ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 3 luglio 2016

Lasciatelo vacanzlavorare!

(a cura Redazione "Il sismografo")
Domanda 
Come sono i suoi rapporti con i conservatori? 
Risposta 
"Loro fanno il proprio lavoro e io faccio il mio. Io desidero una chiesa aperta, comprensiva, che accompagni le famiglie ferite. Loro dicono no a tutto. Io continuo per la mia strada senza guardare affianco. Non taglio teste. Non mi è mai piaciuto farlo. Ribadisco a lei: rifiuto il conflitto. I chiodi si rimuovono facendo pressione verso l'alto. Oppure si lasciano da parte per il riposo, quando arriva l'età del pensionamento". 

Domanda 
Gustavo Vera, portavoce in Argentina ? 
Risposta 
"Esiste molta confusione sui miei portavoce in Argentina. Due mesi fa la Sala stampa del Vaticano ha detto ufficialmente che solo a questo ufficio corrisponde (il ruolo) di portavoce del Papa. Non vi sono altri portavoce in Argentina o in un qualsiasi altro Paese. Occorre ribadire tutto ciò? Allora ribadisco: la Sala stampa vaticana è l'unico portavoce del Papa".
Domande su Benedetto XVI:
Risposte

- "Ha problemi per muoversi, ma la sua testa e la sua memoria sono intatte, perfette."
- "E' stato un rivoluzionario. Nella riunione con i  cardinali, poco prima del conclave del 2013, ci ha detto che uno di noi sarebbe diventato il prossimo Papa e che lui non conosceva il suo nome. La sua generosità è stata impareggiabile. La sua rinuncia rese palesi tutti i problemi della chiesa. La sua rinuncia non ha avuto nulla a che fare con questioni personali. E' stato un atto di governo. Il suo ultimo atto di governo".

(a cura Luis Badilla)
(Luis Badilla - ©copyright) In pratica, Papa Francesco è in vacanza da qualche giorno e come sempre si tratta di vacanze singolari: di lavoro e "a casa" seppure con ritmi diversi agli altri giorni dell'anno. Sostanzialmente i suoi orari della vita quotidiana non cambiano: continua ad alzarsi come sempre, alle 4,45 circa, e gli orari dei pasti non cambiano così come quello del breve riposo pomeridiano che fanno di lui "una persona che si alza due volte alle 4.45" (am e pm). La sera, tra le 22.15 e le 22.45, chiude la sua giornata con un lungo momento di preghiera prima di andare a letto. Dorme poche ore ma bene e forse in questi giorni dorme un po' di più. 
Cambia invece, e molto, il tempo che Papa Francesco dedica alla preghiera, allo studio, alla lettura, all'ascolto di musica e alle questioni proprie del suo ufficio. Esce poco dalla sua casa, Santa Marta. Qualche volta esce per fare due passi nelle vicinanze, spesso quando accompagna fino alla porta del Convitto un qualche suo opite. In questi giorni di riposo, che alla fine saranno più o meno 25, prima di partire verso la Polonia per presiedere la XXXI GMG, come negli anni precedenti è certo che il Santo Padre incontrerà molte persone, spesso nella seconda parte del pomeriggio. Ovviamente riceverà i suoi collaboratori più diretti e vicini, ma anche altri presuli di Curia con i quali desidera parlare su temi o argomenti specifici, amici e qualche altra personalità accolti per un un incontro speciale, magari programmato da tempo. 
Si è scritto e ribadito che "Papa Francesco non ama le vancanze", ma in realtà non è così. A lui piace riposare e spesso applica a se stesso queste parole: "Il lavoro è importante, ma anche il riposo. Impariamo a rispettare il tempo del riposo, soprattutto quello domenicale." (Tweet di @pontifex del 10 ottobre 2015) Per Francesco il riposo deve avere una sua logica e un suo senso e non può essere sinonimo di far nulla o sprecare il tempo. Il riposo deve avere un ruolo naturalmente diverso a quello del lavoro. Studiosi tedeschi, esperti nella materia, sostengono che il riposo migliore si ottiene cambiando il ruolo ricorrente nello scandire delle giornate lavorative, e dunque utilizzando il proprio tempo in attività e impegni che non sono possibili spesso nel periodo di lavoro; insomma, cambiando il più possibile i contenuti della propria giornata. 
Il 2 aprile 2015, Papa Francesco disse: "Succede anche che, quando sentiamo il peso del lavoro pastorale, ci può venire la tentazione di riposare in un modo qualunque, come se il riposo non fosse una cosa di Dio. Non cadiamo in questa tentazione. La nostra fatica è preziosa agli occhi di Gesù, che ci accoglie e ci fa alzare".
Ecco che, in questi giorni di riposo, per Papa Francesco acquistano grande rilevanza i momenti della lettura, della musica, delle conversazioni sciolte e non protocollare, del silenzio, della preghiera e della meditazione ("per pensare ancora ciò che si è già pensato").
Il 18 agosto 2014, sull'aereo che lo riportava a Roma dalla Corea del Sud, Papa Francesco rispose a una domanda della giornalista Deborah Ball sull'intenso ritmo di lavoro delle sue giornate - cosa che preoccupa a molti - con queste parole: "Eh sì, qualcuno me l’ha detto! Io ho fatto le vacanze, adesso, a casa, come faccio di solito, perché… una volta, ho letto un libro, interessante, il titolo era: “Rallegrati di essere nevrotico”! Anch’io ho alcune nevrosi, ma bisogna trattarle bene, le nevrosi! Dare loro il mate ogni giorno… Una di queste nevrosi è che sono un po’ troppo attaccato all’habitat. L’ultima volta che ho fatto vacanze fuori Buenos Aires, con la comunità gesuita, è stato nel 1975. Poi, sempre faccio vacanze – davvero! –, ma nell’habitat: cambio ritmo. Dormo di più, leggo le cose che mi piacciono, sento la musica, prego di più… E questo mi riposa."
La Repubblica.it
(Vito Mancuso) È solo nella centralità del mistero che la religione si deve rigenerare. Non per coltivare di nuovo ambizioni di primato. Già nel 1929 il gesuita Pierre Teilhard de Chardin, teologo e scienziato, scriveva: «La Chiesa continuerà a declinare finché non si sottrarrà al mondo fittizio della teologia verbale, del sacramentalismo quantitativo e delle devozioni eteree di cui ama circondarsi". A distanza di quasi un secolo il cardinale Carlo Maria Martini nell' ultima intervista dell' agosto 2012 dichiarava: «La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni ».Molti altri teologi e teologhe hanno interpretato il nostro tempo all' insegna di questo continuo declino della credenza e della pratica ecclesiastica, un fenomeno sotto gli occhi di tutti se appena si considera la condizione delle nostre chiese, che nel passato non bastavano a contenere i fedeli e che ora sono spesso chiuse e quando aprono raramente fanno il «tutto esaurito». Né la situazione migliora per i monasteri, i conventi, i seminari e le cosiddette vocazioni. Il fatto è che la condizione della religione istituzionale in Occidente è una sola: la decadenza. In questa prospettiva il dato veramente sorprendente dell' inchiesta al centro di questa pagina non è che il 28 per cento dei giovani italiani tra i 18 e i 29 anni si dichiari non-credente, ma che vi sia ancora oggi nel nostro paese un 72 per cento di giovani che dichiara di credere in Dio. Ma davvero? Così tanti? E per quanto tempo ancora i credenti saranno maggioranza tra i giovani? Ma poi, è davvero così importante per la fede essere maggioranza? In realtà il cristianesimo ha dato il meglio di sé quando era minoranza, mentre i grandi numeri lo condussero all' abbraccio fatale con l' Impero iniettandogli il virus del potere e trasformandolo da mite religione di Gesù in apparato di controllo dei corpi e delle anime. Oggi il potere in Occidente ha sempre meno bisogno della religione e anche per questo essa perde consensi. Ma cos' è veramente in gioco in questa perdita? Una scomparsa della spiritualità o un suo rinnovamento all' insegna della libertà? Homo sapiens è sempre stato homo religiosus, il pagano Plutarco diceva che «la fede è innata nel genere umano sin dal suo primo apparire». Perché questo legame tra religione e origine dell' uomo? A questa domanda si può rispondere in due modi: 1) perché l' umanità era in una condizione di immaturità, che però con il progredire della conoscenza viene meno segnando la fine della religione; 2) perché l' umanità è strutturalmente religiosa, sapiens produce sempre religio, cioè consapevole e amorevole unità con la logica cosmica (a cui in Occidente ci si riferisce tradizionalmente dicendo Dio e in altre culture in altro modo). Si tratta di due diverse filosofie di vita: la prima all' insegna dell' enigma, la seconda all' insegna del mistero. Enigma rimanda a un problema intellettuale da risolvere, mistero a una più ampia condizione dell' esistenza da non risolvere intellettualmente ma da sperimentare esistenzialmente come abbandono e fiducia. A mio avviso è qui, nella ripresa della centralità della dimensione misterica ovvero mistica, che la religione si deve rigenerare: non per coltivare di nuovo ambizioni di primato, ma semplicemente per essere vera e curare senza altri interessi le ferite della condizione umana. Io penso che l' inevitabile passaggio da una condizione di maggioranza a una condizione di minoranza sia una grande chance per il cristianesimo: quella di abbandonare la logica del potere che intende controllare le menti e i corpi degli esseri umani dicendo loro cosa devono pensare e come si devono comportare (come pretende ancora oggi la dottrina cattolica) e di assumere la logica del servizio verso la vita concreta e l' esperienza spirituale dei singoli. C' è in gioco il passaggio dalla religione che si concepisce come unica verità cui convertire tutti, a quella che ama il dialogo perché sa che la verità è comunque sempre più grande e non è posseduta da nessuno. I giovani detti millennials queste cose non le sanno ma le sentono, e per questo nutrono un sostanziale disinteresse per il sapere dottrinale (teista o ateista poco importa) mentre mostrano reale interesse per la ricerca spirituale legata all' esperienza personale. Sta alla Chiesa di Papa Francesco scegliere tra il mondo fittizio della teologia del catechismo e la domanda di vita dei nostri giovani.

1 commento:

  1. "Loro fanno il proprio lavoro e io faccio il mio" suona malissimo questa espressione "lavoro" riferita al ministero sacerdotale in bocca a chiunque ma del papa....rideranno tutte le persone che ho corretto ricordando che è una chiamata al ministero ben più grande e da non confondere con qualsiasi altro "mestiere".....ma di fatto fa il mestiere del "demolitore" non ha tutti i torti...come sono cambiati i tempi!Sia lodato Gesù Cristo!

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