ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 10 settembre 2016

Menzognero fin dall'inizio

Amoris laetitia: il perpetuarsi della menzogna.

di don Alfredo Morselli
Ormai sta già rapidamente diffondendo nella rete la notizia che Papa Francesco ha ratificato come “unica possibile” l’interpretazione di Amoris laetitia offerta dai Vescovi della regione argentina di Buenos Aires, mediante un Comunicato; esso si intitola Criteri di base per l'applicazione del capitolo VIII dell'Amoris Laetitia [1]
Questo Comunicato purtroppo costituisce nient’altro che il perpetuarsi della menzogna; ci riferiamo in particolare ai §§ 5 e 6 del documento.
Prima menzogna: lo stravolgimento dei testi conciliari e del Magistero San Giovanni Paolo II

Riportiamo qui il § 5 del Comunicato:
"5) Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano possibile, specialmente quando entrambi siano cristiani all'interno di un cammino di fede, si può proporre l'impegno di vivere in continenza. Amoris Laetitia non ignora le difficoltà di questa scelta (cfr nota 329) e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito (cfr, nota 364 in conformità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II al card W. Baum del 22 marzo 1996)" [2].
La menzogna che si perpetua è la citazione, fuori luogo ed ingiusta, nella nota 329 di Amoris laetitia, di Gaudium et Spes 51:
"…conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli»" (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 51)".
In Amoris laetitia, ciò che il Concilio afferma dice in modo esclusivo riguardo agli sposi legittimi, viene maldestramente applicato ad una relazione adulterina, al fine preservare una inconcepibile, inammissibile e inimmaginabile “fedeltà” di due persone oggettivamente adultere.
In realtà il peccato è ciò che maggiormente divide gli uomini tra di loro, in qualunque situazione essi si trovino, e un'espressione di intimità peccaminosa non può fare altro che peggiorare la situazione; due persone, pur pensando di amarsi e vivendo da marito e moglie senza esserlo, si allontanano ancor più tra di loro.
Pensare che un peccato possa tenere unite due persone deriva da una concezione solo naturale dell'amore umano.
Si sarebbe potuto sperare che la citazione indebita di GS 51 in Amoris laetitia fosse stata una svista, seppur grave, ad opera di un ghost writer, tanto vanitoso da citare implicitamente più volte se stesso (a futura memoria?) quanto inerudito da sbagliarsi a citare il Concilio [3].
Invece no! Questo vero e proprio gioco delle tre carte con i testi conciliari viene ripresentato dai Vescovi della regione argentina di Buenos Aires ed elogiato dal Pontefice.
Inoltre, sempre nello stesso paragrafo, vien detto che Amoris laetitia lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito.
Non è Amoris laetitia che lascia aperta questa possibilità, ma è la morale di sempre che esige sì il proposito fermo di non peccare, ma non prende che ciò sia realizzato di fatto tutte le volte che uno si confessa: altrimenti non ci si potrebbe confessare una seconda volta; al contrario la confessione frequente è un mezzo per liberarsi dalle cadute frequenti in peccato mortale.
Il problema è che si vuole ammettere ai sacramenti anche chi non emette neppure il proposito, considerando la castità come qualcosa di irraggiungibile e impraticabile! E così veniamo alla seconda grande menzogna, contenuta nel § 6 del Comunicato.
Seconda menzogna (duplice): ci sono circostanze in cui vivere castamente non è praticabile e la possibilità di danneggiare i figli della nuova unione costituirebbe una circostanza attenuante
6) In altre circostanze più complesse e quando non è possibile ottenere una dichiarazione di nullità, la scelta menzionata può essere di fatto non praticabile. Nonostante ciò , è comunque possibile un cammino di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in caso concreto, ci siano limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cf. note 301-302), in particolare quando una persona constati che ricadrebbe in un’ulteriore colpa danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia [4].
Vediamo il sofisma: siccome due coniugi, che hanno dei figli nati dalla nuova convivenza, qualora interrompessero la coabitazione li danneggerebbero, allora possono continuare ad avere dei rapporti adulterini.
Ma da dove di conclude che se due non-sposi devono stare insieme per assicurare l’educazione dei figli, non abbiano la grazia per - quindi non possano e quindi non debbano - astenersi dai rapporti coniugali? Ecco dunque la seconda  grande menzogna del Comunicato, purtroppo benedetta dal Vicario di Gesù Cristo.
Terza grande menzogna: i sacramenti sacrileghi “fanno bene”
Il finale del § 6 del Comunicato costituisce la III grande menzogna; rivediamo il testo.
"…i sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia".
La Confessione senza pentimento (invalida e sacrilega) e la Comunione non in grazia di Dio (sacrilega) disporrebbero “la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia”?
No! San Paolo dice di no, la parabola dell’invitato al banchetto di nozze senza abito nuziale dice di no, tutto il magistero in materia dice di no… [5]
Per maturare e crescere con la forza della grazia, prima bisogna essere in grazia, bisogna giungere alla grazia, bisogna prepararsi alla grazia; e qui è doveroso e benedetto accompagnare i fratelli che vivono in una situazione coniugale irregolare. Ma ciò è cosa ben diversa dall'accedere ai sacramenti come se si fosse in grazia…
Che fare?
Da un lato supplico Pastori che capiscono il dramma che la Chiesa sta vivendo: non abbiate paura ad intervenire! Chiedete umilmente spiegazioni al Papa, ponete delle domande… Porre delle domande non è conciliarismo…
Ricordatevi delle parole che Mardocheo fece riferire alla regna Ester, quando era titubante se rivolgersi al re, perché, timorosa per la sua vita: "Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza, da un'altra parte verranno aiuto e protezione per i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?".
Dall’altro lato, continuiamo a pregare e a offrire sacrifici, avendo come esempio la Beata Giacinta Marto, la pastorella di Fatima secondo il racconto di Suor Lucia:
"Ci vennero ad interrogare due sacerdoti, che ci raccomandarono di pregare per il Santo Padre. Giacinta domandò chi era il Santo Padre e quei buoni sacerdoti ci spiegarono chi era e come aveva molto bisogno di preghiere. Giacinta cominciò ad amare tanto il Santo Padre che, ogni volta che offriva i suoi sacrifici a Gesù aggiungeva: è per il Santo Padre" [6].

NOTE

[2] "5) Cuando las circunstancias concretas de una pareja lo hagan factible, especialmente cuando ambos sean cristianos con un camino de fe, se puede proponer el empeño de vivir en continencia. Amoris laetitia no ignora las dificultades de esta opción (cf. nota 329) y deja abierta la posibilidad de acceder al sacramento de la Reconciliación cuando se falle en ese propósito (cf. nota 364, según la enseñanza de san Juan Pablo 11 al Cardenal W. Baum, del 22/03/1996)".
[4] "6) En otras circunstancias más complejas, y cuando no se pudo obtener una declaración de nulidad, la opción mencionada puede no ser de hecho factible. No obstante, igualmente es posible un camino de discernimiento. Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetítía abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia".
[6] P. Luigi Kondor, SVD - P. Dr. Joaquin M. Alonso, CMF (†1981) a c. di, Memorie di Suor Lucia, Volume I, Fatima: Secretariado dos Pastorinhos, 2005, p. 50.

http://blog.messainlatino.it/2016/09/amoris-laetitia-il-perpetuarsi-della.html#more

Il papa definisce l'interpretazione dell'Amoris Laetitia che permette la comunione ai divorziati risposati come l'unica possibile.

Riprendiamo, nella nostra traduzione, da InfoCatólica. Non ci sono critiche teologiche che tengano [cfr. quella dei 45 studiosi]. Non c'è altra interpretazione che quella autentica data da chi ha emanato il documento. Ed è esattamente quella dell'ala liberale, affermata e confermata nella prassi. Mi limito, per ora, al commento alla nota 329, emblematico per capire lo stile approssimativo e manipolatorio, mai visto in una Esortazione Apostolica.

 Non ci sono altre interpretazioni, egli afferma
I vescovi della regione argentina di Buenos Aires, hanno mandato ai loro sacerdoti, il Comunicato : "Criteri di base per l'applicazione del capitolo VIII dell'Amoris Laetitia", in cui si tratta l'accesso ai sacramenti della confessione e dell'eucaristia da parte dei divorziati risposati. Il documento è stato a sua volta inviato a papa Francesco il quale, in risposta, ha mandato una lettera in cui assicura che il testo dei prelati argentini «spiega in modo completo il Capitolo VIII dell'''Amoris Laetitia". Non ci sono altre interpretazioni».
Tra i punti del documento dei vescovi della regione di Buenos Aires si distinguono:
Punto 5. 
Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano possibile, specialmente quando entrambi siano cristiani all'interno di un cammino. di fede, si può proporre l'impegno di vivere in continenza. L'AL non ignora le difficoltà. di questa scelta (cfr nota 329)[1] e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito (cfr, nota 364 in conformità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II al card W. Baum del 22 marzo 1996).

Punto 6.
In altre circostanze più complesse e quando non è possibile ottenere l'annullamento, la scelta menzionata può essere di fatto non praticabile. Ciò nonostante, è comunque possibile un cammino di discernimento. Se si giunge a riconoscere che in caso concreto vi siano limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr note 301 - 302), in particolare quando una persona ritenga di poter cadere in ulteriore peccato facendo del male ai figli della nuova unione, l'AL apre la possibilità di accedere ai sacramenti della riconciliazione e dell'eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi ultimi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.
Punto 9.
Può essere opportuno realizzare in modo riservato un eventuale accesso ai sacramenti soprattutto quando si dia il caso di situazioni conflittuali. ma allo stesso tempo non si deve smettere di accompagnare la comunità affinché cresca nello spirito di comprensione e accoglienza, senza che ciò implichi creare confusione nell'insegnamento della chiesa sulla indissolubilità del matrimonio. La comunità è uno strumento della misericordia che è "immeritata incondizionata e gratuita" (297).
Papa Francesco ha inviato a mons. Sergio Alfredo Fenoy delegato della regione pastorale di Buenos Aires una lettera in cui lo ringrazia di avergli inviato il testo dei vescovi, con i quali si congratula per il lavoro da loro svolto.
In un paragrafo della lettera il papa scrive:
Lo scritto è molto buono e spiega in modo esauriente l'VIII Capitolo dell'Amoris Laetitia. Non sono possibili altre interpretazioni. E sono sicuro che farà molto del bene. Che il signore ricompensi questo sforzo di carità pastorale
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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1. Nota 329. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio (22 novembre 1981), 84: AAS 74 (1982), 186. In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 51).
Commento:
La  citazione di Gaudium et spes nella nota 329 è ingannevole, perché il documento (al n. 51) si riferisce alla continenza degli sposi legittimi ai fini della regolazione delle nascite, sottolineando la difficoltà per la fedeltà che potrebbe esser messa in pericolo e compromesso il bene dei figli. Inoltre fa un fritto misto con la Familiaris Consortio, peraltro citata solo parzialmente. La FC infatti, al n.84, afferma che per accedere al sacramento della penitenza i divorziati risposati «assumono l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi». Il papa ha rimosso quella parte che sostiene il dovere della completa continenza delle persone “divorziate e risposate” che continuano a vivere insieme per seri motivi quali ad esempio "l'educazione dei figli”. E suggerisce che in certi casi la “completa continenza” può essere in realtà impossibile o non auspicabile, per non 'compromettere la fedeltà' con pregiudizio dei figli. Siamo all'assurdo di invocare un principio di fedeltà in una situazione riguardante un'unione che già viola la fedeltà dovuta al matrimonio originario. Paradossalmente si legittima l'adulterio.

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