ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 16 ottobre 2016

La “primavera cattolica” per superare “la dittatura medievale”

VATIKAN PRAVDA


Ricordo ancora una conversazione con un amico vaticanista oggi embedded tra le truppe in difesa di Bergoglio. Era il 2011 o forse il 2010. Gli davo qualche limitato supporto per la redazione di un volume dedicato alla guerra interna al Vaticano – ma non solo – scatenata contro Benedetto XVI. Mi parlava del progetto di una piattaforma di informazione che sarebbe stata messa in piedi da una nota testata e alla quale lui avrebbe partecipato. Vi confesso che all’epoca non compresi bene il senso dell’operazione. Numerosi esperimenti di tal fatta anche coadiuvati da firme importanti, si erano rivelati degli autentici flop. Perché una testata giornalistica nazionale avrebbe dovuto investire su un portale multilingue dedicato alla Chiesa Cattolica, questa istituzione così marginale e contrastata?
A distanza di quasi sei anni oggi il progetto mi appare sempre più chiaro. Le mail di John Podesta, responsabile della campagna elettorale della Clinton, rivelate da Wikileaks ci aiutano a capire. In unamail dell’11 febbraio 2012, esattamente un anno prima delle dimissioni di Benedetto XVI, Podesta risponde all’attivista Sandy Newman che invoca una “primavera cattolica” per superare “la dittatura medievale” delle gerarchie cattoliche. Lo fa, sostenendo di aver creato due movimenti cattolici “progressisti”, ma che effettivamente andavano portati ad un nuovo livello di pressione.
Allo stesso modo dobbiamo pensare che il progetto editoriale online fosse volto a creare l’adeguata cassa di risonanza mediatica a senso unico del papato che sarebbe seguito a quello “oscurantista” di Benedetto. Il punto è che grazie al cielo comprendiamo giorno dopo giorno che questa funzione di pressione mediatica non è strettamente legata ai fatti di Chiesa, bensì ad una dimensione geopolitica di cui la Chiesa, quella di Bergoglio, è strumento e non certo protagonista.
Con un articolo degno della Pravda oggi tale testata giornalistica presenta ai suoi lettori l’equazione “cattolico tradizionalista” = “nemico di Bergoglio” = “amante di Putin”. Per la verità il titolo sul giornale cartaceo è emblematico “I cattolici anti-Francesco attirati dal potere di Putin”. Una premessa fondamentale, perché l’idea di base è che ad attrarre tali cattolici sia non lo statista Putin e la sua visione geopolitica, bensì il suo “potere”. Partiamo naturalmente dal presupposto che #hastatoputin per citare un hashtag molto usato negli ultimi mesi. In altre parole alla fine di tutto la colpa è sempre di Putin, il dittatore perfetto, l’uomo tirannico che emana potere, il nemico della democrazia, l’omofobo e intollerante, il ricco amico dei magnati russi e via dicendo. Autore di questa associazione di cui si trova solo un riferimento fugace in coda all’articolo, nonostante dal titolo sembri essere l’argomento principe della pseudo-inchiesta, è un noto sociologo amante delle Repubbliche Baltiche che negli ultimi tempi cerca di rifarsi il belletto grazie al revival della russofobia e alle sue aderenze con il mondo neoconservatore americano.
Tralasciando il noto veleno dell’amico della Lettonia, le cui sentenze sono chiaramente insindacabili nella loro autenticità e sicumera, diciamo pure che l’articolo passa al setaccio con acribia scientifica  i “dissidenti”, anzi i veri e propri “nemici”, “avversari” di Bergoglio. Si va dal vaticanista “emerito” dell’Espresso, Sandro Magister, al professor De Mattei, passando per Antonio Socci e tanti altri di cui si fa nome e cognome, in una sorta di lista di proscrizione mediatica degna della memoria di Silla.
Questa è la dimostrazione plastica della guerra futura. Non semplicemente un conflitto fra Russia e Stati Uniti, bensì un conflitto fra la bolla ideologica di un’occidente privo di identità, di radici, di riferimenti etici non negoziabili, e tutti i paesi che al contrario difendono e promuovono la loro identità, le loro radici, i propri valori. La Russia è un esempio emblematico in questo senso, e un esempio a noi vicino, perché parliamo di una nazione cristiana. Ma la Russia costituisce anche un modello di convivenza delle diversità religiose e culturali. Un modello opposto a quello delle integrazioni forzate fallimentari di Francia, Germania e Gran Bretagna. La Russia è nel centro del mirino semplicemente perché costituisce l’unica potenza antagonistica alla visione unipolare statunitense.
In ogni caso non ha precedenti l’uso del giornalismo per marginalizzare, ghettizzare, criminalizzare, minoranze evidentemente piuttosto fastidiose, che non si conformano al consenso incondizionato nei confronti di Bergoglio. Non ha precedenti soprattutto se pensiamo alla cosiddetta chiesa della misericordia, il cui reale volto si manifesta nella Vendetta e nella Perfidia. Non ha precedenti perché questo uso della stampa a fini geopolitici, al fine ultimo dell’annullamento di ogni libertà di espressione, nella ridicolizzazione del dissenso, dimostra pienamente quale potere stia servendo tale giornalismo.
Un giornalismo isterico che, tuttavia, utilizza metodi piuttosto puerili per derubricare ad esaltazione borderline un dissenso variegato e spesso ben fondato: associare sedevacantisti ad “ultratradizionalisti”, affidando una “cabina di regia” a De Mattei, ipotizzare il coinvolgimento di Cardinali e di una fronda politico-teologica, per finire con i presunti finanziamenti ricevuti dalla Russia, significa scrivere la trama di un possibile romanzo di Joseph Thornborn, non certo fare giornalismo. Allo stesso modo è ridicolo che questa “opposizione” venga tacciata di occidentalismo da un docente della Cattolica, quando poi viene accusata di essere attratta “dal potere di Putin”. C’è la volontà di creare un minestrone malizioso e scellerato in cui inserire tutti e tutto, associando il dissenso a Bergoglio ad ogni elemento di squalifica sociale: tradizionalismo, leghismo, sedevacantismo, ultratradizionalismo, esoterismo, ipertradizionalismo, ultraprogressismo, putinismo. Sono tutti concetti utilizzati nell’articolo, autentico manifesto della psicopolizia del nuovo regime vaticano.
Un simile attacco sferrato con tale possente violenza sembrerebbe quasi espressione della volontà di mettere a tacere e privare definitivamente della benché minima autorevolezza ogni dissenso non certo nei riguardi di Bergoglio e della sua chiesa in uscita. Il dissenso da silenziare è quello verso la bolla ideologica di un occidente asservito alla religione della political correctness. Il dissenso verso l’abbattimento dei confini etici, etnici, culturali, spirituali, tra i popoli, che devono essere asserviti ad un unico paradigma universale. Chiaramente se la Chiesa diventa motore di questa visione di omologazione globale, bisogna darle una mano, silenziando i dissidenti interni.
C’era naturalmente da aspettarselo. Nel novembre 2013, pubblicavo alcuni estratti di un interessante volume sulla Chiesa e la sua prospettiva geopolitica di padre Malachi Martin. In particolare questo:
“La riduzione del Papa nel suo alto ufficio sarà il risultato della convinzione che l’originale Ufficio Petrino e Papale come praticato dai Papi Romani fino all’ultimo terzo del XX secolo non sia stato in realtà nient’altro che il risultato condizionato dal tempo di mode culturali che si estendono all’indietro per secoli; e che ora è tempo di degradarne l’importanza per poter liberare lo “spirito del Vaticano II” per modellare la Chiesa in una immagine che sia adeguata alla concezione progressista di un’epoca nuova e molto diversa da quella precedente.  I Cattolici vedranno allora lo spettacolo di un Papa validamente eletto che separerà l’intero corpo della Chiesa, sciolto dalla sua unità tradizionale e la struttura apostolica orientata al papato che la Chiesa aveva finora creduto di istituzione divina. Il brivido che scuoterà il corpo della Chiesa Cattolica in quei giorni sarà il brivido della sua agonia. Perché le sue pene verranno dal suo interno, orchestrate dai suoi leaders e dai suoi membri. Nessun nemico esterno avrà portato a questa situazione. Molti accetteranno il nuovo regime. Molti resisteranno. Tutti saranno frammentati. Nessuno potrà più contenere insieme sulla terra i membri sparsi del visibile corpo della Chiesa Cattolica come fosse una compatta organizzazione vivente.”
FIDES et FORMA

Articolo de La Stampa di oggi sui tradizionalisti: alcune nostre riflessioni

                                           
  
Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant (laddove fanno il deserto, lo chiamano pace). Questa frase tratta dall'Agricola di Tacito rende bene il comportamento di certe mosche cocchiere (vedere p.e. QUI, da Pio XII a Kasper) della nuova e misericordiosa politica ecclesiale.


Dopo i nostri post di stamattina (QUI) e di due giorni fa (QUI) sul grottesco e calunnioso attacco (QUI) ai presunti congiurati anti Francesco, mischiando Putin alla Nuova Bussola Quotidiana e a Il Timone, l'ultra integrista don Nitoglia ai cardd. Sarah Burke e  Caffarra desidereremmo fare qualche veloce riflessione a riguardo:
troviamo veramente disgustoso e calunnioso scomodare due pagine de La Stampa (con riferimento anche in prima pagina) e di La Nuova Europa (gloriosa rivista nata per far sentire le voci dei perseguitati del blocco comunista) per una miserabile guerriglia intraecclesiale per far fuori e screditare chiunque si faccia qualche domanda sulla new wave ecclesiale. Tutto bene per chi difende le suore lesbiche americane, per chi invita a votare Sì al referendum colombiano dove si sdoganano terroristi comunisti\matrimoni omosessuali\insegnamento gender nelle scuole, chi porta le statue di Lutero tra i santi in vaticano, chi vede germi di santità nella sodomia,  ma non va bene chi osa fare qualche domanda e si pone dentro la Tradizione e il Magistero di sempre. Con un trasbordo ideologico "avvertito" che ha dell'incredibile (cfr. il magistrale volume di Plinio Correa de Oliveiria sull'argomento, VEDI QUI)
Il Codice di Diritto Canonico è chiarissimo (CJC 212.3): §3. In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona. Quando cambieranno il CJC e si trasformerà la Chiesa nella NUOVA COREA del NORD, ce lo dicano e smetteremo di fare rispettose domande ai Sacri Pastori, di qualunque colore portino la veste.
L'articolo de La Stampa - comunque lo si valuti nel merito - denota il forte timore dei sostenitori ultrà di certe politiche  dell'attuale pontificato che le varie opposizioni  possano saldarsi. La paura attualmente maggiore è forse che possano unirsi l'opposizione diciamo così "prolife" con quelle diciamo così "tradizionalista" e "conservatrice". D'altra parte, se l'inopinata alleanza tra "curiali" e "progressisti" ha paralizzato il pontificato ratzingeriano e determinato l'avvio di quello bergogliano, perché mai un'altra ancorché inopinata alleanza non potrebbe far naufragare certe politiche del pontificato bergogliano? La tranquillizzante conclusione del pezzo su La Stampa in cui si dice che le opposizioni sono divise ci pare non un'analisi ma una specie di esorcismo affinchè ciò non accada. Comunque, ci fidiamo della Provvidenza: siamo certi che il Signore, che ora sta dormendo per metterci alla prova, prima o poi si sveglierà.
Ci pare che certi articoli facciano il paio con quello che facevano i sodali dell'appena defunto Dario Fo con il loro Soccorso Rosso e i proclami per "togliere dalle spese" il commissario Calabresi (vedere QUI e QUI). Se questo era il metodo dei comunisti anni '70 e delle campagne di Lotta Continua e de L'Espresso, non ci sembra che questo sia un metodo cattolico. Il metodo "pagherete caro, pagherete tutto" appartiene più alle FARC colombiane (inter alia vedere QUI), così omaggiate dalla Segreteria di Stato Vaticana, che a Nostro Signore Gesù Cristo.
Ci pare inoltre che mettere assieme "mele con pere", Caffarra con Nitoglia, Sarah con i sedevacantisti, Cascioli e Agnoli con la FSSPX (e, per piacere, non chiamatela "Fratello Sacerdotale San Pio X"), Magister con Riscossa Cristiana non sia ne corretto ne' veritiero.
Cosa poi c'entri Putin con tutto ciò, facciamo fatica a capirlo: se fossimo complottisti - ma non lo siamo - potremmo pensare ai rapporti de La Stampa con i poteri forti americani e israeliani. Ma sicuramente ci sbagliamo...... Possiamo però dire che Putin - in questi momenti - è un argine contro il terrorismo islamico e la lobby omossesualista? O è vietato? Si può solo parlare bene di Castro e dei comunisti cinesi, come ci pare si faccia molto dalle parti di S. Pietro?
Ci chiediamo infine - sommessamente - come mai vaticanisti noti in passato per le loro battaglie conservatrici, Movimenti famosi per la loro "tonicità" sull'ortodossia cattolica, anticomunismo e noti per i loro attacchi al progressismo ecclesiastico, siano diventati i supini reggitori di code di canuti teologhi della liberazione o di prelati difensori di sodomiti tedeschi e consacrate lesbiche americane. Ma ce lo spiegherà Gesù ad Armageddon.
Per ora possiamo solo pregare per loro e combattere - però - la Buona Battaglia: Ef 6,  10 "Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. 11 Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. 12 La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.13 Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. 14 State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, 15 e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 16 Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; 17 prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. 18 Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi".
"In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas". Questo detto, attribuito a S. Agostino e citato spesso da San Giovanni XXIII, dovrebbe risuonare di più nelle orecchie di certi zelanti amanti della misericordia "teorica", ma misericordiosi solo con i loro amici. abbiamo visto la misericordia applicata a Francescani dell'Immacolata e al benemerito Vescovo di Albenga Oliveri. O alla "normalizzazione del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II (inter alia vedere QUI). Se questa è misericordia, Dio ce ne scampi e liberi. Forse che gli articoli "comandati" a Vatican Insider contro il card.  Pell e tutti i cd. "malpancisti" nei drammatici momenti dell'ultimo Sinodo si chiamano "misericordia"? Ci pare debbano avere altri nomi! "Parlano di ponti e nella Chiesa mettono i muri", copyright mons. Negri.
Il Mio Cuore Immacolato trionferà. Così ci ha ricordato la Madonna a Fatima. e analogamente, in altri termini, S. Massimiliano Kolbe e S. Luigi Maria Grignon di Monfort. Diamo fiducia a Maria Santissima, sterminatrice delle eresie, e ai santi.
Patientia tandem vincit.
L
Siamo uno degli 8 siti che “attaccano duramente Francesco”, insieme a Radio Spada, Corrispondenza Romana, Fondazione Lepanto, Unavox, Riscossa Cristiana, Lo Straniero.
Se avete tempo da buttare e voglia di fare un po’ di risate, dategli una letta: è pubblicato su La Stampa di oggi.


Non potevamo chiedere miglior pubblicità: nel momento in cui Bergoglio corre a canonizzare San Lutero Protettore degli Eretici, la stampa di regime ci qualifica come "siti critici", "galassia del dissenso", "cattolici leghisti", "vicini a posizioni sedevacantiste", e via scorreggiando - ah, dimenticavo «i toni apocalittici e irridenti» del blog «Chiesa e Postconcilio»: ecco, siamo proprio in tema.

L'intento dell'infografica è di evidenziare numeretti piccoli - "vedete? solo otto siti «attaccano duramente» e tre blog «quotidianamente critici»" (sottinteso: un miliardo di cattolici non lo fa)... "vedete? solo 55mila seguaci della pagina di Socci" (sottinteso: un miliardo di cattolici non la segue)... "vedete? 45 teologi e 80 prelati e laici" (sottinteso: un milione di clero e religiosi non sono contrari a Bergoglio)...

Ma la ciliegina sulla torta è il Fratello Sacerdotale San Pio X. Più che uno svarione di un eventuale massone in redazione, sembra uno di quei refusi messi lì apposta.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/10/la-stampa-tornielli-galeazzi-introvigne.html

Chi se ne importa di Putin


Avete letto bene: chi se ne importa di Putin.
Non sono impazzito all’improvviso, è che leggere articoli di sedicenti vaticanisti (uno vero lo abbiamo intervistato proprio questa settimana…) in cui veniamo dipinti come “putiniani”, proprio non va giù.
Come se non avessimo sufficientemente ribadito le condanne ecclesiastiche riguardo gli scismatici ed eretici foziani, comunemente detti ortodossi, pur non avendo nulla di tale.
Come se i nostri collaboratori fossero completamente in balìa di un non specificato culto della persona di staliniana memoria verso Vladimir Putin.
Come se avessimo mai lasciato intendere che il nostro modello di Stato possa essere quello di Russia Unita (il partito di Putin, ndr).
Trovo sulla bacheca Facebook di Massimo Introvigne un link in cui si parla di presunte persecuzioni putiniane verso i cristiani. L’articolo tratta di alcuni arresti di appartenenti alla setta pentecostale, degli eretici protestanti simili ai carismatici, dunque parlare di persecuzione è temerario, parlare di cristiani, poi, è fantascienza.
Queste piccole sette altri non sono che i missi dominici dell’impero del male, inviati per sovvertire e omologare la società russa alla latrina mortifera-LGBT che è diventata il cosidetto Occidente. Ben vengano queste “persecuzioni”, se aiutano a salvaguardare le anime e l’ordine morale che ancora esiste in Russia. E protestino pure i saltimbanchi dell’atlantismo.
Appare strano il fatto che sulla stessa bacheca non si leggano articoli contro Planned Parenthood, oppure sul recente scandalo Wikileaks che vede coinvolta la Clinton come fautrice di politiche anticattoliche (QUI e QUI).
Nulla di tutto ciò. Esce invece oggi un articolo a firma Tornielli-Galeazzi, ormai tristemente noti ai più per essere i “giustificatori” d’ufficio di qualunque errore diffuso dal pampero, su di noi e sul nostro mondo. Sull’opposizione a Bergoglio, per capirsi. Vengono citati alcuni amici, come Alessandro Gnocchi e Maria Guarini, e altri un po’ più distanti e tutti hanno come denominatore comune una “ostilità” verso il papa.
Lorsignori sanno che non siamo noi ad opporci a Bergoglio, ma che è lui ad opporsi ad oltre 200 (duecento!) papi?
Lo sanno questi scribacchini che la Tradizione bimillenaria della Chiesa non cambia perché dobbiamo fare “aperture pastorali” verso le “periferie esistenziali”?
E che dire della statua del Porcus Saxoniae (Martin Lutero, ndr) in Vaticano? O papa Leone X ha sbagliato tutto o Bergoglio diffonde eresie e riceve eretici come se fossero fratelli in Cristo.  Delle due una sola. E sappiamo bene quale.
In quest’epoca di enorme confusione (dal Vangelo: “Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?”) è importante rimanere saldi nella Verità, lo scrivo agli amici e vorrei gridarlo ai perplessi. Non ci si può perdere in sofismi secondari rispetto al fine primario, che è sempre e solo la salvezza delle anime.
Per questo ribadisco: chi se ne importa di Putin.
http://www.radiospada.org/2016/10/chi-se-ne-importa-di-putin/

Le terribili poltiglie di Andrea Tornielli

Francesco Agnoli16 ottobre 2016
Cattura
Su La Stampa (Vatican insider) Andrea Tornielli, ogni 3 per 2, stila le sue liste di proscrizione, il suo elenco dei “cattivi”. Cucinando il solito minestrone senza capo nè coda, in cui stanno dentro cose diversissime e giudizi tranchant di una banalità sorprendente. Cosa aspettarsi dal “vaticanista per tutte le stagioni”, berlusconiano di ferro e anti-berlusconiano, filo-tradizionalista ed anti-tradizionalista… sempre al momento giusto?
Su la Stampa di oggi ci sono i nemici di Francesco, che sono anche, così recita il titolo, adoratori (nientemeno) di Putin.
Nemici di Francesco, dunque, e adoratori di Putin (dire che le ultime guerre, dall’Iraq alla Libia, passando per i finanziamenti all’Isis, sono in carico agli Usa, rende automaticamente adoratori di Putin, signor Tornielli?).
Così un brano:
“L’attacco a Bergoglio è globale. «Nella galassia del dissenso a Francesco c’è una forte componente geopolitica – osserva Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea all’Università Cattolica ed esperto di dialogo con la Cina -. Accusano Bergoglio di non annunciare con sufficiente forza le verità di fede, ma in realtà gli imputano di non difendere il primato dell’Occidente. È una opposizione che ha ragioni politiche mascherate da questioni teologiche ed ecclesiali»”.
Come i fan di Putin possano essere nello stesso tempo sostenitori del “primato dell’Occidente” di matrice Usa, solo Tornielli lo sa… Tanto più che anche chi è critico verso tante scelte dottrinali e pastorali di Francesco, quanto alla poltica estera, se è “putinofilo”, riconosce a Francesco proprio questo: di aver contribuito a fermare la guerra di Obama contro la Siria, grazie al suo impegno al fianco di Putin (ricevuto, non a caso, più volte)!
E gli altri cattivi? Ne citiamo solo uno, mons. Nicola Bux, già intimo amico di Benedetto XVI:
A dar voce al dissenso, che ha innegabili sponde interne alla Curia, sono anche ecclesiastici con entrature vaticane, come il liturgista e teologo don Nicola Bux, consultore delle Congregazioni per il Culto divino e per le Cause dei Santi. «Oggi, non pochi laici, sacerdoti e vescovi si chiedono: dove stiamo andando?- spiega alla Stampa -. Nella Chiesa c’è sempre stata la possibilità di esprimere la propria posizione dissenziente verso l’autorità ecclesiastica, anche se si trattasse del Papa. Il cardinale Carlo Maria Martini, notoriamente esprimeva spesso, anche per iscritto, il suo dissenso dal pontefice regnante, ma Giovanni Paolo II non l’ha destituito da arcivescovo di Milano o ritenuto un cospiratore».
Mons. Bux, agli occhi di Tornielli, aveva, a suo tempo un merito: era un uomo di curia, ascoltato, informato, vicino a Benedetto XVI.
Benedetto regnante, Tornielli era, con il monsignore, prodigo di telefonate e di articoli. Per esempio nell’articolo qui sotto, Tornielli si faceva difensore, tramite Bux, del cardinal Mueller:
Bux
L’articolo è del 5 luglio 2012: allora sia Bux che Mueller erano due ratzingeriani di ferro, e Ratzinger era papa regnante.
Cattura
Oggi  Muller è all’angolo: non è amato da Francesco, nè dai tedeschi Marx e Kasper, suoi avversari. E Tornielli si adegua, e lascia la parola agli ultimi due (vedi sopra)…
Come si diceva? Contrordine, compagni! Muller e Bux non sono più nella lista dei “buoni”!
Oggi Bux non è più utile nè per avere informazioni, nè per le interviste…
Ma si può sempre attaccarlo, mettendolo nella lista dei putiniani “nemici di Francesco”, se questo può procurare qualche medaglia in alto loco.
Per approfondire: http://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/01/andrea-tornielli-il-vaticanista-di-successo/
Intorno al fumo mediatico, allo Ior, ad uno strano articolo di Andrea Tornielli

http://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/10/le-terribili-poltiglie-di-andrea-tornielli/

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