ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 1 novembre 2016

Jorge-mass-on

LA MESSA DI LUTERO

messa protestante

Il cuore della liturgia cattolica è costituita dal Sacrificio della Croce di Cristo per la salvezza dell’uomo. Questo Sacrificio si rende sempre presente, allora come oggi, nella celebrazione Eucaristica ed è destinato a rimanere attraverso i secoli nel modo in cui Gesù stesso l’aveva istituito, contemporaneamente al sacerdozio. Nell’ultima Cena Egli, non solo ha istituito il sacerdozio, ma lo ha fatto in vista del proprio Sacrificio, poiché esso costituisce la sorgente di tutti i meriti, di tutte le grazie e di tutta la ricchezza della Chiesa.Quindi non si può comprendere il sacerdozio senza il Sacrificio, poiché il sacerdozio è fatto per il Sacrifico. In questo Gesù stesso è voluto essere anche la Vittima. Senza la reale presenza di Gesù non può esserci la Vittima e neanche il Sacrificio. Tutto è unito: presenza reale, Vittima e Sacrificio. Questa (in estrema sintesi!) la liturgia cattolica.

Veniamo a Lutero. Il monaco tedesco, volendo colpire il sacerdozio, diede un colpo definitivo anche a tutta la Chiesa. Egli sapeva bene che, venendo meno il sacerdote, sarebbe sparito anche il sacrificio e, conseguentemente, anche la vittima e quindi la fonte di tutte le grazie della Chiesa. Lutero era persuaso che non ci fosse differenza sostanziale fra i preti e i laici, ma che tutti costituissero un “sacerdozio universale”. Questo era il primo di “tre muri” che circondavano la Chiesa e che, secondo Lutero, dovevano essere abbattuti. “Se un Papa o un vescovo – sosteneva Lutero – da l’unzione, fa delle tonsure, consacra o da un abito differente ai laici o ai preti, crea degli imbrogli”. Tutti, di fatto, sono consacrati nel Battesimo e, dunque, non può esistere un sacramento speciale per i preti.
Il secondo muro da abbattere era la transustanziazione. Nella messa luterana viene rifiutata in toto l’idea di “sacrificio” e con essa di vittima e di presenza reale. Rimane la sola presenza spirituale, un ricordo, tanto che la Messa non può essere indicata più come un Sacrificio ma solamente con i termini di Comunione, Cena, Eucarestia. Secondo le parole del Vangelo “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” si compie la vera e sola Messa. È per questo che Lutero rifiutò da subito la celebrazione di messe private perché mancanti della comunione col popolo. Per Lutero l’Eucarestia era “Sacramento del pane” e non più Sacrificio, considerato, ormai,  come elemento di corruzione.
Il terzo ostacolo era rappresentato dal valore espiatorio del Sacrificio della Messa. Sempre secondo il monaco ribelle l’Eucarestia è un “Sacrificio di lode” ma non un “Sacrificio di espiazione”. Quindi l’unico scopo della Messa diventa, per Lutero, solamente quello di rendere grazie a Dio. È dentro questa lettura che oggi alcuni protestanti parlano ancora di “Sacrificio”, ma non come un Sacrifico che rimette i peccati, ma di semplice ringraziamento per l’opera di Dio.
Questi cambiamenti di sostanza hanno generato modificazioni anche nella forma come l’orientamento (coram populo) del sacerdote durante la Consacrazione, l’introduzione della lingua volgare, la Comunione ricevuta sulla mano. Per non parlare anche delle conseguenze in campo artistico e architettonico. La chiesa concepita come Domus Dei, nella quale tutto (altare, pareti, affreschi, materiali, uso della luce, ecc…) deve parlare di Dio, lascia spazio, nel mondo protestante, ad edifici essenzialmente sobri, se non vuoti di decorazioni e raffigurazioni sacre. “Scompare – ricorda Francesco Agnoli – il tabernacolo, segno della Presenza divina; scompaiono spesso reliquie, santi e Madonne, abitatori della simbolica città di Dio, la Gerusalemme Celeste; non servono più, a rigore, la pianta a croce, la posizione ad Oriente, l’abside, il coro, il ciborio. […] Anche l’altare perde il vecchio significato e la vecchia forma: diviene mensa, solitamente semplice tavola, non più sopraelevata, distaccata da scalinate e balaustre, bensì posizionata in modo da creare un rapporto più diretto, partecipativo, comunitario, fra celebrante e popolo”. Un generale e diffuso sentimento iconoclasta si diffonderà nel mondo protestante, soprattutto verso le immagini della Vergine e dei Santi, un ripudio verso questi ultimi, è bene ricordarlo, “che nasce – sempre secondo Agnoli – dal terribile pessimismo antropologico luterano, secondo il quale l’uomo non è capace di compiere alcunché di buono, ma è solo e soltanto un peccatore, senza libertà, conteso tra Satana e Dio”.
Matteo Carletti1 novembre 2016

Lutero invita al massacro dei contadini

Admin31 ottobre 2016
luter
Le invettive di Martin Lutero non risparmiarono nessuno. Tutti cadevano sotto la scure delle sue maledizioni: cattolici, ebrei e… contadini.
Nel 1525 i contadini si ribellano ai Signori, ai Duchi, ai Principi…. Lutero,
che si è alleato con i potenti, sino a dichiarare che sono “la voce di Dio in terra” (divenendo così, secondo Tommaso Campanella, il “Machiavelli della fede“), li invita a non mostare alcuna pietà.
Scrive un intero libello, “Contro le bande ladre e assassine dei ontadini“, in cui si legge: “Un sedizioso non è degno che gli si risponda con ragionevolezza, tanto non capirebbe: con il pugno si deve rispondere a quegli zucconi, sì che il sangue gli coli dal naso. Anche i contadini non intendevano dare ascolto e addirittura non lasciavano parlare; allora si dovette stappar loro le orecchie con palle di schioppo, talchè le teste saltarono in aria… La potestà della terra (i principi, lo Stato, ndr) che altro non è se non lo strumento dell’ira del Signore contro i malvagi, vero e proprio predecessore dell’inferno e della morte eterna, non deve essere misericordiosa, ma severa, implacabile, adirata nel suo ufficio e nell’opera sua… Pertanto, come già scrissi più volte, dico di nuovo: verso i contadini testardi, caparbi, e accecati, che non vogliono sentir ragione, nessuno abbia un po’ di compassione, ma percuota, ferisca, sgozzi, uccida come fossero cani arrabbiati...” (Martin Lutero, Scritti politiciUtet, Torino 1978).
Di seguito un estratto dall’opuscolo contro i contadini, ritenuto dagli storici uno dei libelli più violenti della letteratura tedesca, sino al nazismo:
contadinida: storiaechiesa.it

Bergoglio va in Svezia per far pace coi luterani E litiga con i teologi

Da molti in Vaticano il suo gesto è visto come provocazione. Socci: "Un oltraggio a Norcia"


L'occasione è storica: la commemorazione dei 500 anni (meno uno) della Riforma protestante, nella cattedrale di Lund. Era proprio il 31 ottobre 1517 quando Martin Lutero affisse le 95 tesi nella chiesa di Wittenberg. Ed è la prima volta che protestanti e cattolici ricordano insieme quella data spartiacque nelle relazioni tra le due confessioni cristiane. Bergoglio tende la mano, dice che la «separazione con i luterani è una profonda ferita». «Non possiamo rassegnarci alla divisione e alla distanza che la separazione ha prodotto tra noi - ha detto Francesco -. Ora abbiamo la possibilità di riparare ad un momento cruciale della nostra storia, superando controversie e malintesi che spesso ci hanno impedito di comprenderci gli uni gli altri».
Ma in Italia è un fuoco di polemiche. «Invece di andare a rendere omaggio a Lutero che ha distrutto la cristianità scrive sul proprio profilo Facebook il giornalista Antonio Socci Bergoglio dovrebbe consacrare l'Italia mettendola sotto il patrocinio della Madonna». E ancora: «Papa Francesco va in Svezia dal nemico Lutero, mentre la Basilica di Norcia crolla per le scosse del terremoto che ha devastato il centro Italia. San Benedetto è stato il grande unificatore spirituale e culturale dell'Europa. All'opposto del santo di Norcia conclude Socci sta la figura di Martin Lutero, su cui potremo avere mille pareri diversi, ma è incontestabile che sia stato, storicamente, il grande divisore dell'Europa e della cristianità. Lui stesso si definì l'uomo della discordia». La critica fa il giro del web e comincia a propagarsi sui social network: piuttosto che pregare, il Papa vola in Svezia. Alcuni rilanciano: Bergoglio va a rendere omaggio a chi con la sua riforma ha fatto milioni di morti e che avrebbe volentieri «strappato la lingua» ai Papi. Tra molti teologi e porporati il blitz vedese del papa è vista come una vera provocazione. E così durante il volo che da Roma lo ha portato a Malmö, Bergoglio sembra quasi rispondere alle critiche. «Questo viaggio è importante, perché è un viaggio molto ecclesiale nel campo dell'ecumenismo. Aiutatemi a far capire alla gente l'importanza di questo viaggio», ha chiesto con forza ai giornalisti.
Dopo la commemorazione nella cattedrale di Lund, il Papa e il presidente della Federazione luterana mondiale, il vescovo Mubib Yunan, hanno firmato una dichiarazione congiunta: «Mentre siamo profondamente grati per i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma, confessiamo e deploriamo davanti a Cristo il fatto che luterani e cattolici hanno ferito l'unità visibile della chiesa», si legge. Stamattina il Pontefice celebra la solenne messa nello Swedbank Stadion a Malmö prima di ripartire, alle 12.30 per rientrare in Vaticano.

Crolla la Chiesa (materialmente e spiritualmente)


preghieraE’ stato il terremoto più forte dal 1980, con epicentro a Norcia, la terra di san Benedetto. Sono stati colpiti in modo particolare i luoghi dell’anima, le chiese, e la basilica del santo Abate è stata distrutta. E’ rimasta in piedi solo la facciata, un’immagine che a molti è apparsa come un presagio di una chiesa che sta crollando lasciando in piedi, appunto, solo la facciata. Per alcuni – che considerano il cristianesimo una iattura – questo è addirittura un auspicio. Ma credo che resteranno delusi.
Poi c’è un’altra associazione di idee che ha accomunato addirittura Beppe Grillo e Matteo Renzi: il fatto che sia stata travolta la città e la basilica del Patrono d’Europa ha fatto scrivere a Grillo che “dall’Europa dobbiamo ricevere tutto il sostegno necessario: lo sforamento di decimali nel rapporto deficit Pil non può essere un argomento accettabile da parte di Bruxelles”.
Credo sia una considerazione che oggi può accomunare tutti gli italiani. E si presta anche a una riflessione più profonda:questa ferita nei luoghi del Patrono d’Europa ci fa pensare a questa Europa che ha perso la sua anima, un’Europa che è stata fatta dai santi ed oggi è in mano ad aridi tecnocrati.
Molti non sanno come e quanto il monachesimo abbia davvero “ricreato” l’Europa, devastata e regredita, dopo il crollo dell’impero romano.

BENEDETTO UNIFICATORE
Paolo VI proclamando san Benedetto “Patrono d’Europa” spiegò che lui e i suoi monaci “portarono con la croce, con il libro e con l’aratro il progresso cristiano alle popolazioni sparse dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alle pianure della Polonia”.
Per questo diciamo che l’Europa nacque dall’opera dei monaci e degli evangelizzatori, che donarono, col Vangelo, anche la cultura, il progresso civile ed economico.
Giovanni Paolo II dichiarò:
“La croce, il libro e l’aratro sono stati gli strumenti della sua opera di bonifica e di rinascita. La lode a Dio, nel Cristo e con la comunità, mediante la liturgia assidua, diligente ed elevante; il lavoro manuale, intellettuale ed artistico, fedelmente compiuto nel silenzio esteriore ed interiore; la carità vicendevole, e specialmente verso i sofferenti e i più poveri, nell’obbedienza e nell’umiltà: ecco in sintesi il messaggio e il programma di vita che san Benedetto ha inculcato ed ha praticato e per cui l’Europa si è potuta dire ‘cristiana’ ”.
La lezione per l’Europa di oggi è questa: la prosperità economica viene anzitutto da una grande vitalità spirituale, dalla forza morale che sta nelle radici dell’Europa stessa. Radici rinnegate o non riconosciute oggi.
C’è un libro illuminante di Thomas E. Woods, il cui titolo già dice tutto: “Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale” (Cantagalli). Ma altrettanto illuminante è lo studio del sociologo americano Rodney Stark, “La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza” (Lindau).
Dunque san Benedetto è stato il grande unificatore spirituale e culturale dell’Europa.

LUTERO IL DIVISORE
All’opposto del santo di Norcia sta la figura di Martin Lutero su cui potremo avere mille pareri diversi, ma è incontestabile che sia stato – storicamente – il grande divisore dell’Europa e della cristianità. Lui stesso si definì “l’uomo della discordia”.
Eppure è proprio lui e il suo scisma, iniziato 500 anni fa, che oggi papa Francesco va a celebrare in Svezia.
Non sto a ricordare le terribili invettive di Lutero contro i cattolici, il papato, la messa, ma anche contro i contadini (lui stava con i potenti) e soprattutto le sue terribili parole contro gli ebrei (da cui le attuali comunità protestanti hanno assolutamente e meritoriamente preso le distanze).
Lo stesso card. Kasper, grande fautore dell’abbraccio ecumenico, ha ricordato “la violenza di linguaggio che gli era propria” e poi “un nazionalismo che spesso prese colore confessionale e riservò all’Europa molte sventure”.
Credo che quando Benedetto XVI ha affermato che per la Chiesa non c’è nulla da festeggiare nell’anniversario di oggi (l’inizio della Riforma protestante), pensasse anche agli sviluppi storici di quella frattura della cristianità, alle divisioni fra gli stessi protestanti e poi alle guerre di religione (fra protestanti e cattolici) da cui l’Europa fu devastata.
Per tutti questi motivi è incomprensibile a molti cattolici che papa Francesco abbia invece deciso di recarsi, oggi, in Svezia, a celebrare la riforma luterana. Bergoglio ha fatto dell’unità e della pace le sue bandiere, quindi mi pare che celebrare Lutero e l’inizio del suo scisma sia del tutto incoerente con questo programma.
E’ giustissimo e prezioso oggi dialogare con tutte le confessioni cristiane (conosco e stimo alcuni studiosi protestanti), ma non mi sembra che il dialogo possa avvenire sotto l’effigie di Lutero che ne fu la negazione.
Per questo ieri, alla notizia del terremoto che ha avuto come epicentro proprio Norcia, ho scritto un tweet dove auspicavo che il Papa, invece di andare a omaggiare il riformatore tedesco, annunciasse – sotto il patrocinio di san Benedetto – una grande preghiera solenne per l’Italia che in questi mesi è così flagellata dal terremoto.
La preghiera per chi è nella prova (come affidamento o consacrazione) era già stata proposta giorni fa da qualche intellettuale cattolico ed è una tradizione della Chiesa che lo stesso Francesco, agli inizi del suo pontificato, ha praticato. Perciò non ho prospettato nulla di scioccante.

LA GOGNA MEDIATICA
Eppure – incredibilmente – sono stato assalito su Twitter da una folla di odiatori che mi hanno bombardato per ore con epiteti irriferibili.
Naturalmente il terremoto va affrontato anzitutto da parte dello Stato con soccorsi e con prevenzione. Io stesso in gioventù sono stato volontario per il soccorso alle popolazioni sia dopo il sisma del Friuli che dopo quello dell’Irpinia.
Ma, essendo cattolico, aggiungo alla Protezione civile anche la richiesta di protezione celeste, rivolgendomi alla Chiesa. Non capisco perché la cosa abbia scatenato tanta virulenza verbale.
C’è stato perfino chi ha chiesto le mie dimissioni e (qualcuno) il mio licenziamento dalla Rai (che ovviamente non c’entra nulla con un mio tweet personale).
Mi chiedo se essere pubblicamente cattolici è diventato ormai un fatto così socialmente deprecabile.
Un certo giornalista ha addirittura scritto in un tweet che “milioni di vecchi e giovani sono inorriditi” per aver letto il mio tweet. Gli ho chiesto che mi spiegasse, con parole sue, per cosa precisamente sono “inorriditi”, ma non ho avuto spiegazioni. E’ orribile che un cattolico non simpatizzi per Lutero e dia importanza alla preghiera e creda nella forza protettiva e benedicente della Chiesa?
Nella mia vita conosco bene la sofferenza, ci sono immerso da anni, e posso testimoniare personalmente la grandezza e la forza della preghiera.
Dovrei rinnegare queste mie convinzioni? Beh, noi cattolici siamo anche più “folli”. Crediamo addirittura che un po’ di pane e di vino, consacrati da un sacerdote, diventino realmente il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo. Siamo più di un miliardo a esserne certi. E’ orribile anche questo? Non sarà che una certa ostilità ideologica verso i cattolici sta andando sopra le righe?
Per carità, non drammatizzo. Abbiamo visto ben di peggio. Nei secoli passati, ma anche in alcuni regimi del Novecento, per la semplice fede cristiana si è finiti molto male. E così accade tuttora in tante parti del mondo. Quindi evito ogni vittimismo. Non è proprio il caso. In fin dei conti l’episodio di ieri, dopo avermi sorpreso, mi ha quasi divertito.
Sono lieto che il cattolicesimo torni a scandalizzare. Perché è meglio che sia considerato “follia” piuttosto che il brodino politically correct che vediamo oggi. Scriveva Georges Bernanos: “Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Il sale sulla pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce di marcire”.

Antonio Socci
Da “Libero”, 31 ottobre 2016

Sito: “Lo Straniero
Twitter: @Antonio Socci1

 – di Antonio Socci

lamadredellachiesa.it/crolla-la-chiesa-materialmente-e-spiritualmente-di-antonio-socci/


CI SCUSERÀ LA VESCOVA LGBT EVA BRUNNE, MA IN SVEZIA PREFERIAMO L'ECUMENISMO CON LA LUTERANA BERGKVIST

Ci scuserà la vescova Lgbt Eva Brunne, ma in Svezia preferiamo l'ecumenismo con la luterana Bergkvist
Qui un ritratto, anche se di alcuni anni fa, di Eva Brunne, attuale vescova di Stoccolma, prima donna apertamente lesbica a raggiungere la carica episcopale in una Chiesa luterana storica e prima donna vescovo in Svezia a vivere in una unione civile.

Di seguito invece un ritratto di Tanja Bergkvist, tratta dal blog «Nonno Franco a Stoccolma»:
«Una blogger svedese, Tanja Bergkvist, si domanda fino a che punto la follia gender possa arrivare in Svezia. Così crea un video che ha avuto così tanto eco da esser intervistata dai media locali.
La protagonista, blogger per hobby e dottorata in matematica, incontra militanti del partito femminista svedese che le spiegano come sia necessario decostruire il concetto di mascolinità negli uomini e mostrare un nuovo modo di essere uomo, rappresentato dallo splendido sponsor dell’ideologia gender del movimento, un uomo vestito da capo a piedi di rosa, calzini compresi.
Riporta, poi, la teoria elucubrata da scienziati filo gender che lamentano l’eccessiva importanza concessa all’idea che gli spermatozoi siano attivi mentre gli ovuli subiscano la fecondazione – da cui deriverebbero tutti gli stereotipi di femminile e maschile.
Ampio capitolo è riservato all’educazione: sin dall’asilo, infatti, la scuola in Svezia ha responsabilità legale sul tema delle ”gender equality“. Per questo motivo le maestre seguono un programma finalizzato alla repressione degli stereotipi. “E’ importante” afferma una docente intervistata “non fare quello che mia madre ha fatto con me.”
La scuola, secondo questa teoria, deve abituare i bambini ad essere quello che vogliono e ad amare chi credono meglio: una persona, un animale, un qualcosa a distanza, una persona dello stesso sesso o unicamente se stessi.
Il grande strumento pedagogico utilizzato? Fermare i piccoli alunni e far uscire le bambine in cortile per prime…
Nella logica gender tutto viene codificato per genere: un gioco è troppo femminile, uno troppo maschile (ed esiste un Dipartimento che ne fornisce una specifica etichettatura per sesso).
Com’è possibile? Semplicemente perché in Svezia si spendono denari pubblici per analizzare il sostrato gender nei singoli oggetti. Esempio ne sono i 70.000 € investiti per comprendere se la tromba è uno strumento musicale gender equality o meno…
Una vera e propria follia, che la blogger ha deciso di denunciare perché – come dice lei – la nonna avrebbe trovato tutto questo pazzesco. 
C’è chi, a differenza della maestra che fa del disconoscere l’educazione familiare ricevuta un vero e proprio orientamento pedagogico, ritiene invece importante dare continuità alla cultura del buonsenso». 

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