ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 29 settembre 2016

“Sancte Michaël Archángele, defénde nos in proélio”




                    Gentiloni non è un uomo di pace

Il clamore scatenato dalla (pur) grave situazione umanitaria di Aleppo, è politico. Il perché è semplice: se Aleppo viene riconquistata dall’esercito siriano, la guerra è pressoché finita. Conscio di questa situazione, il ministro degli Esteri Gentiloni, ha puntato il dito contro Assad e la Russia.

Diciamolo pure: il clamore scatenato dalla (pur) grave situazione umanitaria di Aleppo, è politico. Il perché è semplice: Washington, Londra e Parigi sanno bene che se Aleppo viene riconquistata dall’esercito siriano, la guerra è pressoché finita. E vinta. Da Assad e i suoi alleati, Russia in primis. Bisogna quindi imporre una tregua, permettere alle formazioni islamiste di riarmarsi e di riorganizzarsi, e impedire che ciò accada.
Almeno fino a quando – sperano loro – qualcosa (l’arrivo di Hillary Clinton?) potrà sparigliare le carte di una situazione ormai divenuta critica. La prova dell’ipocrisia di questo improvviso slancio filantropico? Il fatto che in cinque anni di guerra la questione umanitaria non sia mai stata così importante. Solo adesso che la guerra sta per prendere questa piega, il mondo si indigna e chiede una tregua.Ricorderete il bambino impolverato di Aleppo su tutte le prime pagine. Bene, era lì solo per dirvi che Assad e Putin erano cattivi, e gli altri no. Mai tale risonanza era stata data ad un bambino vittima di Daesh. Così come, a livello politico, mai nessuno aveva riunito con tanta urgenza il Consiglio di Sicurezza, quando intere città venivano distrutte e migliaia di persone uccise dai macellai con la bandiera nera. Di tutte le bugie raccontate in questi anni, a senso unico, sulla guerra, questa è la più sporca; specula sulla sofferenza solo per, ormai, disperati calcoli politici e non umanitari. Se veramente i diritti umani e (la vita) di tanti innocenti fossero stati a cuore all’Occidente e difesi con così tanta veemenza, Daesh sarebbe già stato affrontato in maniera seria e sconfitto.
Conscio di questa situazione, il ministro degli Esteri Gentiloni, dai microfoni di Radio Anch’io, ieri (mercoledì, nda) ha puntato il dito solo contro Assad – accusando il suo potere di essere responsabile di centinaia di migliaia di morti – e ha criticato pesantemente la Russia – mettendola anche in guardia nel futuro prossimo servendosi, tra gli altri, di discutibili ragionamenti geopolitici. Gentiloni, quindi, dimentica che Assad e i suoi alleati, ad Aleppo, città occupata, stanno combattendo Daesh, la feccia dell’umanità; dimentica che gli islamisti usano i civili come scudi umani per impietosire noi allocchi e farci confondere vittima e carnefice; dimentica che la guerra non l’ha voluta Assad e che prima di essa la Siria era un Paese sereno e tollerante; dimentica che la gente continua a scappare dalla zona sotto il controllo fondamentalista e non solo per le bombe. E dimentica che adesso bisogna prendere Aleppo, se veramente si vuole sconfiggere lo Stato Islamico e fermare una volta per tutte la mattanza siriana. Ma questo, Gentiloni e i suoi omologhi in seno alla Nato, lo vogliono davvero?
Non pago, il nostro Ministro, che in passato aveva dimostrato moderazione e capacità di comprensione delle situazioni anche oltre la retorica atlantista, questa volta ha pensato bene di assestare l’ennesimo schiaffo alla Russia. E anche se Putin riuscirà comunque a dormirci sopra, rimane il dispiacere nel vedere il nostro Paese comportarsi ancora una volta così nei confronti di chi sta facendo il lavoro sporco e viene, per questo, colpevolizzato. Ad aver voluto citare il “modello Grozny” – indicando come i pesanti bombardamenti ad Aleppo richiamino la Seconda guerra cecena e la durezza a cui fu costretta la Russia – Gentiloni ci ha involontariamente preso: lui lo intendeva in senso negativo, noi no. Ad Aleppo ci sono i “figli” di chi c’era a Grozny: le belve; l’”internazionale verde”, i movimenti salafiti e wahabiti che viaggiano sui campi di battaglia di mezzo mondo con lo scopo di creare ovunque il califfato e destabilizzare intere nazioni. Questi sono i musulmani contro cui combatte Putin, primi nemici di gran parte dell’Islam; musulmani “deviati”, che capiscono solo il linguaggio della violenza e che si fermeranno solo se sterminati.
Sunniti e sciiti qui non c’entrano nulla; c’entra chi sostiene regimi sanguinari e i suoi alleati e chi invece prova a sconfiggerli. E Mosca, attaccando i fondamentalisti, a dispetto di quanto mette in guardia Gentiloni, non si inimicherà il mondo musulmano sunnita di cui, anzi, è culla (ospitandone più di dieci milioni) e alleata. Ancora, il minacciato isolamento internazionale a cui andrà incontro la Russia – agitato come spettro dal Ministro – qualora non fermi i bombardamenti di Aleppo, come potrebbe spaventarla? A quale maggiore isolamento può andare incontro, oltre a quello pesantissimo patito per aver provato a difendere l’Ucraina dal rigurgito nazi-americano, senza piegare la testa? E’ stata portata ad aver più da guadagnare che da perdere, dalla situazione siriana. E per questo motivo, alla Russia, del plauso della comunità internazionale – sinonimo di calata di braghe – gliene importa poco, perché l’unico modo per averlo sarebbe starsene in casa, cheta, cheta a guardare la tempesta (dentro e) fuori dai suoi confini, come accade da circa quindici anni. Oggi, al Cremlino, prima di tutto vengono la sconfitta di Daesh, la liberazione di Aleppo e della Siria, la riconquista di un proprio spazio nel Mediterraneo e di un nuovo ruolo egemone in Medio Oriente. Che questa riaffermazione di ruolo di potenza debba passare dalla Siria, però, si badi bene, non l’ha né deciso, né tantomeno voluto, il Cremlino; bensì, qualche mediocre scacchista in seno alla Nato, cronico incapace nel prevedere le mosse russe. Gentiloni tutto questo lo sa. Ma deve dire il contrario.

di Federico Capnist - 29 settembre 2016

ESCALATION! Sofri e Goracci si son già arruolati. E voi cosa aspettate?


Stoltenberg ha accusato la Russia e la Siria insieme  per i bombardamenti sui terroristi ad Aleppo, e anche della distruzione del convoglio umanitario del 19 settembre scorso:  la falsità  di questa ultima accusa è patente, dato che del convoglio faceva parte, con l’Onu, la Mezzaluna Rossa siriana, ente   collegato con Damasco: assurdo sostenere che il governo abbia colpito  una sua organizzazione.

Le menzogne dei media sono già arma bellica

Ma  la spudoratezza stessa di queste menzogne da parte della NATO – che fa’ parte della colossale operazione di psy-op denunciata da Manlio Dinucci  –
indica  che gli occidentali, in difesa dell’IS alle corde, hanno innestato la marcia superiore  della escalation bellicista. Demonizzazione  finale  del  “presidente Assad (come già fatto con Milosevic e Gheddafi), presentato come un sadico dittatore che gode a bombardare ospedali e sterminare bambini, con l’aiuto dell’amico Putin (dipinto come neo-zar del rinato impero russo)”  fa  il paio con l’accusa di Ban Ki Moon, senza alcuna prova, che l’aviazione russa “colpisce ospedali, sapendo che è crimine di  guerra”, e l’ultimatum di Kerry a Lavrov; “ sospendete i bombardamenti su Aleppo  o è la fine di ogni rapporto con voi” si unisce    con la  minaccia di Samantha Power  (spalleggiata dalla Gran Bretagna e dalla Francia)  di far cacciare la Russia dal Consiglio di Sicurezza per indegnità e barbarie.  Tutte queste urla e frenesie  vanno intese – insieme con il dispiegamento degli AWACS –  per quello che sono: elementi della preparazione bellica, escalation  e guerra psicologica in atto, la volontà di chiudere le porte ad ogni pacificazione, compiendo atti irrevocabili, e menzogne spudorate.
Fa’ ripugnanza vedere che nessun governo europeo s’è sottratto a questa guerra, avanzando come  zombi nello scivolo bellico  – e allo scopo strategico di evitare la disfatta dei terroristi islamici.   Anzi anche  l’Italia, con la Germania e i rappresentanti UE, s’è schierata a esigere la “condanna”   per “barbarie” della Russia e della Siria da parte del Consiglio di Sicurezza, in unità servile con Samantha Power ed i britannici.  Circostanze indicative del fatto che il giornalismo occidentale ha ormai calzato l’elmetto, nessun  mezzo di comunicazione italiano ha ripreso la sensazionale intervista del giornalista Jurgen Todenhofer al capo militare di Al Nusra che dice: “Gli Usa sono dalla nostra parte”.  Se si deve giudicare dai filmati che manda il TG 3, la loro inviata Lucia Goracci è ormai embedded coi Caschi Bianchi, quell’organizzazione fiancheggiatrice dei terroristi cofinanziata da britannici e americani al ritmo di 60 milioni di dollari e creata da un militare inglese, James Le Mesurier   che La Stampa chiama “gli angeli di Aleppo”.

Adriano Sofri - sempre dalla parte del Bene
Adriano Sofri – sempre dalla parte del Bene

Segnale inequivocabile: come chiamato dall’odore del sangue, Adriano Sofri il mandante del noto omicidio Calabresi, su Il Foglio (noto giornale neocon)  ringhia e freme contro “i pacifisti a tripla mandata”,  quella sinistra  arcobaleno che non vuole andare in guerra per rovesciare Assad: “amate  così ad occhi chiusi la ‘pace’ da  non volere l’uso della forza per fermare il massacro”.
Sofri   è notoriamente fanatico fautore di ogni intervento umanitario Made in Usa e per Israel,  l’ex capo di Lotta Continua cerca di superare in settarismo Bernard Henry Lévy di cui è una imitazione nana. Basta cercare in Rete il suo nome insieme a  “Siria” per vedere   come si produce da mesi nella diffusione della propaganda dei Caschi Bianchi: “L’orrore della Siria negli occhi dei bambini”, rivelava già nel marzo 2013 (“i bambini” sono uno dei motivi più usati per smuovere il sentimentalismo delle masse e convincerle che è giusto dare la Siria al Califfato wahabita. Poi: “Avvertite  il nuovo pazzo di Damasco che la sua ora è suonata», in perfetta consonanza con simili minacce di Hollande e Pentagono, e  il franco “Intervenire in Siria”  proclamato sui media il settembre 20015.  Insomma fa’ del suo meglio per partecipare allo sforzo bellico pro-IS.
Nessun giornalista italiano dà invece le vere, inquietanti informazioni che vengono da terreno. Tanto per cominciare, l’aviazione Usa ha attaccato perla seconda volta in un mese – dopo il massacro operato freddamente  il 17 contro i soldati dell’esercito siriano, localmente assediati dalla guerriglia da anni – stavolta colpendo gli edifici della Brigata Politica  al centro della città di Al Mayadin: quanti civili uccisi? Ban Ki Mon e la Goracci non  lo dicono.

Inquietanti le truppe turche

Ancora più  allarmanti i movimenti delle truppe turche, riportati dal sito francese militare Stratediplo
“L’obiettivo prioritario dell’esercito turco, tagliare in due i territori curdi, non è stato  ancora conseguito nonostante la perfetta coordinazione con  lo Stato Islamico che – al contrario di quel che dice la propaganda turca –  si ritira senza combattere da ogni villaggio(da Jarablus in poi)nel momento stesso dell’arrivo delle forze turche, allo scopo di evitare di lasciare un intervallo dove potrebbero infiltrarsi le milizie curde. Ora, i curdi non cercano di opporsi tanto caldamente all’armata turca, ma continuano a prendere certi territori dello Stato Islamico, che per parte sua non può contare che sui lanci settimanali  col paracadute”per errore”  degli americani di munizioni, essendo stato il loro cordone logistico con la Turchia tagliato dall’aviazione russa  – che è un’altra ragione per cui la Turchia è entrata in Siria”.
Ma “bisogna notare che l’avanzata russa non è stata così rapida come previsto”,  dice il sito.   Ma “l’obiettivo della Turchia non è cambiato, ed ha ancora il 26 settembre annunciato che avanzerà verso Sud almeno fino alla città di Manbij  per stabilirci una “zona di sicurezza” di 5 mila chilometri quadrati (ossia una zona occupata) che permetterà da una parte di ristabilire il cordone logistico con lo Stato Islamico e dall’altra di dividere i territori curdi in una zona est e una zona ovest”.
Da anni Erdogan vuole la “no fly zone” in Siria (e incamerarsene una parte), e adesso lo sta facendo, con il coordinamento con i terroristi.  Ciascuno vede la pericolosità della situazione: un membro della NATO sta operando la sua privata invasione dello stato vicino (non è nemmeno il caso di menzionare il termine di ‘legalità internazionale’) ma se i russi o i siriano reagiscono, offrono il casus belli all’intervento  diretto NATO.
Ovviamente la NATO è assillata dall’urgenza di liberare i  suoi  terroristi assediati e bombardati ad  Aleppo. “Da assediata che era nei quartieri ovest e  sud dove si era  rifugiata  i tre quarti della popolazione, l’armata siriana è passata a liberare quei quartieri nord dal terrorismo islamista”, scrive Stratediplo: “Ciò  spiega la febbrile attività occidentale per “fare cessare le violenze”, ossia per arrestare la controffensiva del governo. Ciò s’è tradotto in una campagna di propaganda mediatica (di cui fanno parte i Caschi Bianchi)  accusando il governo siriano di bombardare la sua propria popolazione civile con l’aiuto dell’aviazione russa onde far montare una pressione “umanitaria” che servirà a preparare le iniziative presso l’ONU per stabilire una zone di sicurezza che vieti il sorvolo dell’aviazione siriana e russa, insomma il sequestro della spazio aereo siriano.  Ovviamente una simile proposta al consiglio di sicurezza sarà respinta almeno dalla Russia, sicché non viene presentata in buona   fede, ma al solo scopo di incolpare la Russia. I nemici della Siria formulano  tutti i progetti di  risoluzione del conflitto non  per facilitarne la  accettazione, ma per assicurare il loro rigetto”.
Stratediplo ricorda giustamente che, per contro, “la Russia ha preso sempre in parola i partner occidentali quanto alle loro intenzioni pacificatrici”.  Nel 2013, quando l’intervento occidentale fu imminente con l’accusa che Assad usava armi chimiche contro il suo stesso popolo (accusa che sarà provata falso, poi, dalla giurista svizzera Carla Del Ponte), Mosca disinnescò l’attacco proponendo il disarmo chimico totale della Siria, cosa subito accettata da Assad.
“Allo stesso modo Mosca propone continuamente agli Stati Uniti di coordinare  insieme le loro pretese operazioni antiterroriste in territorio siriano.  E’ stata la Russia a proporre  il cessate il fuoco in risposta ai grandiloquenti appelli occidentali a far cessare i combattimenti ad Aleppo” (dove soffrono “i bambini”, eccetera).
“Il 9 settembre a Ginevra Lavrov e Kerry hanno firmato un insieme di cinque accordi che doveva portare, il 12 settembre, alla tregua; tregua imposta dai russi al governo siriano unilateralmente, perché la guerriglia estremista non è stata invitata dagli Usa”, e quindi non s’è impegnata a nessuna tregua, e infatti “la viola ogni giorno decine di volte”
“Gli Stati Uniti si sono opposti alla pubblicazione di questi accordi (male accetti dal Pentagono), ma hanno dichiarato che un cessate il fuoco era stato firmato ed hanno invitato tutti i paesi, e anche l’Onu, a forzare la Siria ad applicarla”. La Siria che aveva accettato, al contrario dei “nostri”  terroristi.
Pur sollecitati molte volte da Mosca, gli Usa hanno rifiutato di pubblicare congiuntamente il testo degli accordi. Poi, unilateralmente senza accordo previo, il 23 settembre hanno  diffuso  ai propri media  l’essenziale di uno dei cinque accordi, tratto fuori dal contesto,  allo scopo di accusare la Russia di non averlo fatto applicare alla Siria.  Ciò ha obbligato la Russia a pubblicare l’integrale di questo accordo (uno dei cinque, senza svelare gli altri quattro – fedele al suo impegno – senza l’assenso Usa) “!sottolineando che la prima clausola di questo accordo, chiave di volta della tregua,  era la distinzione e designazione, da parte degli Usa, dei guerriglieri che essi considerano terroristi da combattere, e quelli  secondo loro “moderati” da risparmiare”. Gli Usa non possono semplicemente fare questa distinzione, ovviamente.

L'apparato di propaganda
I Caschi Bianchi, parte dell’apparato di propaganda

Come ne sono usciti gli americani, sollecitati con insistenza dai russi a fare la distinzione fra buoni e cattivi terroristi?
Sabato 17 settembre caccia Usa attaccano le posizioni siriane a Deir Ez-Zor (il massacro dei soldati), “rinforzati da aviazioni di altri paesi, palesemente per diluire le responsabilità”, nota Stratediplo. Attaccano, ripeto, soldati assediati da mesi e immobili.
Ecco una versione dei fatti che la Goracci non vi ha raccontato. “ Preoccupato di evitare un confronto diretto, lo stato maggiore russo  ha immediatamente protestato presso lo stato maggiore americano, che in un primo tempo ha rifiutato  di rispondere onde condurre a termine l’operazione – quattro ondate successive della durata di oltre un’ora, consistente  non solo in bombardamenti ma, secondo testimonianze, in mitragliamento coi cannoncini di bordo da 30 mm per finire gli ultimi testimoni (un crimine di guerra in più)”.
Il bombardamento era “operazione di appoggio a un’offensiva terrestre dello Stato Islamico, ed è stata coordinata con esso al minuto (…).  Di fatto lo sfruttamento di un attacco aereo da parte di truppe di terra deve essere condotto al minuto: se a terra si avanza troppo presto si rischia di bombardare le proprie truppe, se troppo tardi, il nemico ha tempo di ‘rialzare la testa”.  Ciò fa’ indovinare, dicono i militari francesi, “la presenza di un ufficiale di collegamento e di guida al suolo americano in seno alle forze dello Stato Islamico”.
Infatti “il presidente del parlamento siriano ha rivelato, il 26 settembre, che i servizi siriani avevano registrato le comunicazioni di coordinamento fra lo Stato Islamico e l’aviazione Usa”: notizia che la stampa italiana, ormai impegnata nelle forze armate NATO,  non vi ha dato.   Naturalmente gli Usa hanno detto che il bombardamento l’avevano fatto “per errore”.
E’ stato, commenta Stratediplo, “il primo attacco frontale diretto contro l’esercito siriano dall’intrusione americana nel paese”; cosa  nuova, perché “gli Usa, più abituati alle azioni strategiche che alle tattiche,   praticano poco l’attacco al suolo  contro bersagli militari potenzialmente reattivi, preferendo   il bombardamento delle popolazioni civili ad alta quota”.   Se hanno cambiato in questo caso, è perché “i loro suppletivi islamisti al suolo non sono più in grado di segnare dei punti senza l’appoggio diretto aereo, e  finivano per  perdere Aleppo”, allo stesso modo in cui anche le provate truppe di Assad “non sono più in grado di liberare il triangolo orientale siriano senza il sostegno russo”.  I Russi si riducono volontariamente alla porzione occidentale viva del Paese, ed evitano di intervenire nell’Est, dove l’armata siriana è stata cacciata >”e gli Usa hanno stesso la loro cappa aerea”. Per gli americani  e i terroristi, “Deir Ez Zor dispone dell’aeroporto più orientale ancora tenuto dall’esercito siriano, che controlla la strada verso l’Irak”; ciò che spiega il proditorio attacco  proprio alle truppe siriane lì assediate, per far sì che i terroristi si impadronissero della zona.
“Sul piano operativo  – spiegano i militari-blogger  francesi –  sembra che gli Usa abbiano deciso di cacciare la Siria all’est dell’Eufrate e, data la reticenza delle milizie curde   di uscire dai loro territori, per spingere (i siriani) verso Sud, e della inattesa lentezza delle forze turche (per sua parte reticente a un confronto diretto con la Russia),   di spingere Al Nusra verso il nord per attuare la congiunzione con l’armata turca, permettendo allo Stato Islamico di ritirarsi verso l’Est  per ridi spiegarsi  nel triangolo orientale fuori portata dell’esercito siriano bloccato ad Ovest dell’Eufrate   e fornire così un pretesto all’intervento americano tra quello e la frontiera irachena”.
“In ogni caso sul piano strategico,l’operazione statunitense a Der ez-Zor era l’occasione di  annunciare un’entrata in guerra diretta contro la Siria e eventualmente contro la Russia”.
A questo siamo. E i governi europei, compreso il nostro, tengono bordone. E i tg si son messi l’elmetto.



Putin ci avvisa del Pericolo Imminente di Guerra!


"Vediamo anno dopo anno ciò che sta per arrivare,
 e «loro» sono a conoscenza che noi lo sappiamo."

Ecco la terribile frase pronunciata da Putin alla conferenza stampa del 17 giugno 2016al Forum internazionale dell'Economia svoltosi a San Pietroburgo.

Ed ha proseguito, rivolto ai giornalisti presenti, dicendo:

"È soltanto a voi che propinano queste frottole, e voi le bevete e le propagate alle popolazioni nei vostri paesi. Le genti, in quanto tali, non hanno la percezione del pericolo imminente – ed ecco ciò che mi preoccupa.

Come è possibile non comprendere che il mondo viene sospinto in una situazione irreversibile? Sebbene essi pretendano di instillare l'idea che nulla stia accadendo. Non so più come fare per avvertire di questo."

Così Putin ci avvisa che, in sostanza, una guerra ineluttabile si profila...




Dalla caduta dell'Unione Sovietica, la NATO continua ad ammassare, poco a poco,forze terrestri e nucleari lungo le sue frontiere.

L'Ucraina è stata vittima di un colpo di stato diretto da George Soros, Chevron, Monsanto e Victoria Nuland.

Le manifestazioni pubbliche a Majdán Nezaléžnosti (Piazza Indipendenza) sono state una "rivoluzione colorata" sostenuta dalle ONG e dalle fondazioni dell'Open Society il cui scopo era di posizionare la NATO in Crimea e lungo i confini dell'Ucraina, ad una distanza da Mosca relativamente breve.

Gli USA hanno speso più di 5 miliardi di dollari per rovesciare il governo e il presidente ucraino Viktor Janukovyč.

Creando le condizioni per la loro realizzazione, la NATO ha palesemente concorso ed incoraggiato i crimini di guerra nel Donbass, dal momento che la metà dell'Ucraina è russofona e vive nella parte orientale.

Di conseguenza, in Crimea, c'è stato un referendum riconosciuto a livello planetario,grazie al quale il popolo si è espresso in favore della propria reintegrazione nella Federazione russa, di cui faceva parte sin dal tempo della Grande Caterina, essendo il territorio stato annesso all'Ucraina soltanto in epoca sovietica.

In seguito, avendo dei politici europei e dei militanti per la pace visitato la Crimea,hanno affermato che la votazione era stata indetta democraticamente dalla volontà popolare e che il suo esito era stato ineccepibile e non truccato.

Nel frattempo, è esplosa la guerra civile tra le zone occidentali ed orientali ucraine.Senza sosta Kiev bombarda con razzi la parte ad est, perché le regioni di Donetsk e di Lugantsk non riconoscono il governo attuale, che persino l'agenzia di Intelligence"US Stratfor" ha definito come "il colpo di stato più flagrante della storia."




Più di un milione di persone sono fuggite dall'Ucraina, non verso l'Europa, bensì in direzione della Russia. Oltre a medici, avvocati, ingegneri e proprietari di fabbriche,un gran numero tra loro era costituito da ricchi agricoltori provenienti dalle regioni tipiche di tchernoziom (suolo particolare di terra nera, ricca di humus), famose per la loro fertilità.

Reinsediatisi  nell'oriente russo,  tali coltivatori  hanno  ricevuto  terre  e  sovvenzioni  per gestire le loro fattorie. Per questo, nonostante le sanzioni imposte al paese dal 2014, la Russia è passata, nell'arco di due anni, dal ruolo di importatore a quello di esportatore di derrate alimentari.

E bisogna notare che gli OGM, ossia gli alimenti geneticamente modificati, vi sono proibiti, così come gli erbicidi tossici.

Nel corso delle ultime settimane, l'intera squadra russa è stata bandita dai giochiparalimpici di Rio de Janeiro dal 7 al 18 settembre; le sanzioni sono state prolungatedi sei mesi contro la Russia e la regione "ribelle" del Donbass ad est dell'Ucraina.

In più, guarda caso, il tifone Lionrock si è abbattuto sull'estremo oriente del territoriorusso dal 29 al 31 agosto, ed ha riversato violente piogge proprio sulle aree dove, come suddetto, si è investito molto per rilanciare l'agro-industria.

A questo proposito, bisognerebbe riflettere un po' sui sismi in Italia, nelle Filippine e in Oklahoma.

Durante i due conflitti mondiali, Jacob Schiff della Federal Reserve finanziava il Giappone perché facesse le sue campagne belliche contro la Russia e la Cina, così come Lenin e Trotsky.

Bush, Ford, Rockefeller, la banca Chase Manhattan, JPMorgan, Harriman, ed un certo numero di altri, finanziavano invece Hitler e la sua guerra lampo nell'Europa dell'est e alla fine contro Stalingrado.




Gli Stati Uniti d'America non attaccarono apertamente l'Unione Sovietica e pretesero di agire a supporto degli "alleati". Entrarono in guerra solamente quando l'assalto di Stalingrado fallì e allorché i russi lanciarono il loro personale affondo contro Berlino.

Gli americani avrebbero voluto giungervi per primi. Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, la politica USA in Germania è sempre stata quella di tenere sottomessi i tedeschi, di impedir loro di avvicinarsi alla Russia e di rimanervi di stanza.

La nazione teutonica ha la più grande base militare statunitense estera, se si escludono quelle interne agli Stati Uniti stessi.

Tutto ciò, porta a questo: la Germania si prepara a dispiegare truppe all'interno dei suoi confini perché un "catastrofico" attacco terroristico viene reputato "concepibile quanto probabile".

Che si tratti di una lotta al terrore o... di una scalata al potere pianificato sotto la copertura del "terrorismo", la Germania, gli USA e la NATO hanno forse l'intenzione di sferrare un'offensiva contro la Russia? Nell'aprile del 2016, Obama ha chiesto all'Unione Europea il sostegno per un'eventuale guerra contro Putin.

Questa volta, nell'eventualità di una Terza Guerra Mondiale, gli USA sarebbero apertamente aggressivi verso la Russia, contrariamente ai due precedenti conflitti mondiali dove, facendo agire eserciti mandatari, potevano smentire in modo plausibile la loro implicazione, come fanno oggi con l'assistenza a Daesh in Siria e in Iraq.

Comunque sia, contrariamente alle due guerre passate, in cui gli USA erano protetti da qualsiasi intrusione sul loro territorio dagli oceani Pacifico e Atlantico, adesso, il grande "Scontro Planetario" non rivedrà questo scenario e sarà totalmente diverso.

La Russia ha aumentato con dieci aerodromi la sua presenza militare nell'Artico.L'Alaska è in linea d'aria soltanto a 82 chilometri da essa e il Comando USA della Capitaneria costiera si trova ad un tiro di schioppo.


Lo stretto di Bering: a sinistra la Russia, a destra gli USA, al centro le isole Diomede.

In una recente intervista a Bloomberg, Putin infrangendo il protocollo ha posto una domanda al giornalista John Micklethwait:

"Bene, vorrei completare la mia risposta al quesito precedente. Lei ha operato come reporter per un lungo periodo, quindi è assolutamente esperto per comprenderetutte le minacce che possono emergere da un contesto internazionale teso; non è vero? Soprattutto se esistono delle tensioni tra le grandi potenze nucleari del mondo. Tutti capiamo questo.

Certo, è lei che pone le domande a me. Lei è l'intervistatore, non io. Mi permetta tuttavia di chiederle: volete un'altra crisi come quella dei missili di Cuba? Non è così?"

John Micklethwait: "No, nessuno lo desidererebbe."

Vladimir Putin: "Ovviamente, nessuno."

"Attualmente non c'è John Kennedy alla Casa Bianca e non v'è alcuna possibilità che ne ritorni un altro presto, qualsiasi cosa pensino gli americani. Ma questo è un ennesimo vaso di Pandora; un'esposizione truccata di cani e pony concepita come intrattenimento per gente piccola...

A differenza del referendum di Crimea, o del Donbass in Ucraina orientale, le persone sono pronte a battersi e a morire sfidando il regime corrotto installato dopo un rovesciamento governativo pianificato dagli USA. Così come i russi erano pronti a combattere e ad immolarsi durante la Seconda Guerra Mondiale, che ne ha visti perire trenta milioni: le loro case bombardate, le famiglie distrutte e le donne violentate.

Ecco ciò che emerge... il popolo è pronto a morire. E voi lo siete? O tutto questo fa parte della vostra realtà hollywoodiana, con le sparatorie di Batman, le tragedie "falsificate" di Boston e di Sandy Hook con l'interpretazione di attori adatti ai film catastrofici? Dove si inseriscono Rambo e George Clooney in tale equazione?"




A questo punto la mia domanda è lecita (che l'autrice dell'articolo si pone; ndt):

"Sono preparati gli statunitensi a quello verso cui i loro dirigenti li trascinano? Ne hanno piena consapevolezza? Forse credono sempre, come al secolo scorso, che il mondo intero possa andare in fumo senza il loro intervento e che a discapito di tutti possano ancora trarne enormi vantaggi, con la propria popolazione indenne e le loro infrastrutture intatte?"

Katherine Frisk

Post Scriptum

Consiglio vivamente di leggere i due eccellenti articoli di Maurizio Blondet sullo scottante argomento:


Traduzione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it


Originale: veteranstoday.com
Pubblicato da 

La Notizia di Manlio Dunicci – Psyop: operazione Siria

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