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E’ una guerra mondiale a pezzi, ma è una guerra di religione?

La questione è importante.

“Abbiamo bisogno di dire questa verità: il mondo è in guerra perché ha perso la pace. Quando parlo di guerra, parlo di guerra sul serio e non di guerra di religione. C’è guerra per interessi, soldi, risorse della natura, per il dominio sui popoli – ha spiegato – questi sono i motivi. Qualcuno parla di guerra di religione, ma tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri, capito?”.
Queste parole di Bergoglio pronunciate sull’aereo che lo stava portando a Cracovia per la GMG 2016 hanno dato seguito a forti polemiche.

Per affrontare l’argomento meglio allora spostarsi su quanto detto riguardo allo stesso argomento dal Cardinal Angelo Bagnasco sul Corriere :
Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana: cosa ha provato sapendo del barbaro omicidio di Padre Jacques Hamel mentre celebrava la Messa?
«Direi cosa si prova anche di fronte a ciò che sta accadendo a ripetizione… C’è, preoccupante ed evidente, il progetto di un salto di qualità del terrorismo per far credere che ci sia una guerra tra religioni. Questo conflitto tra fedi non c’è, non esiste. Resta il pericolo che in tanti possano crederlo.
Allora è importante capire cosa effettivamente possano significare queste dichiarazioni.
Che gli autori degli atti terroristici di Parigi, Nizza e Rouen abbiano compiuto delle azioni inquadrabili come guerra di religione è un dato di fatto. Si può certamente affermare che è una guerra di religione quella da loro condotta. Ma se andiamo a vedere le parole esatte di Bagnasco troviamo che dicono un’altra cosa, parlano di “una guerra tra religioni“. Per affermare che esista una guerra tra “le religioni” è necessario che tutti gli appartenenti delle stesse si considerino in guerra con tutti i fedeli dell’altra religione. Si potrebbe dire che per parlare di guerra tra le religioni ci dovrebbe essere una dichiarazione in tal senso del Papa e della quasi totalità degli Imam. Questa condizione non si è verificata e quindi si può parlare di una guerra di religione ma non di una guerra tra religioni. Ma il senso sarebbe stato inequivocabile alle orecchie delle masse arabe, se il Papa se avesse parlato, avvalorandola, di una guerra di religione avrebbe detto qualcosa che sarebbe risuonato alle orecchie di miliardi di musulmani come una dichiarazione di guerra. Meglio quindi che egli abbia detto “Quando parlo di guerra, parlo di guerra sul serio e non di guerra di religione“. Inoltre egli deve tener conto dei tanti cristiani che vivono in terre islamiche e che dopo una dichiarazione del genere sarebbero messi in serio pericolo. Una situazione che ricorda la circospezione con la quale Pio XII doveva parlare del nazismo, mentre agiva invece decisamente, e che gli fu rinfacciata senza tener conto delle vite che furono così risprmiate.
La distinzione fatta è quindi fondamentale perché consente di dire che i cristiani non sono in guerra contro l’Islam, inoltre si deve riconoscere che una parte dell’Islam non appoggia questa guerra, al riguardo dobbiamo ricordare i soldati islamici della Siria che combattono l’ISIS-ISIL-Daesh molto più di quanto non facciano gli europei o statunitensi. Se questo è il significato delle parole di Bergoglio siamo davanti ad un caso in cui troppa sintesi nuoce al contenuto. Ovviamente non si vuole qui fare gli esegeti del Bergoglio pensiero ma solo prendere spunto dalle sue parole e di quelle di Bagnasco per fare delle riflessioni. Riprendendo sempre Bagnasco si vede quale sia effettivamente il suo pensiero:
Lei sa bene che il mondo musulmano non ha un vertice unitario come la chiesa cattolica e che è molto diviso.
«Certo, ma è bene che tutti i pezzi, anche i frammenti, di questo mondo condannino la violenza e il terrorismo ritrovando una certa unità almeno intorno a questo valore. Sarebbe essenziale se le tante realtà musulmane, pur nella loro differenza religiosa, rifiutassero esplicitamente e senza esitazione un fanatismo barbaro e omicida. Questo è il primo punto, essenziale, e speriamo che sia così».
Si ricorda che siamo quindi in presenza di una guerra di religione che non è guerra “tra le religioni”, anche perché come ricorda Ernesto Galli della Loggia in un articolo sul Corriere  l’Europa non è più il continente del cristianesimo:
Fatti oggetto a vario titolo, negli ultimi trent’anni (ma naturalmente tutto è cominciato assai prima), di una delegittimazione ideologico-culturale sempre più penetrante, l’impiego della forza, la dimensione dello Stato, e il Cristianesimo, più in generale il nesso religione-società, sono stati messi più o meno del tutto fuori gioco. In certo senso sono virtualmente — e agli occhi di molti «semplici», sospetto, inspiegabilmente — scomparsi dall’orizzonte sia pubblico che privato. È stata per gran parte l’opera di élite superficialmente progressiste, di debolissima cultura storica e politica, succubi delle mode, le quali hanno così creato un vuoto culturale e sociale enorme. Quel vuoto che da tempo forze torbidamente eterogenee hanno facilità a cercare di riempire con le loro ricette il più delle volte improbabili ma dalla presa emotiva potenzialmente sempre più forte.
Raramente capita di sentir parlare di azione di élite che hanno voluto certi cambiamenti, forze operanti nella direzione di un anti cristianesimo di cui si parla sul blog di Antonio Socci.
Riepilogando:
-Siamo in una guerra mondiale di tipo nuovo (liquido)
-E’ una guerra di religione ma non tra le religioni
-Le religioni coinvolte sono l’Islam e il capitalismo ateo al quale l’Occidente si è votato dopo aver rinnegato le sue radici cristiane. Ma molti islamici confondono l’Occidente col cristianesimo, si spiega così la guerra di religione contro il cristianesimo ma in realtà condotta contro nazioni atee che la loro guerra alla religione (e di religione, che piaccia o no perché l’ateismo è una fede) l’hanno condotta e vinta molto tempo fa.
E allora il secondo punto da affrontare è quello di chi ha voluto e vuole questa guerra.
La risposta sintetica è che questa guerra è voluta da realtà che se hanno una religione è quella della sopraffazione, del potere e del profitto, stiamo parlando di quella guerra tra “bande” che hanno preso il posto delle nazioni e che si sono impadronite degli stati. Una realtà la cui esistenza è stata rivelata dal Gen. della NATO ed ex comandante della missione in Kossovo, Fabio Mini.
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