AMORIS LAETITIA. CONTRO LA CONFUSIONE, UNA DICHIARAZIONE DI FEDELTÀ ALLA DOTTRINA DELLA CHIESA.
Marco Tosatti
La confusione esistente in materia di comunione ai divorziati risposati non accenna a chiarirsi, anzi. Singoli vescovi e conferenze episcopali prendono posizione a favore o contro la possibilità di dare l’eucarestia a persone che vivono una seconda relazione senza che la prima sia stata giudicata nulla dalla Chiesa. Contro questa ambiguità l’associazione Supplica Filiale, che aveva chiesto con quasi novecentomila firme a papa Francesco di pronunciarsi con chiarezza sull’argomento pubblica oggi una “Dichiarazione di fedeltà” all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina.
Su La Stampa pubblico una notizia relativa a questo passo. Ecco un testo più ampio.
FERMA FEDELTÀ A UN MAGISTERO IMMUTABILE
80 Personalità cattoliche ribadiscono l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e sulla morale
Una Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina è stata divulgata oggi 27 settembre 2016 da un gruppo di 80 personalità cattoliche, comprendenti cardinali, vescovi, sacerdoti, eminenti studiosi, dirigenti di associazioni specializzate e noti esponenti della società civile.
La dichiarazione è stata divulgata dall’associazione Supplica Filiale, la stessa che ha promosso fra i due Sinodi sulla famiglia una raccolta di quasi 900.000 firme di fedeli cattolici (fra i quali 211 prelati) chiedendo a Papa Francesco una parola di chiarezza che dissipasse la confusione venuta a crearsi nella Chiesa nel concistoro di febbraio del 2014 su questioni fondamentali della morale naturale e cristiana.
Constatando che la confusione non ha fatto che aumentare nei fedeli dopo i due Sinodi sulla famiglia e la successiva pubblicazione dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia (con le sue propaggini interpretative più o meno ufficiali), i firmatari della Dichiarazione di fedeltà sentono il pressante dovere morale di ribadire l’insegnamento bimillenario della dottrina cattolica sul matrimonio, la famiglia e la disciplina morale praticata per secoli nei confronti di queste basilari istituzioni della civiltà cristiana . Tale grave dovere, secondo i firmatari, si fa ancora più urgente in vista dell’attacco crescente che le forze secolariste stanno sferrando contro il matrimonio e la famiglia; attacco che non sembra trovare più la barriera di un tempo nella prassi cattolica, almeno nel modo in cui questa oggi viene generalmente presentata all’opinione pubblica.
Solidamente supportata da un cristallino e inconfutabile insegnamento, anche molto recentemente ribadito dal Supremo Magistero della Chiesa, la Dichiarazione si articola in 27 affermazioni di verità esplicitamente o implicitamente negate o rese ambigue nell’attuale linguaggio di vari documenti ecclesiali di carattere pastorale. Si tratta, secondo i firmatari, di dottrine e prassi immodificabili che riguardano, ad esempio, la fede nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia, il rispetto che si deve ad Essa, l’impossibilità di partecipavi in stato oggettivo di peccato grave, le condizioni del pentimento per ricevere l’assoluzione sacramentale, l’ottemperamento universale del Sesto Comandamento della Legge di Dio, il gravissimo dovere di non dare scandalo pubblico e di non indurre il popolo di Dio a peccare o a relativizzare il bene e il male; i limiti oggettivi della coscienza, ecc.
La Dichiarazione di Fedeltà è già disponibile in inglese e italiano ed entro breve lo sarà anche in francese, tedesco, spagnolo e portoghese sul sito http://www.filialappeal.org/
Chiunque vorrà aderire ad essa potrà farlo firmando sul sito http://www.filialappeal.org/
Riassunto della Dichiarazione di Fedeltà
Errori sul vero matrimonio e sulla famiglia sono vastamente sparsi oggi negli ambienti cattolici, in modo particolare dopo i due Sinodi, Straordinario e Ordinario, sulla famiglia e la pubblicazione dell’ Esortazione Amoris Laetitia.
Di fronte a questa realtà, la presente Dichiarazione esprime la risoluzione dei suoi firmatari di rimanere fedeli agli insegnamenti morali immutabili della Chiesa sui sacramenti del Matrimonio, della Riconciliazione e dell’Eucaristia e alla sua sempiterna e duratura disciplina nei confronti di questi sacramenti.
Specificamente, la Dichiarazione di Fedeltà sostiene fermamente che:
– Il matrimonio e l’atto coniugale hanno entrambi propositi procreativi e unitivi e ogni atto coniugale deve essere aperto al dono della vita;
– La cosidetta educazione sessuale è un diritto basilare e primario dei genitori che deve essere sempre attuato sotto la loro attenta guida;
– La consacrazione definitiva di una persona a Dio per mezzo di una via di castità perfetta è oggettivamente più eccellente del matrimonio.
– Le unioni irregolari non possono esprimere né parzialmente né analogicamente il bene del matrimonio cristiano, anzi lo contraddicono radicalmente, e devono essere ritenute forme peccaminose di vita;
– Le unioni irregolari non possono essere raccomandate come un prudente e graduale compimento della legge divina.
III. Sulla Legga Naturale e la coscienza individuale
– La coscienza non è la sorgente del bene e del male, ma rimembra come una azione debba adeguarsi alla legge divina e naturale;
– Una coscienza ben formata mai giungerà alla conclusione che, a causa dei limiti di una determinata persona, la migliore risposta che essa possa dare al Vangelo sia di rimanere in una situazione oggettivamente peccaminosa o che Dio stesso gliela stia chiedendo;
– Le gente non deve pensare alla pratica del Sesto Comandamento o alla indissolubilità del matrimonio come meri ideali da raggiungere;
– Il discernimento personale o pastorale non può mai portare i divorziati “risposati” a concludere che la loro unione adulterina possa essere giustificata dalla “fedeltà” al nuovo compagno o alla nuova compagna, che separarsi dall’unione adulterina sia impossibile, oppure che così facendo si espongano a nuovi peccati; i divorziati che si sono “risposati” e che non possono soddisfare la grave esigenza di separarsi, sono moralmente obbligati a vivere “come fratello e sorella” e evitare di dare scandalo, particolarmente qualsiasi manifestazione di intimità propria delle coppie maritate.
– Non esiste una via di mezzo fra lo stare in grazia di Dio ed esserne privo a causa del peccato grave. La crescita spirituale per qualcuno che vive in stato oggettivo di peccato consiste nell’abbandonare quella situazione;
– Dato che Dio è onnisciente, la legge naturale e la legge rivelata provvedono a tutte le situazioni particolari, specialmente quando proibiscono azioni “intrinsecamente cattive”;
– La complessità delle situazioni e i diversi gradi di responsabilità non impediscono ai pastori di poter concludere che coloro che vivono in unioni irregolari sono in oggettivo stato di peccato grave e di presumere nel foro esterno che si sono privati della grazia santificante;
– Poiché l’uomo è munito di libera volontà, gli atti morali volontari devono essere imputati al suo autore e questa imputabilità deve essere presunta;
– I divorziati “risposati” civilmente che permangono in uno stato oggettivo di adulterio non possono essere ritenuti dai confessori in possesso dello stato di grazia, quindi in grado di ricevere l’assoluzione e la Sacra Eucaristia, almeno che essi esprimano contrizione e fermamente si risolvano ad abbandonare il loro stato di vita;
– Nessun discernimento responsabile può sostenere che l’ammissione all’Eucaristia è permessa ai divorziati civilmente “risposati” che vivono apertamente more uxorio, sotto il pretesto che, dovuto a diminuita responsabilità, non esiste peccato grave. La loro vita esterna infatti contraddice oggettivamente il carattere indissolubile del matrimonio cristiano;
– La certezza soggettiva in coscienza sulla invalidità del matrimonio previo non è mai di per sé sufficiente a scusare i divorziati civilmente “risposati” del peccato materiale di adulterio o di permettere loro di non rispettare le conseguenze sacramentali del vivere da peccatori pubblici;
– Coloro che ricevono la Sacra Eucaristia devono trovarsi in stato di grazia e dunque i divorziati civilmente “risposati” che conducono uno stile di vita peccaminoso, rischiano di commettere un sacrilegio ricevendo la Sacra Eucaristia;
– Secondo la logica del Vangelo le persone che muoiono in stato di peccato mortale e non riconciliati con Dio, sono condannati eternamente all’inferno.
– L’impossibilità di dare la Comunione a cattolici che vivono manifestamente in uno stato oggettivo di peccato grave emana dalla cura materna della Chiesa, dal momento che essa non è proprietaria dei sacramenti bensì una sua amministratrice;
VII. Sulla validità universale del Magistero costante della Chiesa
– Le questioni dottrinali, morali e pastorali riguardanti i sacramenti dell’Eucaristia, della Riconciliazione e del Matrimonio devono essere risolte tramite interventi del Magistero e, per la loro stessa natura, precludono le interpretazioni contradditorie o la possibilità di trarre conseguenze pratiche sostanzialmente in opposizione a esso;
Mentre si spargono ovunque le piaghe del divorzio e della depravazione sessuale, persino all’interno della vita ecclesiale, è un dovere dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli cattolici dichiarare, ad una voce, la loro fedeltà all’immutabile insegnamento della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina, così come è stata ricevuta dagli Apostoli.
Roma, 27 settembre 2016
Lista dei primi firmatari e testo completo della Dichiarazione
La confusione esistente in materia di comunione ai divorziati risposati non accenna a chiarirsi, anzi. Singoli vescovi e conferenze episcopali prendono posizione a favore o contro la possibilità di dare l’eucarestia a persone che vivono una seconda relazione senza che la prima sia stata giudicata nulla dalla Chiesa. Contro questa ambiguità l’associazione Supplica Filiale, che aveva chiesto con quasi novecentomila firme a papa Francesco di pronunciarsi con chiarezza sull’argomento pubblica oggi una “Dichiarazione di fedeltà” all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina.
Su La Stampa pubblico una notizia relativa a questo passo. Ecco un testo più ampio.
FERMA FEDELTÀ A UN MAGISTERO IMMUTABILE
80 Personalità cattoliche ribadiscono l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e sulla morale
Una Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina è stata divulgata oggi 27 settembre 2016 da un gruppo di 80 personalità cattoliche, comprendenti cardinali, vescovi, sacerdoti, eminenti studiosi, dirigenti di associazioni specializzate e noti esponenti della società civile.
La dichiarazione è stata divulgata dall’associazione Supplica Filiale, la stessa che ha promosso fra i due Sinodi sulla famiglia una raccolta di quasi 900.000 firme di fedeli cattolici (fra i quali 211 prelati) chiedendo a Papa Francesco una parola di chiarezza che dissipasse la confusione venuta a crearsi nella Chiesa nel concistoro di febbraio del 2014 su questioni fondamentali della morale naturale e cristiana.
Constatando che la confusione non ha fatto che aumentare nei fedeli dopo i due Sinodi sulla famiglia e la successiva pubblicazione dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia (con le sue propaggini interpretative più o meno ufficiali), i firmatari della Dichiarazione di fedeltà sentono il pressante dovere morale di ribadire l’insegnamento bimillenario della dottrina cattolica sul matrimonio, la famiglia e la disciplina morale praticata per secoli nei confronti di queste basilari istituzioni della civiltà cristiana . Tale grave dovere, secondo i firmatari, si fa ancora più urgente in vista dell’attacco crescente che le forze secolariste stanno sferrando contro il matrimonio e la famiglia; attacco che non sembra trovare più la barriera di un tempo nella prassi cattolica, almeno nel modo in cui questa oggi viene generalmente presentata all’opinione pubblica.
Solidamente supportata da un cristallino e inconfutabile insegnamento, anche molto recentemente ribadito dal Supremo Magistero della Chiesa, la Dichiarazione si articola in 27 affermazioni di verità esplicitamente o implicitamente negate o rese ambigue nell’attuale linguaggio di vari documenti ecclesiali di carattere pastorale. Si tratta, secondo i firmatari, di dottrine e prassi immodificabili che riguardano, ad esempio, la fede nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia, il rispetto che si deve ad Essa, l’impossibilità di partecipavi in stato oggettivo di peccato grave, le condizioni del pentimento per ricevere l’assoluzione sacramentale, l’ottemperamento universale del Sesto Comandamento della Legge di Dio, il gravissimo dovere di non dare scandalo pubblico e di non indurre il popolo di Dio a peccare o a relativizzare il bene e il male; i limiti oggettivi della coscienza, ecc.
La Dichiarazione di Fedeltà è già disponibile in inglese e italiano ed entro breve lo sarà anche in francese, tedesco, spagnolo e portoghese sul sito http://www.filialappeal.org/
Chiunque vorrà aderire ad essa potrà farlo firmando sul sito http://www.filialappeal.org/
Riassunto della Dichiarazione di Fedeltà
Errori sul vero matrimonio e sulla famiglia sono vastamente sparsi oggi negli ambienti cattolici, in modo particolare dopo i due Sinodi, Straordinario e Ordinario, sulla famiglia e la pubblicazione dell’ Esortazione Amoris Laetitia.
Di fronte a questa realtà, la presente Dichiarazione esprime la risoluzione dei suoi firmatari di rimanere fedeli agli insegnamenti morali immutabili della Chiesa sui sacramenti del Matrimonio, della Riconciliazione e dell’Eucaristia e alla sua sempiterna e duratura disciplina nei confronti di questi sacramenti.
Specificamente, la Dichiarazione di Fedeltà sostiene fermamente che:
- Sulla castità, il matrimonio e i diritti dei genitori
– Il matrimonio e l’atto coniugale hanno entrambi propositi procreativi e unitivi e ogni atto coniugale deve essere aperto al dono della vita;
– La cosidetta educazione sessuale è un diritto basilare e primario dei genitori che deve essere sempre attuato sotto la loro attenta guida;
– La consacrazione definitiva di una persona a Dio per mezzo di una via di castità perfetta è oggettivamente più eccellente del matrimonio.
- Sulle coabitazioni, le unioni di persone dello stesso sesso e il matrimonio civile dopo il divorzio
– Le unioni irregolari non possono esprimere né parzialmente né analogicamente il bene del matrimonio cristiano, anzi lo contraddicono radicalmente, e devono essere ritenute forme peccaminose di vita;
– Le unioni irregolari non possono essere raccomandate come un prudente e graduale compimento della legge divina.
III. Sulla Legga Naturale e la coscienza individuale
– La coscienza non è la sorgente del bene e del male, ma rimembra come una azione debba adeguarsi alla legge divina e naturale;
– Una coscienza ben formata mai giungerà alla conclusione che, a causa dei limiti di una determinata persona, la migliore risposta che essa possa dare al Vangelo sia di rimanere in una situazione oggettivamente peccaminosa o che Dio stesso gliela stia chiedendo;
– Le gente non deve pensare alla pratica del Sesto Comandamento o alla indissolubilità del matrimonio come meri ideali da raggiungere;
– Il discernimento personale o pastorale non può mai portare i divorziati “risposati” a concludere che la loro unione adulterina possa essere giustificata dalla “fedeltà” al nuovo compagno o alla nuova compagna, che separarsi dall’unione adulterina sia impossibile, oppure che così facendo si espongano a nuovi peccati; i divorziati che si sono “risposati” e che non possono soddisfare la grave esigenza di separarsi, sono moralmente obbligati a vivere “come fratello e sorella” e evitare di dare scandalo, particolarmente qualsiasi manifestazione di intimità propria delle coppie maritate.
- Sul discernimento, la responsabilità, lo stato di grazia e lo stato di peccato
– Non esiste una via di mezzo fra lo stare in grazia di Dio ed esserne privo a causa del peccato grave. La crescita spirituale per qualcuno che vive in stato oggettivo di peccato consiste nell’abbandonare quella situazione;
– Dato che Dio è onnisciente, la legge naturale e la legge rivelata provvedono a tutte le situazioni particolari, specialmente quando proibiscono azioni “intrinsecamente cattive”;
– La complessità delle situazioni e i diversi gradi di responsabilità non impediscono ai pastori di poter concludere che coloro che vivono in unioni irregolari sono in oggettivo stato di peccato grave e di presumere nel foro esterno che si sono privati della grazia santificante;
– Poiché l’uomo è munito di libera volontà, gli atti morali volontari devono essere imputati al suo autore e questa imputabilità deve essere presunta;
- Sui sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia
– I divorziati “risposati” civilmente che permangono in uno stato oggettivo di adulterio non possono essere ritenuti dai confessori in possesso dello stato di grazia, quindi in grado di ricevere l’assoluzione e la Sacra Eucaristia, almeno che essi esprimano contrizione e fermamente si risolvano ad abbandonare il loro stato di vita;
– Nessun discernimento responsabile può sostenere che l’ammissione all’Eucaristia è permessa ai divorziati civilmente “risposati” che vivono apertamente more uxorio, sotto il pretesto che, dovuto a diminuita responsabilità, non esiste peccato grave. La loro vita esterna infatti contraddice oggettivamente il carattere indissolubile del matrimonio cristiano;
– La certezza soggettiva in coscienza sulla invalidità del matrimonio previo non è mai di per sé sufficiente a scusare i divorziati civilmente “risposati” del peccato materiale di adulterio o di permettere loro di non rispettare le conseguenze sacramentali del vivere da peccatori pubblici;
– Coloro che ricevono la Sacra Eucaristia devono trovarsi in stato di grazia e dunque i divorziati civilmente “risposati” che conducono uno stile di vita peccaminoso, rischiano di commettere un sacrilegio ricevendo la Sacra Eucaristia;
– Secondo la logica del Vangelo le persone che muoiono in stato di peccato mortale e non riconciliati con Dio, sono condannati eternamente all’inferno.
- Sull’atteggiamento materno e pastorale della Chiesa
– L’impossibilità di dare la Comunione a cattolici che vivono manifestamente in uno stato oggettivo di peccato grave emana dalla cura materna della Chiesa, dal momento che essa non è proprietaria dei sacramenti bensì una sua amministratrice;
VII. Sulla validità universale del Magistero costante della Chiesa
– Le questioni dottrinali, morali e pastorali riguardanti i sacramenti dell’Eucaristia, della Riconciliazione e del Matrimonio devono essere risolte tramite interventi del Magistero e, per la loro stessa natura, precludono le interpretazioni contradditorie o la possibilità di trarre conseguenze pratiche sostanzialmente in opposizione a esso;
Mentre si spargono ovunque le piaghe del divorzio e della depravazione sessuale, persino all’interno della vita ecclesiale, è un dovere dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli cattolici dichiarare, ad una voce, la loro fedeltà all’immutabile insegnamento della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina, così come è stata ricevuta dagli Apostoli.
Roma, 27 settembre 2016
Lista dei primi firmatari e testo completo della Dichiarazione
- Prof. Wolfgang Waldstein, Cattedratico emerito della Università di Salisburgo, membro della Pontifica Accademia per la Vita (Austria)
- Sua Eminenza il cardinale Jãnis Pujats, Arcivescovo emerito di Riga, Lettonia.
- Sua Eccellenza Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakhstan.
- 1. Prof. Josef Seifert, Docente di Filosofia, Academia Internacional de Filosofía-Instituto de Filosofía Edith Stein IAP-IFES, Rettore fondatore della International Academy of Philosophy nel Principato di Liechtenstein (Austria).
- Dott.ssa Anca-Maria Cernea, Presidente della Ioan Barbus Foundation (Romania).
- Dott. Vincent-Jean-Pierre Cernea (Romania)
- Padre prof. Efrem Jindráček O.P., Vice-decano della Facoltà di Filosofia dell’Università di san Tommaso d’Aquino (Angelicum – Roma, Italia)
- Sua Eminenza il cardinale Carlo Caffarra, fondatore e primo preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia e arcivescovo emerito di Bologna (Italia).
- Sua Eminenza il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta (Vaticano)
- Rev.do don Nicola Bux, docente presso la Facoltà Teologica Pugliese (Italia)
- Sua Eccellenza Andreas Laun, vescovo ausiliare di Salisburgo (Austria)
- Sua Eccellenza Juan Rodolfo Laise, vescovo emerito di San Luis (Argentina)
- Padre Antonius Maria Mamsery, Superiore Generale dei Missionari della Santa Croce in Singida (Tanzania)
- Padre Giovanni M. Scalese, B., ordinario per l’Afghanistan.
- Padre José María Iraburu, già professore di Teologia spirituale della Facoltà di Teologia del Nord Spagna; presidente della Fondazione Gratis Date ed editore del quotidiano digitale InfoCatólica (Spagna)
- Mons. Juan Claudio Sanahuja, Dottore in Teologia; docente di teologia morale dei sacramenti; giornalista (Argentina)
- Prof. Dr. Alma von Stockhausen, docente di filosofia e fondatrice della Accademia Gustav-Siewerth in Weilheim-Bierbronnen (Germania).
- Prof. Dr. Rudolf Hilfer, Facoltà di Fisica e Matematica-Istituto di Fisica Informatica, Università di Stoccarda (Germania)
- Adolpho Lindenberg, Cofondatore della Società Brasiliana per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP) e presidente dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (Brasile).
- John Smeaton, Direttore Esecutivo della Society for the Protection of Unborn Children (SPUC) e cofondatore di Voice of the Family (Regno Unito)
- Prof. Ettore Gotti Tedeschi, docente, economista e banchiere, già presidente dello IOR (Italia)
- Prof. Massimo de Leonardis, direttore del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università del Sacro Cuore di Milano (Italia)
- Conte Giorgio Piccolomini (Italia)
- Contessa Felicitas Piccolomini (Italia)
- Prof. Tommaso Scandroglio, Professore di Etica e Bioetica all’Università Europea (Italia)
- Prof. Giovanni Turco, docente di Filosofia del Diritto Pubblico, Università di Udine (Italia)
- S. A.I.R. Principe Luiz di Orleans-Braganza, Capo della Casa Imperiale (Brasile)
- Prof. Isobel Camp, docente di Filosofia alla Pontificia Università di San Tommaso, Angelicum, di Roma (Regno Unito)
- Duca Paul von Oldenburg (Germania)
- Duchessa Pilar von Oldenburg (Germania)
- Principe Carlo Massimo (Italia)
- Principessa Elisa Massimo (Italia)
- Prof. Paolo Pasqualucci, già ordinario di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia (Italia)
- Prof. Corrado Gnerre, autore e docente di Scienze Religiose (Italia)
- Prof. John Laughland, autore e dottore in Filosofia (Regno Unito)
- S.A.I.R. Principe Bertrand de Orleans-Braganza, (Brasile)
- Prof. Robert Lazu, autore e dottore in Filosofia (Romania)
- Prof. David Magalhães, docente della Facoltà di Diritto dell’Università di Coimbra (Portogallo)
- Prof. Enrico Maria Radaelli, autore, direttore di ricerca del Dipartimento di Metafisica della bellezza e della Filosofia dell’arte della International Science and Commonsense Association (ISCA) (Italia)
- Sac. Brian Harrison, già professore di teologia della Pontificia Università Cattolica di Portorico, docente residenziale del Centro Studi degli Oblati della Sapienza (Stati Uniti)
- Prof. Roberto de Mattei, docente di Storia Moderna e Contemporanea all’Università Europea di Roma (Italia)
- Don Marc Hausmann, professore di Filosofia (Austria)
- Sac. Alfredo Morselli, teologo e autore (Italia)
- Ambasciatore Emilio Barbarani (Italia)
- Ambasciatore Héctor Riesle (Cile)
- Arciduchessa Alexandra von Habsburg de Riesle (Austria-Cile)
- Don Fernando Palacios, Dottore in Diritto Canonico (Spagna)
- Avv. James Bogle, ex-presidente di Una Voce International (Regno Unito)
- John-Henry Westen, cofondatore e direttore di Life Site News (Canada)
- Luis Fernando Pérez Bustamante, direttore di InfoCatólica (Spagna)
- Maria Guarini, direttrice del sito Chiesa e Post Concilio (Italia)
- Avv. Caio Xavier da Silveira, cofondatore della TFP brasiliana e presidente della Fédération Pro Europa Christiana (Francia)
- Prof. Gianandrea de Antonellis, presidente dell’ Institut Européen de Recherches, Etudes et Formation (I.E.R.E.F.) (Italia)
- Dr. Mauro Faverzani, coordinatore editoriale del mensile “Radici Cristiane” (Italia)
- Prof. Federico Catani, scrittore e dottore in Scienze Religiose (Italia)
- Prof. Guido Vignelli, scrittore e studioso della Famiglia (Italia)
- Dott.ssa Maria Madise, coordinatrice di Voice of the Family (Estonia).
- Cristina Siccardi, scrittrice e storica (Italia)
- Mario Navarro da Costa, direttore del Bureau TFP a Washington (Stati Uniti)
- Mathias von Gersdorff, scrittore e conferenziere (Germania)
- Marchesa Gabriella Spalletti Trivelli Coda Nunziante (Italia)
- Virginia Coda Nunziante, presidente di Famiglia Domani (Italia)
- Prof. Raúl del Toro, docente di organo e organista (Spagna)
- Prof. ssa María Arratíbel , docente di musica (Spagna)
- Daniel Iglesias Grèzes, segretario del Centro Culturale Cattolico “Fe y Razón” (Uruguay)
- Pedro Luis Llera Vázquez, Preside di scuola cattolica (Spagna)
- David González Cea (firma come Alonso Gracián), filosofo tomista e scrittore (Spagna)
- Ingegnere José Miguel Arráiz, catechista e fondatore di ApologeticaCatolica.org (Venezuela)
- Antonello Brandi, presidente Pro Vita Onlus (Italia)
- Suzanne Pearson, Delegato della Lega di Preghiera del Beato Imperatore Carlo
- Paul N. King, Presidente e Fondatore del The Paulus Institute for the Propagation of Sacred Liturgy (Stati Uniti)
- Donna Fitzpatrick Bethell, Presidente del consiglio direttivo del Christendom College, già sottosegretario al ministero dell’Energia ( Stati Uniti).
- Alessandra Nucci, scrittrice e direttore della Rivisita Una Voce Grida (Italia)
- Prof. Néstor Martínez, licenziato in Filosofia, docente e scrittore. Cofondatore di Fe y Razón (Uruguay)
- Prof. Javier Paredes, ordinario di Storia Contemporanea, Università di Alcalà (Spagna)
- Onorevole Justin Shaw (Regno Unito)
- Signora Caroline Shaw (Regno Unito)
- Bruno Moreno, licenziato in Fisica e in Studi Ecclesiastici, scrittore ed editore di Vita Brevis (Spagna).
- Ing. Juan José Romero, editore e consulente di comunicazione (Spagna)
- Alberto Zelger, Presidente del Centro Culturale Nicolò Stenone (Italia)
http://www.marcotosatti.com/2016/09/27/amoris-laetitia-contro-la-confusione-una-dichiarazione-di-fedelta-alla-dottrina-della-chiesa/
80 personalità cattoliche fedeli al Magistero immutabile
C’è il filosofo Joseph Seifert, che già aveva espresso le sue perplessità sul tema (vedi QUI), c’è la dott.ssa Anca-Maria Cernea, intervenuta anche al Sinodo in rappresentanza dei Medici Cattolici di Bucarest (vediQUI), il padre prof. Efrem Jindráček O.P., Vice-decano della Facoltà di Filosofia dell’Angelicum di Roma, Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dello IOR, John-Henry Westen, cofondatore e direttore di Life Site News.
E poi il Cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna e primo Preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia (vedi QUI), il cardinale Jãnis Pujats, Arcivescovo emerito di Riga in Lettonia, il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, il vescovo ausiliare di Salisburgo monsignor Andreas Laun e il vescovo emerito di San Luis (Argentina) monsignor Juan Rodolfo Laise.
Queste sono solo alcune delle 80 personalità cattoliche (cardinali, vescovi, sacerdoti, studiosi, etc.) che hanno sottoscritto una “Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina”. L’iniziativa parte dall’associazione Supplica Filiale, la stessa che tra i due Sinodi sulla famiglia aveva già promosso un’iniziativa simile raccogliendo circa 900.000 firme per chiedere al Papa Francesco una parola chiara che dissipasse quella che, a loro giudizio, era la confusione venutasi a creare.
Ma ora la confusione, scrivono quelli della Supplica nel loro comunicato, “non ha fatto che aumentare dopo i due Sinodi e la successiva pubblicazione dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia”. E sentono “il dovere di ribadire l’insegnamento bimillenario della dottrina cattolica sul matrimonio, la famiglia e la disciplina morale praticata per secoli nei confronti di queste basilari istituzioni della civiltà cristiana”.
Si tratta di una quindicina di pagine fitte con 27 affermazioni di verità “esplicitamente o implicitamente negate o rese ambigue nell’attuale linguaggio di vari documenti ecclesiali di carattere pastorale”. Si tratta di temi che vanno dal matrimonio, alla concezione della legge naturale e della coscienza individuale, sul significato del discernimento, lo stato di grazia e quello di peccato. Non poteva mancare il tema al centro del dibattito, ossia quello dei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.
Non sappiamo quale effetto possano ottenere iniziative di questo tipo, tuttavia per chi volesse approfondire e leggere nel dettaglio il documento può trovare la “Dichiarazione di Fedeltà” sul sito web www.filialappeal.org
Errori circa vero matrimonio e la famiglia sono diffusi oggi in ambito cattolico, in particolare dopo i Sinodi straordinaria e ordinaria sulla famiglia e la pubblicazione di Amoris Laetitia.
Di fronte a questa realtà, questa dichiarazione esprime la volontà dei firmatari di rimanere fedele alla insegnamenti immutabili della Chiesa sulla morale e sui sacramenti del matrimonio, riconciliazione e dell'Eucaristia, e per la sua disciplina senza tempo e duraturo in merito a questi sacramenti.
Di fronte a questa realtà, questa dichiarazione esprime la volontà dei firmatari di rimanere fedele alla insegnamenti immutabili della Chiesa sulla morale e sui sacramenti del matrimonio, riconciliazione e dell'Eucaristia, e per la sua disciplina senza tempo e duraturo in merito a questi sacramenti.
In particolare, la Dichiarazione di Fidelity fermamente ribadire che:
I. Per quanto riguarda la castità, il matrimonio e ai diritti dei genitori- Tutte le forme di convivenza more uxorio al di fuori di un matrimonio valido gravemente in contrasto con la volontà di Dio;
- Il matrimonio e l'atto coniugale sia per scopi hanno procreazione e di unione e che ogni atto coniugale deve essere aperto al dono della vita;
- La cosiddetta educazione sessuale è un diritto fondamentale e primario dei genitori, che deve essere sempre eseguita sotto la loro guida attenta;
- La consacrazione definitiva di una persona a Dio attraverso una vita di castità perfetta è oggettivamente più eccellente del matrimonio.
- unioni irregolari non possono mai essere equiparato al matrimonio, ritenuto moralmente lecita, o legalmente riconosciuti;
- unioni irregolari radicalmente contraddicono e non possono esprimere il bene del matrimonio cristiano, né parzialmente né per analogia, e dovrebbe essere visto come un modo peccaminoso della vita;
- unioni irregolari non possono essere raccomandati come un adempimento prudente e graduale della legge divina.
- La coscienza non è la fonte del bene e del male, ma un promemoria di come l'azione deve essere conforme alla divina e legge naturale;
- Una coscienza ben formata non potrà mai giungere alla conclusione che, data le limitazioni della persona, i suoi rimanenti in una situazione oggettivamente peccaminosa può essere il suo migliore risposta al Vangelo, né che questo è ciò che Dio stesso sta chiedendo da lui;
- La gente non può guardare il sesto comandamento e l'indissolubilità del matrimonio come semplici ideali a lottare dopo;
- discernimento personale e pastorale non può mai portare i divorziati che sono "risposati" civilmente a concludere che la loro unione adulterina può essere moralmente giustificata dalla "fedeltà" per il loro nuovo partner, che il ritiro dall'unione adulterina è impossibile, o che, così facendo, essi si espongono a nuovi peccati;
- Divorcees che sono "risposò" civilmente e che non riescono a soddisfare l'obbligo grave di separare, sono moralmente obbligati a vivere come "fratello e sorella", e per evitare lo scandalo, in particolare qualsiasi display di intimità adeguata alle coppie sposate.
- Divorcees che sono "risposò" civilmente e che scelgono la loro situazione con piena conoscenza e consenso della volontà non sono membri della Chiesa viva, in quanto sono in stato di peccato grave che impedisce loro di possedere e crescere nella carità;
- Non vi è alcun punto a metà strada tra l'essere in grazia di Dio o privazione di esso da peccato mortale. La crescita spirituale per qualcuno che vive in uno stato obiettivo di peccato consiste nell'abbandonare quella situazione;
- Poiché Dio è onnisciente, rivelato e la legge naturale prevedere tutte le situazioni particolari, soprattutto quando si proibiscono azioni specifiche "intrinsecamente cattivo";
- La complessità delle situazioni e dei diversi gradi di responsabilità tra i casi non impediscono pastori di concludere che quelle unioni irregolari sono in uno stato obiettivo di peccato grave manifesto, e per presumere nel foro esterno che si sono privati della grazia santificante;
- Dal momento che l'uomo è dotato di libero arbitrio, atti morali volontari devono essere imputati al suo autore, e tale imputabilità si devono presumere;
- Il confessore è tenuto ad ammonire i penitenti in materia di trasgressioni della legge di Dio, e per garantire che veramente desiderano l'assoluzione e il perdono di Dio, e hanno deciso di rivedere e correggere il loro comportamento;
- Divorcees che sono "risposò" civilmente e rimangono nel loro stato oggettivo di adulterio, non può mai essere considerato da confessori come vivere in uno stato obiettivo di grazia e di diritto a ricevere l'assoluzione o essere ammessi alla Santa Eucaristia, a meno che non esprimono la contrizione e fermamente risolvere ad abbandonare il loro stato di vita;
- Nessun discernimento responsabile può sostenere che l'ammissione all'Eucaristia è permesso di divorziati che sono "risposati" civilmente e vivono apertamente more uxorio, sotto l'affermazione che, a causa di responsabilità diminuita, non esiste alcuna colpa tomba, perché il loro stato esteriore della vita contraddice oggettivamente la carattere indissolubile del matrimonio cristiano;
- certezza soggettiva in coscienza circa la nullità di un matrimonio precedente non è mai sufficiente, di per sé, a giustificare divorziati che sono "risposati" civilmente dal peccato materiale di adulterio, o per consentire loro di ignorare le conseguenze sacramentali di vivere come un peccatore pubblico ;
- Coloro che ricevono l'Eucaristia deve essere degno di farlo essere in stato di grazia e, di conseguenza, i divorziati che sono "risposati" civilmente e condurre uno stile di vita pubblica peccatrice, il rischio di commettere un sacrilegio per ricevere la Santa Comunione;
- Secondo la logica del Vangelo, gli uomini che muoiono in stato di peccato mortale, non riconciliato con Dio, sono condannati all'inferno per sempre;
- Il chiaro insegnamento della verità è un lavoro eminente di misericordia e di carità;
- L'impossibilità di dare l'assoluzione e Santa Comunione ai cattolici che vivono manifestamente in uno stato obiettivo di peccato grave deriva dalla cura materna della Chiesa, dal momento che non è il proprietario dei Sacramenti, ma un amministratore fedele; VII. Per quanto riguarda la validità universale della costante magistero della Chiesa
- Le questioni dottrinali, morali e pastorali riguardanti i sacramenti dell'Eucaristia, della Penitenza e Il matrimonio potrà essere risolti interventi del Magistero e, per loro stessa natura, precludono interpretazioni contraddittorie o il disegno di sostanzialmente diverse conseguenze pratiche da esso;
Mentre le piaghe del divorzio e la depravazione sessuale diffusa ovunque, anche all'interno della vita della Chiesa, è dovere dei vescovi, sacerdoti e fedeli cattolici di dichiarare, con una sola voce, la loro fedeltà agli insegnamenti immutabili della Chiesa sul matrimonio e per il suo ininterrotto disciplina, come ha ricevuto dagli Apostoli.
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