ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 2 giugno 2016

Una ragazza e il monsignore


                                            “QUEL CUORE CHE HA TANTO AMATO”

Se si prova a chiedere a qualcuno per strada se sa dov’è Paray-leMonial, quasi sicuramente, oggi si dirà: «Mai sentito». Lo puoi trovare, infatti, solo sugli atlanti più grossi della Francia, nel punto in cui la strada tra Lione e Mouline tocca il Canale del centro di dipartimento Saône-etLoire. Si sa bene invece dove sono Montecarlo, Antibes, Cannes e SaintTropez, perché la mondanità degli uomini, generalmente, interessa più che l’intimità con Dio. Una ragazza e il monsignore – Comunque, in quel villaggio francese, Santa Margherita Maria Alacoque, nel monastero della Visitazione, nel 1675 ebbe le celebri confidenze di Gesù. La Chiesa, parecchio tempo dopo, ha dato molta importanza all’avvenimento. Disse Gesù a suor Margherita: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al punto di consumarsi per dimostrare ad essi il suo amore. Ma in contraccambio non riceve dalla maggior parte che ingratitudine, disprezzo, indifferenza, sacrilegi e freddezze. E ciò che mi fa più soffrire è che ci sono delle persone consacrate che mi trattano così. Per questo ti chiedo che il 1° venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini sia dedicato alla celebrazione per onorare il mio Cuore, facendo riparazione d’onore…. Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere largamente gli effetti dell’amore divino su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso».
Margherita Maria era una ragazza di 28 anni e veniva dalle campagne umili e laboriose della Borgogna. Sincera, forte, lieta, sapeva nascondere agli altri il suo desiderio di offrirsi vittima al Cuore di Gesù per la salvezza del mondo, di ciascuna anima. Naturalmente non fu creduta in Francia e non fu creduta per decenni a Roma. Già, a Roma vigilava, contro tutte le visioni, Mons. Prospero Lambertini, non ancora cardinale e non ancora Papa Benedetto XIV. Alcuni anni prima Lambertini aveva fatto rispondere picche al re di Polonia che chiedeva l’istituzione della festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù. Dall’invito di Gesù a Margherita al no di Lambertini erano già trascorsi più di 50 anni. Ma perché Gesù non si era rivolto direttamente a lui? Oh, sarà un grande Papa: personalità straordinaria, visione ampia delle cose, attento ai fatti nuovi che capitavano, per illuminarli con il Vangelo. Era persino in corrispondenza, a fin di bene, con Voltaire, sicuramente empio, ma non era affascinato dalle visioni di umili suore. Quando un altro Papa, Clemente XIII, approvò la festa del Sacro Cuore di Gesù era già passato quasi un secolo dalla visione di Paray-Le-Monial. Sui monsignori aveva vinto la piccola Margherita, come spesso capita nella storia, da quando una ragazzina di Nazareth, diventata la Madre del Figlio di Dio, esclamò: «Dio ha deposto i potenti dai troni e ha esaltato gli umili». “Ti adoro, Cuore santissimo!” – Quell’agitarsi attorno al Cuore di Gesù non era una novità assoluta. Gesù, vivente tra noi, aveva parlato del suo Cuore. Prima che Lui ne parlasse, Maria SS.ma Sua Madre, a Betlemme, ne aveva raccolto i primi battiti. Chi Lo incontrava, scopriva negli atti della sua ricca umanità, le prove del suo amore infinito, implacabile e pure così soave. L’evangelista aveva detto: «Prima di passare da questo mondo al Padre, Gesù, che aveva amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 15,12). Non c’è nulla di romantico in questo, ma un amore forte, virile, che dà tutto, fino a soffrire ogni cosa, fino a morire sulla croce. Quel suo amore non fu dimenticato dalle prime generazioni cristiane, ma allora la Chiesa era sconvolta dai problemi sulla persona di Gesù: problemi che furono risolti dai Concili di Nicea, Efeso, Calcedonia, Costantinopoli. L’amore di Gesù non poneva problemi: tutti lo credevano e non ne discutevano. Un eretico così pazzo da metterlo in dubbio doveva ancora nascere. Nel profondo Medioevo si riscopre nella Chiesa l’amore del Cuore di Gesù. Sant’Anselmo scrive: «Così buono, Gesù, quando reclina il capo per morire; così buono quando stende le sue braccia, così buono quando si lascia aprire il costato con la lancia» San Bernardo: «Parlano i suoi chiodi, parlano le sue ferite: dicono che Dio in Cristo ha sofferto per noi. La lancia ha toccato il suo Cuore. Io vedo il segreto di quel Cuore attraverso la ferita, vedo il Mistero immenso della sua bontà, di Colui che ci ha visitati scendendo dall’alto dei cieli». San Bonaventura, il cardinale sapiente, successore di San Francesco d’Assisi: «Gesù, hanno trafitto il tuo fianco per aprirci una porta; hanno ferito il tuo Cuore per scavarci un rifugio sicuro. Il vero profondo motivo della ferita del Tuo Cuore è di farci comprendere la fiamma bruciante del tuo amore per noi». Nei tempi dell’umanesimo, del rinascimento, purtroppo rifiorenti di paganesimo, si ritrovano le più infuocate espressioni di amore per Gesù, in Italia, in Francia, in Germania. Nonostante Lutero laceri il Cuore di Gesù con la sua folle rivoluzione protestante, dalla Baviera viene il santo monaco Hans di Landsberg con il suo messaggio: «O Cuore nobilissimo, ottimo e mitissimo del mio più fedele e caro amico Gesù, mio Signore e mio Dio, ti supplico, attira a Te e brucia il mio cuore, i miei pensieri, i miei sentimenti, le forze della mia anima e del mio corpo; consuma in Te tutto quello che io sono, tutto quello che io posso, secondo il tuo volere, per la tua gloria». Poi nell’Europa lacerata dalle tremende stragi di re e imperatori, nell’Europa che prende ad adorare il freddo calcolo politico di Machiavelli, quindi la scienza, la matematica, la ragione, come unica regola, nel tempo dell’illuminismo mai concluso, ecco il messaggio colmo di Verità, di amore e di bellezza di Gesù dato alla sconosciuta Margherita Maria di Paray-le-Monial. Davanti a lei che ascolta Gesù e trasmette alla Chiesa e al mondo il suo messaggio, cosa sono mai tutti i sapienti e i potenti della terra, specie se negatori di Dio? Il suo messaggio – il messaggio del Cuore di Gesù – è accolto prima con freddezza e incredulità, ma poi è apparso così ravvicinante da muovere tutti, Santi, Papi, vescovi, prìncipi, popolo, sino alla decisiva approvazione di Roma, sempre più ampia, da parte di Clemente XIII a Pio IX, con congregazione e cenacoli di ogni genere che si ispirano al suo Cuore trafitto. Gesù ha atteso un secolo, ma se non Lo avessero fatto attendere, tanti guai non sarebbero capitati alla Francia, all’Europa, all’umanità. È interessante – e persino divertente – rilevare una coincidenza. Pochi anni prima che a Parigi nascesse Voltaire, in Normandia moriva San Giovanni Eudes, l’apostolo del Cuore di Gesù. Entrambi avevano ricevuto un’educazione cattolica in collegi religiosi. Mentre Voltaire, però, non avendo capito nulla, nonostante le lettere di Papa Lambertini, scriverà che «Gesù era soltanto un Socrate campagnolo» e poi arriverà a bestemmiarLo gridando: «Ecrasez l’infame» (“Schiacciate l’infame”, dove “l’infame” da schiacciare è Gesù stesso), Giovanni Eudes ci lasciò la penetrante invocazione al Cuore di Gesù che oggi il mondo intero conosce: «Ti adoro Cuore santissimo: salve, Cuore dolcissimo, salve Cuore amantissimo: noi Ti adoriamo, Ti glorifichiamo, Ti amiamo con tutto il nostro cuore». Lui e noi – Ebbene, che cosa significa per noi di oggi, disincantati, tutto questo secolare movimento attorno al Cuore di Gesù? Significa che nell’età delle guerre, delle stragi, delle dittature, dei campi di sterminio, delle lotte razziali, del livellamento di massa, delle gelide macchine, delle colossali produzioni, nell’età di internet e della più avanzata tecnologia, in questo tempo in cui l’intimità migliore dell’uomo è ferita e soppiantata da quelle stesse cose che l’uomo ha inventato, il Gesù di Nazareth, il Gesù di Betania, il Gesù del Calvario, il Gesù dell’altare e del Tabernacolo, il nostro Gesù di sempre, ci invita a riscoprire il suo Cuore. Il suo Cuore è traboccante di amore infinito e della più nobile e sublime umanità. Lui è Vittima divina sulla croce, Redentore nostro, l’unico Salvatore del mondo. Quel Cuore visibile ci permette di discendere nel profondo intimo di Lui, che per noi si è fatto fratello, amico, aiuto, maestro, compagno di viaggio, consigliere. Il suo Cuore è segno e fonte di amore e di dolore, ma anche sintesi e ricapitolazione di tutto ciò che Gesù è stato ed è, di tutto ciò che Lui ha fatto e fa, per questa sua amatissima umanità di ogni tempo e di ogni luogo. Il grandissimo Pontefice Venerabile Pio XII, nella sua enciclica Haurietis aquas (15 maggio 1956) dedicata al Sacro Cuore di Gesù, scrisse che l’amore a Lui è «la massima professione della fede cattolica» (Fidei catholicae maxima professio). Ecco, amici, Paray-Le-Monial continuerà ad essere immersa nelle verdi colline di Francia, forse non sarà mai luogo di attrattive mondane e i giornali non si occuperanno di quella ragazza morta a 43 anni, nel 1690, Margherita Maria, che fu l’intima del Cuore di Gesù. I nostri “informati” cronisti continueranno a informarci di altre cose effimere e non diranno una parola su quello che San Paolo Apostolo annunciava come lo “scandalo” più grande della storia: quello della croce e dell’amore di Gesù. Uno scandalo che, però, tocca l’esperienza della mia vita, e si presenta come la risposta adeguata e definitiva a ogni problema. Non so che farmene del “Socrate campagnolo” di Voltaire, ma voglio per sempre “quel Cuore che ha tanto amato gli uomini”, il Cuore di Gesù che si è rivelato alla piccola Margherita Maria, il Cristo delle anime ardenti che mi ama, come solo Lui ama, e mi dice: «Almeno tu amami».
di fra Candido di Gesù


http://www.presenzadivina.it/275.pdf

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