi alcuna “inadeguatezza genitoriale” né “problemi relazionali”), nell’interesse supremo della legislatrice Cirinnà, che deve far avanzare la ideologia del gender.
(Ho tratto i dati di cui sopra da Gian Marco Concas, Ri-generazione identitaria, MGC Edizioni – di cui seguirà una completa recensione).
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