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giovedì 22 settembre 2016

Altri tempi ma forse,anche altra religione..

Il catechismo di San Pio X e la religione sincretista di Assisi


Papa San Pio X in una vetrata a mosaico (foto James Bradley via Flickr)
San Pio X, lo tengo o lo butto il tuo “Catechismo della Dottrina Cristiana” che ho appena letto nell’edizione Fede & Cultura? Altri tempi, d’accordo, ma forse, temo, anche altra religione. Nella religione di oggi, la religione sincretistica di Assisi, le parole-chiave sono misericordia, ascolto, discernimento, accompagnamento, in quella di ieri erano preghiera e peccato. Nel catechismo del 1912 leggo: “I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale meritano l’inferno”. Fantastico. Il venerdì era vietato mangiare carne, si deplorava il “dilagare dell’empietà e dell’immoralità”, i protestanti venivano definiti eretici e i maomettani venivano chiamati maomettani (adesso per compiacerli li chiamano musulmani, per non evidenziare l’inferiorità di un culto che nasce da un uomo-uomo e non da un uomo-Dio).


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di Camillo Langone | 22 Settembre 2016 
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Oh santa pace!

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di Matteo Matzuzzi | 20 Settembre 2016 
Papa Francesco ad Assisi per il 30° Anniversario Incontro per la pace tra i popoli (foto laPresse)
Roma. Il filo conduttore della giornata di preghiera per la pace ad Assisi (senza Dalai Lama ma con il Molto venerabile capo supremo del Tendai giapponese, ché la diplomazia oggi sconsiglia passi falsi con i suscettibili governanti di Pechino) è tutto nell’omelia della messa mattutina pronunciata a Santa Marta: “Uomini e donne di tutte le religioni ci recheremo ad Assisi. Non per fare uno spettacolo: semplicemente per pregare e pregare per la pace”. Concetto che il Papa avrebbe ribadito alla fine della giornata: “Non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia. Senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri”. “Noi – ha detto Francesco – non abbiamo armi. Crediamo però nella forza mite e umile della preghiera”. L’appello è a combattere “la grande malattia del nostro tempo”, che poi è “l’indifferenza. E’ un virus che paralizza, rende inerti e insensibili, un morbo che intacca il centro stesso della religiosità, ingenerando un nuovo tristissimo paganesimo: il paganesimo dell’indifferenza”.

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Ed è qui, poco dopo, che il Papa ha distinto tra guerra e terrorismo: “Ci spaventiamo per qualche atto di terrorismo ma questo non ha niente a che fare con quello che succede in quei paesi, in quelle terre dove giorno e notte le bombe cadono e cadono e uccidono bambini, anziani, uomini, donne”. “Mentre noi oggi preghiamo – ha aggiunto – sarebbe bello che ognuno di noi senta vergogna. Vergogna di questo: che gli umani, i nostri fratelli, siano capaci di fare questo. Oggi giornata di preghiera, di penitenza, di pianto per la pace; giornata per sentire il grido del povero. Questo grido che ci apre il cuore alla misericordia, all’amore e ci salva dall’egoismo”.

Poche ore prima, a New York, il cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, intervenendo al summit per i rifugiati e i migranti che s’è svolto presso il quartier generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato che “la sfida maggiore per noi è di identificare e di agire sulle cause che costringono milioni di persone a lasciare le loro case, i loro mezzi di sussistenza, le loro famiglie e i loro paesi, rischiando la loro stessa vita e quella dei loro cari nella ricerca di sicurezza, pace e una vita migliore in terre straniere”. Una situazione aggravata dalla “persecuzione religiosa. Benché altri gruppi siano pesantemente presi di mira”, ha aggiunto Parolin, “molti rapporti confermano che i cristiani sono di gran lunga il gruppo religioso più perseguitato”. E’, ha osservato il segretario di stato citando i dossier, una “pulizia etnico-religiosa che Papa Francesco definisce una forma di genocidio”. (mat.mat)

2 commenti:

  1. Papa Bergoglio ha evocato “la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace”, con la domanda: “Chi li ascolta? Chi si preoccupa di rispondere loro? Essi incontrano troppe volte IL SILENZIO ASSORDANTE DELL’INDIFFERENZA, L'EGOISMO DI CHI E' INFASTIDITO, LA FREDDEZZA DI CHI SPEGNE IL LORO GRIDO DI AIUTO CON LA FACILITA' CON CUI CAMBIA UN CANALE IN TELEVISIONE”.

    Chiedo:
    la 'riflessione' di cui sopra si può far indossare anche a coloro che hanno vergognosamente taciuto - e ancora tacciono - di fronte all'inflizione di una condanna a morte per eutanasia a un minore, la cui gravissima colpa è quella di ESSERE AMMALATO??

    In quel silenzio assordante non ci sono forse indifferenza, egoismo, freddezza e la noncuranza annoiata di chi, udita la sconvolgente notizia dell'avvio mondiale dell'eutanasia ai minori, con uno sbadiglio cambia canale TV??

    Sempre più mi chiedo:
    MA DA QUALI PULPITI???

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  2. Signora Marisa Lei ha ragione,
    aggiungerei che la suddetta "riflessione" si attaglierebbe perfettamente a quei milioni di bimbi ammazzati nel grembo materno con l'aborto nella perfetta indifferenza generale, quando non uno stizzito fastidio del mondo. Anche in questo caso il silenzio della post-Chiesa post-Cattolica è assordante e raggelante.
    Alberto

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