ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 20 novembre 2016

"Ho visto di nuovo la strana grande chiesa "

Papa Francesco con i cardinali incontra Benedetto XVI (Lapresse)
         
Stralci dalle Profezie della Beata Anna Caterina
Emmerich (XIX sec.)

      "Vidi anche il rapporto tra i due papi ... Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa.
L'ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità... Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà.
Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue.Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente.
Ma tutto ciò non durò a lungo". (13 maggio 1820)

     "Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando.Ma vidi anche che l'aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo ...
Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo".
     "Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola ... Non c'erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione.In quella chiesa non c'era niente che venisse dall'alto ... C'erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l'ultima moda, così come la nuova chiesa eterodossa di Roma, che sembra dello stesso tipo ... ". (12 settembre 1820)
     "Ho visto di nuovo la strana grande chiesa che veniva costruita là [a Roma]. Non c'era niente di santo in essa. Ho visto questo proprio come ho visto un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, "SÌ: santi ed altri cristiani. Ma là [nella strana chiesa] tutto il lavoro veniva fatto meccanicamente. Tutto veniva fatto secondo la ragione umana ... Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni".
     "C'era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. lo non vedevo un solo angelo o un santo che aiutasse nel lavoro. Ma sullo sfondo, in lontananza, vidi la sede di un popolo crudele armato di lance, e vidi una figura che rideva, che disse: "Costruitela pure quanto più solida potete; tanto noi la butteremo a terra''''. (12 settembre 1820).
     Poi vidi un'apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente ... Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma". (25 agosto 1820).
     Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all'opera di distruzione.
     In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre". (1820)
     "Vedo molti ecclesiastici che sono stati scomunicati e che non sembrano curarsene, e tantomeno sembrano averne coscienza. Eppure,essi vengono scomunicati quando cooperano (sic) con imprese,entrano in associazioni e abbracciano opinioni su cui è stato lanciato un anatema. Si può vedere come Dio ratifichi i decreti, gli ordini e le interdizioni emanate dal Capo della Chiesa e li mantenga in vigore anche se gli uomini non mostrano interesse per essi, li rifiutano o se ne burlano". (1820-1821)
     "Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che rano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa ...
Ma Dio aveva altri progetti". (22 aprile 1823)

  Da                                                                 Crisi della Chiesa…

                                                                        Il cielo ci ha avvisato…

                                                                                   Abbiamo ascoltato?


                                                                                                           (pro manuscripto)

I 'due Papi' benedicono i nuovi cardinali
  • Il filmato di Rome Report (guardate attentamente e verificate) mostra la benedizione dei "due Papi". Ed è Bergoglio a sollecitare Benedetto a benedire, poi si unisce... qui la sequenza tratta dal fermo-immagine. Non volevo commentare; ma non posso tacere l'anomalia e l'inedito: un Papa che abbia abdicato non porta la veste bianca e non si pone in tandem col regnante, anche in questa forma attenuata dal monastero. Diventa visibile l'inattendibile figura del ministero petrino allargato evocata da Mons. Gänswein [vedi - e anche]. La confusione è massima e inesorabile è il rischio che  il nuovo magistero fluido ateoretico e anomico, sempre più consolidato, disegni una nuova realtà che prima o poi a tutti sembrerà normale. Intanto si rischia l'eutanasia del Papato come divina istituzione qual è...
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/11/i-due-papi-benedicono-i-nuovi-cardinali.html

In Vaticano c’è un Papa regnante o due? I dubbi di teologi ed osservatori.


In Vaticano c’è un Papa regnante oppure ce ne sono due? L’uscita nelle librerie di tutto il mondo di “Benedetto XVI. Ultime conversazioni”, in cui il giornalista tedesco Peter Seewald interroga Joseph Ratzinger non ha di certo sopito le polemiche, accese subito dopo la rinuncia al ministero petrino del 2013. Le domanda che si fanno in tanti, nel mondo cattolico e non solo lì, sono tornate prepotentemente alla ribalta: la rinuncia di Benedetto XVI fu valida? Ugualmente, fu valida l’elezione di Francesco? Oggi in Vaticano ci sono due uomini vestiti di bianco che si fanno chiamare “Papa”: hanno lo stesso ruolo? Lo stesso potere?
A complicare le cose, pochi mesi fa, le dichiarazioni del segretario particolare di entrambi i pontefici, monsignor Georg Ganswein, che parlava di un “ministero petrino allargato” attualmente in corso tra Benedetto XVI e Francesco: una tesi parecchio ardita anche per un esperto di diritto canonico come lui, che, infatti, ha trovato l’immediato rigetto di teologi ed osservatori. Nel libro – intervista, però, Ratzinger afferma, con parole non del tutto chiare, che in Vaticano c’è un solo Papa regnante oggi ed è Francesco. Questo, nonostante lo stesso Benedetto XVI abbia deciso di continuare a vestirsi di bianco, di utilizzare lo stemma papale con i simboli del potere pontificio e di mantenere il titolo ufficiale di “sua Santità” ed il nome che scelse nel 2004 con la sua elezione al soglio di Pietro.
In un recente articolo pubblicato sul suo blog, uno dei vaticanisti più autorevoli d’Italia, da anni al servizio della Rai, Aldo Maria Valli, ha sgombrato il campo dai dubbi dando la sua versione su quanto sta accadendo: “Io non condivido la scelta [di Ratzinger] di diventare «papa emerito», perché, non essendoci una consacrazione a papa, il ruolo viene meno nel momento in cui termina il suo esercizio. Non sono neanche d’accordo con l’idea che ci possa essere un pontificato «collegiale», «sinodale» o «allargato», perché Gesù ha scelto Pietro e solo Pietro. Quindi, pur con tutto l’amore e il rispetto, non riesco a seguire Benedetto quando dice che, se il papa si dimette, «mantiene la responsabilità che ha assunto in un senso interiore, ma non nella funzione». No, se il papa si dimette, si dimette e basta, torna cardinale e non mantiene nulla.”
D’altra parte, Antonio Socci, già conduttore televisivo della Rai, autore di tanti bestseller, sostiene da mesi che la figura del “papa emerito” non è mai esistita nella storia della Chiesa. “I canonisti – ha scritto su Libero – hanno sempre affermato che non può esistere, in quanto il “papato” non è un sacramento, come invece è l’ordinazione episcopale, infatti in duemila anni tutti coloro che hanno rinunciato al papato sono tornati allo status precedente, mentre i vescovi rimangono vescovi anche quando non hanno più la giurisdizione di una diocesi.” Socci ricorda che Benedetto XVI non spiegò le motivazioni teologiche dietro la sua decisione, ma, anzi, disse che “la mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo”. Si chiede poi Socci: “Benedetto XVI, nella pienezza dei suoi poteri, decise proprio di restare papa e rinunciare al solo esercizio attivo del ministero. Se quella sua decisione è inammissibile e nulla significa che è nulla anche la sua rinuncia?”
Un altro osservatore, Lorenzo Bertocchi, firma della Nuova Bussola Quotidian, uno dei più importanti siti cattolici italiani, ha parlato di “questione (irrisolta) del ministero petrino.” Per Bertocchi “Ratzinger sembra confermare a Seewald una lettura simile a quella fornita da Gänswein, una lettura che ha sollevato dubbi tra teologi e canonisti” e si chiede “cosa significa che il papa emerito “mantiene la responsabilità che ha assunto in senso interiore”? Vi è davvero un munus petrino di tipo “spirituale” che può sdoppiarsi rispetto a quello, per così dire, “amministrativo-esecutivo?”


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I nuovi cardinali? 17 utili idioti del diavolo.

«… L’amore incondizionato del Padre verso tutti è stato…».
L’amore di Dio Padre è infinito, non incondizionato.
«… Dio continua ad amare anche chi lo rifiuta…».
Sì, Dio continua ad amare chi lo rifiuta, dandogli, in questa vita, sempre la possibilità di pentirsi e di convertirsi. Ma per chi avrà, fino alla fine, continuato a rifiutare Dio — dunque anche il suo amore misericordioso — andrà dove avrà scelto di andare: all’inferno. Il definitivo rifiuto di Dio non può non avere delle nefaste e tragiche conseguenze.
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cq5dam-web-800-800-1Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto!
Non avendo potuto — voluto — Ratzinger essere presente al concistoro, Bergoglio ha pensato bene di potare i suoi nuovi cortigiani da lui. Ormai la figura del papa cosiddetto emerito esiste solamente per legittimare politicamente le scelte del papa regnante. Oggi più che mai s’è vista l’impotenza di Ratzinger di sottrarsi a tale assurda e perniciosa situazione. Anche quando recalcitra, chi di dovere non esista, senza vergogna, a fargli mangiare fino in fondo quella disgustosa polpetta.

COMPLEANNO AMARO

Socci: "Il lento logorio quotidiano". La tragica verità su Papa Francesco

Ieri il New York Times parlava della «corsa contro il tempo» di papa Bergoglio per trasformare definitivamente la Chiesa in un club «progressista» come piace ai radical-chic. Per riuscirci - secondo il NYT - dovrebbe creare un numero di cardinali bergogliani in grado di eleggere un successore a sua immagine e somiglianza. Ma l' operazione è ardua. Non basta il Concistoro di ieri.
Negli ambienti cattolici c' è ormai la sensazione che questo pontificato sia finito in un vicolo cieco, venuto meno oltretutto il contesto politico in cui è nato (la presidenza Obama/Clinton). Il Concistoro di ieri, la fine dell' Anno Santo (oggi) e l' 80° compleanno di Bergoglio (il 17 dicembre) dicono che è stagione di bilanci per questo papa, ritenuto (a mezza bocca) deludente dai modernisti che sognavano la rivoluzione e giudicato disastroso dai cattolici ortodossi (fra l' altro le statistiche parlano di ulteriore diminuzione della pratica religiosa).
Vediamo le singole voci. Il «Giubileo di Francesco» è stato un flop e non solo per gli albergatori romani. Il popolo cristiano lo ha disertato o non lo ha vissuto con convinzione. Il viaggio del papa a Lund, il 31 ottobre, per commemorare i 500 anni dello scisma di Lutero, che era stato annunciato come una svolta storica con la prospettiva dell'«intercomunione» fra cattolici e protestanti, si è risolto in una parata che non è andata oltre le solite dichiarazioni d' intenti (con la sgradevole sensazione di molti cattolici di una legittimazione morale di Lutero).
I temi su cui Bergoglio ha terremotato la Chiesa per due anni - ovvero l' Eucaristia e le unioni non sacramentali - lo hanno portato alla sconfitta in due Sinodi. Si è poi preso la rivincita firmando un documento post-sinodale, l' Amoris laetitia, che pretende di cambiare la dottrina bimillenaria della Chiesa senza dirlo esplicitamente, ma facendo passare la «rivoluzione» nella prassi, come «pastorale» caso per caso.
"Dubia" irrisolti - Un ribaltamento di fatto che è stato ritenuto devastante da molti fedeli e vescovi, tanto che alcuni cardinali - rappresentativi di molti altri cardinali e vescovi - hanno messo nero su bianco i loro «Dubia», rendendoli noti a tutti dopo che il Papa si è rifiutato di rispondere e fare chiarezza sui punti ambigui e generatori di conflitti. La sua è adesso una posizione di estrema debolezza perché il compito del Successore di Pietro è proprio quello di dire la parola definitiva e chiara, a difesa della dottrina cattolica. Se si rifiuta di farlo e addirittura alimenta lui stesso la confusione pastorale e il caos dottrinale nella Chiesa si delegittima da solo.
Al punto che il cardinale americano Raymond L. Burke - uno dei firmatari dei «Dubia» - ha pubblicamente dichiarato al National Catholic Register che «se non vi fosse risposta alle domande sui punti controversi, allora direi che si porrebbe la questione di adottare un atto formale di correzione di un errore grave». Infatti «nella Tradizione della Chiesa, esiste la possibilità di correggere il Romano Pontefice» anche se «è una circostanza rarissima».
Ieri un tweet del vaticanista americano Edward Pentin ha riferito che una fonte di Santa Marta dà Bergoglio «bollente di rabbia» per i quattro cardinali. L' insostenibilità della sua posizione deriva dal fatto che ai «Dubia» dei cardinali - a cui canonicamente si deve rispondere sì o no - lui non può rispondere né in un modo né nell' altro, perché o smentirebbe la sua rivoluzione (e sarebbe una resa) o ammetterebbe pubblicamente di aver rotto con la dottrina cattolica, delegittimandosi come papa. Bergoglio è arrivato ad abolire, nel Concistoro di ieri, il tradizionale incontro con i cardinali perché non avrebbe avuto modo di svicolare dalle eventuali domande sui «Dubia» poste davanti a tutti.
Ma il fallimento più grosso di papa Bergoglio è quello politico, visto che proprio tre temi politici ultraprogressisti caratterizzano il suo pontificato: spalancare le porte a emigrazioni di massa, l' ecocatastrofismo e le aperture acritiche all' Islam. Oltre alle sconfitte politiche che il papa ha raccolto nel suo Sudamerica (per esempio in Argentina e Colombia), è soprattutto la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali americane che rappresenta per lui una disfatta. Anzitutto perché Trump ha una linea opposta alla sua (e a quella di Obama) su emigrazione, ecocatastrofismo e Islam. In secondo luogo perché Bergoglio, durante il suo viaggio in America, aveva esplicitamente attaccato Trump con un duro anatema «ad personam» del tutto irrituale e invasivo. Il fatto che Trump poi abbia vinto e che determinante sia stato il voto cattolico ha fatto dire, ad alcuni addetti ai lavori, che i cattolici Usa hanno sfiduciato Francesco.
Del resto, subito dopo le presidenziali, i vescovi americani hanno votato per i nuovi vertici della loro Conferenza episcopale. Era «come per un referendum su papa Francesco», ha detto il vaticanista John L. Allen, e i nomi prediletti da Bergoglio hanno fatto naufragio. Sono stati eletti gli altri.
L' era Trump porta al tramonto geopolitico del bergoglismo. Non a caso è stato soprattutto Obama (e il circo mediatico liberal) a mitizzare il papa argentino, il quale aveva capovolto le priorità dei suoi predecessori (Benedetto XVI e Giovanni Paolo II) facendo sua l'«Agenda Obama» e trasformandosi in una sorta di cappellano planetario dell' obamismo. È significativo pure che oggi si ricominci a parlare delle strane circostanze che portarono alla misteriosa «rinuncia» di Benedetto XVI.
Nei giorni scorsi il professor Germano Dottori, docente di Studi Strategici presso l' Università Luiss di Roma e consigliere scientifico di Limes, ha rilasciato un' interessante intervista all' agenzia cattolica Zenit. È stato interrogato fra l' altro sui documenti usciti da Wikileaks che «svelano aspetti nascosti di Hillary Clinton e del suo staff», per esempio «una lettera del 2012» (al tempo di Benedetto XVI) da cui «emerge una certa attenzione nei confronti della Chiesa cattolica».
La pistola fumante - Dottori ha risposto: «Sono saltati fuori documenti in cui emerge una forte volontà dello staff di Hillary di suscitare una rivolta all' interno della Chiesa, per indebolirne la gerarchia. Si sarebbero serviti di associazioni e gruppi di pressione creati dal basso, seguendo uno schema consolidato nell' esperienza delle rivoluzioni colorate. Non siamo ancora alla pistola fumante, ma ci siamo vicini. Pur non avendo alcuna prova» ha aggiunto Dottori «ho sempre pensato che Benedetto XVI sia stato indotto all' abdicazione da una macchinazione complessa, ordita da chi aveva interesse a bloccare la riconciliazione con l' ortodossia russa, pilastro religioso di un progetto di progressiva convergenza tra l' Europa continentale e Mosca». Oggi - nell' epoca Trump - questa prospettiva torna attualissima anche per la Chiesa (oltreché per l' Europa). E l' incontro di Francesco col Patriarca Kirill sarebbe stato un primo passo se Francesco non si fosse affrettato subito a «ridimensionare» quanto aveva firmato.
È quasi impossibile, ma sarebbe una svolta straordinaria se Bergoglio adesso gettasse via l' Agenda Obama (e l' Agenda Scalfari) per far sua l' Agenda Ratzinger, accettando la mano (fraterna e correttiva) che Benedetto XVI gli ha più volte teso per scongiurare deviazioni dottrinali e un' implosione della Chiesa.
Quali altre strade ha papa Bergoglio? In questi giorni circolano boatos che favoleggiano addirittura di una «grande spallata»: la convocazione di un Concilio. Ma pare assurdo e sarebbe arduo da realizzare anche per ragioni pratiche (e per l' età del papa). Altri ipotizzano dimissioni allo scoccare degli 80 anni (fra un mese), cosa che spiegherebbe questo Concistoro fatto a novembre (in vista di un Conclave).
Più probabilmente questo pontificato si trascinerà, logorando se stesso e la Chiesa, nel caos e nei comizi politici sugli emigranti, giorno dopo giorno. Creando sempre nuovi cardinali bergogliani per consolidare il potere.
Antonio Socci

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