Perché il “Mattino” di Padova continua a scrivere bugie su Don Giovanni Ferrara?
Evidentemente chi voleva a tutti i costi la testa del parroco di Sant’Ignazio di Loyola non si accontenta della triste “vittoria” riportata. E così si tornano a pubblicare notizie false, che servono solo a mettere in cattiva luce Don Ferrara, mentre non si dà spazio a una lettera “non allineata” di un gruppo di fedeli.
di Paolo Deotto
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Venerdì 24 giugno, due settimane fa, pubblicavamo su Riscossa Cristiana l’articolo Don Giovanni Ferrara, sacerdote cattolico di Padova, diffamato dal “Mattino. Era fresca la notizia del trasferimento di don Giovanni Ferrara, parroco di Sant’Ignazio di Loyola (Padova) a Roma. Il settimanale diocesanoLa difesa del Popolo si limitava a dare una scarna notizia: “Don Giovanni Ferrara lascia la comunità di Sant’Ignazio per andare a Roma per gli studi di pastorale della salute”.
Parlammo in quell’occasione di diffamazione e torniamo a parlarne oggi, dopo la lettura dell’articolo pubblicato oggi dal Mattino (vedi in calce) in occasione della nomina del nuovo parroco di Sant’Ignazio di Loyola a Padova.
Oggi, come due settimane fa, Don Giovanni Ferrara viene presentato come il “colpevole” della chiusura della scuola materna parrocchiale.
E quindi, eccoci a ripetere per l’ennesima volta quanto avevamo già scritto il 22 agosto 2015 e ribadito nell’articolo di due settimane fa: la decisione di chiudere la scuola è stata presa dal Parroco su indicazioni precise della FISM-federazione italiana scuole materna (che tiene la contabilità della scuola e le offre consulenza su qualsiasi settore) e con l’autorizzazione scritta della Curia di Padova.
Aggiungevamo due settimane fa: “Nessuno ha mai smentito questa precisazione, né poteva farlo, perché si trattava della semplice verità”. E sfidiamo chi continua a scrivere e a propalare notizie false su Don Ferrara a smentirci circa le vere ragioni della chiusura della scuola materna. Del resto, basterebbe informarsi in Curia.
La realtà è che l’informazione interessa ben poco: ciò che interessa è distruggere la figura di don Giovanni Ferrara, il quale, non scordiamocelo, ha alcune gravi colpe. La prima è quella di essere un prete cattolico che addirittura, udite udite, faceva pregare e pregava troppo! Nella sua parrocchia si arrivava a fare l’Adorazione! Come si vede, già questa è una colpa grave. E poi l’indisciplinato prete aveva anche dato ospitalità nei locali della parrocchia a una scuola parentale che, come ci teneva a sottolineare il Mattino, era “no-gender”. Ovvero non prevedeva l’insegnamento delle mille porcherie omosessualiste.
Contro le notizie false su Don Giovanni Ferrara un gruppo di genitori ha scritto una lettera al Mattino. Questa lettera non è mai stata pubblicata dal quotidiano padovano, e quindi la pubblichiamo noi. La trovate in calce, dopo l’articolo delMattino di oggi.
E appunto in quest’ultimo articolo possiamo subito notare come l’ordine di sparare su Don Ferrara non sia ancora stato revocato: il nuovo parroco, Don Mariano Rosillo, è chiamato a “rimettere pace nella tormentata parrocchia di Sant’Ignazio di Loyola”. E perché mai la parrocchia è “tormentata”? Ma è chiaro! Perché il cattivissimo Don Giovanni Ferrara “per far posto alla scuola parentale no-gender” ha chiuso la scuola materna. E questo crimine, i parrocchiani “non glielo hanno mai perdonato”.
Questa non è cronaca. Queste sono balle, bugie, menzogne. Questo non è un modo serio di far giornalismo: questo è diffamare, volutamente e scientemente, perché l’articolista del Mattino avrebbe potuto, ribadiamo, fare una cosa molto semplice: informarsi in Curia. Quella stessa Curia che autorizzò per iscritto la chiusura della scuola materna, che sprofondava nei debiti.
Stendiamo poi un velo pietoso sull’uso sessantottino di qualificare come “i parrocchiani” un gruppo che da sempre fa la guerra a Don Giovanni Ferrara, prete troppo poco dedito al “sociale” e troppo dedito alla preghiera e all’educazione cattolica dei giovani.
Da quanto ci risulta il novello parroco altro non sarebbe che il “trait d’union” con il precedente parroco, che non aveva mai perso i contatti con alcuni dei suoi vecchi parrocchiani. Un prete, ci dicono, molto più “accomodante” di Don Ferrara. Et qui habet aures audiendi, eccetera”. Ma qui diamo tempo al tempo: vedremo cosa succederà col nuovo parroco… anche se appare curioso che a “rimettere pace” in una parrocchia “tormentata” venga inviato un giovane prete, ordinato da soli due anni. Vedremo, vedremo.
L’ordine è tornato a regnare sovrano a Sant’Ignazio di Loyola. Il parroco con pretese cattoliche è stato spedito fuori dai piedi. E su questo non possiamo far nulla.
Però possiamo e dobbiamo far sentire la nostra voce contro la vile denigrazione e diffamazione di un degno sacerdote, sul quale sono state diffuse notizie false e tendenziose, e al quale esprimiamo la nostra solidarietà e amicizia.
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ecco l’articolo pubblicato oggi sul Mattino di Padova
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Ed ecco la lettera che un gruppo di parrocchiani ha inviato invano, tre volte, al Mattino di Padova
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In un articolo anonimo, con lo stile e la incisività che caratterizzano la testata, si afferma che Don Giovanni Ferrara, “contestato da larga parte dei fedeli”, è stato infine sollevato dall’incarico per avere chiuso la storica scuola materna parrocchiale e “averla sostituita, di fatto, con una scuola parentale”. Il comune e ignaro lettore ne ha potuto evincere dunque che don Giovanni, non essendo, come non lo è qualunque parroco, il proprietario di una scuola parrocchiale, ha abusivamente chiuso una scuola funzionante, e che la cosa ha determinato il giusto intervento punitivo dei suoi superiori (che peraltro non vengono nominati).
L’affermazione è calunniosa perché falsa nei presupposti di fatto e intenzionalmente denigratoria. Falsa, perché la scuola non è stata “chiusa” per atto volontario di chicchessia, neppure dei superiori diocesani, ma semplicemente non è stata riaperta per mancanza di iscrizioni, dato il crollo di natalità degli ultimi anni. Quindi la mancata attivazione non è dipesa, né poteva dipendere, dalla supposta arbitraria iniziativa del parroco. Tanto che l’articolista stesso si smentisce da solo senza accorgersene quando afferma che “resta incerto il futuro della scuola che quest’anno è rimasta chiusa” anche se la Diocesi “si era impegnata a valutare se c’era la possibilità di riaprirla”. Il che conferma che la “chiusura” era avvenuta per fatti oggettivi indipendenti non solo dalla volontà del parroco, ma anche dalle possibilità di intervento della diocesi, la quale sta dunque ancora valutando se ci siano le condizioni oggettive per riaprirla.
Del resto Il giornale non è nuovo a simili “incidenti” che chiamano in causa la deontologia professionale. Infatti la stessa insinuazione era stata già avanzata tempo addietro, e non ritrattata, nonostante le proteste dei parrocchiani che sapevano come stessero le cose, e dell’interessato. Eppure essa ora viene riproposta, contro ogni esigenza di verità e di rispetto verso l’ignaro lettore.
Chi poi abbia interesse a calunniare Don Giovanni a mezzo stampa e quale sia la fonte a cui il giornale attinge false informazioni è ovviamente altra questione che meriterebbe di essere approfondita.
Da ultimo, colpisce ancora che l’articolista, dopo avere ammesso implicitamente che la scuola materna è rimasta chiusa per motivi indipendenti anche dalla volontà della diocesi, insinua ancora che tale chiusura possa invece essere tuttora collegata al fatto che frattanto “i locali sono stati destinati ad una scuola parentale contro il gender”. Dunque se ne dovrebbe dedurre che la diocesi non può riaprirla perché “occupata” dalla scuola parentale contra gender ospitata nei locali della scuola materna. Cosa non vera per le ragioni già dette e per il fatto che in ogni caso la manciata di alunni della scuola parentale hanno già lasciato l’unico locale utilizzato. A meno che tanto mirato impegno denigratorio del Mattino sia dettato proprio da una particolare ostilità verso chi, come tanti genitori di buon senso, cerca di sottrarre i bambini alla perversa ideologia genderista e omosessista cui si ispirano ora tutti i programmi scolastici governativi. E questo a dispetto di quei funzionari diocesani che due anni fa, senza avallo né del Vescovo uscente, e tanto meno del nuovo vescovo non ancora insediato, si sono presi la briga – con la famosa nota pastorale del 18 agosto 2015 – di scoraggiare i genitori dal difendersi in qualche modo dalla nuova perversa ideologia imposta dallo stato attraverso la legge sulla “buona scuola”.
Dal momento dunque che sono state pubblicate notizie false e tendenziose ai danni del parroco di Sant’Ignazio di Lojola, i parrocchiani chiedono che venga pubblicata questa lettera a scopo di riparazione. Altrimenti si vedranno costretti a intraprendere altre vie per difendere l’onore di un parroco amato e stimato.
Monica Bracco, Maria Miraglia, Amedeo Petrella, Gianni Calefato, Mariarita Ponticelli, Marco Morandin, Brunalisa Bussolon, Nunzia Stiano, Vincenzo Stiano
riscossacristiana.it/perche-il-mattino-di-padova-continua-a-scrivere-bugie-su-don-giovanni-ferrara-di-paolo-deotto/
di Paolo Deotto
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Venerdì 24 giugno, due settimane fa, pubblicavamo su Riscossa Cristiana l’articolo Don Giovanni Ferrara, sacerdote cattolico di Padova, diffamato dal “Mattino. Era fresca la notizia del trasferimento di don Giovanni Ferrara, parroco di Sant’Ignazio di Loyola (Padova) a Roma. Il settimanale diocesanoLa difesa del Popolo si limitava a dare una scarna notizia: “Don Giovanni Ferrara lascia la comunità di Sant’Ignazio per andare a Roma per gli studi di pastorale della salute”.
Parlammo in quell’occasione di diffamazione e torniamo a parlarne oggi, dopo la lettura dell’articolo pubblicato oggi dal Mattino (vedi in calce) in occasione della nomina del nuovo parroco di Sant’Ignazio di Loyola a Padova.
Oggi, come due settimane fa, Don Giovanni Ferrara viene presentato come il “colpevole” della chiusura della scuola materna parrocchiale.
E quindi, eccoci a ripetere per l’ennesima volta quanto avevamo già scritto il 22 agosto 2015 e ribadito nell’articolo di due settimane fa: la decisione di chiudere la scuola è stata presa dal Parroco su indicazioni precise della FISM-federazione italiana scuole materna (che tiene la contabilità della scuola e le offre consulenza su qualsiasi settore) e con l’autorizzazione scritta della Curia di Padova.
Aggiungevamo due settimane fa: “Nessuno ha mai smentito questa precisazione, né poteva farlo, perché si trattava della semplice verità”. E sfidiamo chi continua a scrivere e a propalare notizie false su Don Ferrara a smentirci circa le vere ragioni della chiusura della scuola materna. Del resto, basterebbe informarsi in Curia.
La realtà è che l’informazione interessa ben poco: ciò che interessa è distruggere la figura di don Giovanni Ferrara, il quale, non scordiamocelo, ha alcune gravi colpe. La prima è quella di essere un prete cattolico che addirittura, udite udite, faceva pregare e pregava troppo! Nella sua parrocchia si arrivava a fare l’Adorazione! Come si vede, già questa è una colpa grave. E poi l’indisciplinato prete aveva anche dato ospitalità nei locali della parrocchia a una scuola parentale che, come ci teneva a sottolineare il Mattino, era “no-gender”. Ovvero non prevedeva l’insegnamento delle mille porcherie omosessualiste.
Contro le notizie false su Don Giovanni Ferrara un gruppo di genitori ha scritto una lettera al Mattino. Questa lettera non è mai stata pubblicata dal quotidiano padovano, e quindi la pubblichiamo noi. La trovate in calce, dopo l’articolo delMattino di oggi.
E appunto in quest’ultimo articolo possiamo subito notare come l’ordine di sparare su Don Ferrara non sia ancora stato revocato: il nuovo parroco, Don Mariano Rosillo, è chiamato a “rimettere pace nella tormentata parrocchia di Sant’Ignazio di Loyola”. E perché mai la parrocchia è “tormentata”? Ma è chiaro! Perché il cattivissimo Don Giovanni Ferrara “per far posto alla scuola parentale no-gender” ha chiuso la scuola materna. E questo crimine, i parrocchiani “non glielo hanno mai perdonato”.
Questa non è cronaca. Queste sono balle, bugie, menzogne. Questo non è un modo serio di far giornalismo: questo è diffamare, volutamente e scientemente, perché l’articolista del Mattino avrebbe potuto, ribadiamo, fare una cosa molto semplice: informarsi in Curia. Quella stessa Curia che autorizzò per iscritto la chiusura della scuola materna, che sprofondava nei debiti.
Stendiamo poi un velo pietoso sull’uso sessantottino di qualificare come “i parrocchiani” un gruppo che da sempre fa la guerra a Don Giovanni Ferrara, prete troppo poco dedito al “sociale” e troppo dedito alla preghiera e all’educazione cattolica dei giovani.
Da quanto ci risulta il novello parroco altro non sarebbe che il “trait d’union” con il precedente parroco, che non aveva mai perso i contatti con alcuni dei suoi vecchi parrocchiani. Un prete, ci dicono, molto più “accomodante” di Don Ferrara. Et qui habet aures audiendi, eccetera”. Ma qui diamo tempo al tempo: vedremo cosa succederà col nuovo parroco… anche se appare curioso che a “rimettere pace” in una parrocchia “tormentata” venga inviato un giovane prete, ordinato da soli due anni. Vedremo, vedremo.
L’ordine è tornato a regnare sovrano a Sant’Ignazio di Loyola. Il parroco con pretese cattoliche è stato spedito fuori dai piedi. E su questo non possiamo far nulla.
Però possiamo e dobbiamo far sentire la nostra voce contro la vile denigrazione e diffamazione di un degno sacerdote, sul quale sono state diffuse notizie false e tendenziose, e al quale esprimiamo la nostra solidarietà e amicizia.
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ecco l’articolo pubblicato oggi sul Mattino di Padova
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Ed ecco la lettera che un gruppo di parrocchiani ha inviato invano, tre volte, al Mattino di Padova
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In un articolo anonimo, con lo stile e la incisività che caratterizzano la testata, si afferma che Don Giovanni Ferrara, “contestato da larga parte dei fedeli”, è stato infine sollevato dall’incarico per avere chiuso la storica scuola materna parrocchiale e “averla sostituita, di fatto, con una scuola parentale”. Il comune e ignaro lettore ne ha potuto evincere dunque che don Giovanni, non essendo, come non lo è qualunque parroco, il proprietario di una scuola parrocchiale, ha abusivamente chiuso una scuola funzionante, e che la cosa ha determinato il giusto intervento punitivo dei suoi superiori (che peraltro non vengono nominati).
L’affermazione è calunniosa perché falsa nei presupposti di fatto e intenzionalmente denigratoria. Falsa, perché la scuola non è stata “chiusa” per atto volontario di chicchessia, neppure dei superiori diocesani, ma semplicemente non è stata riaperta per mancanza di iscrizioni, dato il crollo di natalità degli ultimi anni. Quindi la mancata attivazione non è dipesa, né poteva dipendere, dalla supposta arbitraria iniziativa del parroco. Tanto che l’articolista stesso si smentisce da solo senza accorgersene quando afferma che “resta incerto il futuro della scuola che quest’anno è rimasta chiusa” anche se la Diocesi “si era impegnata a valutare se c’era la possibilità di riaprirla”. Il che conferma che la “chiusura” era avvenuta per fatti oggettivi indipendenti non solo dalla volontà del parroco, ma anche dalle possibilità di intervento della diocesi, la quale sta dunque ancora valutando se ci siano le condizioni oggettive per riaprirla.
Del resto Il giornale non è nuovo a simili “incidenti” che chiamano in causa la deontologia professionale. Infatti la stessa insinuazione era stata già avanzata tempo addietro, e non ritrattata, nonostante le proteste dei parrocchiani che sapevano come stessero le cose, e dell’interessato. Eppure essa ora viene riproposta, contro ogni esigenza di verità e di rispetto verso l’ignaro lettore.
Chi poi abbia interesse a calunniare Don Giovanni a mezzo stampa e quale sia la fonte a cui il giornale attinge false informazioni è ovviamente altra questione che meriterebbe di essere approfondita.
Da ultimo, colpisce ancora che l’articolista, dopo avere ammesso implicitamente che la scuola materna è rimasta chiusa per motivi indipendenti anche dalla volontà della diocesi, insinua ancora che tale chiusura possa invece essere tuttora collegata al fatto che frattanto “i locali sono stati destinati ad una scuola parentale contro il gender”. Dunque se ne dovrebbe dedurre che la diocesi non può riaprirla perché “occupata” dalla scuola parentale contra gender ospitata nei locali della scuola materna. Cosa non vera per le ragioni già dette e per il fatto che in ogni caso la manciata di alunni della scuola parentale hanno già lasciato l’unico locale utilizzato. A meno che tanto mirato impegno denigratorio del Mattino sia dettato proprio da una particolare ostilità verso chi, come tanti genitori di buon senso, cerca di sottrarre i bambini alla perversa ideologia genderista e omosessista cui si ispirano ora tutti i programmi scolastici governativi. E questo a dispetto di quei funzionari diocesani che due anni fa, senza avallo né del Vescovo uscente, e tanto meno del nuovo vescovo non ancora insediato, si sono presi la briga – con la famosa nota pastorale del 18 agosto 2015 – di scoraggiare i genitori dal difendersi in qualche modo dalla nuova perversa ideologia imposta dallo stato attraverso la legge sulla “buona scuola”.
Dal momento dunque che sono state pubblicate notizie false e tendenziose ai danni del parroco di Sant’Ignazio di Lojola, i parrocchiani chiedono che venga pubblicata questa lettera a scopo di riparazione. Altrimenti si vedranno costretti a intraprendere altre vie per difendere l’onore di un parroco amato e stimato.
Monica Bracco, Maria Miraglia, Amedeo Petrella, Gianni Calefato, Mariarita Ponticelli, Marco Morandin, Brunalisa Bussolon, Nunzia Stiano, Vincenzo Stiano
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