ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 31 luglio 2016

Cosa c’è di strano in tutto questo?

Evviva! I musulmani vengono a Messa



Dopo la notizia, venuta dalla Francia, che in seguito allo sgozzamento ai piedi dell’altare di Don Jacques Hamel, dei rappresentanti musulmani si recheranno nelle chiese cattoliche, anche a Messa, per dar prova della loro solidarietà con noi poveri cattolici “offesi nell’onore” e “colpiti nelle carni”… dopo tale notizia, ripresa a vario titolo da vari giornali e perfino a titolo elogiativo dai più autorevoli giornali cattolici, si sono moltiplicate le reazioni sia perplesse sia indignate di diversi cattolici.

Per tutte segnaliamo l’articolo di Paolo Deotto: Domenica 31 luglio, la nuova farsa, il nuovo tradimento, pubblicato su Riscossa Cristiana.

Noi dobbiamo confessare che non ci siamo stupiti, né ci siamo indignati, semplicemente perché ci è sembrato del tutto normale che i musulmani vengano nelle nostre chiese, anche durante la Messa, accolti a braccia aperte dai nostri preti. Cosa c’è di strano in tutto questo? Soprattutto: cosa c’è di nuovo? Davvero ci siamo dimenticati quando nei nostri Santuari hanno fatto irruzione frotte di miscredenti e di senza Dio, invitati a braccia aperte e col sorriso sulle labbra dai papi conciliari? Non era anche allora per “promuovere la pace”?

Guardiamo le cose da un altro punto di vista.

E’ da anni che non ci si può recare in un piccolo centro della nostra provincia, senza restare meravigliati per il gran numero di “estranei” che si incontrano per le strade, nei negozi, nei bar. “Estranei” di ogni colore e di ogni taglia, maschi e femmine, per la maggior parte di religione islamica, come si capisce subito dalle barbe o dagli zucchetti o dai fazzoletti in testa. Insomma una sorta di invasione capillare che non solo ha realizzato l’occupazione quasi “esclusiva” di interi quartieri delle nostre megalopoli, ma ha prodotto la capillare presenza di persone che vogliono rimanere diverse, nel sentire e nel vivere, perfino nei nostri piccoli paesini un tempo centri della ancora permanente cultura ed educazione cristiana.

Questa invasione, che le autorità “civili” promuovono e perfino sostengono economicamente, è da tempo che trova il sostegno di tanti preti modernisti che hanno aperto oratori e chiese ai soggetti interessati, non per condurli all’ovile del Signore, ma per confermarli nel loro credo contrario alla volontà di Dio.

Perché stupirsi, quindi, se oggi, per un atto di cortesia e di buon vivere, alcuni autorevoli musulmani vengono a trovarci in chiesa?

La chiesa era, in qualche modo, l’ultimo posto ancora non calpestato da piede musulmano; da oggi anche questi suoli delle nostre un tempo “case di Dio”, verranno calpestati dai passi dei musulmani, debitamente calzati perché per loro non si tratta di “terreno sacro”.
Un altro passo verso l’invasione totale è stato compiuto, un passo dal significato ben profondo, peraltro, checché ne pensino i benpensanti laici e chierici un tempo cattolici.
E sì, perché per un musulmano, se non altro in termini di percezione sottile, calpestare un certo suolo equivale ad islamizzarlo, così che prossimamente anche le nostre chiese verranno percepite dai musulmani come “terra dell’islam”. E questo, peraltro, senza colpo ferire, ma solo con qualche mirato sgozzamento qua e là, a cui seguiranno altri gesti di cortesia e di buon vivere… musulmano.

Intendiamoci. Non ce l’abbiamo con i musulmani, che in fondo sono anche delle brave persone, quando non si trasformano in cinici uccisori di “infedeli”.
Ce l’abbiamo invece con i cattolici che non si accorgono che i musulmani sono dei ferrati credenti nel loro dio e dei convinti difensori dei loro costumi, tali da costituire una sorta di “civiltà” che a buon diritto e secondo il buon senso loro è giusto e lodevole che venga abbracciata da popoli come i nostri che hanno perso ogni credo e ogni costumanza proprie, per votarsi alle più aberranti pratiche di cui perfino si gloriano.

Ce l’abbiamo con i cattolici che non si rendono conto che praticare la misericordia umana, o filantropia, dimenticandosi di praticare la misericordia di Dio, avente in vista la salvezza delle anime di queste povere persone che dovrebbero essere convertite al vero Dio, non significa altro che fare il loro male, offrendo su un piatto d’argento i loro esseri a messer Belzebù, che non aspetta altro da sempre.

Ce l’abbiamo in definitiva con noi stessi che non siamo più in grado di essere qualcosa o qualcuno e ci siamo globalmente trasformati in esseri informi e senza nerbo, disposti a tutte le metamorfosi pur di sopravvivere e di godere della mera sopravvivenza, paghi solo degli stimoli sensoriali e ormai ciechi e sordi ai richiami dello spirito.

Ce l’abbiamo con noi stessi che avendo rifiutato ogni prospettiva ultraterrena ci crogioliamo nella poltiglia terrena, consegnandoci così nelle mani di chi vuole solo la perdizione delle nostre anime immortali.

Ce l’abbiamo soprattutto con noi stessi che non ci rendiamo conto che così facendo non serviamo la nostra causa di uomini fatti a immagine e somiglianza di Dio, ma serviamo la causa del mondo che odia gli uomini veri e ama solo larve addomesticate, tutte raccolte nel Nuovo Ordine Mondiale e tutte credenti nella Nuova Religione Mondiale, in vista dell’avvento dell’Anticristo.

Ce l’abbiamo con i preti che osano ancora presentarsi come ministri di Dio, mentre sono diventati ministri di loro stessi, quando non si sono dedicati al servizio della scimmia di Dio.

Ma noi, poveri uomini della strada, cosa possiamo fare?

Possiamo pregare, per la salvezza dell’anima nostra; possiamo pregare da soli e in famiglia per tenere accesa la fiaccola che il Signore ci ha lasciato in custodia; perché fintanto che nel mondo brillerà ancora la sia pur minima fiamma divina, il mondo stesso perdurerà, e non per la sua sopravvivenza che è già predestinata da Dio, ma per permetterci di avere il tempo di pentirci dei nostri peccati e meritare la grazia e la misericordia di Dio.

Possiamo pregare per tenerci in contatto gli uni con gli altri e sostenerci a vicenda,  pronti a non rinunciare al nostro dovere di denunciare l’errore ovunque si annidi e comunque si presenti; disponibili a reagire e ad agire come e quando Dio vorrà sulla base del Suo disegno provvidenziale.

Possiamo pregare perché la Santa Vergine Maria interceda per noi e, se possibile, chieda a Nostro Signore di accorciare i giorni per il promesso trionfo del suo Cuore Immacolato.

Che Dio ci aiuti!



di Giovanni Servodio

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1617_Servodio_Musulmani_a_Messa.html


Gli islamici a Messa, i cattolici in giro


Pur con tutta la buona volontà e il desiderio di comprendere il significato del gesto, confesso che l’odierna presenza di persone di religione islamica nelle chiese, dopo il brutale assassinio, in Francia, dell’abbé Jacques Hamel, mi lascia abbastanza perplesso. Non tanto e non solo sul piano teologico né su quello sociologico bensì, più banalmente, su quello logico. Se infatti il senso primo di quest’iniziativa era la solidarietà ai cattolici per il massacro compiuto nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray – posto che ci sarebbero stati altri modi per manifestarla – sfugge il motivo per cui solo la comunità mussulmana si sia sentita in dovere di attivarsi. Se invece lo scopo del gesto era, unitamente alla solidarietà, una plateale dissociazione dagli atti terroristici, le criticità si moltiplicano.
Anzitutto, perché se i fedeli mussulmani fossero convinti – come ripetono da tempo – che i responsabili degli atti terroristici che insanguinano l’Europa non hanno nulla a che vedere con loro, nessuna ulteriore presa di distanza sarebbe stata necessaria, cosa che paradossalmente non fa che rafforzare il sospetto che la prossimità fra alcune moschee e il fondamentalismo che sfocia nel terrorismo sia, in realtà, concreta. In secondo luogo, perché una dissociazione di questa rilevanza o è massiccia oppure lascia la sensazione non sia, in realtà, pienamente sentita: ebbene, nonostante l’entusiasmo mediatico, non pare che le chiese, oggi, fossero affollate da quei musulmani che pure è frequente incontrare per strada (stima che in Italia, su circa 1.5 milioni di mussulmani, non più di 15.000 abbiano aderito all’iniziativa)
Da ultimo va segnalato come, quand’anche fosse stata molto partecipata, una simile manifestazione sarebbe rimasta simbolica ed ho l’impressione che diverse segnalazioni alle forze dell’ordine o alla magistratura di aspiranti terroristi sarebbero state un segnale molto più utile e non concreto non solo ai cattolici bensì a tutta Europa nella lotta contro il terrorismo: perché ciò non avviene praticamente mai? Si vuole davvero far credere che non esista alcun nesso, neppure remoto, fra talune moschee e sedicenti centri culturali e l’estremismo che, talvolta, porta ad alimentare la spirale del terrore? Il buon senso, alcune indagini della magistratura e perfino le ammissioni di alcuni coraggiosi imam sembrano dire il contrario. Una considerazione, infine, su certo entusiasmo cattolico rispetto all’iniziativa.
Ora, non si può affatto escludere – pur alla luce delle criticità dell’iniziativa – che diverse persone di religione islamica abbiano oggi manifestato, facendo il loro ingresso a Messa, con sincerità sia vicinanza ai cattolici sia disprezzo per i terroristi; anzi, in moltissimi casi sarà stato così. Sarebbe però interessante analizzare quanti fra i cattolici entusiasti o non contrari a questo gesto sono anche praticanti: credo ne vedremmo delle belle. Ed anche se il problema odierno, per la Chiesa, non sono solo i cattolici non praticanti (il cardinal Biffi si lamentava anzitutto dei «praticanti non cattolici»…), il fatto che dei mussulmani siano nelle chiese mentre – GMG a parte – la maggior parte dei battezzati, oggi, si sia goduta la domenica estiva altrove immortala fin troppo bene la realtà del nostro declino.
https://giulianoguzzo.com/2016/07/31/gli-islamici-a-messa-i-cattolici-in-giro/
"Siamo costretti a subire ma non ad assentire."
In Italia  come in Francia la Comunità religiosa islamica italiana (Coreis) ha invitato i musulmani di andare nelle chiese ieri e oggi  come gesto di fratellanza con i cattolici per «dare seguito all’iniziativa di fratellanza spirituale» ed esprimere «solidarietà e compassione» ai cristiani e a padre Jacques Hamel, il prete di 86 anni sgozzato martedì 26 luglio da due terroristi islamici nella sua chiesa parrocchiale di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen mentre stava celebrando la Santa Messa.
Secondo una nota "... prima della Santa Messa, delegati della Coreis porteranno il saluto in chiesa al vescovo e al parroco nelle seguenti città: Roma, Milano, Novara, Genova, Verona, Sondrio, Ventimiglia, Brescia, Vicenza, Fermo, Siena, Piacenza, Brindisi, Palermo e Agrigento" .
La reazione del Cardinale Bagnasco presidente della CEI è stata , come prevedibile, altamente  positiva .
Il Porporato ha prontamente colorato l'iniziativa come un «chiaro rifiuto del fanatismo che porta al terrorismo e alla barbarie omicida» ipotizzando «un sostegno cruciale» per isolare i terroristi, che «testimonia senza ambiguità che non è in atto una guerra tra religioni». 
Intendiamoci : cosa volete che sia un applauso mondano in più e qualche abbraccio umano di più rispetto la colossale mistificazione di un passo della Sacra Scrittura che abbiamo lamentato nei giorni scorsi?
La crescente babbeite della Gerarchia Cattolica è purtroppo sotto gli occhi di tutti ed ha un solo nome: arrendevolezza al potere del mondo.L'esatto contrario del messaggio del Vangelo di Gesù!AGGIORNAMENTO (13:40)  : I TG ci hanno mostrato che i realtà i gruppi islamici hanno partecipato alla S.Messa domenica contrariamente a quanto espresso dalla nota sopra riportata.
***
Rispondiamo al Card. Bagnasco che , usando le parole del Papa,  ha affermato che  « non è in atto una guerra tra religioni» postando una parte dell'interessante articolo di Pier Francesco Borgia da Il Giornale: "Ma il prete di Rouen non è stato ucciso per soldi o per potere" :  
...
«Abbiamo chiesto l'opinione di Cesare Cavalleri, direttore della casa editrice Ares che pubblica la rivista Studi Cattolici. 
Le parole del Papa fanno discutere. Stiamo o non stiamo entrando nel vortice di una guerra di religione?
«Intanto credo vada fatta chiarezza su un punto.
È bene sottolineare che la domanda posta a papa Francesco è stata fatta nel corso di una chiacchierata con i giornalisti».  
Forse questo rende ancor più importante il messaggio, visto che ad ascoltarlo erano appunto i rappresentanti dei mass media.
«Non era una dichiarazione ufficiale o ufficiosa.
Era soltanto una battuta improvvisata».  
Cosa ha spinto secondo lei Bergoglio a essere così prudente?
«Sicuramente la preoccupazione di non calcare la mano.
La situazione è delicata.
Parlare di guerra di religione in un simile contesto potrebbe soltanto peggiorare le cose».  
Perché?
«Perché così facendo si fa il gioco di chi vuole tenere alta la fiamma dell'odio, di chi perpetua massacri».  
Ma allora perché è morto padre Jacques?
«Di certo non è stato barbaramente trucidato davanti all'altare per soldi o per una lotta di potere.
Questo proprio non si può dire».  
Quindi è stato ucciso in nome della religione?
«Diciamo che è stato ucciso a causa del fanatismo».  
Fanatismo comunque religioso.
«Senza dubbio è il frutto di un fanatismo religioso.
Che però non coinvolge di certo tutto l'Islam.
Il sacrificio di padre Jacques è dovuto all'odio religioso se non altro per le modalità in cui si è consumato.
Partire, però, da un singolo episodio per parlare di guerra di religione è senz'altro indebito».  
La strategia dell'Isis, però, è fatta di singoli episodi che si compongono in una lunga catena di sangue. Non è guerra questa?
«Su questo punto il Papa parla chiaro. Il terrorismo dell'Isis ha per oggetto il potere politico e militare.
È pur vero, tuttavia, che queste motivazioni non avrebbero il peso che hanno se non fossero spinte dal fanatismo islamico.
Di quale Islam stiamo parlando, non spetta a me parlarne.  
Padre Jacques è martire di una guerra di religione?
«È stato ucciso in nome di una religione.
Spetterà alla Chiesa stabilire se ci sono tutti gli elementi per farne un martire cristiano o un beato.
Come è stato il caso di monsignor Oscar Romero.
È stato fatto beato non soltanto per il modo in cui è morto, ma anche per la vita che ha condotto».  
Come ci si difende da questo odio religioso? Cosa deve fare un cattolico?
«Ovviamente vivendo la propria fede fino in fondo. Il problema però non è di chi ha fede».  
E di chi allora?
«Il problema è che l'Europa tutta ha smesso di riconoscersi nei valori cristiani.
Questa perdita di identità ci rende tutti più vulnerabili.
Quando un uomo di fede come padre Jacques perde la vita, è comunque consapevole e quindi più coraggioso.
Chi non crede in niente è più vulnerabile». ( Tutto l'Articolo QUI )
***
Riesce difficile reagire di fronte a tanta ingenuità, alla codardia, a meno che sia ignoranza e già sarebbe molto grave, dei vescovi che credono davvero alla sincerità di quell`iniziativa partita dalla Francia e imitata, come sempre, in Italia perchè
solo chi lavora quotidianamente in realtà eterogeneamente miste può dare una risposta esaustiva a questa specifica problematica.
Abbiamo dovuto metter mano, per quanto possibile, per aggiornare in tempo reale questo post, programmato per il primo  pomeriggio... nel frattempo i TG avranno parlato bla, bla, bla del grande successo dell'iniziativa e della partecipazione di migliaia di islamici  a fianco dei delegati dell'Associazione Coreis fra gli sguardi commossi di Arcivescovi, Vescovi e Sacerdoti.
Chissà quante ne avremo sentite da tutti i TG ...
Per fortuna gli stessi islamici, famosi per la coerenza umana negli atti della loro fede, saranno usciti dalle chiese prima dell'inizio della Santa Messa.
Dio sia lodato !Chissà cosa avrebbe prodotto la fervida "creatività liturgica" dei "presidenti dell'assemblea" - in bicicletta o a piedi per il presbiterio.
Creatività liturgica dal gusto iper-ecumenico sperimentata in tante occasioni e più recentemente - in alcune diocesi- in occasione dell'apertura della porta santa giubilare .
AGGIORNAMENTO (13:40)  : I TG  hanno mostrato che i realtà i gruppi islamici hanno partecipato alla S.Messa domenica contrariamente a quanto espresso dalla nota sopra riportata.
Postiamo infine un interessante particolare del variegato Islam:  "non dobbiamo poi dimenticare che i musulmani applicano all'occorrenza la 'taqiyya' (dissimulazione) ostentando una falsa solidarietà che diventa inesorabilmente 'sharia' quando sono in maggioranza.
Continuare ad ignorarlo o minimizzarlo è da irresponsabili suicidi o comunque vergognosi calabraghe. 
E' vero che noi siamo quelli del dialogo e del perdono. 
Ma non si può dialogare con chi ha nel dna spirituale e giuridico la nostra sottomissione o annientamento. 
E il perdono non è in svendita né esclude l'autodifesa."
AGGIORNAMENTO (13:40) Nel Duomo di Brescia, oggi semi deserto, il reverendo don "Mario Toffari, dell'Ufficio Migranti della Diocesi di Brescia" ha potuto esclamare. «Credo che questo sia il primo miracolo di Padre Jacques» 
Contento lui...  
AC 
Foto 1: Preghiera comune cattolici-islamici di stamane nella Cattedrale Metropolitana di Bari 
Foto 3:  Ventimiglia, durante l’eucaristia il sacerdote ha distribuito simbolicamente dei pezzi di pane anche ai fedeli musulmani (Foto Manrico Gatti)

Immagini 2-4-5-6 : Santi Martiri uccisi dai musulmani (Sacre Icone delle Chiese Orientali) 
Immagine 7 : Santa Sofia di Costantinopoli trasformata in Moschea 
http://blog.messainlatino.it/2016/07/costretti-subire-ma-non-ad-assentire-la.html

Musulmani in chiesa, un prete: "Ennesimo atto di prepotenza dell'islam"

La condanna di un prete: "Tu mi ammazzi un parroco e poi ti inviti la settimana dopo nella mia Chiesa a pregare la tua religione"

La trovata degli imam francesi di radunare migliaia di musulmani nelle chiese della Francia e dell'Italia non è stata gradita da tutti.
"Tu mi ammazzi un parroco e poi ti inviti la settimana dopo nella mia Chiesa a pregare la tua religione. Anche le altre chiese del mondo oggi saranno invase da musulmani senza che nessuno li abbia invitati". A parlare è un prete cattolico che ha scritto una lettera per protestare contro la preghiera comune indetta dopo che due jihadisti hanno sgozzato padre Jacques Hamel nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray. Una preghiera che suona più come "l'ennesimo atto di prepotenza dell'islam".
La testimonianza, raccolta dal TG4 e rilanciata dal sito di TgCom24, è molto taccante e dà voce a quella parte di cattolici a cui non basta che 23mila musulmani, meno del 2% di quelli che risiedono regolarmente in Italia, per dimenticare il brutale omicidio di padre Jacques e i continui attacchi all'Occidente"Se c’è proprio una cosa che noi temiamo è vederci arrivare i 'turchi' in chiesa...", scrive il prete che ha chiesto alla redazione di garantirgli l'anonimato per evitare l'esposizione mediatica. "Se lo avessi fatto io, non in Egitto, ma qui a Milano, di presentarmi in una moschea dicendo che mi sono autoinvitato a pregare, mi avrebbero lasciato alla porta - continua - e se avessi insistito sarebbe scoppiata la rissa col coltello".
"Certo - comntinua il prete - tutti pregheranno oggi: i cristiani di non trovarsi qualche terrorista vicino. (Non esisterà, tra l'altro, alcun sistema di controllo e sicurezza, se non quelli di default nelle chiese più grandi…)". E ancora: "Certo, tutti oggi ringrazieranno Dio: i cristiani di poter essere usciti vivi e incolumi dalla propria chiesa. Nessun vescovo farà sentire la sua voce dicendo che la cosa andava almeno concordata insieme". Quindi, conclude la lettera condannando apertamente l'islam e definendolo "prepotente e invasore, anche quando vuole farsi apprezzare come misericordioso e gentile""Se ci entrano in chiesa quando vogliono fare la pace - tuona - pensa che cosa possono fare quando sono leggermente alterati... eh, lo sappiamo cosa, tra l’altro...".

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