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giovedì 18 agosto 2016

Orecchiette alla polacca..

Polonia addio. Rocco Buttiglione trionfa a Chicago. E Rodrigo Guerra controreplica

Erano entrambi studiosi del pensiero di Karol Wojtyla, Ma ora sono favorevoli alla comunione ai divorziati risposati. Il primo raccoglie l'applauso dell'arcivescovo Cupich. E il secondo duella con l'amico polacco

di Sandro Magister



ROMA, 18 agosto 2016 – Ne hanno fatta di strada gli articoli dei due filosofi, entrambi specialisti del pensiero di Karol Wojtyla, che in luglio su "L'Osservatore Romano" hanno dettato un'interpretazione di "Amoris laetitia" aperta alla comunione ai divorziati risposati.

I due filosofi sono l'italiano Rocco Buttiglione (nella foto) e il messicano Rodrigo Guerra López. Sia l'uno che l'altro sono stati fatti segno di repliche critiche:

> "L'Osservatore" dice cosa dice "Amoris laetitia". Ma poi gli arriva la stroncatura


> Seconda sfida a "L'Osservatore Romano". Merecki contro Guerra López

Entrambi hanno però raccolto anche importanti consensi.

Buttiglione, in particolare, ha addirittura conquistato la tribuna d'onore dell'arcidiocesi di Chicago.

Ecco infatti come l'arcivescovo Blase J. Cupich – lì insediato da papa Francesco con la volontà di rovesciare la tendenza conservatrice prevalente tra i vescovi degli Stati Uniti – ha concluso l'ultima sua "column" sul giornale dell'arcidiocesi "Catholic New World":

"Il professor Rocco Buttiglione – uno studioso che ha guadagnato l'ammirazione di papa Benedetto XVI e di san Giovanni Paolo II – ha recentemente scritto sulla difficoltà che alcuni hanno di capire e accettare ciò che papa Francesco propone. Sul giornale ufficiale del Vaticano, 'L'Osservatore Romano', Buttiglione ha sostenuto che il popolo cristiano, attraverso la sua percezione della fede o 'sensus fidei', 'ha immediatamente riconosciuto e seguito' il papa quando ha indicato il nuovo approccio.



"Ma 'alcuni sapienti invece fanno fatica a intenderlo', ha proseguito. Le loro critiche si concentrano sul capitolo dell'esortazione 'in cui il papa dice che, a certe condizioni e in certe circostanze, alcuni divorziati risposati possono ricevere l'eucaristia'. Sembrano  non capire, osserva Buttiglione, che questa possibilità comporta un onesto ed esigente processo di discernimento. Non è una carta bianca o un facile permesso a fare qualsiasi cosa ci piaccia.

"Durante il sinodo sulla famiglia dello scorso autunno, ho parlato ai giornalisti dell'inviolabilità della coscienza e dell'importanza della formazione della coscienza. Svilupperò questo tema – essenziale com'è per capire 'Amoris laetitia' – sul prossimo numero di 'Catholic New World' con una nota sul commento di Buttiglione all'enfasi con cui il papa rispetta la coscienza di uomini e donne.

"E intanto vi invito a leggere l'importante articolo di Buttiglione, che può essere trovato qui".

Nel sito del giornale dell'arcidiocesi di Chicago, infatti, l'articolo di Buttiglione è riprodotto integralmente in inglese:

> The joy of love and the consternation of theologians

Mentre questa è la sua versione originale, in italiano, apparsa su "L'Osservatore Romano" del 20 luglio 2016:

> La gioia dell’amore e lo sconcerto dei teologi

E questo è il testo completo della "column" in cui l'arcivescovo Cupich lo esalta:

> A Church that teaches and learns

È interessante notare che il giornale dell'arcidiocesi di Chicago ha dato forte risalto anche a un articolo de "La Civiltà Cattolica" del 9 luglio firmato congiuntamente dal gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista e vicinissimo a papa Francesco, e da padre Louis J. Cameli, delegato dell'arcivescovo Cupich per la formazione e la missione:

> La sfida del discernimento in "Amoris laetita"

Da un'intervista di "Catholic New World" a Cameli risulta che fu lui stesso, con un  precedente articolo, a ispirare a padre Spadaro la ripresa del tema su "La Civiltà Cattolica":

> Discernment key to understanding ‘The Joy of the Gospel’

Dopo di che l'articolo dei due su "La Civiltà Cattolica" è uscito anche in inglese sul magazine dei gesuiti di New York "America", naturalmente ben pubblicizzato dal giornale dell'arcidiocesi di Chicago:

> Watching for God. The gift and challenge of discernment in ‘The Joy of Love’

Padre Spadaro, si sa, è stato fin da subito l'esegeta autorizzato da papa Francesco a esplicitare su "La Civiltà Cattolica" il suo reale pensiero, in questo caso quello da lui un po' nascosto nelle pieghe di "Amoris laetitia":

> Francesco e Antonio, una coppia in ottima Compagnia

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Quanto a Rodrigo Guerra López, va anzitutto detto che non è semplicemente un "sociologo", ma è dottore in filosofia presso l'Accademia internazionale di filosofia del principato del Liechtenstein, membro del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, della Pontificia accademia per la vita e della Commissione teologica del Consiglio episcopale latinoamericano, nonché fondatore del Centro de Investigación Social Avanzada di Querétaro, in Messico.

E infatti il suo intervento su "L'Osservatore Romano" del 23 luglio faceva trasparire queste sue molteplici competenze, compresa la familiarità con san Tommaso d'Aquino e una conoscenza approfondita del pensiero filosofico di Karol Wojtyla:

> Fedeltà creativa

Il che non toglie che proprio sulle interpretazioni di san Tommaso e di Wojtyla gli ha replicato criticamente un suo amico di studi, il polacco Jaroslaw Merecki, su www.chiesa di dieci giorni fa.

Guerra López ha ora controreplicato al suo "caro Jareck" e il testo integrale del suo intervento può essere letto in spagnolo in quest'altra pagina:

> Aprender los unos de los otros. Respuesta y propuesta a Jaroslaw Merecki

Qui di seguito è riprodotto un solo punto, il quinto, dei sei in cui si articola la controreplica di Guerra López.

Ed è quello in cui – senza entrare qui nel merito dell'interpretazione di "Amoris laetitia" – egli denuncia un limite della cultura filosofica e teologica europea e nordamericana: quello di ritenersi esonerata dallo studiare a fondo il pensiero cattolico dell'America Latina e in particolare quello impersonato da Bergoglio, precludendosi così la stessa comprensione di questo pontificato.

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Una mancanza di immersione intellettuale e pastorale

di Rodrigo Guerra López


La mancanza di studi in Europa sui filosofi e teologi latinoamericano è qualcosa di ricorrente. A volte ho l'impressione che alcuni accademici europei (e nordamericani) considerano il pensiero latinoamericano una specie di impegno inferiore o secondario rispetto ciò che si produce in paesi come la Germania, la Francia e anche l'Italia. Questo non sarebbe altro che un'osservazione aneddotica se non fosse anche importante, a mio giudizio, per capire qualcosa di quanto sta succedendo riguardo a Francesco. 

Caro Jareck, non trovi che la stragrande maggioranza delle persone (per non dire tutte) che mettono in questione in grado e tono diverso papa Francesco non si sono date la briga di immergersi in modo profondo nel pensiero e nell'esperienza pastorale latinoamericana? Quando Giovanni Paolo II fu eletto papa il suo profilo intellettuale e pastorale richiedeva uno sforzo speciale per capire il suo insegnamento. Per molti fu necessario studiare la storia dei cristiani in Polonia, le diverse tradizioni filosofiche alle radici di Wojtyla e penetrare nella sua ardua filosofia per capire in profondità, per esempio, la vera portata e il significato di "Redemptor hominis", di "Laborem excercens" o di ciò che sarebbe stato conosciuto alla fine come "teologia del corpo". Uomini come Rocco Buttiglione, Massimo Serreti, Tadeusz Styczen, Angelo Scola ed altri fecero un incredibile lavoro di approfondimento e spiegazione che ancora oggi produce i suoi frutti.

È mia opinione che sia necessario compiere uno sforzo analogo nel caso di Jorge Mario Bergoglio S.J. Quante discussioni eviteremmo se ci lasciassimo interpellare della biografia intellettuale e pastorale del nostro papa! Nei principali istituti accademici dediti alla diffusione e all'approfondimento del magistero pontificio, professori ed alunni hanno scarsamente dedicato uno studio serio e sistematico degli scritti di Jorge Bergoglio e dei suoi autori più amati come Lucio Gera, Juan Carlos Scannone o Methol Ferré. Per non parlare di uno studio ampio e profondo della teologia del popolo o del magistero episcopale latinoamericano. Non varrebbe la pena, allora, di cambiare "metodo" nel momento di valutare "Amoris laetitia"?

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Sul rapporto tra Bergoglio e il filosofo uruguayano Alberto Methol Ferré, citato da Rodrigo Guerra, si veda questo servizio di www.chiesa del 31 marzo 2014:

> Il papa e il filosofo

E sulle radici argentine del "populismo" di papa Francesco:

> "Il popolo, categoria mistica". La visione politica del papa sudamericano

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351359

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