ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 6 settembre 2016

E' solo questione di tempo ?

Firenze. Dal 28 al 30 ottobre si riuniscono i “cristiani” LGBT. Con assistenza di sacerdoti e suore  

z.xtnfllDal 28 al 30 ottobre si terrà a Firenze un ritiro per giovani “cristiani” LGBT, con un ben chiaro titolo: “Far fruttificare i propri talenti”.
Il progetto è uno sviluppo dell’esperienza svoltasi dal 15 al 17 aprile 2016 ad Albano Laziale, al IV Forum dei cosiddetti “cristiani LGBT” italiani, sostenuto anche dalla più importante associazione italiana del “settore”, “Cammini di speranza“.

Da quel momento i giovani partecipanti (provenienti da ogni parte d’Italia e di età compresa tra i 18 e i 35 anni) incoraggiati da tante associazioni ma soprattutto da tanti membri del clero, hanno fatto rete per continuare a confrontarsi su come cercare di ottenere un cambiamento nella Chiesa, proprio adesso in cui i tempi sembrano propizi per sfondare le ultime e poche barriere rimaste nella visione dei moderni portatori di clergyman.
Questi giovani, molti dei quali appoggiati dai genitori, hanno dato appunto vita al “Progetto Giovani Cristiani Lgbt“, il nuovo organo promotore di questi tre giorni a Firenze.
Così racconta la nascita di questo nuovo panorama giovanile – intriso di ideologie omosessualiste del peggior progressismo – Andrea Rubera, portavoce di “Cammini di Speranza”:
Il bisogno di mettere a frutto lo scambio di idee sull’essere cristiani ed omosessuali, di rispondere concretamente alle loro domande su come vivere le realtà parrocchiali in modo più attivo, è così forte per questi ragazzi che hanno deciso di creare un momento aggregativo.
E’ una presa di coscienza matura da parte di questi giovani di mettersi insieme e attivarsi per un cambiamento reale nella Chiesa, facendo proposte concrete – stimolati da un dibattito aperto con religiosi sensibili al tema delle ‘periferie esistenziali’ e con membri di associazioni cristiane Lgbt – per una nuova pastorale che sia a misura delle loro esigenze. Non stanno lì ad attendere risposte esterne, si muovono, ragionano insieme, fanno proposte affinché un cambiamento possa prodursi sulla scia di questo momento storico in cui si sta aprendo uno spiraglio di dialogo sul tema della fede e l’omosessualità“.
La cosa sconvolgente è che queste decine e decine di giovani che parteciperanno alla tre giorni di Firenze sono pronti ad incontrarsi, a dialogare tra loro per trovare soluzioni… ma non sul come vivere il loro stato con una condotta di vita cristiano-cattolica, quanto piuttosto per spingere la Chiesa a fare i conti con questa realtà, che secondo loro va accettata ed inclusa per quello che è, senza nessun tipo di compromesso. Vogliono arrivare ad una nuova pastorale più inclusiva delle persone omosessuali e transessuali, questa è la verità.
E con l’aiuto di chi? Certo, di tante associazioni già collaudate, pronte a battersi per portare come modello migliorativo l’omosessualità, all’interno della società così come nella Chiesa, come ad esempio il gruppo Kairos di Firenze ( https://kairosfirenze.wordpress.com/  ). Ma non è tutto. Saranno infatti molti sacerdoti e suore a guidare il progetto, a “catechizzare” questi giovani per permetter loro di vivere serenamente ciò che il Catechismo chiama “Peccato impuro contro natura”, che grida vendetta al cospetto di Dio.
Troveranno consacrati disposti ad ascoltare le loro esigenze, ad accettarle e addirittura ad incentivarle, perché d’altronde “è giusto amarsi per ciò che si è”.
I partecipanti al raduno (di età compresa tra i 18 e i 35 anni ) avranno a disposizione diverse figure con cui potranno approfondire i propri problemi e chiarire i propri dubbi. Ci saranno infatti psicologi per aiutare a capire se stessi, sacerdoti e suore testimoni di una nuova pastorale inclusiva già iniziata presso alcune comunità, membri di associazioni cristiane LGBT per raccontare le loro esperienze nell’attivismo sia all’interno della società italiana sia all’interno della Chiesa… ed è tutto un programma.
L’alloggio sarà messo a disposizione da una foresteria di suore; non si sa ancora quali.
Ma, a proposito di programma, è interessante osservare l’iter già predisposto per i tre giorni di “Far fruttificare i propri talenti – Progetto Giovani Cristiani Lgbt”:
Durante la prima serata di convegno, fissata in data 28 ottobre, verrà preparato un “laboratorio biblico” e una “preghiera” specifica, proprio sul “far fruttificare i propri frutti”.
Il mattino seguente avrà invece luogo un laboratorio sul “come essere cristiani Lgbt in pienezza (strategie di liberazione)”, a cura della psicologa Dott.ssa Arianna Petilli.
Nel pomeriggio invece largo spazio al “laboratorio esperienziale” ( immancabilmente presso una parrocchia fiorentina ) sull’essere giovani cristiani Lgbt impegnati e propositivi nelle diocesi.
Insomma, non solo c’è chi, da dietro le quinte, si occupa di invertire la società dagli schemi naturali e preternaturali su cui da quando mondo è mondo si fonda, ma ci sono tante altre forze ben collaudate pronte a scagliarsi contro la Chiesa, come veri e propri tarli che corrodono dall’interno, proprio perché dall’interno provengono le suddette forze anti-cristiche.
Aspettiamoci il peggio, certi però che prima o poi i nodi verranno al pettine. E allora sarà pianto e stridor di denti e si vedrà in modo limpido la fine che faranno certuni “talenti”.
Redazione6/9/2016
di Cristiano Lugli
Coppie gay a Lourdes e l'ipocrisia di Avvenire
«Chi siete voi per giudicare?»: il direttore del quotidiano CEI se la prende con i lettori perplessi per la pubblicità a una coppia gay civil-unita che celebra l'evento con un pellegrinaggio a Lourdes. Ma la misericordia è un paravento per coprire il vero obiettivo: promuovere le unioni gay nella Chiesa.



Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla linea omosessualista sostenuta da Avvenire non ha che da leggersi attentamente sia le lettere sia la risposta del direttore del quotidiano della CEI pubblicate a pagina 2, domenica 4 settembre (clicca qui).
Spieghiamo l'antefatto: due persone con tendenze omosessuali, cattolici, che vivono insieme da 50 anni si uniscono civilmente a Torino grazie alla nuova legge Cirinnà e, per festeggiare e ringraziare, si recano in pellegrinaggio a Lourdes. Avvenire il 7 agosto ne dà notizia in un breve articolo, senza alcun commento, come se fosse una cosa normale. In realtà è una finzione, perché fosse normale non ci sarebbe bisogno di dare la notizia, non è cheAvvenire elenchi quotidianamente i pellegrini italiani che si recano a Lourdes. È invece una scelta di far passare come normale una evidente novità. La cosa non sfugge però a molti lettori, i quali scrivono per chiedere spiegazioni e magari trarne qualche amara conclusione. Alcune di queste lettere, vengono pubblicate domenica scorsa, ma insieme ad altre che inneggiano alle unioni omosex e alla richiesta di scuse ai gay da parte della Chiesa. 
E come risponde il direttore di Avvenire? Il titolo è già eloquente: «Chi giudica due omosessuali cattolici che decidono di andare a Lourdes?». Eh già, chi siete voi lettori che giudicate la fede degli altri «senza sapere nulla della vita di quelle persone» e «disprezzate la libertà di Dio di parlare al cuore di tutti e di ciascuno, e la libertà di tutti e di ciascuno di risponderGli»? Eccovi sistemati cari lettori, con la misericordia “a due velocità”: totale comprensione e sostegno a chi vive situazioni irregolari, bastonate a quei poveracci da compatire che ancora la menano con la legge naturale e il catechismo.
Tralasciando alcuni dettagli della risposta, che pure meriterebbero una puntualizzazione, andiamo subito al cuore della questione. Tutta l’ondata di bontà cristiana che emana dalle parole misericordiose del direttore di Avvenire, è in realtà fondata su una serie di menzogne. A partire dal titolo: nessuno dei lettori in questione ha inteso giudicare i due anziani signori con tendenze omosessuali che sono andati in pellegrinaggio a Lourdes (peraltro di persone omosessuali che vanno a Lourdes ogni anno ce ne sono tante). Né la Chiesa ha inteso mai giudicare le persone. Tanto è vero che la Chiesa ha da sempre indicato i santi, per nome e cognome, mai ha elencato i dannati.
Ma le situazioni oggettive sì che devono essere giudicate. Se un’azione è considerata un male, resta un male a prescindere dalle intenzioni e da come andrà a finire l’ultimo giorno per chi il male ha commesso. Se l’adulterio è un peccato grave, oggettivo, non può mai diventare un bene. Così è per le unioni fra persone dello stesso sesso. Almeno fino ad oggi. Perché è evidente che ad Avvenire – e a chi lo dirige – non sta a cuore la fede delle persone o la libertà di Dio, quanto cambiare già nella prassi l’insegnamento della Chiesa a proposito di sessualità e omosessualità.

Il dovere di “non giudicare le persone” è solo un diversivo per spostare il discorso e far tacere i critici. Pensiamo infatti se invece di due anziani omosessuali che vivono insieme da 50 anni, ad annunciare il pellegrinaggio a Lourdes fossero stati un 40enne e una ragazza 13enne consensualmente conviventi, alla ricerca di una benedizione; oppure un padre e una figlia uniti in un rapporto pubblico incestuoso che intendono consacrare alla Madonna la loro unione. Forse che il direttore di Avvenire avrebbe usato le stesse parole di misericordia e incoraggiamento? O magari avrebbe almeno ammonito i protagonisti dal non strumentalizzare la Madonna per far passare come legittimo ciò che legittimo non può essere?
Ecco il punto: l’obiettivo di Avvenire non è l’accoglienza delle singole persone e il fare spazio alla libertà di Dio. È soltanto il solito tentativo di promuovere le unioni omosessuali, usando una cosa seria e grande come la Misericordia a mo’ di ipocrita paravento per meschine operazioni ideologiche e personali. 
È ovvio che tutto ciò non potrebbe accadere se a guidare l’operazione non fosse chi oggi comanda di fatto la Conferenza episcopale Italiana, da cui Avvenire dipende. Sia ben chiaro: non è per giudicare le persone, stiamo solo parlando di fatti oggettivi. E nel caso qualcuno – come è successo in passato – pensasse che questo è dovuto a un cambiamento improvviso di linea, si metta il cuore in pace: le posizioni attuali di Avvenire, in questa materia sempre più sfacciate, sono il frutto di un lungo cammino che dura almeno da venti anni, e che oggi conosce un’accelerazione grazie al maturare di diversi fattori, nella società e nella Chiesa.
Tanto per intenderci, anche la scelta di Lourdes come meta del pellegrinaggio non è casuale: lo scorso febbraio la diocesi di Tarbes e Lourdes ha invitato nel santuario mariano tutte le coppie in occasione della festa di San Valentino per dirsi “Io t’amo” (clicca qui). «L’appello è indirizzato a tutte le coppie: sposate, non sposate, omosessuali e così via», ha detto un responsabile della diocesi (e non osiam pensare cosa ci sia dietro a quel “e così via”). E il rettore del santuario, Padre André Cabes, ci ha dato anche una motivazione teologico-spirituale: «Il miracolo di Lourdes è quello di un incontro, di Bernadette Soubirous con la Vergine: in questo senso vogliamo celebrare ogni tipo di incontro». Chiaro no? Per pedofilia e incesto è solo questione di tempo.
di Riccardo Cascioli 06-09-2016

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