ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 22 luglio 2016

Dan Bergoglio ?


Una Festa..per farle la festa!?

Cosa può aver spinto un antiliturgo come Jorge Bergoglio a fare della "memoria" una "Festa", sulla scia dei martinianravasiani ?

Cantico Benedictus {Antiphona dal Proprio dei Santi} 
Ant. Maria * unse i piedi di Gesù, e li asciugò coi suoi capelli, e la casa fu ripiena dell'odore del profumo. ^

Omelia di sant'Agostino Vescovo
Libro 50 Omelia 23 tom. 10
Avete ascoltato molto attentamente la lettura del Vangelo: ed il fatto che riporta è stato rappresentato esattamente agli occhi del vostro cuore. Voi avete visto non cogli occhi del corpo, ma della mente, il Signore Gesù Cristo sedere a mensa in casa d'un fariseo, il cui invito non aveva disdegnato. Avete visto anche una donna famosa, e certo di mala fama, ch'era stata peccatrice nella città, irrompere, non invitata, nel convito dove sedeva il suo medico, e domandare con santo ardire la sua guarigione; irrompe importuna per il convito, ma opportuna per il beneficio. Sapeva bene da qual morbo essa era travagliata; e conosceva che colui dal quale era andata, era capace di guarirlo.
S'appressò adunque non al capo del Signore, ma ai piedi.
Ella dopo aver camminato molto tempo nel vizio, cercava così le traccie della virtù. Prima versò lacrime dal cuore, lavò i piedi del Signore con umile confessione, li asciugò coi suoi capelli, li baciò, li profumò; parlava tacitamente, non emetteva fuori parole, ma dimostrava la sua devozione. Avendo ella così toccato il Signore con bagnare, asciugare, baciare e profumare i suoi piedi, il fariseo che aveva invitato Gesù Cristo, essendo di quella genia di superbi dei quali il profeta Isaia diceva: «Che dicono; Scòstati da me, non mi toccare perch'io sono puro» (Is. 65, 5) credeva che il Signore non conoscesse quella donna.
O fariseo che inviti il Signore e ne sorridi, tu nutrisci il Signore, e non comprendi ch'è lui che deve nutrirti? Donde sai che il Signore non conoscesse chi fosse quella donna, se non perché le permise di appressarsi, soffri che gli baciasse i piedi, li asciugasse e profumasse? Non si doveva forse permettere a una donna impura di toccare piedi sì puri? Ma se tal donna si fosse recata ai piedi di cotesto fariseo, egli le avrebbe detto ciò che di tali afferma Isaia: «Scostati da me, non mi toccare, perch'io son puro» (Is. 65, 5). Così, si accostò al Signore impura, per ritornar pura; s'accostò malata, per ritornar guarita; s'accostò confessando (le sue colpe), per ritornare professando (la sua fede).
http://divinumofficium.com/cgi-bin/horas/officium.pl

La vera Maddalena, oltre le leggende eretiche 


Giotto, la Maddalena elevata

Oggi, 22 luglio, è la Festa liturgica di santa Maria Maddalena, la prima in assoluto. Nel Calendario Romano generale era memoria obbligatoria, e per espressa e tenace volontà di Papa Francesco è stata elevata appunto al rango di Festa con decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in data 3 giugno.
È una festa importantissima e la stragrande maggioranza delle persone non ricorda nemmeno che Maria di Magdala (questo il significato dell’aggettivo-soprannome “Maddalena”), che Gesù liberò dai demoni, sia santa, santa prima di molti altri santi importantissimi, persino degli Apostoli, di cui ? come brillantemente dice il teologo Ippolito Romano (170 ca.-235) ? fu l’apostola. Per di più viene erroneamente identificata con l’adultera che, convertita, segue Gesù nel Vangelo, anzi le due adultere di cui parla il testo sacro: la donna che nella casa Simone il Fariseo lava i piedi del Signore con le lacrime asciugandoli poi con i capelli (Vangelo di Luca) e la donna salvata dalla lapidazione (Vangelo di Giovanni). In nessun passo evangelico una di queste donne è identificata con la Maddalena e l’equivoco nasce dal fatto che della santa seguace del Maestro assieme agli Apostoli si parla nel capito subito successivo all’episodio accaduto nella casa di Simone.
^Un qui pro quo pio, questo, diffuso nella storia della Chiesa da santi, papi e dottori, ma nel nostro mondo disposto a credere in qualsiasi cosa pur di non credere al Vangelo anche l’«apostola degli apostoli» (questo, espressamente, è il titolo di maggior merito riconosciutole) è una contraffazione.
Mille caricature traboccanti di eresie e di scempiaggini ne hanno fatto la “moglie” di Gesù e il vero Santo Graal (il “sang real”, la discendenza del Nazareno), la rivincita clandestina dell’eterno femminino conculcato dalla Chiesa costantiniana “maschilista” e “imperialista”, la sacerdotessa della “dea madre”, l’archetipo della strega odiata dagl’Inquisitori, il sigillo del matriarcato primigenio tra sesso e potere. Mario Arturo Iannaccone illustra e analizza questa vera e propria devianza lungo gl’itinerari letterari e psicologici della modernità con il denso Maria Maddalena e la dea dell’ombra. Il sacro femminile, la spiritualità della dea e l’immaginario contemporaneo (Sugarco, Milano 2006), ma l’antidoto immediato ed efficace per i credenti, e per tutte le persone di buona volontà, lo fornisce il padre domenicano Giorgio Carbone con Maria Maddalena. Il Codice da Vinci o i Vangeli? (Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2005). Un testimonial eccezionale, visto che in Occidente il culto di santa Maddalena è stato diffuso soprattutto dai dominicani.
Alla base di tutto sta la manipolazione che della santa operano i “vangeli” apocrifi rigettati dalla Chiesa e i testi gnostici incompatibili con il cristianesimo. Nel sovrastimato Il Codice da Vinci, la fantasia di Dan Brown predilige il Vangelo di Filippo (la Maddalena spuria compare anche in altri apocrifi), ovvero uno scritto gnostico in lingua copta composto probabilmente all’inizio del secolo III che s’incentra sul «mistero della camera nuziale» consumato mediante il «rito del bacio» con cui l’anima prigioniera del corpo può finalmente ricongiungersi al principio divino e la Maddalena farsi così «compagna» o persino «coniuge» di Gesù, il quale addirittura la bacerebbe. Ma si tratta appunto di dottrine eterodosse che la Chiesa Cattolica ? in ciò seguita perfettamente anche da tutto il protestantesimo ? ha da sempre ricusato proprio perché completamente infondate sul piano storico. Del resto, questo tipo di letteratura gnostica ha più il passo del fervorino spirituale (eretico) ? carico di valenze simboliche e non fattuali ? che il piglio del testo mirante a presentarsi come storico.
Né è vero, come molti ripetono (riecheggiando consciamente o meno Dan Brown), il “complotto” con cui la Chiesa Cattolica avrebbe cercato di nascondere il ritrovamento di questi testi ritrovati nel 1945 a Nag Hammâdi in Egitto: sono comunemente pubblicati anche da case editrici cattoliche, il loro contenuto è noto sin dai primi secoli attraverso autori cattolici (che pure ne conoscevano versioni parziali) e il messaggio autentico del Vangelo è stato trasmesso inalterato dall’inizio a oggi senza né bisogno né influsso delle versioni eretiche.
Il cattolicesimo, insomma, non ha bisogno di correzioni gnostiche o pop per mostrare al mondo il mistero della sua sublime bellezza, e c’è da scommetterci che anche questo il Pontefice ha avuto in mente nel richiedere con forza l’istituzione della festa di santa Maria Maddalena in un tempo come il nostro devastato dalla confusione, plagiato dal relativismo, incapace di distinguere un maschio da una femmina (gender, LGBT) ma solo di manipolare una volta in più la figura femminile snaturata della sua preziosità (femminismo).
Se vuole, infatti, il cattolicesimo sa essere più meraviglioso di chiunque altro. Nella Legenda aurea si racconta per esempio che per sfuggire alle persecuzioni in Palestina la Maddalena sia approdata fortunosamente (si dice nel 48) con i fratelli e altri discepoli (tra cui santa Marta e persino san Lazzaro) sulla costa della selvaggia Camargue, precisamente a Saintes-Maries-de-la-Mer (Giotto, nella Basilica inferiore di Assisi, dice poco distante, a Marsiglia). Quella che oggi è una ridente località turistica deve cioè il nome proprio alla santa di Magdala, le cui reliquie sono poi state venerate a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, in Provenza, finché la Rivoluzione Francese non le ha profanate e disperse (ma non la testa, custodita nella caverna-santuario di La Sainte-Baume dove la santa avrebbe vissuto i suoi ultimi giorni, e un suo piede, venerato per secoli a Roma).
E ancora ci sono le uova colorate come simbolo della Pasqua di Cristo: sono rosse nel cristianesimo orientale dove una pia leggenda racconta che a un banchetto dell’imperatore romano Tiberio la Maddalena si presentasse con un uovo, simbolo di nascita e dunque risurrezione, esclamando: «Cristo è risorto!». L’imperatore beffardo rispose che era tanto probabile quanto che quell’uovo divenisse rosso, cosa che puntualmente accadde. È infatti la Maddalena la testimone del Risorto, la prima, colei che dal sepolcro vuoto trasmette la Buona Novella a Maria di Nazareth e agli Apostoli: cioè alla Chiesa. Oggi è la Festa rotonda di santa madre Chiesa.
di Marco Respinti22-07-2016 
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-vera-maddalena-oltre-le-leggende-eretiche-16849.htm

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Maria, oriunda di Magdala, in Galilea, si pose al servizio di Gesù dopo essere stata da lui guarita (Lc 82). Partecipò alla sepoltura del corpo del Signore e fu la prima a riconoscere il Risorto (Gv 20,11-18). Non vi sono che indizi assai tenui per identificarla con la peccatrice perdonata da Gesù in casa del fariseo (Lc 7,36-50) o con Maria sorella di Lazzaro e di Marta. La Chiesa orientale le ha sempre considerate e venerate distinte. La nuova liturgia delle ore ed eucaristica è tutta orientata a mostrare Maria di Magdala quale prima fortunata testimone della risurrezione di Cristo ai fratelli, inviata a loro da Cristo stesso (Gv 20,1-2.11-18).
http://www.maranatha.it/Feriale/santiProprio/0722Page.htm
Paolo Veronese, Conversione di Maria Maddalena

Storia di due Lazzari, tre Marie e Maria Maddalena


Maria Maddalena, prostituta o indemoniata? E chi erano Maria di Betania e l’anonima peccatrice? E i due Lazzari? Storie da un Vangelo che sembra Pirandello.
Curioso come la confusione attorno a queste affascinanti figure del Nuovo Testamentoinizi già dalla data fissata per la memoria. Se c’è chi, infatti, nei propri elenchi di santi pone la commemorazione di Lazzaro e Maria di Betania il 29 luglio (Martirologio Romano: «Commemorazione dei santi Lazzaro, fratello di santa Marta, che il Signore pianse morto e risuscitò, e di Maria, sua sorella, che, mentre Marta era indaffarata nei suoi molteplici servizi, seduta ai piedi del Signore ascoltava la sua parola»), in altre compilazioni san Lazzaro fa capolino dal calendario il 17 dicembre.
Ma è nell’accertamento delle rispettive identità che la mescolanza raggiunge le proporzioni di una rapsodia pirandelliana. Se la storia sembra aver riconosciuto Marta – complice forse il soggiorno di papa Francesco nella Domus a lei intitolata – lo stesso non si può dire dei suoi due fratelli, Lazzaro e Maria di Betania.
I due Lazzari
Nel calendario si contano infatti, fra gli almeno sei “Lazzari” (fra cui un vescovo di Milano del V secolo), due personaggi la cui identità viene spesso scambiata: Lazzaro di Betania, amico di Gesù e fratello delle due sante sorelle, e un altro Lazzaro, mendicante e lebbrosoabbandonato a sé stesso e alla pietà dei cani, ma soprattutto protagonista – probabilmentefittizio – di una parabola di Cristo (Lc 16, 19-31). La forza espressiva e magistrale di questo racconto, così drammaticamente attuale, insieme alle incertezze sul destino del Lazzaro amico di Gesù, hanno fatto di questo Lazzaro – caso unico di personaggio minore non anonimo nelle parabole di Gesù – una persona reale, attorno alla quale sono sorti col tempo una devozione e un titolo di santo.
E le tre Marie
Ben più complessa è la vicenda delle tre Marie: Maria di Betania, Maria Maddalena (o di Magdala) e una terza “Maria” che non si chiamava Maria. Se la prima, la contemplativaMaria di Betania, è facilmente identificabile con la sorella dell’operosa Marta e del resuscitato Lazzaro, abitante di quello che è oggi uno dei sobborghi di Gerusalemme, le altre due donne sono protagoniste da secoli di un intreccio biblico che ha portato a fare diMaria Maddalena una prostituta, patrona di prostitute pentite (e parrucchieri).
Galeotta fu la pagina evangelica. L’ultimo episodio riferito nel capitolo 7 del Vangelo secondo Luca presenta infatti l’incontro del Cristo con una anonima «peccatrice di quella città» (Lc 7, 37), alla quale «molto è stato perdonato perché molto ha amato» (Lc 7, 47). È lei la donna che, veduta ad incontrare Gesù, si pone «presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo» (Lc 7, 38). Per quanto nel testo biblico quella di «peccatrice» sia l’unica definizione che le viene tributata e non si riferisca esplicitamente dell’eventuale mestiere della donna, l’apparente notorietà della sua colpa (Cf. Lc 7, 39) ha portato a ritenerla una prostituta. EMaria Maddalena a farne le spese.
Il successivo capitolo del Vangelo di Luca si apre infatti con un breve elenco delle donne che seguivano Gesù per servirlo. Primo nome quello di una certa Maria di Màgdala (Lc 8, 2) o «Maria, chiamata Maddalena» (testo CEI 2008), identificata con il nome della cittadina israeliana sulla sponda occidentale del lago di Tiberiade. Della donna ci viene offerto soltanto un breve scorcio di vita, che ce la presenta come colei «dalla quale erano uscitisette demòni» (Lc 8, 2 e Mc 16, 9). L’apparizione di due donne – ma in realtà non esplicitamente di due “Marie” – in pochi versetti e il successivo cambio di argomento, con l’introduzione della parabola del seminatore (Lc 8, 4-8), ha condotto alla sovrapposizione delle due donna: Maria di Màgdala o Maddalena, che era stata un’indemoniata, divenne da allora anche prostituta. Sarà lei a stare con altre donne e la Vergine «presso la croce di Gesù» (Gv 19, 25), lei a sorvegliare le operazioni di seppellimento del corpo di Cristo (Mc 15, 47) e di nuovo lei a mettersi seduta con «l’altra Maria» (Mt 27, 61) in veglia «di fronte alla tomba»; e sarà sempre Maria Maddalena, recatasi «il primo giorno della settimana […] al sepolcro di mattino, quando era ancora buio» (Mt 28, 1), forse con «oli aromatici» per ungere il corpo di Gesù (Mc 16, 1), ad assistere alle prime testimonianze della sua Risurrezione – la pietra «tolta dal sepolcro» (Gv 20, 1), un «gran terremoto» e un «angelo del Signore» (Mt 28, 2), l’apparizione di Cristo stesso (Mc 16, 9). Il mandato di annunciare – non immediatamente creduta – la notizia della Resurrezione di Cristo ai discepoli (Gv 20,18) ne fanno l’«Apostola degli Apostoli».
Il successo della Maddalena “sbagliata”
L’evidente fascino esercitato dalle vicende di Maria Maddalena – specie quelle che la vogliono come una prostituta pentita al seguito del Figlio di Dio – ha contribuito a fare di questa donna una delle sante più note e amate del Cristianesimo, emblema del pentimento e della redenzione, fra i membri del seguito di Cristo più ricorrenti nell’esegesi medievale, nell’elaborazione di santi e di papi, citata anche nella sequenza delDies Irae insieme al “Buon Ladrone” («Qui Mariam absolvisti et latronem exaudisti mihi quoque spem dedisti»). A lei si giunge ad attribuire addirittura l’evangelizzatrice delle Gallie, identificandola nuovamente con quella Maria di Betania che, stando ad una tradizione francese, sarebbe approdata nel 48 d.C. con i fratelli a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Provenza. Non da meno è il peso di Maria Maddalena nell’arte, che ha portato innumerevoli pittori e scultori a fondere erotismo, scandalo e santità in risultati dal pathosinnegabile, di tutt’altro livello artistico rispetto al successo di vendite di taluni prodotti a stampa prêt-à-lire degli ultimi anni.
Un’ultima notazione. Destino volle che Maria – di Màgdala, la Maddalena – venisse scambiata per un’altra peccatrice nella carne, l’adultera che Cristo salvò dalla lapidazione narrata nella Pericope adulterae (Gv 8, 1-11). Anche in questo caso la Maddalena finì con l’assumere il ruolo della protagonista, nuovamente anonima. Questo accostamento tra Maria Maddalena e l’adultera è fatto risalire al 591, anno di un sermone di papa Gregorio Magno nel quale, basandosi su alcune tradizioni orientali, il Pontefice introduce la sovrapposizione delle due figure.
Nell’immagine: Paolo Veronese, La conversione di Maria Maddalena, 1547 circa, Londra, National Gallery.
http://www.caffestoria.it/storia-di-due-lazzari-tre-marie-e-maria-maddalena/

2 commenti:

  1. Il titolo di questo novello episodio che esce dal reame di SantaMartxista potrebbe essere: Jesus Christ Super Star.Le vicende di giorno in giorno si fanno sempre più ricche di novità. Cosa ci serberà il domani ? Avremo un San Matteo che si metteva in tasca i soldi al posto di san Giuda l'Iscariota? Oppure San Paolo che si è inventato tutte le lettere di sana pianta e che odiava le donne perchè aveva delle tendenze.......Che sarà il domani, che ci porterà di nuovo? ?E che dire dei polpettoni" le Tre Marie" E chi è Dan Browne rispetto a certi personaggi che popolano l'urbe? Uno,nessuno,centomila?Staremo a vedere le prossime novità. Sempra proprio una telenovela argentina.Vamos col tango olè. jane

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  2. Occorre dire che, 99 su 100, Jorge Bergoglio sarà cresciuto a pane e telenovelas, grande invenzione-produzione della terra argentina.

    E il fatto che, per pagarsi gli studi teologici, Bergoglio abbia fatto il buttafuori in un locale malfamato di Cordoba, avrà verosimilmente causato un'ulteriore sollecitazione di una fantasia già molto accesa dalle novelas TV guardate nell'infanzia.

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