Chiamata alle armi
Questo è un pensiero che ho avuto sin da subito: luglio è il mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore ed è proprio in questo mese che assistiamo all’aumento degli episodi di terrorismo e delle stragi. Sono almeno uno a settimana, se non di più (in Germania sono due episodi simili nell’arco della stessa settimana), senza aggiungere nel calderone anche il Golpe in Turchia e le stragi che tutti i giorni si verificano nelle aree calde di tutto il globo, spesso ignorate dai media mainstream, in Ucraina e nel Donbass, in Medioriente, specialmente in Siria, Terrasanta e Iraq, in Nigeria, in Libia e in tutta l’Africa. Mentre scrivo, leggo che sta succedendo qualcosa di simile anche in Afganistan e chissà quante ne avverranno nei prossimi giorni.
Si tratta dell’accanimento finale perpetuato dal Nemico. Il suo tempo ormai sta per terminare, il suo potere sul mondo sta diminuendo e per questo la sua rabbia e il suo accanimento aumentano sempre di più. Attendiamoci di tutto e aspettiamoci quindi, altri mali e sempre più crudeli, finché finalmente egli non verrà relegato e incatenato nuovamente negli abissi infernali.
Non perdiamo dunque tempo a incolpare gli altri di quel che ci accade intorno. Non ci sono colpevoli terreni in tutto questo, se non noi stessi. Non diamo colpe agli islamici, né agli stranieri, non è Erdogan il problema, non lo sono né Obama, né Hollande, né la Merkel. Non incolpiamo nessuno se non noi stessi (io primo fra tutti): pensiamo a quante volte abbiamo offeso il Signore, anche nelle piccole cose, quante volte abbiamo preferito il Mondo a Lui, pensiamo alla vita che abbiamo fatto prima di riconoscerlo totalmente come nostro Re e nostro Dio. Ogni volta che abbiamo assecondato i mali di questo mondo, abbiamo aiutato, più o meno inconsapevolmente, Satana nel suo progetto volto alla perdizione e alla dannazione dell’intera Umanità e abbiamo aperto una piaga nel Santissimo corpo di Gesù in agonia.
Tuttavia è piuttosto facile cadere nelle grinfie del Male quando si vive in un mondo ormai dominato da quest’ultimo; anzi è quasi inevitabile non cadere in questa trappola. A quel punto, solo la Misericordia di Dio può salvarci e farci cambiare strada, risuscitarci come un morto che, abbandonata la sua tomba, torna alla vita.Beati quindi coloro che, hanno ascoltato il richiamo della Misericordia e sono tornati sulla retta via e chiedono continuamente perdono delle loro colpe, presenti e passate.
Un altro pensiero mi va di condividere in queste righe. Ormai è sotto gli occhi di tutti e ognuno di noi può riscontrare che viviamo in un Mondo senza Dio, dove ateismo e nichilismo sono dilaganti, dove le Nazioni e i Popoli che un tempo si definivano “cristiani” hanno fatto atto ufficiale di apostasia e assecondano palesemente, e sempre più alla luce del sole, eresia, bestemmia, idolatria, degenerazione dei costumi, impurità ed ogni altro genere di vizio. Le due istituzioni su cui si basava la solidità della vita cristiana, famiglia e Chiesa, sono state attaccate prepotentemente e stanno cedendo: di questi tempi anche la roccia posta a guida della Chiesa di Cristo non da più alcuna sicurezza, ma al contrario contribuisce ad alimentare confusione e protestantizzazione.
Sembra di essere tornati al tempo di Noé, quando l’Umanità ormai degenerata, non seguiva più la Volontà di Dio. Tutto quello che ci sta accadendo, a cominciare dalle difficoltà materiali che ci impone la crisi economica, paiono avvertimenti ed espiazioni in vista di una purificazione finale. Quale può essere la nostra arca allora? La nostra unica ancora di salvezza è la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. "Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!" disse Nostra Signora di Fatima. Ecco l’arca! Su questa promessa si fonda la nostra speranza.
Consapevoli di ciò, consacrati ai Sacratissimi Cuori, possiamo combattere il Nemico in nome di Nostro Signore Gesù Cristo, nostro Re, protetti dalla Vergine Immacolata, agli ordini di San Michele Arcangelo, utilizzando la nostra arma, la preghiera, e imbracciando la nostra spada, la coroncina del Rosario. La battaglia sarà vinta e a questa epoca di grande tristezza, di grandi orrori e mali, di grande disperazione, seguirà certamente una Pace, una Prosperità e un Bene ancor più grandi e, almeno per ora, inimmaginabili.
Soldati di Cristo, alle armi!
Si tratta dell’accanimento finale perpetuato dal Nemico. Il suo tempo ormai sta per terminare, il suo potere sul mondo sta diminuendo e per questo la sua rabbia e il suo accanimento aumentano sempre di più. Attendiamoci di tutto e aspettiamoci quindi, altri mali e sempre più crudeli, finché finalmente egli non verrà relegato e incatenato nuovamente negli abissi infernali.
Non perdiamo dunque tempo a incolpare gli altri di quel che ci accade intorno. Non ci sono colpevoli terreni in tutto questo, se non noi stessi. Non diamo colpe agli islamici, né agli stranieri, non è Erdogan il problema, non lo sono né Obama, né Hollande, né la Merkel. Non incolpiamo nessuno se non noi stessi (io primo fra tutti): pensiamo a quante volte abbiamo offeso il Signore, anche nelle piccole cose, quante volte abbiamo preferito il Mondo a Lui, pensiamo alla vita che abbiamo fatto prima di riconoscerlo totalmente come nostro Re e nostro Dio. Ogni volta che abbiamo assecondato i mali di questo mondo, abbiamo aiutato, più o meno inconsapevolmente, Satana nel suo progetto volto alla perdizione e alla dannazione dell’intera Umanità e abbiamo aperto una piaga nel Santissimo corpo di Gesù in agonia.
Tuttavia è piuttosto facile cadere nelle grinfie del Male quando si vive in un mondo ormai dominato da quest’ultimo; anzi è quasi inevitabile non cadere in questa trappola. A quel punto, solo la Misericordia di Dio può salvarci e farci cambiare strada, risuscitarci come un morto che, abbandonata la sua tomba, torna alla vita.Beati quindi coloro che, hanno ascoltato il richiamo della Misericordia e sono tornati sulla retta via e chiedono continuamente perdono delle loro colpe, presenti e passate.
Un altro pensiero mi va di condividere in queste righe. Ormai è sotto gli occhi di tutti e ognuno di noi può riscontrare che viviamo in un Mondo senza Dio, dove ateismo e nichilismo sono dilaganti, dove le Nazioni e i Popoli che un tempo si definivano “cristiani” hanno fatto atto ufficiale di apostasia e assecondano palesemente, e sempre più alla luce del sole, eresia, bestemmia, idolatria, degenerazione dei costumi, impurità ed ogni altro genere di vizio. Le due istituzioni su cui si basava la solidità della vita cristiana, famiglia e Chiesa, sono state attaccate prepotentemente e stanno cedendo: di questi tempi anche la roccia posta a guida della Chiesa di Cristo non da più alcuna sicurezza, ma al contrario contribuisce ad alimentare confusione e protestantizzazione.
Sembra di essere tornati al tempo di Noé, quando l’Umanità ormai degenerata, non seguiva più la Volontà di Dio. Tutto quello che ci sta accadendo, a cominciare dalle difficoltà materiali che ci impone la crisi economica, paiono avvertimenti ed espiazioni in vista di una purificazione finale. Quale può essere la nostra arca allora? La nostra unica ancora di salvezza è la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. "Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!" disse Nostra Signora di Fatima. Ecco l’arca! Su questa promessa si fonda la nostra speranza.
Consapevoli di ciò, consacrati ai Sacratissimi Cuori, possiamo combattere il Nemico in nome di Nostro Signore Gesù Cristo, nostro Re, protetti dalla Vergine Immacolata, agli ordini di San Michele Arcangelo, utilizzando la nostra arma, la preghiera, e imbracciando la nostra spada, la coroncina del Rosario. La battaglia sarà vinta e a questa epoca di grande tristezza, di grandi orrori e mali, di grande disperazione, seguirà certamente una Pace, una Prosperità e un Bene ancor più grandi e, almeno per ora, inimmaginabili.
Soldati di Cristo, alle armi!
di Marco Muscillo
Isis, Rouen e il primo martire cristiano in Europa
L'analisi di Benedetto Ippolito, storico della filosofia
e intellettuale cattolico
La Francia è diventata ormai la vera frontiera di guerra del
terrorismo. Quasi non fa neanche più notizia un nuovo attentato perché tutto il
mondo civile vive in uno stato di choc permanente. L’Isis attacca ovunque, ma
soprattutto uccide utilizzando chiunque sia in uno stato di disperazione tale
da poter essere rapidamente arruolato per passare dall’emarginazione più buia
alla milizia armata.
Le notizie giunte stamani da una chiesetta vicino Rouen
rappresentano però un balzo in avanti, uno scempio davvero inaudito. Sappiamo
che i nostri territori sono vulnerabili anche nelle periferie, ma adesso il
sangue si versa finanche nel sacrario di una piccola Chiesa, colpendo la
Cattolicità al fondo del suo cuore, della sua spiritualità. Un anziano
sacerdote che celebrava la messa feriale del mattino con pochissimi fedeli è
diventato così oggetto di morte da parte di due terroristi che lo hanno
massacrato, ferendo gravemente un’altra persona, al grido ‘Daesh!’, secondo
le prime informazioni.
Subito è stato osservato che si è trattato di salto di
qualità. Non solo i grandi luoghi pubblici di aggregazione, non esclusivamente
le città grandi o quelle turistiche, ma adesso si colpisce un luogo di culto
nella sua quotidianità non appariscente, trasformando la guerra fondamentalista
in un unilaterale eccidio religioso.
Diciamolo apertamente. Come avveniva nei secoli bui del
Medioevo, ancora una volta il Cristianesimo subisce la violenza nell’unico modo
che gli è possibile: il martirio di un innocente.
La Chiesa, da sempre riassunta nella persona del suo Papa,
sta vivendo quest’anno il Giubileo della Misericordia. Francesco ha
sempre avuto parole di pace, ha mostrato un dolore immenso per tutti
gli attentati che fin qui sono stati compiuti, non ha mai usato né ragionamenti
né sentimenti di vendetta; ecco invece che la reazione del fondamentalismo è
stata rispondere nel sangue, e soprattutto colpire alla gola l’ultimo spiraglio
di salvezza, di perdono e di comprensione rimasto in piedi.
San Tommaso spiega che il martirio per un cristiano è la
massima espressione della forza di un credente, quella solidità della volontà
che spinge il cristiano a morire per la sua fede. Si capisce bene come la fede
sia intesa nel cattolicesimo come espressione di un rapporto ed impegno
personale e spirituale con Dio, che si nutre dell’amore e del sacrificio di se
stessi per il prossimo.
È perciò così tanto mortificante pensare che, sia pure in un
quadro non spirituale ma militare, questa follia terroristica si appelli ad una
fede religiosa che in quanto tale non può tradursi, a prescindere dalla
confessione, in una violenza tanto ignobile e tanto bestiale.
Un Dio della guerra che incita ad uccidere un innocente in
preghiera non è neanche un idolo, semplicemente rappresenta l’oggetto di
un’ideologia schizofrenica trasformata in follia aberrante.
Il passaggio di grado con questo infernale omicidio c’è
stato, eccome. Tutto si può dire, infatti, ma non che la Chiesa benedica
immaginifici eserciti crociati, e tanto meno che un povero sacerdote sgozzato
possa avere qualche qualche possibilità di far gridare vittoria a qualsivoglia
persona normale, di qualsiasi religione e mondo sia e appartenga.
Bisogna entrare nell’ottica invece che l’unico movente è
l’odio xenofobo verso tutti noi, perché siamo uomini, donne, atei, cristiani
liberi: un astio farneticante tanto più virulento e riuscito quanto più si
perpetra contro persone inermi e innocenti.
L’Europa del Terzo Millennio ha avuto così la sua prima
guerra con il suo primo martire cristiano. Non avremmo mai voluto dire una cosa
del genere e trovarsi a dover constatare un tale misfatto; anche perché adesso
veramente corriamo tutti il rischio di assistere al flagello della nostra
civiltà, consumata proprio laddove l’amore e l’umanità sono custodite come cosa
divina e spirituale. Stiamo subendo tutti, non solo la Francia, un attacco con
azioni di guerriglia militare che non hanno altro fine se non di far vincere il
male ‘distruggendo ogni presenza di bene’, annientando realmente e
simbolicamente tutto ciò che somiglia a qualcosa di sacro, vivo, divino e
umano.
Questa guerra annunciata, dichiarata e rivendicata, in fin
dei conti, l’Isis la vuol vincere così: di casa in casa, di Chiesa in Chiesa,
fino a quando non ci sarà più nulla a frenare l’orrore dispotico del Califfato.
Neanche un anziano sacerdote che celebra quasi solitario la sua messa del
martedì.
Come soldato di Cristo io grido PRESENTE. jane
RispondiEliminaNon è possibile che qualche cervello da soma (o da Soma) continui a citare "Francesco" in senso positivo. La cricca satanica che opprime il mondo, annovera nelle sue file TUTTI coloro che hanno un certo grado di potere. Bergoglio, con le sue diuturne eresie, apostasie, scemenze, p***anate assortite, non fa più nemmeno finta di essere ciò che non è, ed è uno dei principali responsabili di quanto sta accadendo.
RispondiEliminaTutto questo ha un responsabile si chiama sig. J.M. Bergoglio. E dei colpevoli diretti: chi lo ha eletto e chi finora non lo ha deposto. Se ne esce solo in un modo: Un gruppo di 10 cardinali dichiara eretico (o non papa per elezione invalida) Bergoglio. Azzera tutti vescovi e i cardinali. Elegge un nuovo Papa e nomina 300 nuovi vescovi presi prevalentemente da giovani sacerdoti, previo giuramento antimodernista. POI: Annulla ogni atto canonico successivo al 1959. E si ricomincia dal catechismo di S.Pio X. Insomma una specie di golpe (come quello di Bergoglio e congiurati) che conservi la continuità apostolica. E' inevitabile ed ovvio. Succederà in ogni caso è solo questione di tempo. Prima si fa meno morti si fanno, meno anime si poerdono. Ma prima che il popolo cristiano "capisca" e si metta a gridare "CVII Boia" occorreranno altri martiri. C'è però una scadenza: la santificazione del maiale di Sassonia. A quel punto i veli trasparenti della cosideddetta "buona fede" cadranno per sempre. Ci resta un anno di Ora et Labora, di cui ci sarà chiesto conto minuto poer minutoi, secondo i nostri doveri di stato. Tanti auguri a tutti.
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